venerdì 18 marzo 2016

L'Italia nel pallone!

Una realtà quotidiana e un rifugio sicuro.
Un modo di dire e un gioco, anzi "il gioco", lo sport nazionale.
Riflettiamo.

L'Italia "nel pallone", è una realtà quotidiana.
Oggi, quasi all'unanimità, pensiamo che le politiche di austerità imposte dalle Autorità Europee siano punitive e sbagliate per il nostro Paese e per il suo futuro, ma accettiamo con notevole passività un Governo che tira sostanzialmente diritto in quella direzione: conferma la pessima legge Monti - Fornero (che ha creato ingiustizie e disastri per lavoratori e giovani), pratica una progressiva deregolamentazione del lavoro (che rende tutti coloro che producono - e non solo loro - più dipendenti e meno liberi), procede nella svendita dei Beni Comuni (attraverso le concessioni dell'acqua ai privati, le autorizzazioni a tempo indefinito alle multinazionali del petrolio delle estrazioni in mare, la riduzione delle risorse alle scuole pubbliche e la conferma dei finanziamenti alle "parificate", l'espropriazione dell'arte di strada per riempire musei a pagamento e svolgere grandi eventi commerciali).
Oggi, quasi tutti, conosciamo le bugie raccontate e ammesse dai potenti della terra per "fare" le atroci guerre in Afganistan, Iraq e Libia che hanno solo alimentato nuovi odii, stragi ed orrori, ma continuiamo ad assistere sostanzialmente silenti al saldarsi di alleanze politico - strategiche dei nostri "rappresentanti" istituzionali con uomini e regimi autoritari e illiberali (responsabili di orrendi crimini) finalizzati alla produzione ed al commercio di armi (soprattutto nel Medio Oriente e in Africa); al contenimento ed alla detenzione alle porte dell'Europa di migranti e rifugiati; alla preparazione di interventi ed azioni militari nel Mediterraneo, privi di motivazioni logiche, accettabili e verificabili.
Oggi, in tanti, vogliamo la "rottamazione" di classi dirigenti corrotte, arroganti e/o irresponsabili, ma non ci ribelliamo, come sarebbe necessario, ai patti dichiarati - o no - tra giovani politici in carriera e vecchi marpioni del potere, nuovi burocrati e manager di Stato, dell'imprenditoria e della finanza predatoria.
Oggi, sempre troppi, partecipiamo a scadenze elettorali basate su principi e regole forzatamente maggioritari e premianti con approcci propri di una cultura nazionale partecipativa, identitaria e progettuale distante anni luce dai sistemi bipolari e bipartitici propri di altri paesi da cui abbiamo copiato.
E, così, una coalizione che ottiene meno di un terzo dei votanti raccoglie una forza parlamentare quasi maggioritaria e senza efficaci contrappesi democratici. Una coalizione, già minoritaria nel paese, che subito si divide su scelte importanti (istituzionali e di governo) per aggregare e unire partiti e personaggi "contrapposti" al voto, che vuole imporre revisioni (chiamate "Riforme") Costituzionali di segno marcatamente autoritario e plebiscitario.
Oppure, a livello di territorio, prepara il dopo Marino alla guida di Roma (in crisi per Mafia Capitale), con una frantumazione estrema di candidature, che oramai vede in pista Giacchetti (PD), Fassina e/o Marino (a sinistra), Virginia Raggi (M5S), Marchini (Civivi di centro), Bertolaso (FI), Giorgia Meloni (FdI e Lega Nord).
Mentre a Milano corrono 3 manager, quasi indistinguibili, Sala (Centrosinistra), Parisi (Centrodestra), Passera (Centrocentro) e, sicuramente, altri candidati di sinistra e del M5S.
E, ancora, a Napoli il Sindaco Arancione, De Magistris, se la vedrà con Valeria Valente e Bassolino (divisi dopo le ennesime Primarie sconcertanti e divisive), e candidati di Centrodestra e del M5S.
Insomma, una lotteria che porterà ad amministrare le prime 3 grandi Città Metropolitane partiti o movimenti sicuramente minoritari, che al primo turno difficilmente supereranno il 25-30% dei consensi. A proposito della reale rappresentatività ed autorevolezza dei futuri Sindaci.
Si potrebbe continuare ...
Con molti altri esempi e racconti di vita quotidiana che testimoniano di un'Italia "nel pallone".

