mercoledì 3 agosto 2022

Quale futuro con Meloni - Salvini o Letta - Calenda?

Un popolo partecipe, critico e determinato che esige "verità e giustizia" continua la sua sfida ...   










Ancora una volta migliaia di cittadini hanno sfilato a Bologna in ricordo delle 85 vittime della strage alla Stazione e per chiedere verità e giustizia sul più grave atto di terrorismo compiuto in tempo di pace. Solo questa tenace Resistenza e volontà della Associazione dei familiari e di un popolo critico e determinato, che include donne e uomini delle Istituzioni rispettosi della Costituzione, hanno recentemente portato riscontri sulle complicità e sulle responsabilità che per decenni hanno lasciato impuniti organizzatori, mandanti e collusi.

Ci sono voluti infatti oltre 40 anni perché la sentenza di un Tribunale (in primo grado di giudizio) condannasse uomini di punta dei servizi segreti, degli apparati dello Stato, della loggia massonica P2 che affiliava esponenti di rilievo dell'imprenditoria, della comunicazione, dei partiti e dei Governi nazionali. Purtroppo, nonostante gli impegni solenni più volte presi da Autorità preposte, restano ancora inaccessibili i "segreti di Stato". Casualità? No, piuttosto mancanza di volontà o incapacità di rimuovere centri di potere e trame contro la Democrazia.

E' del tutto scontato che personalmente Giorgia Meloni (nel 1980 aveva 3 anni) non ha alcuna diretta responsabilità. Non altrettanto si può però dire per uomini e movimenti della sua parte politica, Fratelli d'Italia, e dei suoi attuali molteplici sostenitori ed alleati. 

Ed altrettanto si deve dire per il fronte che si auto definisce "opposto" nelle elezioni del 25 settembre prossimo. L'asse Letta - Calenda che ieri è stato presentato in una simbolica quanto eloquente (e non certo occasionale) conferenza stampa: il primo (Enrico) da sempre in politica per vocazione e passioni familiari è già stato triste Presidente del Consiglio nel Governo LettAlfano (dopo il voto del 2013), espressione di una travagliata maggioranza PD - PdL - Scelta Civica di Mario Monti e Udc di Pierferdinando Casini; il secondo, Carlo, politico di formazione confindustriale, che ha accolto recentemente in Azione i Ministri Brunetta, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini, già Forza Italia. Di fatto, un "Patto" politico - elettorale (che qualcuno vorrebbe presentare come tecnico) ispirato "all'Agenda Draghi" (non casualmente rivendicato anche da partiti della Coalizione di Destra) e portatore di misure di conservazione degli assetti di potere economico e sociale in essere. Che relega decisamente ad un ruolo di gregari ininfluenti le sinistre di Art.1, LeU nonché Sinistra Italiana - Europa Verde. Come del resto sottolineato proprio oggi da una intervista dello stesso Segretario PD ("la sinistra siamo noi" ha detto al Corriere) e sottolineato nei giorni scorsi anche da Stefano Bonaccini su la Repubblica (vedi sotto).

Il 2 agosto 2022 segna dunque una nuova, ulteriore contraddizione.

Al popolo variopinto, solidale e unito che sfila dal cuore di Bologna lungo via dell'Indipendenza fino a Piazza Medaglie d'Oro chiedendo la fine dei Segreti di Stato, "verità e giustizia", pieno rispetto dei Principi e dell'Ordinamento della Costituzione si può proporre una dialettica politica ed elettorale così limitata: la Destra di Meloni - Salvini o il Centro di Letta - Calenda? 

Pare una partita a perdere. Innanzitutto elettori. Ben oltre l'astensionismo già conosciuto in precedenti analoghe tornate politiche. 

Ovvero una partita nulla. Con l'esercizio di un diritto - dovere, il voto, che una volta contati i suffragi in base ad una legge elettorale voluta dall'allora Ministro Ettore Rosato (PD ed oggi Italia Viva) e votata nell'autunno 2017 da PD, Forza Italia, Lega Nord, Scelta Civica, UDC, AP, ALA, GAL favorisce l'ennesimo rimescolamento di schieramenti "opposti" e/o di Coalizioni posticce, comunque non caratterizzate da un "progetto comune" e lascia ampi margini per il decollo di un Governo del Presidente della Repubblica che associa quelli che ad agosto si presentano come gli "opposti" e poi si accordano e mediano nel rispetto di un vecchio o di un nuovo "Migliore" indicato senza alcuna preventiva verifica politica ed elettorale. Continuando così a praticare una "Costituzione" materiale che leggi ordinarie, pratiche e classi dominanti irresponsabili hanno stravolto ed addomesticato per piegare le Istituzioni ai propri interessi e profitti, senza affrontare le grandi priorità ambientali e sociali degli anni 2020, 2030, 2050.

