domenica 12 novembre 2017

Sfida per la salute e la sicurezza

Il percorso ciclo-pedonale di via del Chiù dopo prima pioggia autunnale (novembre 2017)

















"L'iniziativa di Legambiente Bologna "sotto la k delle polveri" è stata l'occasione per discutere di problemi comuni e di massima rilevanza per il futuro del Paese.
I dati e gli studi proposti nell'occasione dal professor Luciano Forlani, dell'Università di Bologna,
e da ARPAE Emilia Romagna hanno confermato il quadro preoccupante dello smog in Città, nell'area metropolitana e nell'intera regione. Questione comune all'intera pianura padana. Così che i segnali di lievissimo miglioramento di alcuni singoli inquinanti non lasciano certo spazio ad alcun tipo di rassicurazione sui pericoli per la salute delle persone.
Come ha detto la dottoressa Elena De Benedictis, del Policlinico Sant'Orsola, che ha richiamato l'allarme della comunità medica e della ricerca scientifica sulle morti premature che si registrano da anni a causa dall'inquinamento: una strage continua di persone colpite da tumori, malattie respiratorie, cardiache e cognitive. Alcuni milioni nel Mondo, decine di migliaia in Italia, migliaia a Bologna ogni anno.

Naturale che di fronte a questo quadro i cittadini intervenuti e le associazioni rappresentative abbiano chiesto "terapie forti da tempi di guerra", progetti e scelte di governo "lungimiranti e coerenti", improntate ad una improcrastinabile conversione ecologica.
Certo, sono decisive politiche nazionali. Lo ha sottolineato l'Assessora comunale Valentina Orioli, anche nel tentativo di rispondere alle tante critiche rivolte dell'Amministrazione Merola-Priolo sulle strategie e gli atti quotidiani in materia energetica e di mobilità. E sicuramente consapevole di sottolineare l'inadeguatezza dei Governi PD e di Centrosinistra come, precedentemente, quelli del Centrodestra di Berlusconi.
Non vi è dubbio alcuno che servono indirizzi e interventi immediati, a partire dalle misure economiche e di finanza in discussione, in questi giorni, al Parlamento per il 2018.
Provvedimenti concreti e incentivanti per il risparmio energetico e per diffondere le "rinnovabili" (decisamente oltre la Strategia Energetica Nazionale presentata venerdì dal Governo Gentiloni-Galletti-Calenda, che pure propongono verso il 2025-2030-2050 novità apprezzabili).
Investimenti, pubblici e privati, per le ferrovie locali e regionali e per invertire la tendenza a muovere le merci quasi esclusivamente su gomma.
Misure per promuovere e tutelare la mobilità non inquinante.
Interventi per assicurare una rapida produzione di auto elettriche, che ancora non sono contemplate in Italia né da FIAT-FCA, né da chi deve curare gli impianti di ricarica.

Si, politiche radicalmente nuove a dimensione nazionale (anche per non dovere continuare a pagare - oltre i gravi malanni e i costi sanitari - le infrazioni monetarie imposte dall'Europa per la cattiva qualità dell'aria). Lo ha scritto in questi giorni anche Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente nazionale.
Ma, insieme, un ben più qualificato e responsabile autogoverno a livello regionale e locale!
In corrispondenza e coerenza con le "emergenze" ambientali e sanitarie.
Riferendosi al progetto di Passante di Autostrade SpA e al contestassimo accordo sottoscritto da Renzi-Bonaccini-Merola (dell'aprile 2016) il prof. Forlani ha affermato che "non si può mettere una pezza peggiore del buco" e Claudio De Lucca, Presidente di Legambiente Bologna, ha chiesto quantomeno "una moratoria" per valutarne l'opportunità all'interno del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile in elaborazione - ora - presso la Città Metropolitana.
Molti interventi alternano critiche sulle "grandi opere" stradali ed autostradali e sulle azioni quotidiane dell'Amministrazione: "il Passante persegue uno sviluppo dispendioso e insostenibile"; "le nuove 4-6 corsie sono state decise in violazione di precisi impegni precedentemente ed autorevolmente presi da Amministrazioni locali e dal Ministero (in occasione del potenziamento già avvenuto all'inizio del nuovo millennio)"; "l'allargamento in sede prescinde da studi epidemiologici e sanitari, da dati e previsioni credibili tanto sul piano dell'impatto ambientale quanto su quello dei flussi di mobilità attesi fra 5-10 anni, quando - si dice - dovrebbe funzionare a regime anche il SFM e molti più cittadini - il 20% degli spostamenti - dovrebbero andare in bici".
E questo - delle bici - è un altro fronte di forti critiche: "che senso ha la campagna in corso contro i ciclisti quotidiani" si chiedono rappresentanti di varie associazioni? E incalzano "perché 150 multe in 2 giorni alle persone su due ruote, quando solo 100 sono state sanzionate al ben più alto numero di automobilisti in circolazione e in flagranza di regole"? Forse si vuole "prendere di mira gli utenti deboli della strada, quelli che sull'asfalto ci muoiono (in misura crescente!), piuttosto che gli automobilisti ed i motociclisti che per velocità, distrazione o alcool sono spesso gli investitori"?
Il "risveglio civico" di cui parla il Sindaco di Bologna, contestato anche da alcuni amministratori di maggioranza, non può ridursi ad una operazione propagandistica o ad un tentativo di scaricare altrove e in direzione sbagliata le responsabilità.
Insomma, il movimento ambientalista è propositivo: priorità a ferrovie, trasporti collettivi e non inquinanti, energie pulite.

