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Il 3 settembre 2015 la Feltrinelli pubblica un libro da troppi sottovalutato ... |
Ameno di un mese dalle elezioni politiche c'è un grande assente nella campagna elettorale: l’emergenza climatica ed ecologica. Sebbene, sulla scia di qualche evento climatico estremo, il tema faccia capolino, accennato timidamente da qualche politico, e il concetto fumoso di “ambiente” sia entrato nella “to do list” di ogni candidata/o, quello che notiamo è che il tema rimane nascosto in una foschia concettuale, usato in maniera strumentale come spauracchio o come acchiappavoti.
Manca il racconto della trasversalità del problema.
Non si può parlare di lavoro, di migrazione, di aumento dei prezzi del cibo e dell’energia, di natalità, senza parlare di cambiamento climatico. Non si può parlare di futuro, perché non ne avremo uno vivibile se non agiamo in maniera radicale.
Insomma, il tema è affrontato solo in maniera settaria, dando vita così a insensati ricatti, come il celeberrimo lavoro/ambiente. Eppure siamo in una delle estati più calde di sempre, il Po è ai minimi storici, i nubifragi sono sempre più intensi, il conflitto russo ucraino ha evidenziato la dipendenza del nostro Paese dai combustibili fossili e da regimi autoritari. Potrebbe essere il momento migliore per parlare seriamente di cambiamenti climatici e di come adattarci alla nuova normalità, come tra l’altro chiede la comunità scientifica italiana. Ma invece si continua a non voler guardare la realtà. In questo caso, non regge nemmeno la scusa del “non abbiamo soluzioni efficaci” perché le soluzioni ci sono come ci ricorda “energie per l’Italia”. Insomma, crediamo di trovarci di fronte a un problema di volontà politica.
A questo punto viene da chiedersi: perché se la situazione è così grave nessuno tra i candidati/e sembra preoccuparsi dell’emergenza climatica ed ecologica?
La risposta che XR si dà è che la democrazia rappresentativa non favorisce più la presa di decisioni efficaci. Infatti, la democrazia rappresentativa funziona sulla logica della delega. La nostra legge elettorale aumenta la distanza tra il rappresentante politico e il suo bacino elettorale. Venendo meno il confronto costante, l’essere collegato al territorio, il cittadino non si sente rappresentato e guarda disilluso alla politica.
La democrazia sembra diventata un simulacro, mera forma senza sostanza. E così prevalgono gli spot che solleticano la pancia, le soluzioni facili, che favoriscono il tifo, unica forma di partecipazione rimasta al cittadino insieme alla “X” sulla scheda elettorale ogni 5 anni. In questo contesto non c’è spazio per temi complessi che necessitano di soluzioni complesse, non c’è consenso per i provvedimenti radicali e necessari. Come posso accettare sacrifici se a imporli è una classe politica di cui non mi fido più?
In un contesto di disaffezione la politica diventa sempre più il terreno di gioco delle élite, sempre più al servizio dei grandi capitali privati. Solo così si spiegano i circa 40 mld di incentivi pubblici per il fossile.
Cosa fare quindi? Provare a risollevare la democrazia, rafforzarla con correttivi, coinvolgere davvero i cittadini, andare oltre la politica. E se dessimo spazio alla democrazia partecipativa, ormai realtà in moltissimi Paesi? E se affiancassimo un’assemblea cittadina nazionale estratta a sorte al Parlamento?
Nella “politica dello spot” si privilegia il brevissimo periodo e le soluzioni semplicistiche. Noi crediamo che il sorteggio stratificato (per sesso, estrazione sociale ed età) possa garantire una buona rappresentanza della demografia del nostro Paese. Inoltre, favorirebbe la partecipazione di cittadini che non abbiano interessi preconcetti e posizioni di rendita da mantenere. Infine, crediamo che il coinvolgimento nelle decisioni di chi di solito le subisce soltanto, possa rendere più accettabili e condivisi i provvedimenti necessari.
Durante le assemblee cittadine, per consentire a tutti di avere strumenti di comprensione per decidere, vi è una fase di informazione pubblica, durante la quale i portatori di interessi e gli esperti del tema in discussione danno un quadro completo del problema. Immaginate che queste sessioni vengano seguite dai media, immaginate come crescerebbe il dibattito informato fuori dall’assemblea. Tutto ciò, inoltre, gioverebbe alla classe politica incentivandone l’azione e ridandole primato sull’economia.
A Bologna, dopo 2 scioperi della fame e 2 anni di negoziati, condotti da attiviste/i di XR, il Consiglio comunale ha inserito le assemblee cittadine nel regolamento di partecipazione. L’assemblea dovrebbe cominciare a ottobre 2022.
