Nubi nere si alternano a raggi di sole su Bologna e sul popolo inquinato (ottobre 2018) |
"Un Ministro della Repubblica rappresenta tutti, non solo i propri elettori" scrive Olivio Romanini su il Corriere di Bologna. Vero, giusto.
Analoga responsabilità va naturalmente ricordatata ad un Presidente di Regione o ad un Sindaco (anche se nel suo articolo l'editorialista non lo dice).
La vita di ogni giorno ed i dati sullo smog che ci vengono forniti (anche se molto più limitati di quelli che sarebbero possibili, necessari ed utili per maturare scelte mirate, strategiche e condivise di programmazione!) ci dicono che soffriamo contemporaneamente di due grandi irrisolte questioni: la congestione del traffico (per i tantissimi automezzi contemporaneamente in circolazione su strade o autostrade e per l'assenza di alternative efficienti) e l'inquinamento (che provoca vittime, morti e cambiamenti climatici generatori di grandi problemi sociali e politici).
"La buona novella" sarebbe che Governo, Regione e Comuni abbandonassero atteggiamenti arroganti, strabici, unilaterali o falsamente contrapposti (ancora assai presenti nel confronto pubblico) e cooperassero per dotare finalmente Bologna, l'Emilia Romagna, la Pianura Padana e l'Italia intera di infrastrutture e sistemi di mobilità eco-compatibili.
Le attuali 12 corsie alternano (senza razionalità) traffico intenso e code, come il confronto pubblico ha alternato (senza conseguenze logiche) impegni, fatti e propaganda ... |
La vita di ogni giorno ed i dati sullo smog che ci vengono forniti (anche se molto più limitati di quelli che sarebbero possibili, necessari ed utili per maturare scelte mirate, strategiche e condivise di programmazione!) ci dicono che soffriamo contemporaneamente di due grandi irrisolte questioni: la congestione del traffico (per i tantissimi automezzi contemporaneamente in circolazione su strade o autostrade e per l'assenza di alternative efficienti) e l'inquinamento (che provoca vittime, morti e cambiamenti climatici generatori di grandi problemi sociali e politici).
Affrontare in termini di governo questa duplice sfida è urgente e non mancano indicazioni ed indirizzi generali e specifici da parte della comunità scientifica, degli studiosi e di associazioni o comitati di cittadini.
Guai lasciare le cose ferme o muoversi con approccio conservatore.
Guai lasciare le cose ferme o muoversi con approccio conservatore.
La proposta concreta, attuale, perseguibile è procedere con passi decisi e progressivi verso una seria conversione ecologica delle produzioni, della organizzazione sociale delle comunità, degli investimenti, pubblici e privati, per lo sviluppo.
Senza questa scelta politica forte, esplicita, netta si ripetono all'infinito parole vuote e oramai insopportabili per il popolo inquinato. Quelle che abbiamo sentito per decenni e che ancora nell'inverno scorso ha pronunciato il Ministro dell'Ambiente di Renzi e Gentiloni, l'on. Gianluca Galletti: "non possediamo la bacchetta magica".
E infatti, il punto non è scegliere ed eleggere (tra noi tutti) i maghi migliori.
Bensì dotarsi di progetti, politiche e classi dirigenti, locali e nazionali, adeguate.
Se il 4 marzo scorso uno tsunami ha travolto i partiti e le coalizioni che per decenni hanno governato il Paese non è casuale.
E se questa onda lunga continua a procedere, in vari appuntamenti della vita democratica locale e regionale, fino al voto per le unificazioni di 4 Comuni bolognesi (minori ma ugualmente significativi) o nel rinnovo delle rappresentanze in Trentino - Alto Adige, le ragioni che inducono ad un "cambio" non vanno banalizzate o ricondotte a propaganda e toni della comunicazione.
La maggioranza degli italiani e degli elettori chiedono semplicemente migliori prospettive di vita ed una maggiore sicurezza (insieme ambientale e sociale) per il futuro. Un segnale che viene anche dal voto recente di Monaco di Baviera e del suo Land, come di altre zone "ricche" e sviluppate dell'Europa.
Occorre prendere atto che le richieste di qualità della vita e di mobilità eco-compatibile nel nodo strategico di Bologna e in tutta l'Emilia Romagna richiedono profonde innovazioni e discontinuità: non possono essere affrontate e risolte con le soluzioni, le analisi e gli "studi" presentati sin qui da Società Autostrade, Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna e Governo italiano (con l'accordo dell'aprile 2016 e gli avvalli successivi di Consigli e Ministeri).
Nel mondo del 2020 non si può impunemente sostenere che in Città (o Regioni) storiche, vive e ancora in crescita (come più volte illustrato - anche fotograficamente - avviene nei quartieri bolognesi ed ai confini di A14-Tangenziale) si mantiene inalterato un grande Asse viario (a 12 corsie) privo di controlli di sicurezza e di limitazioni antismog. O, peggio ancora, lo si potenzia di ulteriori 4 - 6 corsie. Tacendo sui lavori, il caos ed i disagi che per anni sconvolgerebbero la vita cittadina e nascondendo il fatto che la realizzazione di questa nuova grande arteria (già cresciuta notevolmente rispetto a quanto previsto al tempo della sua realizzazione negli anni '60) indurrebbe ancora più traffico e futuri intasamenti ed emissioni nocive, anche per effetto della più generale scommessa di rilanciare la crescita produttiva ed economica investendo principalmente in trasporti su gomma (per persone e merci). Al punto che, solo nella Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini e Raffaele Donini rivendicano di avere "sbloccate", "progettate e finanziate" prossime opere stradali ed autostradali per 7,7 miliardi, mentre ferrovie, trasporto pubblico e mobilità non inquinante potranno contare (complessivamente) su risorse per 1.432 milioni di euro.
Si, 7.700 contro 1.432 in un contesto già fortemente sbilanciato a favore di asfalto e automezzi!
