Non siamo tutti uguali! Si. Per fortuna, è così.
Ci sono persone tendenzialmente oneste, dotate di capacità critica e propositiva, capaci di vedere la collocazione individuale entro un destino comune, che nelle scelte sono abituate a metterci la faccia ed a cui piace mantenere la schiena dritta ed altre, diverse, persone propense a calcolare l'interesse personale prima di ogni altra cosa, pronte a tutto pur di emergere ed affermarsi, sempre disposte a servire un padrone e/o ad accettare quel che passa il convento, a fare accordi persino con il diavolo.
Prendiamo Milena Gabanelli. La serata di domenica con i servizi sui finanziamenti alla politica (e le domande anche a Grillo / Casaleggio!) conferma che si tratta di una personalità di valore, forte e preziosa per un paese ed una democrazia in crisi. Sarebbe stata un ottimo Presidente della Repubblica? Sicuramente, fosse diventata Capo dello Stato, una ventata di novità nelle istituzioni e nella rappresentanza del paese. Ben altra cosa rispetto alle soluzioni date: di conservazione, di stallo, di chiusura. Purtroppo hanno prevalso altre scelte, un'altra politica!
Anche le forze politiche (partiti o movimenti) non sono tutte uguali. Si. Per fortuna, è ancora così.
Ce ne sono di quelle costituite e cresciute per dare rappresentanza a bisogni sociali, per interpretare le contraddizioni in essere, per dare ai cittadini ed alle comunità una visione ed un progetto per il futuro, per costruire incontri ed alleanze per un mondo migliore e sostenibile oppure, viceversa, ce ne sono per rendere la politica pura gestione del potere, occupazione delle istituzioni, arte di fare (e disfare) alleanze (anche strane) per mantenere equilibri sociali dati, considerati immodificabili e inevitabili.
Prendiamo la sinistra italiana (ed europea).
La sua crisi non è nella incapacità di scegliere con coraggio e determinazione la via del cambiamento e della critica ai sistemi economici, sociali e culturali esistenti e "in fallimento"? Di indicare con chiarezza e perseguire con coerenza (magari, gradualità) riforme economiche ed istituzionali per una maggiore giustizia sociale, per la conversione ecologica ed ambientale delle produzioni e della vita delle persone, per lo sviluppo della democrazia partecipata, per riconoscere progressivamente libertà sostanziali ai popoli ed agli individui?
Due attualissimi ed emblematici esempi.
L'ILVA. La mancanza (negli anni!) di progetti, investimenti e tecnologie, lotta politica e sindacale per il risanamento e la messa in sicurezza degli impianti non hanno prodotto danni incalcolabili ed inaccettabili a lavoratori e cittadini? Molti imprenditori, sindacalisti, amministratori pubblici e ministri miopi e, forse, corrotti, hanno eluso i problemi, hanno pensato di continuare come sempre, contrapponendo lavoro, salute ed ambiente, generando solo disastri, lutti, protesta, sfiducia e rivolta ... Probabilmente non pagheranno di persona, ma sono tutti costi certi per le comunità locali e per il paese, per la democrazia e per la buona politica! Sicuramente pagheranno le generazioni di oggi e quelle di domani.
Il diritto all'istruzione pubblica (dalle materne in sù). Di fronte alla drammatica stretta finanziaria e ai tagli progressivi imposti da autorità e Governi ai bilanci pubblici, l'indisponibilità a rivedere il sostegno economico alle scuole private non risulta una rinuncia di fatto ai principi costituzionali dei diritti eguali, e della istruzione pubblica garantita? Si può assistere senza azioni conseguenti ed adeguate all'impoverimento progressivo dell'offerta culturale pubblica ed al proporsi di un sistema ufficialmente "integrato" ma di fatto in progressiva "differenziazione" tra chi può scegliere e chi no, tra chi ha più possibilità economiche e formative e chi no? Non è prioritario assicurare a tutti i cittadini, a prescindere dal ceto, dalla origine e dalla religione, una base culturale e formativa comune? Non si debbono concentrare le risorse limitate dei contribuenti (i soliti noti!) per impedire (di fatto) scuole con risorse e qualità diverse? Infine, come possono un Sindaco ed un grande Partito dire che "non terranno in considerazione" il risultato del referendum (previsto dai regolamenti comunali!) senza lasciare un segno negativo (e pesante) nella credibilità del confronto e della democrazia, della Politica e della sinistra?
Si. Anche le forze politiche (partiti e movimenti) non sono uguali. Si distinguono per ciò che fanno e che dicono.
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