Così riflettendo sulla piazza bolognese del 2 agosto, sui pericoli di escalation dei conflitti bellici in corso in Europa, Asia e Mediterraneo, sulle esperienze locali di questi mesi, sui movimenti ambientalisti e sociali che lottano per la conversione ecologica e per la giustizia sociale viene da chiedersi quante forze politiche, movimenti, associazioni, singoli cittadini e personalità della cultura si ribelleranno a questo "andazzo" dei vertici dei partiti e della politica. 

Sarebbe ora che persone di buona volontà e soggetti politici coraggiosi, dotati di sufficiente modestia e di grande consapevolezza, costruissero una esperienza nuova, partecipata, davvero alternativa per contenuti e protagonisti alle Coalizioni che si ostinano a rinchiudersi entro i confini noti e sperimentati. Sempre ossessivamente e rigidamente orientati alla conservazione dell'esistente o di almeno una parte dei privilegi storici conquistati e difesi fin qui entro un modello di crescita economica insostenibile. Peggio: Coalizioni orientate ad una restaurazione autoritaria, che rivendicano "pieni poteri", "autonomie e sovranità locali" e "più armi" nella illusione che così si potrà vivere in sicurezza e prosperità. 

L'estendersi di guerre e di crescenti tensioni internazionali, le disuguaglianze sociali, la crisi climatica e le pandemie che colpiscono il Pianeta ci dicono che non è così.

Sapremo imboccare una via di cambiamento sociale e di unità di chi ritiene che un altro mondo non solo è possibile ma è pure necessario?


Il corteo del 2 agosto 2022 a Bologna: per una volta fotografato dalla coda ...


Gli "ultimi" del corteo. Il linguaggio delle "periferie" è secco, diretto ... (2 agosto 2022)


Risalendo la corrente insieme ad attivisti di associazioni ambientaliste ...


Bandiere rosse di militanti di partiti della sinistra ...


Striscioni di associazioni "contro la guerra" e di costruttori di "percorsi di pace" ...


Lavoratrici e lavoratori di storiche e nuove organizzazioni sindacali ...


In Piazza Medaglie d'Oro lo storico "bus 37" fotografato da un vigile del fuoco ...


E l'autogru che operò nelle ore della strage ...


Il palco dei familiari delle vittime e delle autorità mentre parla il Presidente della Associazione delle vittime del 2 agosto '80, Paolo Bolognesi ...


... tanti applausi da una piazza attenta e partecipe


Gli appunti di una giovane cronista ...


Una piazza di popolo e di giovani verdi e rossoblù ...
 

Il caldo estremo e la pandemia suggerisce l'uso soggettivo ed originale di mascherine e fazzoletti ...


Alle 10.25 scatta il minuto di silenzio in ricordo di vittime e feriti ...


Sotto l'ala della Stazione crollata e ricostruita i gonfaloni dei Comuni ...


La partecipazione dei Vigili del Fuoco ...


Una panoramica della Piazza mentre prende la parola il Sindaco di Bologna, Matteo Lepore ... Per lui, nato dopo la strage, un importante debutto


Una foto ricordo intergenerazionale tra una ragazza ed una donna con il fazzoletto rosso dell'ANPI del Pratello ...


Nella Piazza, immancabile, il manifesto ...
 







































































































































































































































































Qui le foto del 2 agosto 2021.

Qui le foto del 2020.

Qui le foto del 2019.


Breve ed essenziale rassegna stampa del 2 agosto 2022:

Il giorno dopo, sulla prima pagina di Repubblica Bologna ...


Scrive Repubblica Bologna in prima pagina "Bolognesi ha ricordato che i tentativi di depistare le indagini non si sono fermati" ... (3 agosto 2022)
 

La seconda e la terza pagina locale con la cronaca della giornata ... (3 agosto 2022)

Il 2 agosto, nelle stesse ore, l'incontro PD e Azione ... Poi la conferenza stampa e il "Patto" Letta - Calenda
"per l'Europa" scrive sulla prima pagina il giornale di Maurizio Molinari ... (3 agosto 2022)






























































Per il Corriere della Sera "l'intesa Letta - Calenda" segna "la svolta" nel Centrosinistra: "al PD il 70% dei seggi, ad Azione il 30%". Sostiene il Segretario PD: "la sinistra siamo noi" ... (3 agosto 2022)
 

