martedì 27 settembre 2022

Una prima sfida al Governo di Giorgia Meloni ...

Cittadini, movimenti ed associazioni impegnati a costruire una grande mobilitazione ...










Chi ama la sintesi estrema può fermarsi a un dato: Giorgia Meloni è passata da meno di un milione e mezzo di voti del marzo 2018 a oltre 7 milioni e 300 mila e si candida naturalmente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Prima donna e prima personalità della Destra italiana. Merito suo e dei Fratelli è sicuramente quello di essersi mossi sin qui con maggiore professionalità e "lungimiranza" di altri dirigenti di partito ed eletti nelle istituzioni. Ora si apre una nuova sfida: la direzione del Governo e il rapporto con il Paese reale. Nelle contraddizioni profonde che vivono l'Europa e il Pianeta.

Alcuni dati decisivi debbono tuttavia essere considerati.

Primo. L'avanzata di FdI avviene quasi interamente a spese degli alleati storici di Forza Italia e della Lega (una volta Nord, ora nazionale): entrambi i partiti dimezzano i loro voti rispetto al 2018. 

Secondo. La maggioranza assoluta delle Destre in Parlamento (Camera e Senato) è amplificata grazie ad una legge elettorale (il cosiddetto "Rosatellum") voluta dal PD di Matteo Renzi e votata da PD, Forza Italia e Lega nel 2017 (con tanto di fiducia imposta dal Governo Gentiloni). Infatti, tra i votanti la Coalizione dei partiti di Berlusconi, Lupi, Salvini e Meloni raggiunge un importante 44%. Un blocco sociale notevole, di 12 milioni 300 mila cittadini, che si conferma (nel 2018 erano sempre oltre 12 milioni). Tanti, ma sotto la maggioranza assoluta dei voti espressi e il 27% del potenziale elettorato italiano. Peraltro non sempre convergente sulle politiche da attuare sui vari problemi dell'economia, del territorio e dell'ambiente, dei diritti - doveri dei cittadini. Ora, la prova del fuoco.

Il fatto è che gli altri principali soggetti politici, coalizioni e partiti, arretrano.

Il Centrosinistra è seconda coalizione. Eppure in versione 2022 (con Art.1 e alleati di SI che alle ultime politiche - stante la Segreteria Renzi - si presentarono in alternativa con Liberi e Uguali) si ferma poco oltre 7 milioni e 300 mila. Sommati Centrosinistra e LeU, nel 2018, erano quasi 8 milioni e 600 mila. Domenica il PD di Enrico Letta che ha incluso Speranza e C. ma perso Renzi, Calenda e amici, arretra di oltre 700 mila voti sulle precedenti politiche. E lievemente sotto il dato del 2018 si fermano anche Bonino e + Europa. Ovvia la migrazione verso l'alleanza Azione - Italia Viva che, domenica, ha conseguito quasi 2 milioni e 200 mila suffragi. Elettori in buona parte di ceti sociali medio alti e di orientamento confindustriale, moderato, liberista. 

Per PD e alleati si pongono grossi interrogativi: quale strada intraprendere di fronte ai problemi irrisolti? La tendenza a sacrificare il Segretario di turno non è nuova. Resta ampiamente inadeguata per fronteggiare la crisi sociale e politica, la progressiva perdita di fiducia e consensi; il vuoto di cultura e di Progetto. Sostituito da una gestione esasperata del potere istituzionale ed amministrativo, da un intreccio irresponsabile di relazioni e di "affari", legali e oltre il lecito, con grandi gruppi imprenditoriali. Per l'esperienza maturata appare difficile pensare che la soluzione possa essere trovata valorizzando uomini o donne attualmente al Governo della Regione Emilia Romagna e totalmente privi di risposte strategiche all'altezza delle sfide ecologiche e sociali che occorre perseguire e praticare. Riflessioni e rigenerazione debbono risolvere innanzitutto le contraddizioni profonde che si trascinano da alcuni decenni ed attengono alla lettura delle società occidentali e delle epocali contraddizioni del pianeta. Nonché, conseguentemente, i fini e le strategie di medio e lungo periodo.

