Ho assistito all’incontro tra gli Sharks (la squadra di San Jose in California dove abito) e gli Oilers (la squadra di Edmonton, in Canada).
E’ stata sicuramente un’esperienza culturale molto interessante.
Lo sport in sé è anche bello seppure lo gradirei maggiormente se avesse toni meno violenti.
Ero preparata alla “fisicità” di questo sport e quindi a quello mi sarei anche potuta adeguare. Ciò a cui non ero preparata era invece la violenza gratuita ed inutile a gioco fermo.
Mi dicono che accade almeno un episodio di questo tipo ad ogni partita ma ciò che ho visto l’ho trovato scioccante.
In seguito ad uno dei tanti falli, a gioco ormai fermo, due giocatori avversari hanno iniziato a picchiarsi, tenendosi per la testa e scazzottando come se si trattasse di un incontro di pugilato o di una rissa per strada. Ma almeno nel pugilato ci sono regole e l’arbitro le fa rispettare, mentre durante questi scazzottamenti, gli arbitri se ne stavano con le mani in mano ad osservare i giocatori che si picchiavano e non facevano assolutamente nulla per intervenire.
Ma il peggio deve ancora venire.
La cosa più disturbante è stato vedere il pubblico alzarsi in piedi, inneggiare alla violenza e gridare ai giocatori di picchiare più forte, soddisfatti di questi atti di pura violenza quasi come se fosse più interessante vedere i giocatori picchiarsi che vederli segnare un goal. Questa azione violenta è durata per parecchi minuti che a me sono sembrati interminabili ed incredibilmente disturbanti.
Ma il peggio deve ancora venire.
La cosa più disturbante è stato vedere il pubblico alzarsi in piedi, inneggiare alla violenza e gridare ai giocatori di picchiare più forte, soddisfatti di questi atti di pura violenza quasi come se fosse più interessante vedere i giocatori picchiarsi che vederli segnare un goal. Questa azione violenta è durata per parecchi minuti che a me sono sembrati interminabili ed incredibilmente disturbanti.
Mi sono poi voluta documentare ed ho scoperto che ben 4 giocatori sono morti nella storia di questo sport in America, che esistono i “goons” che sono giocatori giganteschi col ruolo di intimidire e picchiare gli avversari e che esiste un “codice silezioso” di regole non scritte, ma comunque messe in atto, che lasciano spazio alla violenza ed alle risse in campo.
Riflettendo sul triste spettacolo a cui avevo assistito, mi sembrava di vedere nei volti dei tifosi assetati di violenza la stessa furia ed intolleranza di chi vuole costruire il muro tra la California ed il Messico, di chi vuole distruggere Obamacare per togliere la sanità a chi non può permettersi di pagarla, di chi è intollerante nei confronti di tutte le minoranze e di chi gira col fucile in macchina.
Forse sono soltanto riflessioni scaturite dall’esasperazione e dalla preoccupazione per l’attuale situazione politica Americana e dalla delusione per le ultime elezioni.
Mi rendo conto che la violenza è purtroppo un tratto comune a molti sport in molti paesi. La partita di hockey mi è però sembrata simbolica della societa Americana dove, dietro ad una facciata di apparente calma, gentilezza e disciplina, si nascondono tanta violenza, intolleranza e brutalità.
Angela Messori
Mitica NHL, quasi centenaria ...
RispondiEliminaJ.
Sull'hockey violento in passato sono stati fatti anche film.
RispondiEliminaNon è però necessario varcare l'oceano o entrare in un palazzetto del ghiaccio per assistere alla pratica delle risse e degli insulti.
Basta andare in uno dei tanti stadi europei di calcio.
Ad esempio, ieri a Bastia. Dove è stata sospesa la partita di calcio della League 1 francais con il Lione per una invasione di tifosi ed una aggressione ai giocatori ospiti.
Non saprei dire se e quanto incidono le prossime incerte elezioni. Sicuramente Hollande non è stato più autorevole di Obama. E Marine Le Pen non darebbe più garanzie di Trump. Ma forse Macron è meno compromesso di Hillary Clinton (per stare alle metafore).
Ciao!
Si', hai pienamente ragione a citare tutti questi esempi di violenza nel mondo dello sport ed anche le metafore politiche ci azzeccano, purtroppo. Quello che ho trovato più' "disturbante" e' stato il comportamento dei tifosi che inneggiavano alla pura violenza. Non si trattava di un gruppo isolato di ragazzi scatenati, ne' di hooligans. Erano proprio tutti in piedi (17.000 persone!) ad urlare e a mimare scazzottate tranne noi che ci guardavamo attorno allibiti. A me sembrava davvero emblematico della dicotomia che la società Americana si porta dentro tra questa apparente facciata di compostezza e perfezione formale e l'altra facciata aggressiva, prepotente e violenta.
