Vogliamo un Paese moderno. E cioè un Paese che guardi
avanti. Un Paese che sappia distinguere tra cemento e
futuro. E scelga il futuro.
Vogliamo un Paese in cui chiamiamo sviluppo ciò che coincide con il bene di tutti, e non con l’interesse di pochi. Un Paese in cui lo sviluppo sia ciò che innalza - e non ciò che distrugge - la qualità della nostra vita.
Un Paese che cresca, e non un Paese che divori se stesso.
Un Paese capace di attuare il progetto della sua Costituzione. Una Costituzione che da troppo tempo “è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere”, una Costituzione in cui “è scritta a chiare lettere la condanna dell’ordinamento sociale in cui viviamo” (Piero Calamandrei)".
Scrive così, Tomaso Montanari, nella introduzione a un instant book, scaricabile sul sito www.rottamaitalia.it a cui hanno lavorato un importante gruppo di personalità della cultura italiana.
Il libro, sostanzia, sviluppa e approfondisce argomenti assai più modestamente trattati su questo blog, di recente (post del 30 settembre, Cambiare verso. In peggio?) e nei mesi scorsi.
Propone le ragioni di un rinnovato impegno di mobilitazione e di lotta, da sviluppare nei prossimi mesi in tutto il Paese per modificare un progetto e una legge del Governo Renzi che costituiscono un pesante arretramento sociale, civile e culturale.
L'introduzione prosegue e conclude così.
"Il decreto Sblocca-Italia è, invece, un doppio salto mortale all’indietro. Un terribile ritorno a un passato che speravamo di aver lasciato per sempre. Un passato in cui “sviluppo” era uguale a “cemento”. In cui per “fare” era necessario violare la legge, o aggirarla. In cui i diritti fondamentali delle persone (come la salute) erano considerati ostacoli superabili, e non obiettivi da raggiungere.
Vogliamo un Paese in cui chiamiamo sviluppo ciò che coincide con il bene di tutti, e non con l’interesse di pochi. Un Paese in cui lo sviluppo sia ciò che innalza - e non ciò che distrugge - la qualità della nostra vita.
Un Paese che cresca, e non un Paese che divori se stesso.
Un Paese capace di attuare il progetto della sua Costituzione. Una Costituzione che da troppo tempo “è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere”, una Costituzione in cui “è scritta a chiare lettere la condanna dell’ordinamento sociale in cui viviamo” (Piero Calamandrei)".
Scrive così, Tomaso Montanari, nella introduzione a un instant book, scaricabile sul sito www.rottamaitalia.it a cui hanno lavorato un importante gruppo di personalità della cultura italiana.
Il libro, sostanzia, sviluppa e approfondisce argomenti assai più modestamente trattati su questo blog, di recente (post del 30 settembre, Cambiare verso. In peggio?) e nei mesi scorsi.
Propone le ragioni di un rinnovato impegno di mobilitazione e di lotta, da sviluppare nei prossimi mesi in tutto il Paese per modificare un progetto e una legge del Governo Renzi che costituiscono un pesante arretramento sociale, civile e culturale.
L'introduzione prosegue e conclude così.
"Il decreto Sblocca-Italia è, invece, un doppio salto mortale all’indietro. Un terribile ritorno a un passato che speravamo di aver lasciato per sempre. Un passato in cui “sviluppo” era uguale a “cemento”. In cui per “fare” era necessario violare la legge, o aggirarla. In cui i diritti fondamentali delle persone (come la salute) erano considerati ostacoli superabili, e non obiettivi da raggiungere.
Giuseppe Dossetti avrebbe voluto che nella Costituzione ci fosse questo articolo: “La resistenza individuale
e collettiva agli atti dei poteri pubblici che violino le
libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente
Costituzione è diritto e dovere di ogni cittadino”.
La prima, e più importante, resistenza allo Sblocca Italia
passa attraverso la conoscenza, l’informazione, la possibilità di farsi un’opinione e di farla valere. Discutendone
nelle piazze e nei teatri, nelle televisioni e alla radio.
Richiamando al progetto della Costituzione i nostri
rappresentanti in Parlamento. E, se necessario, anche
ricorrendo al referendum: se - alla fine e nonostante tutto - questo sciagurato decreto “Rottama-Italia” diventerà
legge dello Stato.
Perché non siamo contro lo Sblocca Italia. Siamo per l’Italia".
Perché non siamo contro lo Sblocca Italia. Siamo per l’Italia".
Per quel che vale - pochino assai - sottoscrivo.
RispondiEliminaAnna
Interessante. Ma cliccando sul tuo www.altraeconomia.it/rottamaitalia non si accede al libro. Io ci sono arrivata altrimenti.
RispondiEliminaFranca
Così si asfaltano le obiezioni in merito alle nuove autostrade Orte - Mestre e Cispadana, che corre lungo le zone terremotate emiliane.
RispondiEliminaSi finanziano, in barba ai pendolari, nuove tratte di TAV.
Insomma si investe ancora e sempre sulle vecchie priorità.
Con procedure accelerate e senza controlli delle autorità competenti.
Altro che novità!
Gio
Grazie, Franca.
RispondiEliminaFatto.
Gianni