martedì 22 marzo 2016

La risposta al terrore

Bruxelles, cuore e capitale dell'Europa, è sotto attacco.
Terrore all'aeroporto e in metropolitana, decine di morti, molti feriti.
Come rispondere?
Si alzano immediate le voci dei sempre troppi corvi della politica, di personaggi improbabili e inaffidabili del mondo delle comunicazioni, di affaristi senza scrupoli e di nemici della democrazia.
Partiamo dalle esigenze più semplici e urgenti.

1. Occorre migliorare e qualificare gli organismi (nazionali e comunitari) di sicurezza e di protezione dei cittadini e delle popolazioni del Vecchio Continente, di prevenzione e di isolamento di uomini e gruppi in armi.
Colpisce come, a distanza di molti mesi dagli attacchi di Parigi e dalle indagini e dalle azioni di polizia in Belgio che ieri hanno portato alla cattura del giovane terrorista Salah Abdeslam, le notizie sui nuovi fatti rilevino una inadeguatezza di fondo ovvero inefficienze e inefficacia. Anche complicità?
2. Occorre rivalutare la politica e la capacità di affrontare con investimenti adeguati i grandi problemi sociali del nostro tempo.
Rinunciando a nuove azioni di guerra su territori extracomunitari che hanno l'unico certo effetto di alimentare ulteriormente conflitti, vittime, incomprensioni, odii e, inoltre, di indirizzare altre ingenti risorse verso spese in armi di morte e di distruzione della convivenza civile.
Da tempo, invece, le nostre autorità nazionali ed Europee discutono, trattano, si concentrano su missioni internazionali (dall'Afganistan all'Iraq, dalla Siria alla Libia, ad altri vari Paesi africani) che già sono risultate assolutamente improduttive per fronteggiare le azioni terroristiche dei combattenti belgi, francesi o inglesi e che, al contrario, stringono rapporti ed alleanze con uomini, regimi e gruppi di potere internazionali totalmente inaffidabili, pericolosi ed usi al terrore.
E' ora di discutere apertamente, ad esempio, sui "nostri" interlocutori Arabo Sauditi, Turchi ed Egiziani.
Uomini e donne del Governo Italiano e della Commissione Europea continuano a considerarli "importanti" e apprezzabili personalità, a finanziarli e/o a commerciare armi.
E' opportuno? Soprattutto nei termini e sui temi noti?
In cambio di un blocco e di un respingimento di milioni di profughi, prevalentemente donne e bambini, in marcia verso l'Europa.
Allo scopo di fare prevalere in paesi del Mediterraneo, del Medio Oriente, dell'Africa, milizie armate considerate o ritenute "amiche" e "fedeli" nello scontro armato tra fazioni in lotta,; anche se ogni distinzione risulta assai ardua e immotivata.
E, sottolineiamolo, nonostante sistematiche azioni illiberali, di repressione e di tortura nei loro paesi. Possiamo dimenticare o rimuovere Giulio Regeni o i 2 lavoratori dell'ENI, i giornalisti di Ankara e Istambul o i combattenti curdi contro l'ISIS?
Aprendo anche una opportuna discussione sui caratteri dello sviluppo sostenibile ed eco-compatibile in Italia e del Mondo; sulle relazioni intrattenute negli ultimi tempi dalle Autorità italiane e da grandi Gruppi imprenditoriali pubblici e privati con ricchi imprenditori e finanzieri (tra cui tanti arabi ed orientali) che hanno trattato, investito e comprato nelle nostre città pezzi importanti di territorio o di patrimonio collettivo e professionale.

Ancora una volta, ogni "fatto" deve essere attentamente analizzato, valutato, parte di una precisa e lungimirante strategia di cooperazione, di considerazione e rispetto dei diritti universali degli individui e di valorizzazione dei Beni Comuni.
Un'Altra Europa è necessaria e possibile.
Occorre unire e mobilitare tutte le forze sane e di pace.


15 commenti:

  1. Qualcuno vuole chiudere le frontiere nazionali. Ma così facendo si creerebbero maggiori danni ai terroristi, ai profughi o ai cittadini comunitari?
    s.

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    1. Chiudere le frontiere? Perché?
      I terroristi che hanno ucciso a Parigi erano francesi.
      Quelli che hanno colpito a Bruxelles erano belgi.
      Il problema sta nella inadeguatezza delle autorità politiche e di sicurezza preposte alla sicurezza ed alla prevenzione dei popoli europei. Non possiamo escludere complicità.
      Gianni

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  2. L'attacco all'Europa è possibile anche per la debolezza politica di cui ha dato evidenza negli ultimi tempi. Divisioni, nazionalismi, abbandoni tre/di Stati.
    Si sono fatti passi indietro nel progetto di Stati uniti e di unificazione sociale e politica.
    La alternativa mi sembra netta. Riprendiamo quel percorso e lo chiudiamo definitivamente?