E allora ... l'Italia si rifugia nel pallone!
Si, il Calcio, lo sport nazionale.
Una passione diffusa e coinvolgente, a suo modo affascinante.
Un'arma potente di "distrazione" di massa.
A cui tutti contribuiamo, ridefinendo schieramenti e frazionandoci all'interno di ogni tifoseria.
Mesi fa, dopo la finale di Champions League, Barca - Juve, e poi a Campionato iniziato si è scritto, qui, Tutti contenti.
Oggi, non si può che confermare. Quasi esistesse una Regia discreta e sapiente.
Abbiamo tutti motivi di interesse, di rinnovata sfida e di interessante verifica.
Riflettiamo.
Contenti gli juventini.
Sono in finale di Coppa Italia (comunque uno dei 3 principali tornei disponibili). Sono ritornati in testa al Campionato, dopo una triste partenza ed una sequenza record (18 vittorie ed 1 pareggio su 19 incontri, con la quasi massima imbattibilità di Buffon e della difesa). Sono usciti con rabbia ed amarezza ma a testa alta dalla CL ad opera del grande Bayern di Guardiola e di tanti campioni del mondo, subendo i gol decisivi solo al 90' e nei supplementari, dopo una partita indimenticabile e dominata (a caro prezzo) per un'ora nel prestigioso scenario dell'Allianz Arena di Monaco.
Ora si tratterà di vedere la tenuta, soprattutto psicologica, della squadra, di nuovo in emergenza per alcuni protagonisti infortunati (come a inizio stagione). Ma anche temprati da importanti prove e Allegri.
Contenti i napoletani.
La loro squadra è cresciuta sotto la guida di Sarri e di un grande attacco e un Higuain infallibile. Può essere davvero il suo anno. L'euforia è ragionevole, dopo le capacità dimostrate e a soli 3 punti dalla testa.
Contenti i romanisti.
Con l'arrivo di Spalletti la crisi è superata. La squadra è ritrovata, anche per innesti di mercato molto utili e sapienti nuovi equilibri in campo e nello spogliatoio. La Champions è decisamente alla portata.
Contenti gli interisti.
Sono passate le illusioni alimentate dall'ottimo e fortunato girone d'andata, ma anche il pessimo avvio di anno e Mancini pare finalmente avere capito che al gruppo dei suoi giocatori occorrono maggiori certezze e gerarchie. La (sfortunata) prova d'orgoglio e di gioco dimostrata nella semifinale di Coppa Italia, con la lezione impartita alla Juve, hanno tonificato squadra e, soprattutto, i tifosi. Ora il quarto posto pare una conclusione alla portata e accettabile e, se qualcuno sopra, cedesse ... Importante la trasferta nella capitale, anche a prescindere dai 3 punti.
Contenti i fiorentini.
Forse erano eccessive le speranze di podio ma si continua a combattere per il quarto posto e, se qualcosa si è rotto nella splendida favola con Paulo Sousa, restano belle prestazioni di gruppo e giovani speranze da fare crescere e mettere a profitto.
Contenti i milanisti.
Il momento peggiore è passato. L'Europa è decisamente alla portata, come la Coppa Italia. Forse Mihajlovic non sarà l'allenatore del futuro, ma la stagione non è assolutamente chiusa e la conquista di un trofeo può motivare e impreziosire una stagione e portare la ambiziosa proprietà a nuovi importanti investimenti.
Contenti gli emiliani.
Il Sassuolo si è confermato una realtà importante e promettente. Con ottimo gioco, allenatore e individualità importanti, nel presente e per il futuro.
Il Bologna, con Donadoni, ha compiuto una svolta esaltante e difficile da ipotizzare a inizio anno. Ha vinto importanti partite fuori casa, ha battuto il Napoli ed è l'unica squadra ad avere fermato la Juve (nelle ultime 19 partite). Si può solo guardare con fiducia al futuro, forti di un patrimonio rivalutato e della ricca proprietà (italo) canadese, che può contribuire a dare lustro ad una città calata di prestigio internazionale.
Il Carpi, ritrovato Castori, lotta per una difficilissima salvezza che, ora, dista comunque solo 2 punti. Come prima esperienza, chi lo avrebbe potuto credere?
Analogamente i frusinati.
La squadra di Stellone ha un punto in più dei concorrenti emiliani e si trova a solo un punto da un Palermo sempre condizionato dall'umore e dalle "imprese" del padre padrone Zamparini.
Come la Lazio, del Presidente Lotito.
Ultima speranza del calcio italiano in Europa, crollata impietosamente 0-3 contro i cechi.
Ma coraggio. Dalle disillusioni (maturate da tempo) e dal fondo (o quasi) ci si può solo rialzare.
Come dimostrano anche il Cagliari o il Crotone, che guidano la Serie B e sono pronte per salire nel massimo torneo del calcio nazionale. Insieme ad altre importanti e piccole città, solo impropriamente chiamate a volte "provinciali".
Insomma, tutto è in gioco. L'importante è partecipare, appassionarsi, scommettere!

