Il popolo del PD si affida a Matteo da Firenze. Ci sarà tempo per approfondire.
Intanto, deve fare riflettere lo scarso risultato di Gianni Cuperlo.
Intendiamoci, l'ultimo segretario della storica Federazione Giovanile Comunista Italiana ha proposto, almeno in questi mesi, una apprezzabile (non comune) lettura critica della società del nostro tempo, un approccio nobile (controcorrente) della politica come protagonismo di persone su comuni obiettivi sociali, una condivisibile (non praticata) distinzione di ruoli e responsabilità tra impegno politico ed istituzionale.
Roba vecchia? Tesi del passato?
No. Bisogni del presente e valori per costruire un futuro migliore.
E allora?
Sono prevalsi due errori capitali.
Primo.
L'assenza di una seria riflessione critica sulle politiche praticate negli ultimi tempi dai gruppi dirigenti nazionali ed europei:
la mancanza di riforme forti in coerenza con i principi e gli indirizzi della Carta Costituzionale e di un mondo eco compatibile negli anni e nelle istituzioni in cui si è governato;
una opposizione organizzata e su contenuti precisi e sostanziali quando hanno vinto le destre neo liberiste, Berlusconi e i suoi;
le pratiche illegali e da casta esercitate da troppi amministratori e rappresentanti politici, spesso subalterne ad interessi ed affari di imprese e di gruppi economici e finanziari, di varie lobby, salotti e centri di potere;
infine, il sostegno alle cosiddette "larghe intese", che hanno accompagnato le scelte irresponsabili e deboli dei Governi Monti e LettAlfano e del confermato (ottantottenne) Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Secondo (e insieme).
La foto di gruppo. Con la presenza caratterizzante (e ingombrante) di una parte significativa del gruppo dirigente storico.
Personaggi oramai separati anche dal "loro popolo" e incapaci di rappresentare bisogni ed aspettative del mondo del lavoro, dei disoccupati, degli inoccupati, degli "esodati", degli artigiani, delle persone che più soffrono le ingiustizie della società.
Dirigenti apparsi più avvezzi al potere, al politichese, alle metafore, al comando, che al cambiamento, alla solidarietà, alla giustizia sociale, al rinnovamento, alla partecipazione.
Dirigenti sempre avari di autocritiche, disinteressati al confronto di merito e trasparente, incapaci di lotta politica aperta, ma capaci di "tradire" (parola di Bersani) e di accettare la convivenza, nello stesso partito, con traditori e fautori di "complotti".
Uno tsunami si è abbattuto su un gruppo dirigente che ha sbagliato troppo e su un candidato, Gianni Cuperlo, forse incolpevole e sicuramente meno responsabile di tanti altri, anche di una parte di coloro che hanno sostenuto il vincitore.
Forse le primarie hanno davvero segnato "la fine di un gruppo dirigente della sinistra" come dice Matteo Renzi.
Resta da dimostrare che sia stato scelto "un nuovo gruppo dirigente" e "una nuova sinistra".
Intanto, deve fare riflettere lo scarso risultato di Gianni Cuperlo.
Intendiamoci, l'ultimo segretario della storica Federazione Giovanile Comunista Italiana ha proposto, almeno in questi mesi, una apprezzabile (non comune) lettura critica della società del nostro tempo, un approccio nobile (controcorrente) della politica come protagonismo di persone su comuni obiettivi sociali, una condivisibile (non praticata) distinzione di ruoli e responsabilità tra impegno politico ed istituzionale.
Roba vecchia? Tesi del passato?
No. Bisogni del presente e valori per costruire un futuro migliore.
E allora?
Sono prevalsi due errori capitali.
Primo.