Il M5S dopo 4 anni e mezzo di montagne russe, 3 Governi (con Lega, poi con PD e Renzi infine anche con Forza Italia), la realizzazione di alcuni significativi progetti (il Reddito di cittadinanza ma non solo) e la rinuncia a molti altri originari e qualificanti impegni, numerosi abbandoni ed espulsioni, una scissione pro Draghi che ha avuto come protagonista il Ministro degli Esteri ed ex Capo politico, ha più che dimezzato i voti del 2018 e, tuttavia, con Giuseppe Conte conseguito un risultato forse superiore alle diffuse attese: oltre 4 milioni e 300 mila voti ed una rappresentanza parlamentare tutt'altro che trascurabile. Vincendo nettamente la sfida con l'ala "governista" di Luigi Di Maio e prospettandosi ora come "opposizione intransigente" a difesa dei settori più deboli della società e della legalità costituzionale. Un soggetto politico ancora prevalentemente di opinione, con un modestissimo radicamento nei territori, in particolare al Nord, ma al di là dei consensi raccolti. Ora, una nuova difficile sfida: consolidarsi a livello locale, crescere in autonomia culturale e capacità politica, divenire sponda istituzionale credibile ed affidabile per i cittadini e i movimenti sociali ed ambientali. 

A sinistra varie liste hanno perso una nuova occasione. In particolare l'esperienza di Unione Popolare con De Magistris. Pure sostenuta da Melenchòn, Pablo Iglesias ed altre autorevoli personalità della sinistra europea non ha trovato spazio, risorse e consensi sufficienti. Stretta tra i tempi forzati di una crisi di Governo gestita con destrezza dal Governo della Restaurazione (a proposito: meglio riflettere sugli eventi piuttosto che aggrapparsi alle certezze assolute e indistruttibili che si affidano a Uomini della Provvidenza o ad Agende inesistenti che, quantomeno, eludono il profilo strategico necessario per Partiti autorevoli). Ma, soprattutto, da una impreparazione di fondo di gruppi politici ristretti ed autoreferenziali, sempre pronti a sfidarsi vicendevolmente piuttosto che ricercare contaminazioni e pratiche nuove di solidarietà tra donne, uomini e movimenti in campo su vari fronti ... per costruire percorsi e Progetti concreti di alternativa. Forse troppi magistrati e professori (anche senza laurea) pronti a giudicare e insegnare agli altri piuttosto che attivisti normali, capaci di mischiarsi ed ascoltare, confrontarsi, rielaborare, produrre sintesi efficaci. Esperienze riscontrabili anche a Bologna città, che pure è tra le realtà che hanno registrato un risultato apprezzabile per UP (al 3,5%). 

In questo contesto, non a caso da qualche tempo (per lo meno mesi) si muove il tentativo di vari soggetti (che anche qui si prova a promuovere) di mettersi "in marcia" ... per cambiare prospettiva (1), per altre priorità (2), per la decrescita necessaria (3), per produzioni socialmente utili (4), per superare le contraddizioni emiliane (5), per cambiare Città e Paese (6).

Questo percorso ha tanti protagonisti locali

Con l'appuntamento bolognese e regionale del 22 ottobre potrebbe diventare una esperienza più larga, partecipata e nazionale. L'iniziativa Convergere per Insorgere non va sottovalutata (vedi qui il video): è una prima grande occasione per mettere a verifica anche il nuovo Governo. E il suo carattere che qualcuno vorrebbe "distinto e diverso rispetto ai predecessori". La sfida è aperta.

Nessuna illusione sul post 25 settembre, intendiamoci.

Ma una mobilitazione partecipata, lungimirante, di popolo per incalzare tutta la politica e la società a nuove responsabilità.


L'assemblea a Campi Aperti promossa da Bologna for Climate Justice per presentare le ragioni e i contenuti dell'appuntamento nazionale del 22 ottobre prossimo, con la partecipazione di Dario Salvetti del Collettivo di Fabbrica della GKN (vedi il video) ...

Studenti e cittadini alla manifestazione bolognese dei Fridays for Future di venerdì 23 settembre ... 