Se l'Italia è "nel pallone", il pallone è anche un incredibile rifugio, sempre aperto.
Capace di fare sognare (tanti), di concentrare gli interessi e il business (per pochi).

16 commenti:

  1. Riflettiamo, come dici tu.
    Vuoi dire, ad esempio, che con il Frosinone in A, i frusinati non pensano troppo alla loro città, purtroppo prima nell'inquinamento atmosferico da polveri?
    "Un'arma di distrazione di massa" in effetti.
    Ciao!

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    1. Messa così, pare una forzatura.
      Sicuramente il calcio è:
      per qualcuno un business, lecito o illecito;
      per molti una passione, sana e legittima;
      per troppi "un rifugio", da usare secondo necessità o dove riversare le proprie ideologie e frustrazioni.
      Gianni

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  2. Interessante.
    Solo una considerazione sulla scontentezza degli juventini.
    I bianconeri hanno perso i quarti di CL con Siviglia e tedeschi incontrati nel girone.
    Carlo

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    1. Sulla considerazione. Se la Juve fosse arrivata prima nel suo girone (dove ha battuto 2 volte il City) sicuramente avrebbe incontrato, negli ottavi, una squadra meno forte del Bayern ...
      Tuttavia, essere eliminati così è una esperienza amara ma che riempie di orgoglio e di esperienza.
      Aggiungo, più importante di certe discutibili vittorie.
      Gianni

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  3. Quanto ad essere "nel pallone" anche in Emilia ci diamo da fare.
    A Bologna gli esempi si moltiplicano. Potremmo parlare di Civis, di Regione, di Hera, di Idice, di Parco Nord, di Fiera, di Trenino su rotaia sopraelevate per l'Aeroporto o di Passante Nord ... Un lungo elenco.
    A poche settimane dalle elezioni per il Sindaco diamo priorità alla confusa preparazione delle liste e dei candidati.
    Si legge che i più avanti siano quelli del PD, che ricandidano un Sindaco considerato poco brillante. In effetti dopo avere presentato tutti i candidati ne hanno già rimosso e sostituito uno considerato impresentabile. Si era distinto nelle critiche al Sindaco e in petizioni varie contro sue decisioni.
    Alleati sono Sel che si divide. Alcuni tenaci. Altri per cambiare.
    Insieme a partitini comunisti, centri sociali ex Cinque Stelle ed ex DS non PD hanno messo insieme una Coalizione chiamata Civica (?) che si propone il Ballo dello Sgombero. Hanno scelto il candidato con Primarie e polemiche. Dopo il voto molti perdenti si sono ritirati.
    Il MoVimento di Grillo ha deciso senza consultazioni elettroniche uno dei fedelissimi. Molti consiglieri storici sono stati dimessi in tempo.
    A destra si candida l'ex Leghista Manes, amico del sindaco di Verona, molto apprezzato da alcuni Renziani e sostenuto da Alfaniani, Galletti e Casini.
    Poi una nuova leghista la Bergonzoni non voluta da una parte di Berlusconiani che forse candidano un ex Alleanza Nazionale.
    Chiaro? Auguri!
    Quanto al Pallone rotondo.
    Qui siamo oltre le Cinque Stelle. Quasi al Settimo Cielo.
    Il Sassuolo di Squinzi fa innamorare nonostante il suo Presidente.
    Il Bologna di Saputo rilancia la città e forse il Suo Sindaco che ha sposato lo Stadio rinnovato e Mercato.
    Il Carpi è in tenace ripresa.
    Insomma il Pallone è nettamente più popolare dei politici "nel pallone"!
    Si votasse negli Stadi si raccoglierebbero più voti che nei Seggi.
    Almeno per ora!
    Ma sognare non costa molto ...
    Mario Cinico

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    1. Bologna "nel pallone", in effetti, merita un adeguato approfondimento.
      Anticipo solo che, secondo me, la città non ha bisogno di un Sindaco più brillante, ma innanzitutto più lungimirante ed espressione di un diverso blocco sociale e culturale e di una nuova alleanza politica.
      Un Sindaco capace di maggiore sintonia con i suoi concittadini che partecipano alla vita democratica ed istituzionale.
      Gianni

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  4. Una volta si diceva che l'oppio dei popoli erano le religioni.
    Per i nuovi filosofi sono Messi, Ronaldo, Higuain e Dybala?
    Siamo al revisionismo storico.
    m.m.