Perché nessuno accenna al tema in campagna elettorale? A chi giova questo triste silenzio?
Extinction Rebellion, il Fatto Quotidiano, 29 agosto
Breve fotocronaca di una storia italiana (di impegno civile e Politico)
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27 settembre 2019: un lunghissimo corteo di ragazze e ragazzi, studenti medi ed universitari, ma non solo attraversa le vie di Bologna accogliendo l'appello internazionale di Fridays for Future per fronteggiare con misure radicali l'emergenza climatica ed ecologica ... |
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30 settembre 2019: dopo la Giunta della Regione Emilia Romagna (si vota il rinnovo di Presidente e Consiglio nel gennaio 2020) anche il Consiglio Comunale di Bologna vota ben 3 ordini del giorno che dichiarano lo "stato di emergenza climatica ed ecologica". Dal balcone della Sala Rossa di Palazzo d'Accursio per qualche settimana sventolerà uno striscione ...
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7 dicembre 2019: in assenza di atti conseguenti all'emergenza da parte di Regione e Comune, Extinction Rebellion blocca per un'ora l'entrata 6 (direzione Sud) della Tangenziale di Bologna: No al Passante di Mezzo, altre sono le urgenze per la conversione ecologica della Città e del Paese ... (7 dicembre 2019)
| Il tratto caratterizzante di questo movimento "paz, amor y libertad" è gentile, determinato, inclusivo: bloccando il traffico scrivono "scusate il disagio, ma è anche per voi" ... (7 dicembre 2019)
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Settembre 2020: nessuna novità dai Palazzi delle Istituzioni, così nel cuore di Bologna parte lo sciopero della fame di Daniele Quattrocchi, attivista di Extinction Rebellion ... (2 settembre 2020) |
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"Per il pianeta non c'è più tempo!" scrive sul selciato con il gessetto una ragazza ... (5 settembre 2020)
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Lo stesso giorno nel cortile di una scuola di Vicolo Bolognetti, nel centro storico di Bologna, il fotografo scatta una originale interpretazione della "evoluzione della specie" ... (13 settembre 2020)
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"Terzo. Istituire le Assemblee cittadine". Estate 2022. Scrive Repubblica Bologna: "Penso davvero che stiamo facendo la storia degli strumenti di partecipazione" sostiene la ViceSindaca Emily Clancy ... "Se parliamo di urgenza climatica a Bologna non possiamo ignorare il Passante: è l'elefante nella stanza" conclude Pasquale Pagano (18 agosto 2022)
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Settembre 2022: la mobilitazione continua. La Marcia è una formidabile occasione per conoscere, argomentare, proporre la "rivoluzione ambientale" e la svolta istituzionale e di governo di cui c'è urgente bisogno ...
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Sabato 3 settembre: ore 14.30 incontro nella Piazzetta della Croce del Biacco per verificare insieme le contraddizioni dell'annunciato Passante di Mezzo, per parlare delle alternative mature e possibili |
Credo ci sia diffidenza sulla reale disponibilità delle classi dirigenti di fare crescere la democrazia.
RispondiEliminaA Bologna i referendum non sono mai stati rispettati o considerati: sul traffico [anni '80] e sulle risorse alle scuole [qualche anno fa]. Ma non si tratta di una peculiarità locale. Chi ha applicato il dettato del popolo [sovrano?] sull'acqua bene pubblico?
Con questi chiari di luna le affermazioni della Vicesindaca bolognese lasciano quantomeno perplessi perché i suoi colleghi di maggioranza [PD] hanno sempre sostenuto che la discussione sul Passante bolognese doveva vertere sul come e non sul se farlo. Quello era già stabilito da un accordo di ferro tra Governo, Regione, Comune ed ASPI. Con il beneplacito di Confindustria, sindacati confederali, organizzazioni economiche, banche.
Le assemblee cittadine composte da 100 partecipanti cosa potranno cambiare rispetto a questa determinazione?
Temo che anche chi si muove con le migliori intenzioni fatichera a modificare prassi consolidate.
Ciao!
Sostengo l'auspicio di Emily. Probabilmente lei sa più di tutti noi l'importanza di una svolta nella partecipazione delle persone e nella transizione ecologica perché Bologna assolva oggi e domani una funzione utile per il paese. Sono passati sei mesi dall'avvio della sua esperienza istituzionale e da persona attenta si sarà resa perfettamente conto delle resistenze palesi ed occulte presenti in città e in regione. A proposito delle quali da giorni mi torna un interrogativo sulle ragioni della candidatura di Elly in Parlamento. Una scelta personale o una proposta del partito della conservazione?
RispondiEliminaUn domanda scortese? Accetto pensieri.
Anna