E Avvenire in prima pagina propone un titolo forte, precisando: "solo nel proporzionale i candidati scomodi" ... (3 agosto 2022)


Nulla di nuovo per Stefano Bonaccini. Lunedì scorso, intervistato su la Repubblica (pag.2) alla domanda del giornalista "con quale Coalizione?" aveva sostenuto: "ex di Forza Italia, Calenda, Renzi, fino alla sinistra di Bersani, Errani, e Elly Schlein. In Emilia Romagna abbiamo fermato una destra che sembrava inarrestabile" ... (25 luglio 2022)



8 commenti:

  1. La mancanza di "verità e giustizia" non può certo essere attribuita al caso. Anche quella è il prodotto di un sistema istituzionale entro il quale si combatte uno scontro durissimo. Con una parte del potere politico e dello Stato che anziché promuovere la Costituzione la avversa. Apertamente o no. Svuotando giorno dopo giorno la naturale lotta politica, le grandi passioni sui destini delle comunità, il confronto civile tra gli interessi opposti, le contraddizioni tra natura e uomini, tra maschi e femmine.
    Anche la sinistra si è impoverita. Forse rinascerà come una pianta in un campo abbandonato in cui sono stati scaricati cumuli di materiali inerti o nocivi per molto tempo.
    Questa mattina in merito ho letto un interessante scritto del prof. Ardeni su Cantiere Bologna che vi propongo. Mi pare attinente.
    M.

    Dov'è finito il "modello Bologna"?
    Non è passato neppure un anno, e già sembra un secolo, da quando il risultato delle elezioni amministrative della città aveva fatto sostenere a molti l’efficacia del “modello Bologna”. Un Pd capace di mantenere lo “zoccolo duro”, recuperare al centro elettori di Italia viva, grazie all’aggancio di Isabella Conti, e mettere insieme i 5 Stelle, cooptando Massimo Bugani, e parte della sinistra, Coalizione civica, con un di più di “civismo” rappresentato dalle “sardine” di Mattia Santori.

    Le vicende nazionali di queste ore fanno capire quanto poco lontano sia andato quel modello, non riuscendo a scendere fino a Roma. Pur sapendo che il tutto non è la somma delle parti – soprattutto in politica – Carlo Calenda ha messo Enrico Letta con le spalle al muro, buttando giù dal tram del centro-sinistra i miti Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, con un «o noi o loro» (o meglio: «Renzi sì, ma loro no, perché erano contro Draghi»). Sarà pure che chi voleva votare Forza Italia ora guarderà a Calenda per non andare con Giorgia Meloni (ma davvero?), quanti invece da sinistra avrebbero magari votato Letta per far passare Sinistra italiana o i Verdi ora guarderanno decisamente da un’altra parte – magari Conte o De Magistris – vanificando gli sforzi del professeur sorboniano?
    (continua)

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  2. ... Il fatto, però, è che il “modello Bologna” era già finito qui prima ancora di poter essere emulato a Roma. La componente civica si è spenta per autocombustione. Dopo più di una “papera”, il vagito finale contro il Pd è stato «siete come la Lega». Le sardine, più che mai inscatolate, paiono destinate ad andare a male. I 5 Stelle, già dispersi lungo il percorso per cause proprie, si sono auto-cancellati, con un Bugani che in un impeto di radicalismo annuncia di passare al gruppo di Bersani. Il che, se può fare onore alla coerenza del buon vecchio compagno Pier Luigi, testimonia di che pasta erano fatti i propositi dei “grillini”. La sinistra di Coalizione civica – che fino alle elezioni almeno presidiava il territorio, facendo sponda a movimenti e istanze – si è ritirata a Palazzo, dove troneggia la vice-sindaca «più di sinistra d’Italia», mentre là fuori regna il silenzio. Il Pd, più arroccato che mai, non dà udienza, con una nuova dirigenza che pare proprio figlia della precedente, controllando territori e apparati. Peraltro, fintantoché i voti continuano ad arrivare – non crescono, ma non calano – di che preoccuparsi? Calano i votanti, se ne vanno i delusi, le percentuali crescono. Va bene così, no?

