martedì 29 ottobre 2013

Avviso ai naviganti

Il voto di domenica in Trentino Alto Adige pare proporre alcuni dati chiari e clamorosi.
Primo. Il crollo delle liste dei fan di Silvio Berlusconi.
Alle provinciali di Trento, nel 2008, il Centrodestra italiano aveva contato 105.696 voti (il 36,5%). Oggi il candidato di Forza Trentino ha raccolto 10.628 voti (4,3%), quello della Lega Nord 16.395 (6,6%) e quello di Fratelli d'Italia 3.839 (1,5%). Berlusconi alle politiche di febbraio 71.983 voti (23,4%).
Alle provinciali di Bolzano, nel 2008, il PdL ottenne 25.294 voti (8,3%) e la Lega Nord 6.411 voti (2,1%). Domenica, insieme, Forza Alto Adige e Lega Nord si sono fermati a 7.118 voti (2,5%). Alle politiche 2013 Berlusconi aveva ottenuto 24.263 voti (8,1%).

Secondo. La perdita di voti del Centrosinistra e del PD.
Cinque anni fa il candidato Dellai conquistò i consensi di 165.046 elettori (57%) con la lista PD a 56.219 voti (21,6%). Oggi Rossi prende 144.609 voti (58,1%) e il PD 52.406 (22,1%). A febbraio il PD aveva ottenuto 72.852 voti (il 23,7%) e Bersani 94.960 (30,9%).
In lieve controtendenza Bolzano dove, a fronte della perdita della SVP (meno 15.309 voti e senza la precedente maggioranza assoluta) alle politiche di febbrao alleata del Centrosinista, il PD raggiunge 19.207 voti (6,7%). Nel 2008 ne prese 18.139 (6%). È però sorpassato dalla avanzata, ben più significativa, di una lista Verdi - SEL, che conquista 25.067 elettori (8,7%), contro i 17.743 (5,8%) ottenuti 5 anni fa, quando era presente anche una lista IdV che raccolse 5.009 voti (1,6%). Alle politiche di febbraio il PD aveva raccolto 28.372 voti (9,5%) e Bersani 176.128 (58,9%).
Terzo. Non si consolidano ed affermano soluzioni nazionali prive di radicamento e di partecipazione democratica.
Infatti il crollo dell'alleanza che ha ruotato per vent'anni su Berlusconi non si riversa sul tradizionale concorrente (ed oggi concorrente / convergente, se non alleato), il Centrosinistra. Ma neppure sul "terzo polo" che ha raccolto un grande successo alle politiche di febbraio. Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo entra per la prima volta nei Consigli provinciali, ma con consensi molto inferiori a quelli registrati ad inizio anno alle politiche: 14.240 voti (5,7%) nel Trentino, 7.097 voti (2,5%) in Alto Adige. Ben lontano dai 63.758 voti (20,8%) e 24.864 voti (8,3%) della Camera dei Deputati. Chi avanza sono alcune liste civiche, autonomiste, etniche (Max ed altri amici trentini ed altoatesini, potrebbero dirci di più).
Un avviso ai naviganti!
Una forte critica politica, non anti-politica! Alla politica praticata e a quella fatta di prevalente denuncia e centralizzazione di potere.
Dopo questo voto, si rafforzano alcuni interrogativi?
Enrico Letta ed il PD possono continuare ad avere come interlocutori privilegiati e condizionanti gli uomini e le donne del Cavaliere? Oppure, è opportuno chiedersi cosa e chi rappresentano, oggi, Alfano ed i Ministri del PdL?
La "Stabilità" può essere proposta come "Valore", a prescindere dai fatti e dalle politiche concretamente praticate? Forse, è bene dirsi che la stabilità è buona e apprezzabile se consente di migliorare (nel presente e/o nel futuro) il paese e la qualità della vita delle persone. Non è utile, invece, se gestisce le fortune di pochi e la rovina o l'impoverimento dei più.
Matteo Renzi e i suoi vecchi, nuovi e nuovissimi "rottamatori", possono insistere sul bipolarismo e sulla "vocazione maggioritaria"? Con quali costi, per la partecipazione e per la democrazia?
Nessuno può illudersi (nel tempo) di vivere di rendita o di nuovismo. Una rendita (materiale e simbolica) che, tra l'altro, si riduce giorno per giorno.
Neppure Grillo e il M5S possono illudersi: la crisi della vecchia politica non consolida necessariamente chi la denuncia senza avanzare e dare concretezza a progetti forti, coerenti e partecipati. Non servono e non vengono (più o sempre) apprezzati uomini (o anche binomi) soli al comando.
Anche perché questo è il tempo del cambiamento, della complessità, del rispetto, della dignità, delle conoscenze, di creatività, di pluralismo, di protagonismo, di fatti.

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