Insomma, per essere riconosciuti, credibili, apprezzati da una larga maggioranza di cittadini i nostri rappresentanti al Governo del Paese e della Regione Emilia Romagna, come gli Amministratori locali ed i politici di sinistra, di centro, di destra, a 5 stelle o di altri partiti, debbono ripartire con impegni chiari e precisi che correggano - qui ed ora - le contraddizioni, le priorità e gli investimenti pubblici e privati.
E' l'ora della chiarezza.
I Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile (i PUMS) e la Programmazione strategica del territorio debbono anticipare e non seguire opere condizionanti come il Passante di Mezzo.
Per programmare le grandi scelte debbono essere fornite a decisori liberi, coscienti e responsabili (Ministri, Parlamentari, Consiglieri, Rappresentanti di Associazioni o singoli Cittadini) antenne fondamentali sulla realtà dei territori su cui si opera e, insieme, conoscenze ampie di livello internazionale per avvalersi di tecnologie ed esperienze all'avanguardia. Solo da un percorso fondato su questi presupposti (molto diverso da quanto avvenuto affidando il progetto di Passante di Mezzo ai tecnici di Autostrade SpA) si può elaborare una nuova sintesi seria, creativa e partecipata, tra esperienze, competenze e responsabilità ambientali, sanitarie, urbanistiche e trasportistiche.
Sapendo e ricordando che prima di intraprendere grandi investimenti per ulteriori autostrade e superstrade si attendono, da decenni, interventi più volte annunciati e sempre mancati in infrastrutture e mezzi ferroviari moderni, frequenti e confortevoli per pendolari ovvero per il trasporto competitivo di merci; mentre il trasporto collettivo e non inquinante è stato colpevolmente dimenticato in occasione di nuovi recenti insediamenti (come a F.I.CO) o si conferma assolutamente inadeguato (come nel caso dell'Aeroporto Marconi, nonostante il People Mover, come sostiene significativamente la stessa Irene Priolo) e in riduzione (come avvenuto coi tagli a mezzi e personale in dotazione del trasporto merci o nelle strade radiali della Città che, da ottobre, registrano la cancellazione di precedenti fermate delle linee TPER extraurbane).
Intanto, su A14, Tangenziale e grandi raccordi stradali occorre introdurre precise regole e limiti per la sicurezza nella circolazione e dei residenti delle abitazioni prospicienti. Lo raccomandano non solo le tante voci comprensibilmente arrabbiate di cittadini da decenni in attesa di interventi di mitigazione e di compensazione ambientale promessi e mai realizzati (come le barriere e i tunnel fonoassorbenti o le Fascie boscate di alberi ed arbusti autoctoni), ma anche la sequenza impressionante di incidenti gravissimi o di minore impatto che si continuano a verificare con frequenza impressionante (prima e dopo il dramma di agosto a Borgo Panigale).
Questa è la sfida alta e impegnativa che attende Bologna, l'Emilia Romagna ed il Paese.
Le forze politiche ed i soggetti imprenditoriali che vogliono concorrere a costruire il futuro non possono deludere attese ed aspirazioni legittime e fondate di cittadini liberi e pensanti.
Se il 4 marzo scorso uno tsunami ha travolto i partiti e le coalizioni che per decenni hanno governato il Paese non è casuale.
E se questa onda lunga continua a procedere, in vari appuntamenti della vita democratica locale e regionale, fino al voto per le unificazioni di 4 Comuni bolognesi (minori ma ugualmente significativi) o nel rinnovo delle rappresentanze in Trentino - Alto Adige, le ragioni che inducono ad un "cambio" non vanno banalizzate o ricondotte a propaganda e toni della comunicazione.
La maggioranza degli italiani e degli elettori chiedono semplicemente migliori prospettive di vita ed una maggiore sicurezza (insieme ambientale e sociale) per il futuro. Un segnale che viene anche dal voto recente di Monaco di Baviera e del suo Land, come di altre zone "ricche" e sviluppate dell'Europa.
A Bologna gli incidenti e le vittime stradali crescono (il Corriere di Bologna, 27 ottobre 2018) |
I bolognesi chiedono "più aree verdi e meno traffico privato" (la Repubblica Bologna, 25 ottobre 2018) |
Occorre prendere atto che le richieste di qualità della vita e di mobilità eco-compatibile nel nodo strategico di Bologna e in tutta l'Emilia Romagna richiedono profonde innovazioni e discontinuità: non possono essere affrontate e risolte con le soluzioni, le analisi e gli "studi" presentati sin qui da Società Autostrade, Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna e Governo italiano (con l'accordo dell'aprile 2016 e gli avvalli successivi di Consigli e Ministeri).
Nel mondo del 2020 non si può impunemente sostenere che in Città (o Regioni) storiche, vive e ancora in crescita (come più volte illustrato - anche fotograficamente - avviene nei quartieri bolognesi ed ai confini di A14-Tangenziale) si mantiene inalterato un grande Asse viario (a 12 corsie) privo di controlli di sicurezza e di limitazioni antismog. O, peggio ancora, lo si potenzia di ulteriori 4 - 6 corsie. Tacendo sui lavori, il caos ed i disagi che per anni sconvolgerebbero la vita cittadina e nascondendo il fatto che la realizzazione di questa nuova grande arteria (già cresciuta notevolmente rispetto a quanto previsto al tempo della sua realizzazione negli anni '60) indurrebbe ancora più traffico e futuri intasamenti ed emissioni nocive, anche per effetto della più generale scommessa di rilanciare la crescita produttiva ed economica investendo principalmente in trasporti su gomma (per persone e merci). Al punto che, solo nella Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini e Raffaele Donini rivendicano di avere "sbloccate", "progettate e finanziate" prossime opere stradali ed autostradali per 7,7 miliardi, mentre ferrovie, trasporto pubblico e mobilità non inquinante potranno contare (complessivamente) su risorse per 1.432 milioni di euro.
Si, 7.700 contro 1.432 in un contesto già fortemente sbilanciato a favore di asfalto e automezzi!