L'assenza di una seria riflessione critica sulle politiche praticate negli ultimi tempi dai gruppi dirigenti nazionali ed europei:
la mancanza di riforme forti in coerenza con i principi e gli indirizzi della Carta Costituzionale e di un mondo eco compatibile negli anni e nelle istituzioni in cui si è governato;
una opposizione organizzata e su contenuti precisi e sostanziali quando hanno vinto le destre neo liberiste, Berlusconi e i suoi;
le pratiche illegali e da casta esercitate da troppi amministratori e rappresentanti politici, spesso subalterne ad interessi ed affari di imprese e di gruppi economici e finanziari, di varie lobby, salotti e centri di potere;
infine, il sostegno alle cosiddette "larghe intese", che hanno accompagnato le scelte irresponsabili e deboli dei Governi Monti e LettAlfano e del confermato (ottantottenne) Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Secondo (e insieme).
La foto di gruppo. Con la presenza caratterizzante (e ingombrante) di una parte significativa del gruppo dirigente storico.
Personaggi oramai separati anche dal "loro popolo" e incapaci di rappresentare bisogni ed aspettative del mondo del lavoro, dei disoccupati, degli inoccupati, degli "esodati", degli artigiani, delle persone che più soffrono le ingiustizie della società.
Dirigenti apparsi più avvezzi al potere, al politichese, alle metafore, al comando, che al cambiamento, alla solidarietà, alla giustizia sociale, al rinnovamento, alla partecipazione.
Dirigenti sempre avari di autocritiche, disinteressati al confronto di merito e trasparente, incapaci di lotta politica aperta, ma capaci di "tradire" (parola di Bersani) e di accettare la convivenza, nello stesso partito, con traditori e fautori di "complotti".
Uno tsunami si è abbattuto su un gruppo dirigente che ha sbagliato troppo e su un candidato, Gianni Cuperlo, forse incolpevole e sicuramente meno responsabile di tanti altri, anche di una parte di coloro che hanno sostenuto il vincitore.
Forse le primarie hanno davvero segnato "la fine di un gruppo dirigente della sinistra" come dice Matteo Renzi.
Resta da dimostrare che sia stato scelto "un nuovo gruppo dirigente" e "una nuova sinistra".
Condivido l'analisi su Cuperlo e il gruppo dirigente che lo sosteneva , sicuramente l'esito delle primarie ha segnato la fine di una idea di una Sinistra subalterna alle logiche di potere , di un gruppo di dirigenti incollati ai loro incarichi e da sempre abituati a lotte intestine e di potere.
RispondiEliminaCuperlo è stato , a mio parere , percepito come elemento di continuità , con quelle logiche ,e per questo battuto sonoramente.
Ora la domanda è Il PD e Renzi sono la nuova Sinistra ?
Non credo , credo invece che il PD sia definitivamente approdato sulla sponda della Liberaldemocrazia.
Credo che per la Sinistra , grazie anche a Renzi si aprano , spazi nuovi .
Occorre ricercare , creare , assemblare ciò che in questo paese si può richiamare ad essa.
Non con formulette algebriche , ma con la forza delle idee , con la speranza di un mondo libero dal liberismo e con meno ferite ed ingiustizie sociali.
In ogni caso se si vuole governare questo paese col PD bisogna farci i conti .
Certamente non prima di aver dato vita a una forte e viva realtà di Sinistra.
Ciao
Gigi.
Si è chiusa una lunga e travagliata storia politica. Anche se molti ex PCI, PDS, DS si sono trasferiti nel PDR (il PD di Renzi). Piuttosto chi può ricostruire una Sinistra Europea autonoma dai poteri economici e finanziari? Che si presenti alle elezioni per il rinnovo del Parlamento continentale?
RispondiEliminaFrancesca
Che dire della Presidenza del PD a Cuperlo?
RispondiEliminaÈ un segno di forza o di debolezza di Renzi?
Non è che tutto continua come prima?
Grandi contese elettorali, poi si accordano per dividersi il potere?
Sono confusa.
L.
Ho letto un commento online di una giornalista di Califonia che rivela come trova un fidanzato (Mr.Right) 2 mesi dopo la rottura del suo ex fidanzato.
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