martedì 8 marzo 2016

Non in mio nome!

In Europa si sta trattando. Tra i Governi della Comunità e con il Governo turco.
Matteo Renzi (che ha fatto anche dichiarazioni condivisibili a favore della libertà di stampa nel paese di Erdogan) ha detto che "si procede a piccoli passi" e si arriverà, con fatica, al risultato.
Ancora una volta è bene discutere e necessario precisare.
Piccoli passi in quale direzione e per raggiungere quale scopo?

Per me:
1. L'Europa deve aprire le porte e dare ospitalità a chi fugge da guerre, bombe, distruzioni e fame. Donne, uomini, giovani, bambini debbono essere ospitati con interventi straordinari ed ordinari che rispettino la dignità e i diritti fondamentali di ogni persona. I nostri paesi, le nostre comunità, memori dei viaggi intrapresi nel secolo scorso e ripresi negli ultimi tempi (in diverse condizioni) e coscienti delle condizioni migliori che oggi, comunque, viviamo (in un mondo globalizzato e in crisi) non possono offrire meno di quanto fanno paesi più piccoli e popoli più poveri.
Nessuno può parlare di "invasione dei nostri comuni e delle nostre regioni" vedendo immagini e conoscendo dati e fatti.
Vanno piuttosto avviate, subito e coscienti dei ritardi accumulati, politiche che favoriscano la comprensione, il rispetto, l'accoglienza, i diritti ed i doveri di tutti. Italiani, cittadini comunitari e no.
Vanno dunque smantellati i vecchi e i nuovi muri. Ideologici e materiali.
Vanno contrastati i mercanti di persone, vanno combattute le organizzazioni criminali che si arricchiscono su migranti e profughi.
Pace, sicurezza e libertà si costruiscono aprendo corridoi, costruendo ponti e organizzando il soccorso  umanitario.
2. L'Europa deve coordinare le politiche sociali, fiscali e di sicurezza.
Deve investire per un mondo sostenibile e più giusto.
Le politiche di difesa possono essere fatte a livello Comunitario, cedendo sovranità nazionali assurde nel terzo millennio, superando nazionalismi esasperati, pericolosi e costosi e risparmiando risorse da indirizzare alla cooperazione ed alla solidarietà, per ridurre diseguaglianze di classe e nazionali.
Lo sviluppo delle industrie belliche e di armi va fermato; le produzioni vanno limitate alla legittima difesa delle Comunità e degli Stati democratici e liberi; le produzioni eccedenti vanno convertite per produzioni utili alla comune convivenza ed alla sicurezza reciproca.
Insomma, meno muri, meno armi, meno Missioni Frontex, meno interventi militari unilaterali in Medio Oriente, Africa ed Asia; più servizi civili e sanitari per le persone che necessitano di assistenza, di cura, di serenità, di libertà; più cooperazione per costruire, qui ed ora, città multietniche ricche di cultura e di vita.
Società moderne, aperte, attrattive, affascinanti.
Anche così si combattono paura, incomprensioni, divisioni, guerre e gruppi terroristi.
3. L'Europa deve isolare progressivamente i regimi militari, dispotici ed autoritari.
Basta alleanze con chi arma i terroristi e con chi li protegge, più o meno dichiaratamente.
Stop ad accordi con chi ricatta e propone "affari" di breve periodo per pochi e a scapito della sicurezza comune e dei diritti delle persone.
La produzione ed il commercio diffuso delle armi è un pericolo. Prima o poi verranno usate. All'interno dei singoli paesi o contro altri paesi.
E' urgente rivedere i rapporti con Arabia Saudita ed Egitto.
E' inaccettabile concedere al Governo della Turchia miliardi di euro in cambio del blocco dei profughi verso l'Europa e del loro confino in un territorio di conflitto e di guerra.
Le Alleanze Militari non possono coprire dittature o regimi illiberali oppressivi.

Solo così si favoriscono processi di pacificazione, di liberazione e di democrazia.

Tutto il resto, non in mio nome!

8 commenti:

  1. ... e neppure in nome mio.
    Mercanteggiare miliardi e copertura di oppressione e crimini in cambio di blocco di gente disperata è una vergogna ed una complicità che rimarrà scritta nella storia dell'umanità.
    Come le rigidità con Tsipras e l'indifferenza per Orban.
    Altro che piccoli passi!
    L.

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  2. Ma qual è l'obiettivo di questi Governi Europei?
    Vogliono solo tenere a distanza i rifugiati che fuggono dalle guerre e dai regimi oppressivi?
    Franca

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    1. Vogliono conservare un sistema in crisi.
      Fare valere i punti di forza di cui dispongono. Innanzitutto centri di ricerca, controllo di tecnologie / risorse, produzione di armi.
      Se necessario si sacrificano democrazia e libertà. Si utilizzano gruppi terroristi / conflitti / guerre.
      Tempi bui.
      Ciao!

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    2. Franca, difficile rispondere. Credo ci siano interessi diversi e contrastanti in Europa e tra i vari Governi. Ed anche un insopportabile gioco delle parti. Propaganda per raccogliere consenso nei rispettivi paesi.
      Restano le inadeguatezze di fondo. La mancanza di strategie lungimiranti sui grandi problemi del mondo (la crisi ambientale, i contrasti sviluppo - arretratezza, ricchezze - povertà, invecchiamento - crescita demografica, ...), la illusione di perpetuare vecchi rapporti di forza, con i rischi conseguenti (di cui parla Ciao!).
      E' sicuro che l'Europa può esprimere di meglio di quanto non stiano facendo "queste" classi dirigenti.
      Dipende da tutti noi.
      Speriamo di non arrivare tardi, nei cambiamenti necessari.
      Gianni

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  3. L'Europa ha dichiarato chiuse le frontiere dei Balcani. Per accordo di tutti i 28 Governi della Unione.
    I profughi sono relegati nei campi della Grecia o in Turchia.
    Accoglienza zero!
    Il resto sono chiacchiere.
    Amed

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    1. Scelte miopi e irresponsabili.
      Contro le quali battersi.
      Possiamo essere sostanzialmente indifferenti alla situazione greca e finanziare con risorse comunitarie, una tantum, la Turchia illiberale?
      Un'altra Europa è possibile e necessaria.
      Proviamoci!
      Gianni

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  4. Cosa nasconde l'intrigo dei 4 lavoratori sequestrati in Libia?
    Anna

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    1. Allo stato difficile dirlo. Molte letture sono possibili.
      Di certo non conosciamo tutta la verità e, come hanno detto i famigliari di una delle vittime italiane e un loro avvocato, sarà difficile conoscerla in futuro, ma sarà ancora più difficile avere giustizia per queste morti.
      Di certo un intervento militare italiano o NATO aggraverebbero la situazione.
      Gianni

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