Una immagine eloquente della realtà: il solo binario ferroviario (del SFM) che passa sotto le 12 corsie di A14 - Tange sotto la torre UNIPOL (ottobre 2018) |
Insomma, per essere riconosciuti, credibili, apprezzati da una larga maggioranza di cittadini i nostri rappresentanti al Governo del Paese e della Regione Emilia Romagna, come gli Amministratori locali ed i politici di sinistra, di centro, di destra, a 5 stelle o di altri partiti, debbono ripartire con impegni chiari e precisi che correggano - qui ed ora - le contraddizioni, le priorità e gli investimenti pubblici e privati.
E' l'ora della chiarezza.
I Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile (i PUMS) e la Programmazione strategica del territorio debbono anticipare e non seguire opere condizionanti come il Passante di Mezzo.
Per programmare le grandi scelte debbono essere fornite a decisori liberi, coscienti e responsabili (Ministri, Parlamentari, Consiglieri, Rappresentanti di Associazioni o singoli Cittadini) antenne fondamentali sulla realtà dei territori su cui si opera e, insieme, conoscenze ampie di livello internazionale per avvalersi di tecnologie ed esperienze all'avanguardia. Solo da un percorso fondato su questi presupposti (molto diverso da quanto avvenuto affidando il progetto di Passante di Mezzo ai tecnici di Autostrade SpA) si può elaborare una nuova sintesi seria, creativa e partecipata, tra esperienze, competenze e responsabilità ambientali, sanitarie, urbanistiche e trasportistiche.
Sapendo e ricordando che prima di intraprendere grandi investimenti per ulteriori autostrade e superstrade si attendono, da decenni, interventi più volte annunciati e sempre mancati in infrastrutture e mezzi ferroviari moderni, frequenti e confortevoli per pendolari ovvero per il trasporto competitivo di merci; mentre il trasporto collettivo e non inquinante è stato colpevolmente dimenticato in occasione di nuovi recenti insediamenti (come a F.I.CO) o si conferma assolutamente inadeguato (come nel caso dell'Aeroporto Marconi, nonostante il People Mover, come sostiene significativamente la stessa Irene Priolo) e in riduzione (come avvenuto coi tagli a mezzi e personale in dotazione del trasporto merci o nelle strade radiali della Città che, da ottobre, registrano la cancellazione di precedenti fermate delle linee TPER extraurbane).
"Al Servizio Ferroviario Metropolitano si lavora dal 1997" ... (titola oggi il Corriere di Bologna) |
Intanto, su A14, Tangenziale e grandi raccordi stradali occorre introdurre precise regole e limiti per la sicurezza nella circolazione e dei residenti delle abitazioni prospicienti. Lo raccomandano non solo le tante voci comprensibilmente arrabbiate di cittadini da decenni in attesa di interventi di mitigazione e di compensazione ambientale promessi e mai realizzati (come le barriere e i tunnel fonoassorbenti o le Fascie boscate di alberi ed arbusti autoctoni), ma anche la sequenza impressionante di incidenti gravissimi o di minore impatto che si continuano a verificare con frequenza impressionante (prima e dopo il dramma di agosto a Borgo Panigale).
Questa è la sfida alta e impegnativa che attende Bologna, l'Emilia Romagna ed il Paese.
Le forze politiche ed i soggetti imprenditoriali che vogliono concorrere a costruire il futuro non possono deludere attese ed aspirazioni legittime e fondate di cittadini liberi e pensanti.
L'editoriale di Olivo Romanini (il Corriere di Bologna, 26 ottobre) |
Gianni, sono d’accordissimo con l’obbiettivo di potenziare il SFM e tutto il trasporto pubblico, tram incluso, ma non è sufficiente.
RispondiEliminaPer il traffico veicolare a Bologna abbiamo due problemi ben distinti: autostrada e tangenziale. Autostrada significa logistica e trasporti a lunga distanza, ed è un problema nazionale ed europeo. Tangenziale significa mobilità locale, ed è un problema che parte dall'area metropolitana e si scarica sull’area urbana. Il vero cambiamento di passo sarebbe rendersi conto di questa dualità e affrontarla con strumenti distinti.
Per la mobilità urbana il trasferimento modale deve essere rimesso in cima alla lista delle priorità, partendo proprio dal completamento e potenziamento del SFM che tu caldeggi. Chi oggi viene quotidianamente a Bologna dai comuni della provincia lo fa prevalentemente in auto, non perché è particolarmente cattivo e nemico dell’ambiente, ma perché non ha alternative efficienti e credibili.
Per il traffico autostradale il problema è che autostrada e città sono due sistemi incompatibili. In tutto il mondo, da trent’anni a questa parte, le autostrade urbane vengono spostate o interrate, cioè eliminate dal tessuto urbano. Non è più possibile tenersi in casa un’autostrada che produce decine di migliaia di transiti giornalieri e livelli di inquinamento intollerabili. Bologna non può più essere il tubo di scappamento di tutta Italia e mezza Europa.
Per arrivare a questo obbiettivo occorre visione, coraggio e competenza. E soprattutto apertura a esperienze e competenze internazionali. Lasciare la pianificazione e la progettazione dei trasporti locali e regionali in mano ad Autostrade per l’Italia SpA non è mai stata una buona idea, e dopo Genova lo è ancora di meno.
Allargare un’autostrada urbana è un incentivo formidabile al traffico veicolare privato, come anche tu giustamente sostieni, quindi in aperta contraddizione con l’obbiettivo di ridurlo contenuto nel PUMS. Chi non si rende conto di questa contraddizione (Merola, Priolo, Donini, Bonaccini e compagnia) è parte del problema, non della soluzione. Ma va anche detto che se Dell’Orco risponde a un’interrogazione sul Passante in Parlamento facendo copia-incolla dello studio di impatto ambientale di Autostrade, la speranza che parte della soluzione possa essere il M5S vacilla parecchio.
Stai bene
Luca
Mi pare concordiamo su molte cose: analisi dei flussi, scarsa competitività del trasporto pubblico, incompatibilità tra grandi arterie di traffico e città, rilancio della pianificazione pubblica strategica, obiettivo la riduzione del traffico veicolare privato, priorità negli investimenti al SFM bolognese, inadeguatezza delle classi politiche dirigenti locali e nazionali che sono responsabili della situazione attuale.
