giovedì 25 agosto 2016

Ora e sempre ... Prevenzione!

Belice, 1968, 370 morti; Tuscania, 1971, 31 morti; Friuli, 1976, 989 morti; Valnerina, 1979, 5 morti; Irpinia, 1980, 2.914 morti; Val di Comino (Frosinone), 1984, 7 morti; Carlentini, 1990, 17 morti; Marche e Umbria, 1997, 11 morti; Molise, 2002, 30 morti; L'Aquila, 2009, 308 morti; Emilia, 2012, 27 morti.
Ora Lazio e Marche, centinaia di morti.
Tanti terremoti. Una strage infinita.

Milioni di persone colpite. Costi umani ed economici incalcolabili. Distruzione di patrimoni. Sprechi.
Nulla di naturale. Inevitabile.
Piuttosto affari. Tanti affari. Affari inconfessabili. Per pochi. Testimoniati da telefonate intercettate.
Non storia del passato. C'è un sistema ancora attivo.
Con responsabilità politiche, amministrative, parlamentari, di governo. Storiche. Evidenti.
Ma anche il fu "rottamatore", da ultimo primo Ministro. E non Primo di una nuova stagione.
Lui, purtroppo, non ha invertito nessuna pratica e tendenza consolidata.
A Rieti dice: "chi vuole fare polemiche, le faccia. Per noi è il tempo di soccorrere e di ricostruire".
Certo, soccorrere, fornire assistenza e solidarietà. Immediata ed efficiente.
E, certo, ricostruire. Li e ovunque.
Ma il punto è come Ricostruire. Soprattutto, come mettere in sicurezza le persone, le comunità, i territori, l'ambiente.
Cioè, cura permanente e sistematica, Prevenzione!
Ciò che non si e fatta e non si fa. Programmaticamente. A livello locale e nazionale.
Dunque, Renzi non deve rispondere personalmente per le responsabilità del passato.
Quelle che denunciò il Presidente (partigiano) Sandro Pertini, nel 1980.
Ma il Presidente del Consiglio deve rispondere per quanto mal fatto, dal Suo Governo e dalla Sua maggioranza. Nei due anni in cui ha diretto il Paese.
Con la Legge Sblocca Italia.
Con la Legge ed i decreti sugli appalti. Denunciati da Gian Antonio Stella.
Con i mancati interventi e finanziamenti.
Da più parti denunciati. Da Associazioni, intellettuali, lavoratori, semplici cittadini.
Senza aspettare la nuova tragedia, i lutti, gli altissimi costi collettivi e individuali.
Altro che "gufi", "professoroni" ...

Le politiche, gli investimenti e le priorità debbono cambiare.
È possibile. È urgente.
Per (Ri)costruire in sicurezza. Con adeguate norme antisismiche, come in altri paesi civili. Ne scrivono oggi Dacia Maraini su il Corriere, Tomaso Montanari su la Repubblica, Rossella Muroni su il manifesto.
Per non inseguire continuamente gli eventi, le emergenze, le catastrofi.
Per Fare Prevenzione.
Ora e sempre!

17 commenti:

  1. A ribadire un giusto indirizzo tecnico scientifico suggerisco anche l'articolo di Carlo Ratti su la repubblica.
    Tra l'altro l'architetto e ingegnere che insegna al MIT e dirige lo Studio internazionale di progettazione Carlo Ratti insiste su un punto originale: "è fondamentale che la popolazione abbia un ruolo attivo nel ricostruire il proprio futuro". Insomma, dinamiche partecipative. Istruzioni per ripartire. Con il piede (e le mani) giuste.
    Ciao!

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    1. La democrazia partecipata induce qualità.
      È logico che architetti, ingegneri, professionisti autorevoli la sostengano.
      Solo chi teme il confronto ed ha sfiducia in se stesso può preferire scelte autoritarie e di vertice.
      Gianni

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  2. Tutti soldi spesi post anziché ante. Per fronteggiare catastrofi e lutti e arricchire i furbi e i cinici. Anziché premiare investimenti lungimiranti e imprenditori onesti e responsabili.
    Nik

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  3. Ora dicono che gli edifici a rischio sismico sono dal 60 al 70% del totale nazionale.
    A me pare la vera grande opera di cui il paese ha bisogno.
    L.

