sabato 11 agosto 2018

Al governo servono persone intelligenti

La lettera - appello di 50 parroci pubblicata da la Repubblica Bologna (venerdì 10 agosto)



























Premessa indispensabile: l'assetto infrastrutturale non è una causa diretta dell'incidente di Borgo Panigale. Un incidente del genere può capitare ovunque, su strade più o meno larghe e anche in ferrovia, come successe a Viareggio anni fa. Ne deriva che non ha molto senso stabilire connessioni fra l'incidente e gli assetti attuali o futuri del nodo autostradale di Bologna. Detto questo, resta vero che il trasporto di merci pericolose è uno dei mille motivi per cui costruire o allargare autostrade nel bel mezzo di aree densamente popolate è una pessima idea.
Nell'incidente di Borgo Panigale c'è stata una serie quasi incredibile di circostanze che hanno limitato i danni: la data e l'ora, con la città svuotata dalle ferie, le scuole chiuse e il traffico lontano dai livelli delle ore di punta, dentro e fuori dalla tangenziale; la vicinanza di posti di polizia e carabinieri, che ha consentito l'allontanamento rapido dei curiosi, favorito anche dalla pausa fra incidente ed esplosione; il viadotto che ha attenuato l'onda d'urto e infine il fatto che nelle immediate vicinanze ci sono i parcheggi dei concessionari e non abitazioni. Dopo aver ringraziato il cielo per le circostanze e i soccorritori per il tempismo e l'abnegazione, bisogna considerare che sarebbero bastati duecento metri più a nord per vedere l'effetto bombardamento che c'è stato sul viadotto scaricarsi direttamente sulle case, che là sono vicinissime al raccordo.

Ora chiudiamo gli occhi e proviamo a immaginare lo stesso incidente a San Donnino o alla Croce del Biacco, alla Dozza o a Croce Coperta o alla Birra, dove le case sono a ridosso della tangenziale, in un mese ordinario e nell'orario di ingresso delle scuole. Quanti morti dovremmo contare? Quante case crollate o lesionate? L'incidente di Borgo Panigale aiuta a capire meglio cos'è il principio di precauzione, cioè la necessità che in presenza di rischi anche solo potenziali per l'incolumità e la salute delle persone, la pubblica amministrazione agisca per ridurli. La consapevolezza che una tragedia anche più grande può sempre capitare, assieme a mille altre ragioni, dovrebbe aiutare a capire perché le autostrade vanno eliminate dai contesti urbani, come del resto si sta facendo in tutto il mondo da trent'anni a questa parte. Fare l'esatto contrario, cioè lasciarle dove stanno o peggio ancora potenziarle, è un anacronismo che può costare molto caro.

Non resta che sperare che gli amministratori pubblici, a tutti i livelli, si decidano a riaprire la pianificazione strategica dei trasporti e della mobilità, facendo convergere qui l'esperienza e la conoscenza di chi ha risolto problemi analoghi a quelli del nodo di Bologna. Senza mai dimenticare che mobilità fa rima con sostenibilità, cosa che esclude a priori l'idea di mantenere il traffico autostradale nel cuore del tessuto urbano, a salvaguardia della salute e della sicurezza dei residenti. E magari speriamo anche che chi ha responsabilità politiche ascolti i cittadini con molta attenzione e senz'ombra di diffidenza, perché molto spesso proprio i cittadini, se non altro per il fatto di vivere i problemi sulla loro pelle e per non essere condizionati da scadenze elettorali, hanno le idee molto più chiare dei politici. Le persone intelligenti sanno cambiare idea, i fanatici no. Al governo delle città e dello stato servono persone intelligenti.