EliminaSu un punto, invece, mi pare abbiamo opinioni diverse e dovremo sviluppare ulteriormente il confronto avviato.
Nella realtà bolognese io non porrei, oggi, in testa agli obiettivi di conversione ecologica dello sviluppo (che ritengo il punto più importante e qualificante di un progetto di cambiamento della società e delle politiche di governo del Paese) la delocalizzazione dell'autostrada A14 che attraversa Bologna.
Per due ragioni su tutte:
a) il territorio metropolitano è già fortemente urbanizzato e compromesso (tanto in pianura che in collina);
b) la gran parte delle risorse (regionali, nazionali ed europee, pubbliche e private) da investire nei prossimi 5-8 anni la indirizzerei a potenziare i trasporti ferroviari, collettivi, comuni (insieme al completamento del SFM e all'ammodernamento di tutti i mezzi, il potenziamento delle linee di RFI ancora ad un solo binario e la cura per la competitività del trasporto merci su ferro) e il verde pubblico, le difese naturali, alcuni grandi boschi (dalla Fascia Boscata prevista nel PRG degli anni '80 a quello progettato da ParteciPrati ai Prati di Caprara, a quello ipotizzato al Parco Nord ...).
Penso che una scelta precisa di questo tipo su Bologna sia strategico anche per l'Italia e possa determinare davvero il "cambio di passo" che sentiamo necessario: ridurre la dipendenza dai veicoli a motore, il traffico privato e merci su gomma, la congestione e l'inquinamento in tutta la regione.
Ciò non significa disinteressarsi della questione A14 in Città (che è già oggi un problema, non solo per automobilisti e camionisti). Bensì significa mettere all'o.d.g. delle Istituzioni pubbliche le scelte più opportune perché al calo dei transiti nazionali ed internazionali (effetto delle diverse politiche di conversione da perseguire) corrispondano ulteriori immediate scelte di regole, limiti e contenimento dei rischi in essere per utenti e residenti (oltre alle informazioni ambientali ed agli studi epidemiologici urgenti).
Mi pare che ciò significhi esattamente - come tu dici - riconoscere l'inadeguatezza degli "studi di impatto ambientale di Autostrade" e - aggiungo - della VIA predisposta all'epoca del Ministro Galletti.
Di più, è un contributo critico propositivo che il Sottosegretario Dell'Orco, il M5S e tanti altri politici disponibili al confronto, non potranno che apprezzare. Penso io. E, nel caso non fosse così, ce ne faremo, tutti, una ragione ... e continueremo il confronto e la lotta.
Gianni
Gianni, sul punto di disaccordo ti rispondo in prima battuta... con una battuta: sottoterra il territorio non è urbanizzato per definizione.
EliminaIn ogni caso il punto principale non è il dove ma il come. Quando si optò per il Passante Nord, gli studi di fattibilità e di impatto ambientale furono gestiti da Regione e Provincia in sede di pianificazione territoriale e dei trasporti. Per il Passante di Mezzo sono stati gestiti da Autostrade per l'Italia SpA in sede di progettazione di un’opera non solo estranea ma addirittura scartata come la peggiore possibile dai suddetti piani e studi di fattibilità.
A me preme innanzitutto che si torni a un percorso virtuoso in cui la pianificazione strategica del territorio e della mobilità torni in mano pubblica, e con un obbiettivo ben preciso: la salute umana, e quindi la riduzione della popolazione esposta all’inquinamento, sempre al primo posto in tutte le valutazioni. Se questo criterio fosse stato adottato dall’inizio, nessuno si sarebbe mai nemmeno sognato di proporre un’assurdità come il potenziamento di un’autostrada urbana.
Quanto al trasferimento modale, leggevo poco fa che il 6 novembre partirà il servizio "Merci Fast" di Rfi, che è un ottimo passo in direzione del trasferimento del traffico merci da gomma a ferro. Secondo Rfi questo servizio toglierà 9.000 Tir all'anno dall'A1 tra Napoli e l'Interporto di Bologna. Ne sono felicissimo, ma non posso dimenticare che fra tangenziale e tratto urbano dell'A14 i transiti annuali sono 65 milioni. Se i Tir fossero anche solo un sesto, parleremmo comunque di 9.000 transiti in meno su dieci milioni, pari allo 0,09%. I polmoni dei bolognesi non possono permettersi percentuali di riduzione del traffico veicolare come queste.
Allo stesso modo, il potenziamento del SFM non toglierà nemmeno un auto o un TIR dal tratto urbano della A14. Ribadisco: autostrada e tangenziale sono due sistemi diversi che servono due ordini diversi di mobilità: logistica in autostrada e mobilità urbana in tangenziale, e l’autostrada è incompatibile con il tessuto urbano. A problemi diversi soluzioni diverse, e il primo passo è separare fisicamente i due sistemi. Non ha senso mantenerli complanari in una fascia di territorio altamente urbanizzata.
E infine, sì, continuiamo a discutere, che è sempre un esercizio sano e costruttivo.
Luca
Confesso che sono sufficientemente confuso.
RispondiEliminaIl progetto a lungo sostenuto da Regione ed enti locali di spostare in pianura a 10-20 km dal centro di Bologna l'autostrada faceva parte di una programmazione urbanistica di sviluppo a nord che includeva nuovi consistenti insediamenti verso Ferrara.
Contro quel progetto sono stati portati argomenti consistenti di compatibilità locali e di sostenibilità ambientali che hanno visto protagonisti comitati di cittadini residenti ed associazioni strutturate nazionalmente.
La grande crisi economica e finanziaria di dieci anni fa ha dato il colpo definitivo e quel disegno è entrato in crisi.
Così le Amministrazioni locali ed il PD hanno virato sulla proposta di Autostrade per l'Italia che per interessi aziendali ha lavorato nei decenni per potenziare l'infrastruttura in sede. Con il chiaro intento di avere il mandato per gestire i lavori (senza dovere partecipare a gare internazionali) e poi di sfruttare per molti altri anni una tratta importante e remunerativa.