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    1. Al tempo, m.m.
      Il revisionismo storico è una rilettura interessata e di parte di fatti e processi già avvenuti.
      Messi, Ronaldo, Higuain e Dybala sono splendidi campioni o aspiranti campioni che è bello vedere, sostenere o contrastare, discutere e criticare, applaudire.
      Con passione e ragione.
      Consapevoli e coscienti dei problemi del calcio e delle contraddizioni della società.
      Gianni

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  5. Macché.
    Nel pallone sono solo quelli interessati ad un mondo diverso, ma che non uniscono le idee e le forze.
    Tutti gli altri sono ok. Vai tranquillo.
    Tutti contenti? Non esiste.
    Non certo gli interisti, che a Natale hanno festeggiato prematuramente la ritrovata alta quota e a cui il 2016 ha riservato solo delusioni. Compreso un inutile 3-0 sulla Juve.
    Non certo i Campioni d'Italia, che si ricorderanno a lungo Monaco di Baviera e l'ennesimo stop in Europa.
    Non certo i milanisti che con questo campionato non torneranno nella Coppa internazionale che conta.
    Non i romani. Con la Roma che avrebbe dovuto approfittare dell'anno di transizione dei principali concorrenti delle ultime stagioni. Con la Lazio in caduta libera.
    Che poi il calcio sia comunque preferibile all'attuale gioco truccato della politica possibile, certo che SI.
    Nik

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    1. Un punto di vista interessante.
      Che poi "questo" calcio sia preferibile alla "politica possibile" non so.
      Personalmente vorrei una politica più forte, partecipata e capace di costruire un mondo migliore e un calcio più sano, logico e sportivo.
      Gianni

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  6. Io invece sono deluso.
    Perché il Bologna ha solo fermato la Juve e non l'ha battuta.
    Perché il Bologna ha azzeccato prevalentemente un ottimo allenatore che per questo è già nel mirino di piazze più prestigiose.
    Sic

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    1. Dai, al Bologna bastava il pareggio e non ha spinto.
      Comunque, quanto all'allenatore, Saputo garantisce: Donadoni ha un contratto e "resterà".
      Gianni

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  7. "Distrazione" o distruzione?
    È un refuso e un gioco di parole?
    s.

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    1. Io sono, naturalmente, per la ... distrazione.
      Nessuna distruzione.
      Gianni

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  8. intanto le vittorie salgono a 19 su 20.
    però devo dire che l'arma di distrazione di massa sono state le unioni civili, le step child adoptions e il family day.

    secondo me il pallone non serve per distrarre, è un fattore culturale. poi sicuramente in alcuni casi la si usa come arma di distrazione, quando ad esempio si fanno question time in parlamento su un rigore dato o non dato.
    o quando "il mattino" di napoli getta sospetti quotidiani sul campionato.
    quindi, o è un'arma di distrazione ultradecennale e sempre pronta alla bisogna, o siamo proprio così (nonostante qualche atteggiamento snobistico di chi si indigna per l'attenzione data a 22 persone in mutande che inseguono un pallone).
    ciao

    MDC

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    1. Tutti contenti gli juventini: 58 punti su 60, nelle ultime 20 partite di campionato. In più il nuovo record di Buffon e della fase difensiva, con quasi mille minuti senza subire gol.
      Comprensibile il risentimento per le continue accuse che piovono su una squadra che obiettivamente ha: tantissimi tifosi, tantissimi avversari e qualche nemico; diversi episodi di "sudditanza psicologica" degli arbitri, una pesante condanna sportiva per illeciti, che hanno alimentato una continua campagna di delegittimazione dei suoi risultati.
      Quanto alle unioni civili, le considero un passo avanti nella legislazione italiana.
      Le adozioni parentali, un diritto negato.
      Il family day, una manifestazione di parte.
      Gianni

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