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    1. Eppure l'unica Grande Opera che merita di essere sostenuta dispiegando in Val di Susa, per anni, contingenti di Forze Armate italiane è il TAV Torino - Lione ...
      Governanti e politici inadeguati quanto arroganti.
      Titti

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    2. Anche a me pare evidente che occorra cambiare le priorità negli investimenti pubblici e privati.
      Non è una novità per chi legge questo blog.
      1. Messa in sicurezza di città e territorio. A partire da scuole (lo aveva detto anche Renzi, ad inizio mandato), ospedali, edifici ed infrastrutture pubblici.
      2. Conversione ecologica delle produzioni e dell'organizzazione della vita delle persone. A partire dagli alimenti e dai sistemi di mobilità meno inquinanti.
      Le risorse? Meno armi e spese militari. Meno grandi infrastrutture inutili e sovrastimate. Lotta a sprechi, corruzione, privilegi, elusione ed evasione fiscale. Tetti a stipendi e pensioni d'oro.
      Naturalmente molto altro. Parliamone.
      Gianni

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  4. Hai ragione. In Italia inseguiamo gli eventi. Siamo campioni nel perseguire soddisfazioni immediate di ogni natura. Senza ragionare su ciò che verrà.
    Vale per i singoli. Vale per le comunità.
    Non è un modo sensato di affrontare i problemi.
    s.

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  5. Si, prevenzione. Si risparmia.
    Come dice la Maraini, possibile? In questo paese.
    Si, ma con una svolta radicale.
    Delle coscienze. Individui e collettività.
    Quanti esempi quotidiani potremmo proporre ...
    Laura S.

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  6. Come si fa a prevenire se nessuno fa neppure i controlli?
    Carlo

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    1. Grande parte del patrimonio edilizio, privato ed anche pubblico, non è stato costruito con criteri antisismici e di sicurezza da centinaia di anni.
      Adeguarlo sarebbe la vera Grande Opera nazionale. Investimenti, tecnologie e lavoro per generazioni.
      Insieme alla messa in sicurezza del territorio e degli immobili dai rischi idrogeologici potrebbe cambiare (in positivo) il volto e l'immagine del (Bel) Paese.
      Me è chiaro che occorre una svolta, grande determinazione politica e di governo.
      Capacità politica ed istituzionale di indicare e tenere la rotta, di orientare industrie, imprese e banche.
      Lotta alla corruzione e al malaffare. Progetti e controlli (appunto)!
      Mobilitazione sociale e cultura.
      Tutto impegnativo. Sicuramente. Molto.
      Si può, si deve. Per le generazioni future.
      Gianni

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  7. Ora e sempre ... Resistenza e Liberazione non sarebbero state necessarie se ci fosse stata Prevenzione. Anche nel secolo scorso.
    Ma evidentemente a noi italiani ed europei piacciono le tragedie. Comprese quelle annunciate. Come allora, come ora.
    Robby

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    1. È auspicabile che la storia insegni. Meglio prima, che poi ...
      Gianni

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  8. Occorre un piano di riconversione ecologica e di messa in sicurezza del territorio e delle abitazioni .
    4/5 miliardi all'anno per almeno 18/20 anni .
    Un pumto di PIL ogni tre anni ,considerando considerando che negli ulti 50 anni sono stati spesi in opere di recupero 180 miliardi di EURO le risorse ci sono .
    Senza pesare ulteriormente sulle spalle degli Italiani .
    Inoltre si metterebbe in moto un circolo virtupso che creerebbe lavoro e darebbe impulso all'economia.
    Ciao
    G:

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    1. Purtroppo la direzione di marcia appare altra. A livello nazionale e locale. Occorre battersi.
      Ma non mancano segnali positivi e incoraggianti.
      Nella cultura, nella società, anche nella politica.
      Gianni

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    2. Segnali positivi?
      Anna

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  9. Ma a Vasco chi glielo fa fare?
    Dopo i decenni emiliani ed il terremoto della bassa modenese ora anche quello dell'alto Lazio e dell'Appennino ascolano.
    Un'altra vittima della politica e del suo partito!
    Mario Cinico

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