    Il sindaco e la sua giunta magra – incarichi tanti, assessori pochi – controlla che tutto fili liscio, senza infamia e senza lodi, celebrando i riti cittadini (2 agosto) e proponendo atti simbolici (ius soli). La cittadella è ben difesa, che poi se la città dorme, bisogna farsene una ragione. Bologna poteva essere un esempio sui trasporti – a emissioni nulle, oppure a costo ridottissimo per disincentivare il trasporto privato – come sul consumo di suolo – che continua ad aumentare, nonostante i proclami – come sul rapporto pubblico-privato e su tanti altri capitoli. Arte fiera è un’impresa a perdere? Foraggiamola! La fiera di Bologna in cerca d’identità? Che si faccia le ossa! Fico, il bruco-mela del people mover, il passante? Ora cominceranno i cantieri e ne avremo per anni, aumenteranno gas di scarico e congestionamenti, alla faccia della transizione ecologica.

    Il fatto è che la città dorme, non «sazia», com’ebbe a dire l’incauto vescovo, ma rassegnata nella sua molto relativa opulenza (e forse, in un mondo che va a catafascio, non è poco). Una città che non produce cultura, in cui le istituzioni sono chiuse nei loro confini, ponti levatoi alzati. L’università in primis: un nuovo direttore generale che non conosce la città, tutto management ed efficienza; un rettore che pensa solo all’Alma Mater nella torre eburnea, mentre la città fuori s’arricchisce con gli studenti e ne soffre la presenza. Ma dipartimenti e istituti si guardano bene dal dialogare con la città e diffondere conoscenza. Gli istituti culturali? L’Istituto Cattaneo è tornato a fare quello che faceva e tant’è; l’Istituto Gramsci pure, guardando al Pci; l’Istituto Parri fa un pochino di tutto e niente (tutto è storia). Librerie e biblioteche guardano alla cassa e a ciò che «tira», figuriamoci proporre autori «diversi» e non di cassetta. La cineteca fa il suo lavoro, non discutendo più i suoi moduli rodati. E “la Repubblica”, una volta all’anno, ci porta le sue «idee», tanto originali quanto ovvie, parlando naturalmente di «giovani» e di «futuro». Peccato che anche Mauro Felicori si sia perduto, e con lui la magna Regione. Cosicché tutto ciò che è nuovo, in città, viene dai singoli, da esperienze sotterranee, poco riconosciute e premiate. E le uniche voci riconoscibili in città sono quelle del buon cardinale, di Roberto Morgantini, di Alessandro Bergonzoni e di… Gianni Morandi (e tanti, fortunatamente, meno visibili).

    Non stupiamoci dunque se il “modello Bologna” non ha fatto presa perché anche qui da noi, in fondo, era stato una nuvola di fumo, come alcuni avevano paventato. Non c‘è opposizione, non c’è critica, perché forse il vero «modello Bologna» è il conformismo. Perché una città che riesce a vivere con le sue disuguaglianze nascoste sotto il tappeto del progressismo, in fondo, va bene così.
    (Piergiorgio Ardeni, Cantiere Bologna, 4 agosto)

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  3. Tutti pensieri interessanti e condivisibili.
    Sintetizzo a modo mio.
    Voglio votare una coalizione che non investe in armi, altre strade e Passanti in città, trivellazioni e nucleare.
    Al contrario, che destina più risorse per istruzione e controllo della natalità, prevenzione sanitaria e ambientale, ricerca e produzioni pulite, risanamento dei siti inquinati e ferrovie moderne per pendolari, diritti basilari dei lavoratori (sanità, scuola e pubblico impiego in primo piano) e dei cittadini (italiani e di origine non comunitaria).
    Da qui al 2030 può bastare. Per il governo o per l'opposizione.
    Ciao!

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  4. Tempi duri.
    Un tempo si sarebbe detto al lavoro e alla lotta.
    E via, di buon ora, con l'Unità in mano davanti ad una fabbrica a discutere con gli operai e qualche impiegato.
    Ora siamo pensionati e oltretutto senza giornale, partito e ... donne.
    Sic

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  5. Si parla troppo di posti e di candidature. Da tutte le parti. Anziché di disarmo, sanità pubblica, asili e istruzione, trasporto pubblico, ecc.
    Sono indignata per le notizie relative alla candidatura di Elly Schlein. Non perché non la ritenga all'altezza. Ma perché considero la sua esperienza alla vicepresidenza della nostra Regione non conclusa. A metà mandato perché andare? Gli impegni presi vanno rispettati. E vale anche per chi si dice dovrebbe sostituirla: Isabella Conti, sindaca di San Lazzaro.
    Forse sono solo indiscrezioni. Ma una politica così non corrisponde alle mie aspettative e a quelle di molte amiche e colleghe.
    Anna