Il corteo di ragazze e ragazzi sotto le Due Torri, all'imbocco di via Rizzoli ... (23 settembre 2022)


Il volantino prodotto dalle organizzazioni promotrici: Collettivo di Fabbrica GKN, Fridays for Future, Assemblea No Passante di Bologna, Rete Sovranità Alimentare dell'Emilia Romagna ...


... e il lato B del volantino (settembre 2022)

15 commenti:

  1. Se tutto il centro-sinistra (più liberista che socialista) ha oggi la stessa consistenza di Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia non possiamo esimerci dal considerare che questo è l'amaro prodotto di decenni di cattiva politica. Per riparare ci vuole ben altro che un cambio di segretari (Bersani, Renzi, Letta o Speranza, Bonelli, Fratoianni e Vendola). In questo caso usare il termine di rifondazione (con la r minuscola e senza alcun riferimento storico al partito di Bertinotti) è davvero necessario.
    Ciao!

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    1. gtugnoli16@libero.it1 ottobre 2022 alle ore 10:07

      Concordo. Le riflessioni e i contributi proposti su tgcoop muovono da questa convinzione.
      Solo due annotazioni.
      La prima riguarda la dimensione europea ed internazionale dell'impegno. La seconda la necessità di riacquisire pensiero critico, partecipazione e progetto per l'insieme delle associazioni e delle organizzazioni attive nella società e che intendono rappresentare al meglio lavoratori, produttori, consumatori, popolo inquinato, interessi culturali e sportivi ...
      Gianni

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  2. Ho messo in agenda la manifestazione del 22 ottobre. Spero sia una prima occasione per riunire persone e bisogni che non trovano risposte: meno spese in armi e più sicurezza nei territori attraverso investimenti mirati, meno Passanti autostradali (manco necessari) e trasporti pubblici più efficienti integrati a percorsi ciclabili protetti nelle città, più lavoro socialmente utile e meno prodotti nocivi......
    Senza illusioni vedrei bene anche un dialogo con realtà operaie e sindacali della logistica e delle aziende su cui la conversione ecologica esige azioni prossime.
    Con partiti e governo nessuna speranza. Anche se da Fratelli d'Italia prima del voto qualche parola di revisione di scelte contestate ai governi locali c'è stata: ad esempio sul Passante di Bologna. Vedremo presto le coerenze di Giorgia e Galeazzo.
    L.

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    1. gtugnoli16@libero.it1 ottobre 2022 alle ore 10:36

      Non credo che il Governo delle Destre metterà di sua iniziativa in discussione il tradizionale "modello di sviluppo" e le "grandi" opere inutili o sbagliate come il Passante di Mezzo. Le prime dichiarazioni post voto dell'on. Galeazzo Bignami ne sono una conferma. Dobbiamo dunque contare sugli argomenti lungimiranti del mondo culturale, scientifico ed associativo che continuano la mobilitazione eco-pacifista ... "Convergere per insorgere" è una occasione a cui non mancare, portando l'apporto critico e costruttivo che anche i promotori richiedono.
      Gianni

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  3. Si può notare che un partito con il 26% dei consensi a due giorni dal voto è già scontato esprima il Capo del Governo? Nessun pregiudizio, solo la sottineatura di una legge elettorale assurda e boomerang.
    Bravo PD!
    Titti

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    1. gtugnoli16@libero.it1 ottobre 2022 alle ore 10:48

      Non solo "si può notare". Si deve anche indurre a riflessioni, a ripensamenti e modifiche ...
      Torna una motto delle manifestazioni dei movimenti ecologisti: azione o estinzione.
      Gianni

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  4. Mi pare attinente e interessante.
    M.

    Il 25 l’Italia è andata a votare, non ci sono state grandi sorprese: lo schieramento più scelto dalla popolazione è stato l’Astensionismo, con un grande 36%. Già solo questo dato è un fallimento per la politica istituzionale, perché dimostra chiaramente che le persone non si sentono né rappresentate né parte di questa democrazia.