Luca Tassinari

8 commenti:

  1. Sottoscrivo l'appello di don Nicolini.
    La premessa del post, condivisibile, merita un approfondimento che non è contenuto.
    In questo paese si trasportano la gran parte delle merci su gomma (a prescindere dal Passante di Bologna a Nord / Sud / di Mezzo).
    Decisamente troppe anche rispetto al resto dell'Europa. Per spostarne quote significative su ferro o acqua che si fa? Quali investimenti prevedono Conte e Toninelli? Le infrastrutture per l'Alta Capacità non servono anche a questo? Eppure i 5S. sono contro la nuova Torino - Lione.
    Poi i trasporti pericolosi. Mancano opportune attenzioni, non c'è dubbio. Prima di tutti da parte delle aziende di autotrasporto.
    È preferibile si delimitino orari (negli orari di max flusso - 7-9 / 17-19 - è meglio evitare autobotti di materiali infiammabili, esplosivi etc).
    Sono urgenti tecnologie (frenata assistita se la distanza si riduce oltre i limiti di cautela, etc.).
    E da subito l'obbligo dei due autisti (per alternarsi in caso di stanchezza o malessere, etc). Attendiamo risposte!

    PS. Quanto al Passante (come commento altrove) a questo punto darei la parola ai bolognesi.
    Antonio

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  2. Io farei intelligenti ..... oneste e lungimiranti.
    Perché l'intelligenza senza onestà potrebbe anche portare qualcuno a pensare di risolvere i problemi nostri facendoli coincidere con gli affari suoi o con risposte sbagliate ..... Raccontandoci mezze verità e non soluzioni.
    L'esempio emiliano è paradigmatico: chi abita a Castello (San Pietro) e lavora alla Ducati di Borgo Panigale ed ama le moto (ed il suo lavoro) può anche essere contento del passante di mezzo e della complanare nord (mai realizzata) che corre a fianco della A14. Gli riduce sicuramente i costi (dell'autostrada che prende spesso per evitare code) e/o i tempi di percorrenza quotidiana. Ed anche la suocera che abita ad Ozzano tira un sospiro di sollievo, meno auto sulla via Emilia (verso Bologna).
    Dunque è comprensibile che i sindaci della via Emilia convochino i loro consigli comunali e votino alla unanimità di non fermare investimenti strategici .....
    che strategici non sono. Perché così facendo si incentivano solo le auto e si arricchiscono le grandi industrie automobilistiche straniere (FCA compresa) ed i prenditori che gestiscono Autostrade ....... Oppure i grandi costruttori (compresa la cooperativa CMC). Mentre si lasciano all'abbandono le ferrovie e i trasporti pubblici (che fine hanno fatto i colleghi della Casaralta o della Menarini, oggi BredaMenarini?) ...... E non si incentiva neppure una sana concorrenza alla tecnologia applicata tra treni (di ultima generazione) ed auto (elettriche. Sarà un caso che la FIAT-FCA è stata l'ultima a pensarci?) .....
    Così le centraline dello smog continueranno ancora per qualche decennio a segnalarci territori inquinati e tutti noi che abitiamo a Castello, Ozzano, Imola o Bologna ne soffriamo e ne siamo vittime dirette o indirette ......
    Lasciatelo dire da uno che ama i motori (come diciamo noi romagnoli): ci vuole insieme intelligenza, onestà e lungimiranza. Alle soglie del 2050 si può vivere meglio non dipendendo da un solo mezzo per la mobilità. Bensì alternando con lungimiranza bici (fa bene alla salute ed al benessere), tram o treni (per le distanze urbane e medie), aerei (per quelle lunghe e intercontinentali), auto (elettriche!) o bus (elettrici) per i trasferimenti necessari e piacevoli .......
    È importante vivere a lungo, ma bene, senza stress e felici. In un mondo che ci fa vivere.