Giustamente su questo sorge la protesta dei bolognesi che debbono subire i danni da smog e la perdita di valore dei propri immobili.
A ciò si aggiunge una crescita di consapevolezza generale dei danni ecologici prodotti dallo sviluppo produttivo incontrollato dei passati decenni: sviluppo di malattie gravi tra la popolazione locale e padana e alterazioni climatiche su scala internazionale.
Gli uni e gli altri, motivi sufficienti per indurre una critica radicale al progetto di "Gassante di Mezzo" e per indurre all'isolamento il PD nel progetto sottoscritto da Merola, Bonaccini, Renzi e Castellucci.
Ora però il nuovo Governo nazionale, unito nel No al potenziamento in sede, si divide sulle soluzioni: con la Lega favorevole a realizzare una nuova autostrada fuori città, a sud in tunnel per completare un anello attorno a Bologna e sgravare una parte del traffico extraurbano; con i 5S. contrari alla costruzione di questa nuova grande opera autostradale, che vogliono puntare su una riduzione dei trasporti su gomma puntando tutto su ferrovie, tram, trasporti urbani collettivi elettrici e bici.
Il terrore di ripartire da capo determina pressioni forti di confindustria, cooperative, sindacati, artigiani.
Come se ne esce?
Fare un tunnel sotto la collina significherebbe lavorare entro un ambiente naturale strutturalmente e morfologicamente fragile (con molte frane) ed a serio rischio di tenuta. Inoltre drenerebbe diversi miliardi di euro, ancora a potenziare il trasporto su gomma.
Investire tutte le risorse pubbliche su un ammodernamento delle ferrovie nazionali e dei trasporti collettivi ed individuali a basso inquinamento avrebbe tempi lunghi di sperimentazione e l'opposizione giurata di un sistema di potere assai potente ed organizzato.
I 5S. mi sembrano almeno parzialmente impotenti o impauriti nella scelta radicale di attuare le loro opzioni e dunque provano ora a mediare con la Regione e gli enti locali a guida PD. E questo salvando un progetto di VIA insostenibile e lavorando in sede solo sulla tangenziale. Ma questo pare insufficiente a Merola e Bonaccini, irrealistico per ASPI che dovrebbe finanziare l'opera senza (almeno apparentemente) trarre vantaggi, inaccettabile per i comitati dei residenti che vedrebbero peggiorare ulteriormente la loro situazione.
Come uscirne?
E soprattutto, Possibile?
Apprezzo il riassunto, anche se in parte non lo condivido, e provo a rispondere. La prima gabbia da cui bisognerebbe uscire è la visione parcellizzata delle soluzioni; la seconda è quella della loro politicizzazione.
EliminaNon ne usciremo fino a quando si continuerà a parlare di Passante Nord, Sud, sopra o sotto, in mezzo o per aria, come soluzioni distinte, prese una a una, autosufficienti, capaci da sole di risolvere come per magia i problemi del nodo di Bologna. Tutte le alternative vanno valutate simultaneamente, analizzandone anche gli effetti combinati, nell'ambito di una pianificazione strategica.
E non ne usciremo fino a quando non si supererà la contrapposizione fra soluzioni “di destra” (Passante Sud o metropolitana) e “di sinistra” (Passante di Mezzo o tram). Anche perché abbiamo già visto il triste destino del Passante Nord, che è nato di sinistra per finire ucciso in culla dai genitori.
Le uniche soluzioni sostenibili per la salute dei bolognesi sono quelle che riducono la popolazione esposta all’inquinamento atmosferico e acustico. Spostare o interrare il tratto urbano della A14 va in quella direzione. Allargarla no. Potenziare il SFM e il trasporto pubblico, cioè ridurre il numero di auto in circolazione, va in quella direzione. Allargare la tangenziale no. (Tra parentesi, nessuna di queste considerazioni arriverà mai da Autostrade per l’Italia SpA. Allargare lo sguardo significa anche rivolgersi a più interlocutori).
Se si adottano la salute umana e la riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico come criteri prioritari di valutazione, diventa più semplice trovare il sistema di soluzioni più efficace, duraturo e condiviso. Dove più semplice non significa facile, ma almeno si uscirebbe dalla campo dell’impossibile. Fin qui, valutando i progetti solo in base a considerazioni economiche o politiche, grandi risultati non se ne sono visti.
Luca
Penso anch'io che uscire dalle polemiche politiche e dalle ideologie fallimentari non sarà facile e, soprattutto, non vedo scontato lo sbocco.
EliminaTemo, come voi ed altri, scelte di conservazione (dello sviluppo insostenibile) o pasticci e mezze risposte che non rispondono ad una "pianificazione strategica" pubblica (locale, regionale, nazionale) e che non avviano la conversione ecologica necessaria.
A questo fine ripeto: il PUMS deve anticipare ogni nuova scelta infrastrutturale.
Il progetto di Passante di Mezzo elaborato da Autostrade per l'Italia va bloccato. Altre sono le priorità.
Tra queste non colloco l'obiettivo di "spostare" il tratto urbano della A14 (come argomentato nel commento precedente).
Approfondiamo ancora.
Gianni
Se i Cinque Stelle non sanno mantenere gli impegni a retrocedere da opere sbagliate come il TAP o il TAV o il Passante di Mezzo e ad occuparsi davvero di grandi opere di protezione ambientale e sociale, non ci resterà che piangere.
RispondiEliminaPoi augurarsi che il vento tedesco ed europeo arrivi fin qua e nasca un movimento politico verde che condizioni partiti e governo.
***** (-*)
"Le Alpi sono una difesa naturale che protegge l'Italia dai venti del nord" ... Vero o falso?
EliminaIn ogni caso sono per contribuire attivamente a costruire "un movimento" ambientalista che condizioni partiti e governi.
Guai aspettare e delegare.
Gianni
Mi pare oramai acquisito che la radicalità del problema dovrebbe essere affrontato con scelte Radicali .
RispondiEliminaIl problema dell'inquinamento non si affronta con pannicelli caldi .
E',credo principalmente un problema di scelte ,politiche economiche ambientali e culturali .