Analogamente, è forte la sfida per la sicurezza dei cittadini.
Quello delle mancate manutenzioni del territorio e delle opere necessarie per la messa in sicurezza delle persone dai rischi dovuti ad uno sviluppo urbanistico senza priorità e fini ambientali e sociali di sostenibilità. Uno sviluppo (immobiliare, di cemento e asfalto) che è causa del gravissimo dissesto idrogeologico che colpisce città e province, zone montane e di pianura.
Dopo mesi di siccità, le prime piogge (anche quando non eccezionali) provocano danni, disastri, troppo di frequente vittime.
Anche a Bologna, in settimana, pochi centimetri di acqua sono divenuti causa di problemi.
Un tratto del percorso ciclo-pedonale di via del Chiù è crollato. Per fortuna in assenza di persone.
La scuola materna di via Scandellara ha subito danni ed un allagamento che ha provocato la chiusura di un giorno.
Segnali di una situazione che richiede una decisa ed immediata inversione di politiche: stop al consumo di suolo (con modifiche sostanziali alla brutta Legge regionale proposta dalla Giunta Bonaccini-Donini), blocco dei troppi super ed ipermercati, risanamento di aree dismesse, cura e recupero del patrimonio già costruito. Messa in sicurezza di scuole, ospedali, centri civici, case pubbliche, edifici pericolanti.
C'è molto da fare.
Ne ha scritto con impareggiabile competenza Giorgio Nebbia.
Sarebbe interessante, in merito, anche una verifica degli impegni presi, in diverse occasioni, dai Governi.
Sarebbe interessante se (il già direttore di Nuova Ecologia) ed oggi Presidente del Consiglio, Gentiloni, desse un segnale chiaro e forte di coerenza con quanto giustamente sosteneva.
In fondo sono passati pochi anni e le elezioni per il nuovo Parlamento sono prossime.
Si attendono fatti e investimenti! Non solo programmi e promesse.

Un particolare. "L'omino spezzato" e parzialmente crollato ... (via del Chiù)

















Il canale (parzialmente tombato) che porta acqua in via del Chiù ...

























Un ragazzo, di ritorno dalla scuola, osserva ... (novembre 2017)

















L'ingresso delle scuole Scandellara (novembre 2017)

















La sintetica informazione della chiusura ... sulla vetrata dell'ingresso (novembre 2017)

18 commenti:

  1. Verissimo , lo stato delle nostre città ,del territorio dell'aria che respiriamo è ormai a livelli insostenibili .
    Ormai servirebbero misure drastiche in tema di mobilità e urbanistica misure mai prese prima , non bastano gli pseudo blocchi del traffico occorrerebbero scelte ben più radicali , scelte che non vedo all'orrizzonte e che con questi governanti mai si faranno.
    Una amara considerazione ,come è possibilè che nonostante le condizioni sempre più insostenibili del nostro habitat urbano e non , nessuna forza ambientalista riesca a muovere le coscienze collettive e che ci si accorga dello stato di cose presente solo nel momento in cui avvengono nel giardino di casa .
    A volte penso avesse ragione Platone.
    Ciao
    G.

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    1. Ritengo comprensibile che molte persone si interessino dei problemi quando li vivono in prima persona.
      Credo che le associazioni "ambientaliste" abbiano una funzione insostituibile, anche se non sempre appaiono sufficientemente attrezzate, radicate e combattive.
      Quanto a "questi governanti" vanno semplicemente cambiati.
      Gianni

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  2. Mi piace. Un post che dimostra che l'ambientalismo non si limita ai no.
    Si può essere d'accordo o no, ma basta stereotipi.
    Con volontà e coraggio si possono fare cose utili per tutti.
    s.

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  3. Mi pare di capire che occorre abbonarsi al manifesto.
    BiBi

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  4. E' arrivata la neve.
    Traffico in tilt.
    Uscita dal lavoro ho aspettato il bus 40 minuti, quando è arrivato stracolmo non sono riuscita a prenderlo.
    Anche questo è il trasporto pubblico, oggi.
    Ho sentito una collega. E' arrivata a casa in auto con oltre mezz'ora di ritardo sul solito.
    Le emergenze si susseguono e la programmazione manca.
    Il problema lo vivono tutti i cittadini.
    Come si direbbe qui, parliamone!
    Anna
    Ps. C'è solo da sperare che non ci siano danni gravi a persone e natura, a case e cose (come da foto).