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  3. So che non sarete d'accordo e perdonate lo sguardo cupo ma anche io voglio fare un selfie, anche se solo allegorico, sul luogo della tragedia.
    In un dormiveglia continuo popolato da sogni e incubi in cui vedo incendi e distruzione covo la mia angoscia. Io, nel sogno, urlo e mi sbraccio ma non riesco ad allonanare le persone dal luogo dell'incidente, non riesco a comunicare il pericolo.
    A parte la presunzione del mio super io, l'angoscia e la frustrazione del fallimento restano.
    Manifestare dubbi e dissensi non scalfisce la volontà escatologica dell'amministrazione di avvicinare le corsie alle case con l'ampliamento. Volontà che conta più di ogni confronto: l'idea in questo caso, è da difendere perché partorita da una nuances politica nella quale si milita...e non importa se continua a coinvolgere negativamente tante persone...è proibito far lavorare il dubbio, semmai dovesse sorgere, e non c'è ragionamento che tenga, tutto viene riportato alla bontà della scelta fatta dal nucleo direttivo (e QUALCUN ALTRO?).
    Comprendo profondamente la frustrazione di persone come Luca Mercalli che continuano allo sfinimento, in tutti i modi in cui sono capaci, di ripetere che siamo davvero al punto di non ritorno e che bisogna far funzionare il cervello per limitare i danni.
    Taia

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  4. Io invece penso che di persone intelligenti e oneste e lungimiranti (come suggerisce il secondo anonimo commento) ce ne vorrebbero tante, tante, tante di più non solo al governo di Comuni, Regioni, Esecutivo nazionale e Commissione europea ma in tutta la società civile.
    Lo dico con dispiacere perché questa mattina ho letto al bar una intervista di Rita Ghedini, persona che in altro contesto ho anche stimato e votato, sul Carlino. Ebbene anche Lei, donna pratica e sensibile, sollecita il "fare". E considera la scelta del "cosa fare" una scelta essenzialmente tecnica ed istituzionale.
    Da donna a donna mi sento di dissentire.
    Per me investire in altre strade o su vecchi e nuovi binari, nel Passante Nord, Sud o di Mezzo, in Tper o in una mobilità non inquinante è principalmente un fatto culturale e politico (e, aggiungerei, con convinzione che so discutibile per tanti, anche di genere). E richiede tanta, tanta e ancora tanta partecipazione di cittadini, associazioni ed enti. Perché solo così possiamo governare i processi che dobbiamo attivare per modificare i limiti e gli errori nello sviluppo economico che ci stanno alle spalle e, sia detto per inciso, che la sinistra politica (di cui Rita ha fatto parte) e il mondo sindacale ed imprenditoriale (di cui è ora rappresentante) non hanno ancora (tristemente) capito.
    Anna

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  5. Controlla il testo. Una frase è ripetuta. Credo sia frutto di un copia - incolla. Capita. Ma non è bello.
    s.

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    1. Grazie. Ora ho corretto. Con ritardo.
      E' andata proprio così. Per un problema di spaziature differenziate su cui sono intervenuto in modo (evidentemente) maldestro.
      Mi scuso con tutti, autore e lettori.
      Gianni

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  6. Secondo morto, che purtroppo va segnalato per opportuna conoscenza. Da Repubblica.it.
    M.

    E' morto oggi all'ospedale Maggiore di Bologna, dove era ricoverato in terapia intensiva, uno dei feriti nell'esplosione di lunedì scorso a Borgo Panigale. E' un pensionato 81enne, G.M., residente poco lontano dal luogo dell'incendio. Era rimasto ferito a causa dell'onda d'urto.

    Salgono dunque a due le vittime dell'incidente sulla A14 (la prima vittima l'autista dell'autocisterna, Andrea Anzolin, 42 anni; oltre 140 i feriti). In un messaggio su facebook il Comune di Bologna abbraccia la famiglia dell'81enne "e a nome di tutta la città esprimiamo le più sentite condoglianze".


    L'anziano quel pomeriggio si trovava in casa, in un condominio alle spalle della concessionaria Fiat e a pochi metri dal ponte autostradale. Dopo la prima esplosione si era affacciato alla finestra per vedere cosa fosse successo. L'onda d'urto provocata dal secondo scoppio, quello più violento, l'ha sbalzato indietro, facendolo cadere a terra.

    L'uomo aveva riportato diversi traumi ed era tra i più gravi dei feriti ricoverati all'ospedale Maggiore. Il decesso è sopraggiunto per un arresto cardiaco, in un quadro clinico probabilmente compromesso dalle conseguenze della caduta.

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  7. L'intelligenza non si addice a questo governo

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