Vita pacifica (Bologna, 2016) |
Laici, cattolici, mussulmani insieme contro un nuovo fronte di guerra, contro una missione militare italiana, europea o NATO in Libia.
Donne e uomini per il ripristino dell'articolo 11 della Costituzione italiana, per risolvere con l'ascolto, il dialogo, lo studio e le trattative "le controversie internazionali", per ridurre "la produzione ed il commercio di armi", per convertire le industrie belliche verso produzioni socialmente utili.
Anziani e giovani si sono ritrovati, ancora una volta, nella splendida Piazza Maggiore, a Bologna, a manifestare per la vita e per la pace: suoni, canti, balli, girotondi, voci, parole, scritte.
Bello!
RispondiEliminaC'era molta gente?
Titti
La scritta proposta nella foto mi pare calzante, consapevole e incoraggiante: "Non siamo tutti qui, ma siamo qui per tutti".
EliminaUna assunzione di responsabilità ed un impegno.
Che continuano ...
Gianni
Provo a proporre una mia preoccupazione che nasce dalla forza che acquisiscono capi e partiti populisti in Europa e in America.
RispondiEliminaI regimi dispotici, le ingiustizie e le guerre ci sono in molti paesi del mondo.
Noi, democratici e di sinistra (non necessariamente DS o PD), ce la possiamo cavare con una posizione pacifista e di disarmo?
Oppure abbiamo il dovere di contribuire a risolvere conflitti infiniti anche mettendo in conto azioni di forza e interventi in armi per fini di pace e di giustizia sociale (come fecero i Partigiani e gli Alleati nella 2° guerra mondiale)?
pl
Per anni leader politici e uomini di Governo hanno sostenuto che per sconfiggere il terrorismo e le ideologie distruttive professate in varie parti del mondo, occorrevano "guerre infinite" ed eserciti potenti, più armi e più spese militari. Alcuni personaggi continuano ancora su quella strada, nonostante le esperienze. Altri costruiscono e vogliono nuovi muri.
EliminaPenso occorre andare in direzione opposta.
Investire più risorse per la coesistenza pacifica delle persone e dei popoli, per ridurre la fame e la miseria, per affermare ovunque uno sviluppo compatibile con l'ambiente e con la vita.
Negli ultimi decenni dovremmo avere imparato che la sicurezza è reciproca e va costruita e consolidata continuamente con azioni di pace, di solidarietà e di giustizia.
L'uso della forza militare deve essere limitato, finalizzato, regolato e deciso da Istituzioni autorevoli, riconosciute e rappresentative a livello internazionale: l'ONU.
E' una organizzazione inadeguata?
Bene, si discuta e decida una nuova Entità concordata tra gli Stati a partire da quelli più rappresentativi.
Ma basta interventi unilaterali o di parte, fuori dai confini nazionali.
Non ci sono bastate le scuse di Tony Blair (per la guerra in Iraq) e il monito di Barak Obama (sulla Libia)?
Gianni
Gente di buona volontà. Tra le bombe e gli attentati.
RispondiEliminas.