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  6. Anche per me l'Italia avrebbe bisogno di un cambio politico e generazionale di classi dirigenti. Quelle che si sono alternate fin qui non hanno fatto i passi avanti necessari. Sulla strategia della tensione e del terrore ieri, 4 agosto, era l'anniversario della bomba sul treno Italicus... prima abbiamo ricordato l'abbattimento dell'aereo Itavia sui cieli di Ustica.... Nessuna giustizia. Solo depistaggi.... Possiamo dire che lo Stato, gli alleati europei e la Nato non garantiscono affatto la sicurezza dei cittadini? Senza per questo essere accusati di essere amici di Putin o di altri regimi e ideologie?
    Ecco perché ora non mi convincono gli schieramenti in campagna elettorale (Meloni o Letta junior). Sono la monotona continuità con il passato. Tra l'altro a sinistra insistere su "l'Agenda Draghi" e "l'italiano più famoso al mondo" è indice di povertà di pensiero, di personale e di capacità innovativa.
    L'alternativa di Renzi non esiste dato che è lui che ha governato il paese nella passata legislatura ed è lui che ci ha portato Draghi e le sue "ricette" liberiste valide tanto per PD, quanto per Casini, Berlusconi e Destre. I 5S. si sono persi e divisi per loro limiti culturali e politici. Il più grave per me è non aver saputo resistere alle pressioni altrui ed essersi iminvischiati nel tritacarne della vecchia politica.... compromettendo progressivamente la loro credibilità di soggetto di cambiamento.
    E ora?
    Ci vorrebbe qualcosa di nuovo, che riprendesse le ragioni degli scienziati per l'ambiente, dei fridays for future, dei movimenti pacifisti internazionali, di slow food.....
    Petrini, Santoro, De Magistris, Conte, Tarquinio, Bonelli, Fratoianni, Castellina, Mercalli, De Masi, Saraceno, Zagrebelsky, Montanari, De Petris, Viale, Evi, Lerner .... mi sembrano tutte persone libere e capaci di rappresentare un popolo irrequieto che cerca strade nuove......
    Ciao!

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  7. elettorale Bologna si candida a essere ‘modello’. In questa città, si afferma, si sono create le condizioni per un ‘campo largo’ capace di mettere al centro del proprio percorso amministrativo crisi climatica e giustizia sociale.

    A ormai quasi un anno dall’insediamento della nuova maggioranza a Palazzo d’Accursio, tuttavia, i conti non tornano. Perché, a fronte di qualche chilometro di pista ciclabile, un paio di cuscini berlinesi e altrettante piazze scolastiche, il Consiglio Comunale ha approvato la cementificazione di ulteriore territorio con l’allargamento delle autostrade che attraversano la città, ovvero il ‘Passante di Mezzo’ e la A13 Bologna-Padova. Lo stop alla realizzazione di nuovi poli logistici approvato dalla Città Metropolitana è un passo in avanti, ma il consumo di suolo ha mille facce e la logistica continua a essere un settore a forte impronta ecologica. Poco o nulla è emerso per l’efficienza energetica degli edifici, mentre per quanto riguarda la mobilità urbana l’idea di far pagare chi dovesse ostinarsi a voler usare l’auto privata suona più come un ‘chi ha i soldi paga e inquina’ che come una soluzione capace di cambiare abitudini, migliorare la qualità della vita delle/dei bolognesi e garantire giustizia sociale. 

    Nel 2019 il Consiglio Comunale ha dichiarato l’emergenza climatica. La nuova maggioranza, insediandosi, l’ha inserita tra le proprie priorità. Eppure, tra il dire e il fare, resta il mare. Ma, al di là del poco realizzato o approvato, il ‘modello Bologna’ – cui molte/i associano anche il ‘modello Emilia-Romagna’ – rappresenta un laboratorio nel quale, a fronte della spinta che proviene soprattutto dalle giovani generazioni, l’emergenza climatica si affronta a suon di compensazioni e mitigazioni. Sono quelle votate, con un ordine del giorno, per giustificare un cambio repentino di opinione sull’allargamento del Passante, ma anche tutte quelle soluzioni e proposte che, invece di produrre un radicale cambio di paradigma, continuano a parlarci di gradualità, sviluppo, profitto. 
    (Continua)

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  8. Con Meloni e Salvini (che preferisco al corruttore Berlusconi) non ho politicamente nulla da spartire. Il modo come agitano il tema migranti mi indispone.
    Ma Letta se vuole sconfiggere le destre pericolose non può fare appello all'uomo che è al governo anche grazie a una parte di loro e non può escludere quelli con cui diceva di volersi allegare fino ad un mese fa.
    Vele85

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