Bologna , L'Emilia Romagna , non può continuare ad essere snaturata e violentatata da amminastratori incapaci, ad essere benevoli , ha bisogno di amministratori capaci di capire e portare il nuovo , il valore aggiunto di qualsiasi citta moderna oggi sta nel Verde e in una Viabilità collettiva sostenibile ed in ritmi e orari di vita sostenibili un cambio di passo radicale .
Certo occorrerebbe il coraggio delle grandi scelte e le grandi scelte si fanno con le competenze di tutti, Amministaratori . Tecnici e Cittadini , senza un amministrare Collettivo non vedo possibilità di cambiamento.
Chi lo può fare? non vedo ad oggi , nei probabili prossimi contendenti per il Governo Regionale , Si vota il prossimo anno, nessuno che abbia una visione che non vada oltre ai propri interessi elettorali .
Lega ,M5S , PD ,FI ....nessuno di questi soggetti può rappresentare ,ad oggi il Cambiamento necessario su nessun tema .
Le vicende di Tav Tap Ischia Etc...tolgono credibilità al M5S , tante belle parole nell'accordo di governo ma per ora solo parole .
La Lega costruirebbe ovunque del PD attuale abbiamo tutti i giorni sooto gli occhi l'incapacità di vedere il nuovo .
FI è ormai esangue .
Tocca , se ne esistesse la volontà , quindi ai Cittadini prendere in mano il proprio futuro le esperienze Civiche insegnano che si può fare e si può vincere .
Dal Basso verso L'alto e non viceversa , delegare si , ma sotto stretto controllo .
Ciao
G
Condivido le sollecitazioni al protagonismo critico e propositivo dei cittadini.
EliminaSuggerisco tuttavia la pratica dell'approfondimento e della distinzione.
Un esempio sui contenuti.
Velocizzare i treni ed aumentare la capacità di muovere persone e merci su ferrovia e sistemi di trasporto meno inquinanti è un obiettivo positivo e socialmente responsabile.
Sbagliato è investire soldi oltre il necessario (e l'etica) sulla TAV e contemporaneamente tagliare le ferrovie, i treni locali e regionali (contrariamente a quanto promesso).
Sbagliato è insistere su priorità discutibili e chiaramente sovradimensionate (come la linea Torino - Lione, già ridimensionata molte volte in ragione delle mobilitazioni popolari) e non curare minimamente le manutenzioni, le innovazioni tecnologiche, i potenziamenti necessari e possibili per assicurare efficienza, sicurezza, maggiore competitività ed utenze (pendolari e merci) alle ferrovie.
Un esempio sui soggetti politici.
Ci sono partiti che hanno accumulato responsabilità storiche e movimenti nuovi che evidenziano contraddizioni e vanno messi alla prova dei fatti.
Trovo sbagliato accostare le classi dirigenti di Forza Italia o PD (che hanno governato per decenni il Paese, le Regioni ed i Comuni) con quelle del M5S (che eredita situazioni disastrose e sperimenta la complessa arte del governo di pezzi delle Istituzioni).
Per intenderci: avere progettato, condotto o sottoscritto trattati, concessioni o appalti per TAP e linea Torino - Lione sono responsabilità primaria di Centrodestra e Centrosinistra, mentre il M5S ha ora l'onere complesso ed arduo (anche in considerazione degli alleati di Governo) di smontare opere e sistemi.
Ciò non significa, naturalmente, fare sconti agli ultimi arrivati se si muovono con politiche di conservazione.
Semmai vuol dire individuare, in tempi ragionevoli, possibili soggetti politici con cui rapportarsi e interloquire con la dovuta attenzione e determinazione; per evitare il saldarsi di alleanze dubbie, di "necessità" (nel contesto post 4 marzo) o non apprezzate (da tante parti); per costruire alternative sociali e politiche più coerenti e di progresso civile e democratico.
Per vincere la sfida del cambiamento sociale ed ambientale, non mi pare sufficiente contrapporre semplicemente e superficialmente "basso" e "alto" ovvero società "buona" e politica "cattiva".
Gianni
La Valutazione di Impatto Ambientale avallata dal precedente Governo ha "cassato" pagine e pagine di osservazioni e raccomandazioni pervenute non solo dai Cittadini, ma anche dagli Enti Locali, Regione ER e Comune di Bologna in primis, oltreché da Associazioni e Ordini medici, tecnici e scientifici. Le motivazioni sono tra l' altro dei copia-incolla ricavati dallo studio di impatto ambientale di ASPI-SPEA, cioè i proponenti l' opera.
RispondiEliminaOra il nuovo Governo, da informazioni ricavate dalla stampa, pare voglia mantenere in essere la validità della suddetta VIA.
Perché?
Perché non c'è tempo e si deve fare in fretta? Quando si tratta della salute pubblica la fretta è una cattiva consigliera.
La precedente VIA deve essere semmai un punto di partenza e non un punto di arrivo, se si ha interesse ad effettuare una rigorosa analisi di tutte le istanze rappresentate.
Ryan
Definire la VIA che di fatto ha autorizzato a procedere con il Passante di Mezzo "un punto di partenza" mi pare già abbastanza generoso.
EliminaSe si vuole ridare credibilità alle Istituzioni ed alle procedure sono necessari maggiori studi, confronto,trasparenza ed autonomia (che superi persistenti conflitti di interesse tra i protagonisti delle parti in causa).
Gianni
Governare nell'interesse dei più sarebbe la cosa da fare.
RispondiEliminaInvece ognuno fa per se o per i propri soci di riferimento. Comunque gruppi ristretti, economicamente forti o socialmente subalterni.
Di Maio e amici sembrano presi dall'esperienza di governo al di la di ogni contenuto. Un grave errore, che pagheranno a caro prezzo. "Aboliremo la povertà" non può dirlo neppure chi ha un potere assoluto. Come può permetterselo chi ha un 32% e deve allearsi con una Lega Nord che ha diverse strategie? Così procedendo dovranno giustificare tante mediazioni che fino ad un anno fa rigettavano.