    Noi, giovani attiviste e attivisti di Fridays For Future, abbiamo scelto un altro tipo di politica, che non si limita a parlare alle persone, ma che le sprona ad esprimersi, ad alzare la voce e scendere in piazza per difendere i diritti di tutti/e del pianeta. Venerdì 23 settembre abbiamo nuovamente riempito le piazze e le strade di 70 città italiane con 80.000 mila persone per chiedere giustizia climatica.

    Non guardiamo alle elezioni come l’ultimo momento della vita politica, ma come un punto di passaggio, perché bisogna continuare a costruire la democrazia ogni giorno partendo dal basso.
    Sappiamo che i politici degli schieramenti che hanno preso la maggior parte dei voti prendono in considerazione la crisi climatica solo marginalmente, e non affronteranno con giustizia le crisi sociali del nostro paese. Ma è una cosa che sapevamo anche prima della votazione. Gli incontri che abbiamo fatto con i grandi partiti hanno confermato come i politici siano ancora impreparati a gestire la crisi climatica. Questa legislatura ha una responsabilità enorme: i prossimi 5 anni sono cruciali per la crisi climatica. Secondo Climate Analytics, l’Italia ha tempo fino al 2030 per tagliare del 92% le sue emissioni di CO2, e questa legislatura dovrebbe durare fino al 2027. Se sceglieranno di continuare ad ignorare la crisi climatica toccherà a noi, cittadini, studenti, lavoratori, attivisti, persone comuni, far sì che questa crisi venga affrontata e in fretta.

    Con la nostra “Agenda Climatica” abbiamo voluto far vedere che le soluzioni esistono già ma serve la volontà politica di attuarle.
    Ne abbiamo discusso con tutti i partiti maggiori in incontri pubblici ma le nostre proposte non sono state prese in considerazione. Non ci faremo abbattere da questa classe politica, dobbiamo costruire una politica diversa. C’è un’onda che si è scatenata nelle strade pochi giorni fa, una marea di persone che non si lascerà spaventare dall’inerzia delle istituzioni.

    «Vogliamo dire al nuovo governo che li terremo d’occhio, e che non permetteremo nessun passo indietro e nessun rallentamento nella sfida climatica», dice Agnese Casadei. Finché saremo in migliaia nelle piazze ci sarà speranza, e soprattutto il coraggio di alzare la voce e pretendere azioni concrete. Ci troverete come al solito nelle piazze, non ci spostiamo di un centimetro.
    ActionNetwork.org

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    1. gtugnoli16@libero.it1 ottobre 2022 alle ore 10:51

      Grazie! Un contributo interessante di Fridays for Future Italia.
      Gianni

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  5. Vedremo presto la Destra alla prova dei fatti e temo che le classi subalterne e le periferie che hanno scommesso su Meloni, Salvini e B. avranno a ricredersi.
    Valuteremo il travaglio del Pd e penso che se Bonaccini succederà a Letta molti nodi politici resteranno irrisolti e motivo di declino.
    Verificheremo le capacità di Conte di consolidare il M5s nella per lui inedita condizione di opposizione e con le truppe assai ridotte che si ritrova. Una scommessa a perdere.
    Sperimenteremo se il lavoro di costruzione di una alleanza di sinistra avviato tra molte obiettive difficoltà da magistrati, professori e compagni avrà una funzione sociale e politica di liberazione.
    Molto dipende da noi.

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    1. gtugnoli16@libero.it1 ottobre 2022 alle ore 11:10

      Tante cose accadono "a nostra insaputa" o indipendentemente "dalla nostra volontà" ... Anche per questo è importante prendere parola, esercitare le nostre capacità critiche, "convergere per insorgere" ...
      Gianni

