domenica 6 ottobre 2013

Lampedusa, le colombe e i falchi

Per non doverci più vergognare delle stragi di innocenti nel canale di Sicilia e della persecuzione dei superstiti, cosa dobbiamo fare ora, senza attendere altre vittime?
Ecco 6 terreni di iniziativa e di azione.
1. Promuovere, concertare (con Europa e paesi del Mediterraneo) e istituire corridoi umanitari per i profughi di guerre, conflitti e regimi autoritari con viaggi controllati e in sicurezza (navi e traghetti regolari) contro i traffici illegali, la carrette del mare e i barconi della morte (che procurano solo affari e potere per le organizzazioni criminali e corruzione nelle deboli e distratte autorità locali).

2. Organizzare una (vera) protezione civile: un insieme di interventi ed azioni finalizzate a tutelare le persone a rischio (non gli affari privati, come in epoca Bertolaso), su tutto il territorio nazionale e per ogni possibile evento.
3. Attivare politiche di accoglienza oltre i limiti e le restrizioni delle norme in materia di asilo e di rifugiati politici (l'Italia, oggi, ospita un numero di migranti e profughi inferiore rispetto a quello di molti altri paesi, europei e non). Attrezzarsi con servizi adeguati e chudere la brutta esperienza dei Centri per Immigrati in attesa di Espulsione, di fatto carceri sempre sovraffollati in cui i diritti di cittadinanza vengono sospesi (è civile costringere persone appena scampate ad un naufragio a passare la notte all'aperto, sotto la pioggia in un Centro di detenzione che ospita oltre il doppio di persone per cui è stato costruito?).
4. Cambiare politiche di respingimento e Leggi fallimentari (come la Bossi - Fini) che condizionano il permesso di soggiorno al contratto di lavoro e istituiscono il reato di clandestinità (clamoroso ed indecente che i superstiti dell'ultimo dramma a Lampedusa siano indagati e debbano pagare lo Stato italiano) e quello di favoreggiamento (per i pescatori e i naviganti che intervengono per soccorrere i naufraghi). Colpisce leggere che l'Italia spende, da anni, molte più risorse europee per il controllo delle frontiere e per il rimpatrio dei migranti che per i rifugiati e per l'integrazione.
5. Avviare adeguate politiche di integrazione, riconoscendo diritti fondamentali di cittadinanza, a partire dai bambini e dagli immigrati di seconda generazione.
6. Sviluppare politiche di pace, di disarmo e di cooperazione internazionale per fermare conflitti locali e guerre infinite (come quelle in atto da anni in Medio Oriente, in Africa e in Asia); per "risolvere pacificamente le controversie"; per contrastare e interrompere politiche neo coloniali di paesi europei (Francia ed Inghilterra su tutti) che intervengono (anche in armi) per controllare risorse e materie prime considerate (unilateralmente) strategiche.
Dunque, altro, decisamente altro, rispetto a quanto fatto in questi anni, dall'Italia e dall'Europa.
Solo pochi giorni fa, dopo la visita a Lampedusa e la "scossa" proposta da Papa Francesco, il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Interni, Angelino Alfano, ha dichiarato: "va potenziata la frontiera europea del Mediterraneo e il ruolo di Frontex, anche perché in questi flussi si annidano cellule terroristiche". Poi, davanti alle nuove vittime, oltre alla richiesta del premio Nobel per Lampedusa, ha sollecitato il rafforzamento dell'agenzia europea per le frontiere, con l'invio di altri mezzi, aerei e navali, per vigilare nel Mediterraneo ed ha difeso, ancora una volta, le leggi nazionali sull'immigrazione.
E Alfano continua ad essere presentato come colomba!
In queste ore, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha anche espresso, per lui, un imbarazzante "apprezzamento per l'impegno che sta dispiegando". Aggiungendo un monito (che suona autocritico, per chi è stato Ministro e Presidente da molti anni!) "l'esigenza di politiche specificatamente rivolte al fenomeno dei profughi e dei richiedenti asilo, non regolate da alcuna legge italiana".
Ecco un importante banco di prova per il Governo Letta e per la "nuova maggioranza", che si propone libera dalle minacce di Silvio Berlusconi e dei suoi fan di destra e della Lega.
Resta la sensazione che troppi falchi sono ancora in volo e condizionano i nostri cieli. Ed anche qualche corvo e qualche altro rapace.
Gli agnelli e gli altri animali docili della grande arca sono avvertiti.
È urgente approntare e sostenere adeguate strategie.

Sull'argomento Massimo Gramellini, giornalista de La Stampa, a Che tempo che fa:
http://www.lastampa.it/2013/10/07/cultura/opinioni/buongiorno/kebrat-la-ragazza-dai-ricci-neri-NVwxrXaFeA7dBhQZXI6etM/pagina.html



Nessun commento:

Posta un commento