Sul Passante erano contro, poi però al momento di dover rispondere con atti o vanno verso una nuova grande opera con la galleria a sud (già di Guazzaloca e del centrodestra) oppure troveranno un compromesso con Bonaccini e Merola sul Passante di Mezzo ........
E perderanno originalità e sostegni.
Come in Puglia con l'accettazione del gasdotto e l'accordo sull'Ilva. Meglio di quello già firmato da Calenda, ma lontano dal "giardino per bambini" che promettevano durante la campagna elettorale.
Impareranno anche loro che la società è complessa e che il governo non è tutto.
Impareranno che occorre mantenere vivo il rapporto con il proprio elettorato costantemente. E che occorre avere equilibrio e modestia maggiore di quanto dimostrano con "il governo del cambiamento" e con "la manovra del popolo"!
m.m.
Considerazioni in larga parte condivisibili.
EliminaPer produrre cambiamento occorrono idee forti, valori saldi, tenacia e determinazione, coerenza e lungimiranza, apertura al confronto, disponibilità a correggere errori e a superare incomprensioni.
Gianni
E' divertente (ma si ride per non piangere) leggere i commenti di quelli che o non hanno votato o hanno votato per gente ridicola e poi criticano il M5S perché non fanno quello che avevano promesso e perché hanno sottoscritto un certo tipo di contratto di governo (che ovviamente è un compromesso tra posizioni spesso radicalmente diverse).
RispondiEliminaMa perché non avete votato anche voi M5S?
Se avessimo avuto il 40% si sarebbero potuti fare interventi più incisivi in materia di trasporti e di ambiente, senza compromessi con un partito che da sempre è a servizio di industriali, costruttori, evasori fiscali e altra gentaglia assortita.
Provate, una buona volta, a criticare anche i VOSTRI comportamenti.
MC
Perché tu sai per chi ho votato ?
EliminaUn po' di serietà e meno ego , che non fa male .
Ciao.
E tu quale dei precedenti commentatori saresti?
EliminaMC
G va bene ?
EliminaQuindi, da quello che si capisce dal tuo commento del 29/10, non hai votato o hai votato gente assurda (tipo Verdi, LeU detti anche "i topi che scappano dal PD" o PaP). Poi però ti lamenti che i problemi di mobilità e ambiente non vengono affrontati "con scelte radicali".
EliminaMC
MC credo che sia bene confrontarsi sul merito delle soluzioni utili a risolvere i problemi.
EliminaLe persone votano il più delle volte secondo coscienza ed esperienze. E vanno innanzitutto rispettate. Tanto se sono parte del MoVimento che raccoglie il 32%, quanto se hanno contribuito racimolare un modesto 2 o 3%.
Del resto, produce risultati rimproverare le scelte fatte il 4 dicembre 2016, il 4 marzo 2018 o in altre occasioni?
Sono necessari maggiore comprensione e rispetto reciproco. Se il confronto politico e la critica anche aspra si trasformano in rimproveri non si va da nessuna parte. Semmai si scavano fossi e trincee per guerre in cui di frequente si finisce per essere tutti vittime.
Detto questo.
Ora a me pare si tratti di capire se il Governo Conte e il "Contratto del cambiamento" sono in grado di fare scelte utili per il Paese o se il "partito che da sempre è a servizio di industriali, costruttori, evasori fiscali" - come tu dici - continua nelle sue politiche e impedisce il realizzarsi di politiche nuove e di rottura con il passato remoto e recente.
Le prossime settimane capiremo tutti di più.
Sta di fatto che considererei le critiche propositive di settori della sinistra, del mondo ambientalista, cattolico e del lavoro o anche di elettori del M5S o senza partito (e astenuti) ad atti, orientamenti e politiche praticate in questi primi mesi dal Governo "giallo-verde", un contributo utile ed importante a spostare i rapporti di forza verso soluzioni più avanzate, civili e di sviluppo sostenibile.
Un esempio per tutti, sul Documento di Economia e Finanza e sulla "manovra" presentata in Europa e oggetto del conflitto con la Commissione Juncker.
A me pare che gli investimenti pubblici destinati alle manutenzioni ordinarie e straordinarie per la messa in sicurezza del territorio nazionale dai rischi idrogeologici e dai terremoti sia assolutamente inadeguata. Così come le risorse complessive volte alla conversione ecologica ed alle misure urgenti per fronteggiare le emissioni inquinanti che determinano i cambiamenti climatici e che provocano gravissimi danni al patrimonio naturale e delle nostre comunità.
Non è il caso di unire forze e battersi per tutto questo senza chiedere a chi si mobilita su questo per chi ha votato il 4 marzo scorso o nel febbraio del 2013?
Gianni
Penso che noi potremo anche unire le forze e batterci finché vogliamo, ma se non cambieremo chi ha il potere di decidere non faremo nemmeno un metro nella direzione giusta. Possiamo "abbracciare" tutti i giorni il bosco ai Prati di Caprara, ma se il comitato d'affari che malgoverna la città decide che lì si dovrà costruire, non c'è scampo.
EliminaAl massimo ci concedono qualche contentino e torniamo a casa pensando di essere degli eroi perché abbiamo salvato un paio di alberi.
Io mi impegno ogni giorno, ma continuerò a chiedere "ma tu, chi hai votato?" a chi si lamenta.
Mi chiedo che senso abbia, ad esempio, che chi ha votato PD alle ultime elezioni a Bologna venga poi a lamentarsi del passante di mezzo o del consumo di suolo che non accenna a finire.
Ma non li conoscevate prima 'sti personaggi?
Abbiamo mille mezzi per informarci (non ultimo questo blog, grazie a Tugnoli) e poi c'è ancora chi vota per abitudine.
Chiedo scusa a tutti per essere uscito dall'argomento.
MC
No, non considero affatto che tu sia "fuori argomento".
EliminaAnzi, stai esprimendo (come G.) un punto di vista con cui confrontarsi, tutti, con maggiore serietà di quanto spesso avviene.
Nel merito, aggiungo solo una considerazione.