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  6. Alla Destra il compito di mostrare l'irragionevolezza del mio pregiudizio.
    Quanto agli altri. Alcune osservazioni.
    1) Il PD paga l'avere eluso i diversi campanelli di allarme sulla sua crisi. Se la politica non ha finalità di trasformazione sociale e si riduce a gestione del potere il consenso dipende dalle contingenze del momento. Ora però non metterei sullo stesso piano i percorsi che potrebbe intraprendere "valorizzando uomini e donne d'Emilia": Bonaccini, De Micheli o Schlein non sono la stessa cosa....
    2) Il Partito di Conte è altra cosa rispetto al Movimento di Grillo e Casaleggio. Tuttavia mi pare si avvalga prevalentemente di due elementi: il non voto e l'astensione in forte crescita al sud; un voto utile in versione 2022 (difendiamo reddito di cittadinanza o bonus ristrutturazioni edili, premiamo i dubbi sull'invio di armi all'Ucraina o sul riarmo NATO). Il che potrebbe far pensare ad un voto in parcheggio in attesa di eventi più che di ripartenza e superamento della crisi....
    3) l'Unione Popolare ha sicuramente sofferto più di altri della campagna elettorale estiva e del Rosatellum (che la vedeva come quinto polo). Eppure c'è vita in questa esperienza: visione, programma, donne e uomini. Non direi "troppi magistrati e professori", semmai un processo da estendere e consolidare sui luoghi di lavoro e nei territori. Come dice il dato di Bologna.....
    A.C.

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    1. gtugnoli16@libero.it1 ottobre 2022 alle ore 13:00

      Osservazioni critiche e puntualizzazioni molto interessanti.
      Qualche prima risposta.
      1) Per il PD avere Bonaccini o Elly Schlein come segretario/a (Paola De Micheli non mi pare possibile) sarebbe sicuramente "cosa" diversa. Anche se "la partita" tra queste candidature sono convinto non ci sarà. Piuttosto penso che questo partito (allo stato) non riesca a liberarsi di indirizzi e ambiguità che lo hanno caratterizzato e possa finire col produrre un ulteriore compromesso: "segretario e vicesegretaria".
      2) Per il nuovo M5S se la caratterizzazione "partito di Conte" va stretta ha da risolvere alcuni nodi: la funzione nazionale che si propone, la configurazione europea e internazionale che vuole avere, il radicamento sociale che intende maturare, la vita democratica che vuole vivere.
      3) Per Unione Popolare è stata sicuramente una esperienza difficile, oscurata nella comunicazione e in ombra per gran parte degli elettori. Come l'impegno programmatico (prezioso) prodotto da De Magistris, professori e dirigenti dei partiti che hanno dato vita a questa avventura. Che "vive" con significative relazioni politiche e culturali in Europa. E che merita di essere ripensata e qualificata in un confronto diretto con realtà e movimenti sociali.
      Gianni

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  7. Consensi e dissensi.
    La prima sfida da lanciare alle destre al governo pare anche a me quella ecologica e sociale.
    Considero De Magistris ed Ardeni interlocutori primari per le battaglie dei prossimi anni.
    Nik

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    1. gtugnoli16@libero.it1 ottobre 2022 alle ore 13:22

      Condivido decisamente entrambe le affermazioni.
      Se il "dissenso" è frutto della interpretazione "forse troppi magistrati e professori (anche senza laurea) pronti a giudicare e insegnare agli altri" ... preciso che il riferimento non è affatto a Luigi De Magistris o Pier Giorgio Ardeni, per cui ho anche votato.
      Gianni

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  8. La destra italiana si è imposta anche grazie alla sua capacità di essere ambivalente. Loro comprendevano "atlantisti" e "putiniani", "draghiani" e "oppositori", leader maschilisti e femminili. Non lo dimentichi la sinistra saccente che considera ogni critica o diversità una colpa che impedisce alleanze ampie e plurali.
    Solo una opinione sul futuro.
    Continuo a pensare che qualsiasi esperienza debba essere conclusa e non interrotta a metà percorso: mi riferisco alla candidatura di Elly, che ho sempre apprezzato ma che non vorrei venisse usata come una figurina da giocarsi ad ogni elezione o come foglia di fico di un partito senza progetto di trasformazione sociale e solo contenitore di correnti di potere.
    Nè vorrei che la ricerca di una segretaria sia vista a sinistra come scorciatoia per fare concorrenza alla destra di Giorgia Meloni. A sinistra la diversità deve emergere per le politiche, le pratiche e il rispetto delle persone.
    Anna

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