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    1. Investire sul trasporto collettivo è di interesse generale.
      Per chi gia usa ferrovie, metrò, tram o bus.
      Per chi è potenzialmente interessato, ma non lo trova ancora sufficientemente competitivo.
      Per chi usa altri mezzi e potrebbe avvantaggiarsi da una maggiore fluidità della circolazione dovuta a meno mezzi in movimento.
      Gianni

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  5. Ha ragione Edoardo Zanchini: la svolta necessaria resta nel cassetto.
    A Roma come a Bologna.
    Gentiloni se è stato un ecologista non si vede (Onufrio è ottimista).
    Merola se è democratico e di sinistra deve dimostrarlo: sul Passante e sulle multe ai ciclisti è stato autoritario e arrogante.
    Forse è il caso di fare sentire di più la voce dei cittadini e degli ambientalisti unendo comitati vari, Greenpeace, WWF, Italia Nostra e Legambiente.
    Ciao!

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    1. Condivido.
      Bologna è "nodo nazionale" per la mobilità.
      Sarebbe necessaria una mobilitazione nazionale per imporre scelte di mobilità sostenibile e di conversione ecologica.
      Occorre lavorarci.
      Gianni

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  6. Perché si da sempre strada a chi già ne ha tanta mentre si punisce chi ne rivendica un po' senza creare danni gravi all'ambiente ed alla salute?
    In fondo è un fatto etico e purtroppo questa non è merce che si compra in abbondanza nel mercato Italia.
    MP

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    1. Concordo.
      Sarebbe decisivo operare secondo giustizia e priorità.
      Gianni

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  7. Due questioni / osservazioni.
    A. I costi sociali del l'inquinamento. Qualcuno è in grado di contabilizzar li?
    A proposito di salute e sicurezza per una comunità.
    Per intenderci: il Passante, come potrà incidere su malattie, sanità pubblica ed ospedaliera? Ma anche sulla svalutazione immobiliare ed ambientale. Tanto privata, quanto pubblica. Occhio!
    B. Le frane. In città (certo quella del Chiu) ma anche fuori. Quante in collina e montagna? Con quali conseguenze? Con quale spreco di risorse. Attenzione, anche qui pubbliche e private. Sarebbe interessante contabilizzare.
    In conclusione. Mettiamo a fuoco giustamente salute, sicurezza. Non di meno per ciò che riguarda ciò che viene determinato dal l'impoverimento delle ricchezze collettive, aziendali, familiari ed individuali.
    pl

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    1. Giuste osservazioni.
      Per correggere una cultura delle risorse e dei bilanci assolutamente parziale, superata e priva di lungimiranza.
      Negli anni '80-'90 sono stati commessi "errori" gravi, gravissimi. Che paghiamo ora e che pagheremo in futuro. Tra questi non ascoltare adeguatamente critiche e proposte, come quelle di movimenti e personalità (tra cui un autorevole Ministro dell'Ambiente Giorgio Ruffolo) che sostenevano questi nuovi approcci.
      Così ora ci troviamo con i Galletti e i Lupi di turno ... segno di una sconfitta storica e del bisogno di ricostruire pensiero ed azioni.
      Gianni

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  8. Con il maltempo e la neve sulla montagna bolognese mancano energia elettrica, acqua e gas. Ma oggi siam sicuri che tutto a F.I.CO. funzionerà alla perfezione.
    La sintesi? Telecamere accese sui Grandi Parchi (agroalimentare, in questo caso) e abbandono delle periferie (e dei servizi essenziali).
    BiBi

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    1. Si e forse è il caso di correggere il Presidente Gentiloni.
      Bologna è l'Italia e non "F.I.CO. è l'Italia".
      L'errore che si ripete è vedere e commentare solo ciò che interessa o piace. Ma occorre vedere e commentare tutto: compreso l'ENEL, i trasporti pubblici, le produzioni insostenibili, l'inquinamento, l'agro-industria senza qualità "venduta" come "eccellenza" ...
      Gianni

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    2. Appunto. Quello che fa arrabbiare è che a Fico (come a Expo e in altre Fiere simili) vendono le nostre eccellenze alimentari partendo dall'origine e presentando mucche o altri animali in contesti esclusivamente positivi che solo in piccola parte rappresentano la realtà, per il resto fatta di allevamenti intensivi in ambienti quantomeno discutibili e a rischio ......
      Allora altro che salute e sicurezza!
      BiBi

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  9. Il sindaco di Bologna parla giustamente di Risveglio Civico. Giusto e tuttavia per fare si che non sia solo un richiamo ai cittadini ad essere responsabili cosa mette in campo lui?
    Quali scelte amministrative? Quali risorse e quali comportamenti istituzionali? O lì, nei Palazzi, tutto va bene? Perché se è così, sono io che non vado bene. Ricorda Merola, questo suo slogan della campagna elettorale del 2011?
    VR

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