Proprio perché non ci piace "qualche contentino" sui Prati di Caprara come sul Passante di Mezzo o sul nodo di Genova o sulla prevenzione dai rischi idrogeologici o sui "fuochi" in Campania e Lombardia, o su TAP e ILVA ... (l'elenco sarebbe lunghissimo) e ci interessa cambiare Bologna e il Mondo intero, è necessario capirsi di più ed allargare il fronte impegnato a cambiare in una giusta direzione.
Votare bene è importante, in ogni occasione possibile.
Ma non è sufficiente. Non lo è mai stato e mai lo sarà. Come del resto dice la nostra Costituzione.
Decisivo è il confronto ed il protagonismo dei cittadini, la costruzione giorno dopo giorno di conflitti e di relazioni che vincano anche le resistenze più accanite.
Quelle delle vecchie classi dirigenti politiche, imprenditoriali, finanziarie, sindacali della alta burocrazia pubblica che - appunto, come tu dici - hanno fatto il loro tempo ed ora vanno cambiate.
Si potrà fare con questo Governo? È lecito avere dubbi e riserve?
Lo verificheremo presto. Ma guardiamo al sodo, non polemizziamo sulle contraddizioni che ognuno può avere nel suo percorso politico.
Dovremo sapere che in troppi fingono ancora di litigare ed accusarsi di cose tremende in pubblico per poi dividersi la torta dei privilegi in privato e nelle stanze del potere.
Noi dobbiamo essere diversi. Pazienza e impegno comune.
Gianni
Nel post si parla di fornire "antenne" sulla realtà dei territori.
RispondiEliminaTra queste si può inserire anche il rapporto Ecosistema urbano 2018 curato da Legambiente?
Partire dalla realtà vuole anche dire riconoscere che nel contesto nazionale Bologna si ritrova per performance ambientali al decimo posto su cento.
Vogliamo prenderne atto?
PD-mda
PD-mda, intanto ho trovato assai interessante leggere il Rapporto di Legambiente: Ecosistema urbano 2018.
EliminaCredo vada fatto con grande attenzione, per non contraddirlo o semplificarlo oltre il lecito e a fini speculativi e di inefficace propaganda politica (come già si è fatto anche da parte di qualche incauto Assessore).
Perché - solo per fare un esempio - proprio quel documento denuncia l'aria inquinata che grava su Bologna e l'Emilia Romagna!
Altro che "soddisfazione" per quanto fatto e per i progetti in campo! Leggere per credere. E non sarà un caso se nei giorni scorsi proprio da Legambiente Emilia Romagna e da altre associazioni di cittadini si è alzata una precisa critica alle scelte locali e della Regione in materia di mancata prevenzione antismog e di errati investimenti sulla mobilità e sulle infrastrutture.
Infine. Oggi Legambiente è uno degli interlocutori critici e propositivi. Molti altri sono in campo e andrebbero ascoltati e seguiti per chiunque voglia radicarsi nelle Periferie. Senza ripetere esperienze arroganti che una parte di Amministrazioni del PD e del Centrosinistra hanno già pagato a caro prezzo.
Gianni
Legambiente esprime giudizi sempre molto razionali ed equilibrati. E soprattutto tenta di trovare soluzioni utili.
EliminaSul passante non si è opposta con radicalismo ed ha colto positivamente il superamento del progetto a nord che avrebbe avuto un impatto con centri abitati ed attività agricole della pianura.
Dire di no al potenziamento in sede non risolve i problemi esistenti e lamentati, già ora, dai residenti (come scrive Luca).
Semmai occorre combinare l'investimento di Autostrade con quello di FS per potenziare ferrovie e treni e con le industrie automobilistiche per accelerare la messa in commercio di auto elettriche meno inquinanti.
Ecco un accordo che potrebbe essere sottoscritto da molti, anche perché crea sviluppo e lavoro, conciliati con l'ambiente.
In questo il governo dovrebbe svolgere un ruolo attivo. Anche in Europa. Non mi pare lo facciano né Toninelli, né Di Maio, né Conte. Peccato.
PD-mda
Non è argomento affrontato in questo post, mi perdonerete, ma colgo l'occasione per sottolineare una cosa attinente al verde urbano.
EliminaAnche nella contesa tra Comune e Comitato Rigenerazione no speculazione sui Prati di Caprara e sul loro destino c'è di mezzo il Governo nazionale.
Conte - Salvini - Di Maio - Tria che vogliono fare? Perché molto dipende anche dalle "manovre del popolo" grigio-verde.
PD-mda
+ ambiente + solidarietà + Europa = + vita!
RispondiEliminaNo?
s.
Si.
EliminaGianni
Condivido il fatto che sia necessario avere un riferimento generale: meno traffico privato e più intermodalità ecologica efficiente (bici più treno più bici, auto più bus, furgoni più treno merci più furgoni). Quindi scommettiamo sui trasporti collettivi e sulle buone manutenzioni.
RispondiEliminaPer due legislature investire la gran parte delle risorse su questo. Tra dieci anni consegneremo ai nostri figli un paese migliore e più sostenibile.
Intanto si razionalizzi il traffico attraverso scelte coerenti con una maggiore sicurezza. Ad esempio, regole su autostrade e superstrade che attraversano aree abitate (limiti di velocità, distanze minime di sicurezza, divieto ai trasporti pericolosi).
Ciao!
Ciao!, concordo.
EliminaGianni
Di smog e di traffico si muore. Ma nelle scelte nazionali se ne occupano?
RispondiEliminaAltrettanto ci sarebbe da interrogarsi sui disastri di questi giorni: i cambiamenti nel clima, le piogge intense, il vento fortissimo, le alluvioni. Non mi pare che questo governo abbia cambiato il corso delle cose.
In 6 mesi si è parlato solo di reddito di cittadinanza, pensioni, tasse e condoni.
Mi pare poco, per il popolo.
Antonio
No!
EliminaQuelli che avevano le soluzioni facili finché erano fuori dal parlamento o all'opposizione ora hanno perso voce e non producono fatti.
Cosa propone il Governo Conte contro lo smog? E sul Passante? E sulle ferrovie? E su Alitalia?
Chi lo ha capito?
Chi l'ha visto?
PD-mda