RispondiEliminaSi.
EliminaTorniamo oltre oceano.
Questa mattina leggo che a Cordoba in Argentina un tifoso è stato lanciato dagli spalti ed è morto. Pare che la vittima avesse riconosciuto l'assassino del fratello e questi, per salvarsi, lo abbia additato come tifoso della squadra avversa.
Anche in questo caso si confermano due dati: gli spettatori sono comunque una espressione della società e la violenza è ancora un tratto distintivo del mondo in cui viviamo e trova riscontro in troppe tifoserie sportive.
Parlarne è il primo passo per individuare risposte.
Ciao!
Al tempo.
RispondiEliminaL'hockey su ghiaccio è sicuramente uno sport con frequenti episodi di violenza.
Non l'unico e non il peggiore comunque. Quanti morti ha contato la storia della boxe?
Trovo però forzato stabilire una correlazione logica tra il campionato nord americano di hockey e la cultura o la politica prevalenti nei rispettivi paesi.
Questo no.
Perché a nessuno viene in mente di considerare il Canada di J. Trudeau una società violenta alla stregua degli Oilers di Edmonton.
pl
Verissimo che l'hockey non e' l'unico sport violento e che forse le correlazioni fatte sono azzardate e lo avevo anche gia' sottolineato nelle mie riflessioni. Quello che pero' che ho trovato molto triste e preoccupante (e che mi ha meravigliata) e' che praticamente tutte le 17.000 persone presenti si siano alzate in piedi per inneggiare alla rissa urlando di picchiare più' forte. Mi riesce molto difficile coniugare scene simili col mio concetto di sport ed e' per questo che preferisco non seguire molte altre discipline sportive che reputo troppo violente (ma ripeto, qui ' stato il pubblico che mi ha più' scioccata e non solo i giocatori). Inoltre, l'osservazione dei comportamenti dei tifosi che mi circondavano ha rinforzato la mia opinione che la società' Americana nasconda dietro ad una maschera di correttezza e calma formale, una natura violenta ed intollerante con cui mi sono spesso scontrata in questi 16 anni vissuti in USA. Certo non si può' generalizzare e questi tratti negativi non sono una prerogativa solo Americana ma purtroppo ben più' diffusa, ma e' qui che io vivo ed e' qui che osservo ed interagisco.
RispondiEliminaConcordo.
RispondiEliminaDenunciare le violenze è sempre utile.
Per approntare rimedi e, se possibile, per prevenire.
Il pugilato conta oltre 500 morti nei combattimenti sul ring.
Nelle gare di moto ed auto siamo ad oltre mille decessi in conseguenza di incidenti.
Troppi morti anche nel calcio. Sui campi, nelle tribune e fuori. L'ultimo ieri, in Argentina.
Dunque, parliamone. Riflettiamo. Proponiamo risposte. Su vari piani.
Il racconto di Angela, da San Jose, va oltre.
Propone l'adesione diffusa, se non unanime, di tifosi e spettatori ad una rissa violenta tra due giocatori professionisti di hockey a partita ferma.
Poi riflette sulla cultura che sottende a quegli incitamenti volgari ed irresponsabili. Interessante.
Anche a me pare che un nesso esiste tra avvenimenti sportivi, sociali e politici.
Sta nella ricerca, nel riconoscimento e nel rispetto della parità di diritti e doveri comuni; nella assunzione e nella accettazione, da parte di ogni atleta, persona o comunità, di obiettivi e limiti imposti dal gioco o dalla vita comune.
Possiamo essere giocatori o tifosi, ma prima dobbiamo essere sportivi.
Possiamo sostenere una parte, ma dobbiamo rispettare e garantire regole comuni condivise tra diversi e valide per tutti.
E' ovvio che la NHL ha una storia ed una tradizione oltre Obama, Trump ed il nostro tempo. Come la storia della boxe e del calcio ...
Tuttavia i momenti storici nazionali ed internazionali, la politica e la cultura condizionano lo sport, gli avvenimenti e gli eventi sportivi.
A volte segnalano passaggi di fase, annunciano tendenze, anticipano o sanciscono svolte.
Dunque, massima attenzione.
Angela ci scrive del grande Paese in cui vive.
A noi compete capire meglio cosa ci dicono i cambi di proprietà di molti club del calcio: i cinesi che acquistano con il Milan e l'Inter un pezzo di Milano; gli americani la AC. Roma e forse un'area della Città eterna; i canadesi il Bologna FC e non solo quello.
Gianni