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    1. La forza del terrorismo si accresce sicuramente dalla mancanza di politiche Comunitarie all'altezza delle sfide ecologiche e sociali del terzo millennio, dalle divisioni nazionalistiche, dalle scelte unilaterali, neo-coloniali e militari di importanti Paesi (Francia, Inghilterra, ... ed anche Belgio).
      E' sempre necessario pensare globalmente ed agire localmente.
      Gianni

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  3. New York, Gaza, Boston, Mogadiscio, Madrid, Santiago, Barcellona, Pechino, Hanoi, Parigi, Tel Aviv, Bruxelles, Peshawar, Londra, Gerusalemme, Mosca, Milano San Paolo, Caracas, Roma, Damasco, Joannesburg, Venezia, Aleppo, San Pietroburgo, Mosul, Berlino, Bagdad, Rio, Kabul, Los Angeles, Qandahar, Tirana, Belgrado, Praga, Tripoli, Tokio, Manila, Misurata, Firenze, Atene, Varsavia, Dacca, Stoccolma, Il Cairo, Toronto, Ankara, Canton, Città del Messico ...
    Cosa ci illude che la vita in queste città possa ancora a lungo essere diversa se ovunque mangiamo hamburger o su-shi, beviamo coca cola e champagne, guidiamo Toyota e Wolkswagen, usiamo Nokia e Philips, vestiamo Armani o Luis Vuitton?
    *****

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  4. La vera risposta al terrorismo? Gli Stati Uniti d'Europa!
    Un parlamento ed un governo eletti a suffragio universale.
    Forze armate e servizi di sicurezza unificati.
    Se loro alzano il tiro, facciamolo anche noi.
    Con una risposta forte, di unità e di democrazia.
    Ale

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    1. In fondo sono gli obiettivi del governo italiano e di Renzi.
      Certo non facili da perseguire considerando le spinte nazionaliste.
      Antonio

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    2. Concordo sulla necessità di un'Europa più unita e democratica, capace di politiche sociali, industriali e di difesa coerenti con i tempi e le emergenze planetarie.
      Non mi pare che la Commissione Juncker e i Governi nazionali (incluso il nostro) operino in questa direzione.
      La lunga trattativa condotta nel 2015 con la Grecia è stata una occasione persa da tutti.
      Così le estenuanti e improduttive trattative sulla questione epocale dei migranti, dei rifugiati e dei profughi. Con gli ultimi esiti vergognosi.
      Le risposte post attacchi a Parigi, dopo Bruxelles, si confermano imbarazzanti.
      In questo contesto, possiamo accontentarci delle prudenze di Renzi in risposta alle smanie interventiste e militari di "statisti" e politici screditati?
      Gianni

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  5. Tra i colleghi e nella vita di ogni giorno avverto preoccupazione mista a senso di impotenza.
    Non sappiamo come reagire, che cosa fare.
    Ad esempio nei rapporti con arabi e mussulmani.
    s.

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    1. Ritengo anch'io assolutamente inadeguate le reazioni politiche, istituzionali e delle comunità locali agli eventi in corso.
      Ieri sera ho partecipato ad una iniziativa in piazza Nettuno a Bologna. Mi è parsa rituale, priva di tensione positiva e propositiva. Probabilmente condizionata da promotori e protagonisti prevalentemente affaccendati in altre faccende. Quasi le questioni che si pongono a tutti noi con gli attacchi di Parigi e Bruxelles non riguardassero il presente ed il futuro delle nostre comunità, le contraddizioni sociali ed i progetti di governo di città e paesi.
      Gianni

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    2. Vuoi dire che anche a Bologna possiamo fare di più contro i terroristi di Brussels e dell'IS?
      s.

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    3. Don Matteo Zuppi parla di "cuori chiusi e aggressivi".
      C'è sintonia. Ma servono fatti.
      Ciao!

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  6. Per sconfiggere gli uomini del terrore non si deve demonizzarli, bensì capire meglio ciò che li muove. Mi ha colpito che diversi di loro sono uniti dai trascorsi in carcere.
    Sarebbe buona cosa capire quanto si fa per riabilitare i detenuti.
    È anche il caso di ragionare in merito all'efficienza delle forze di sicurezza e di intelligence. Invece si parla troppo di forze armate. Ma queste sembrano più adatte a fronteggiare eserciti che gruppi clandestini ...
    Poi la dimensione sociale del reclutamento. Si tratta di giovani delle periferie e di ragazzi che soffrono crisi di identità ... Guai sottovalutare i problemi dell'emarginazione ed il bisogno di uguaglianza nell'accesso al lavoro, ai diritti ed alle opportunità ...
    Anna

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