domenica 23 gennaio 2022

Nei "primi 100 giorni" di Lepore manca la Città reale. Che Progetto si persegue?

L'emergenza ambientale che grava su Bologna e l'Emilia Romagna resta senza risposte. Anzi ...











Anche questa volta pare che il Sindaco di Bologna misuri l'efficacia del "suo" governo "a prescindere" dai problemi preminenti della Città e del Paese. In questo approccio politico e culturale ha seguito pratiche assai diffuse dalle classi dirigenti nazionali e locali, riuscendo a contaminare nuovi compagni ed amici di coalizione. Il riferimento è alla conferenza stampa sui "primi 100 giorni" da Sindaco. Matteo Lepore ha parlato di "svolta della città in 30 interventi". Una scelta. Una ricercata "narrazione", che evidentemente sottovaluta la crisi e sopravvaluta la portata di ogni atto amministrativo intrapreso, abbozzato e indicato.


Glielo hanno ricordato molte persone. Prima e dopo il suo intervento. 

La pagina del Carlino Bologna sulla conferenza stampa del Sindaco ... (20 gennaio 2022)


Il Corriere: considera scontate le decisioni su infrastrutture per la mobilità e "prova a vedere la parte del bicchiere mezzo pieno" ... (20 gennaio 2022)


Repubblica Bologna: si preoccupa di presentare il volto "verde e sociale" di Lepore occultando un mandato di cantieri per aggiungere altro asfalto e cemento e di alimentare, a sinistra, lo scontro politico ... (20 gennaio 2022)
 



















































































































Quanto a TV, radio e giornali sono gli stessi che, contemporaneamente, hanno proposto senza alcuna apparente relazione dati e/o (prevalentemente) notizie relative a due altre grandi questioni che interessano Bologna, l'Emilia e l'Italia intera: la pandemia e l'inquinamento. Un mix tremendo da cui nessuno che vuole davvero governare i processi sociali, economici e produttivi può più prescindere. 

Il virus e lo smog continuano a colpire duro. Durissimo. Come risulta dai dati di queste settimane (proposti - sopra - dai link ufficiali). I loro effetti si riversano complessivamente sulla vita delle persone e delle comunità: sanità pubblica ed ospedali concentrati e riorganizzati per la cura dei sintomatici con danni gravi da Covid, con il posticipo di mesi o anni di cure ed interventi operatori necessari; scuole e università costrette a ripetute aperture, chiusure e lezioni miste: in presenza e attraverso "didattica a distanza"; attività artigiane e commerciali impossibilitate a programmare e gestire problemi e situazioni; lavoratori, dipendenti più che mai dalla loro professionalità, con situazioni di sovraccarico e stress o di svuotamento e inattività; famiglie costrette a separarsi o a convivere forzatamente per lunghi periodi, in case inadeguate ...

Rispetto a questa mutata e mutante realtà l'idea di "riapertura" e di "ripresa" sostenuta da gran parte delle classi dirigenti (attuali) risulta profondamente inadeguata. E l'intera comunità deve essere coinvolta nel riprendere e ricostruire il discorso pubblico, le priorità dell'agire individuale e collettivo, reperendo risorse e indirizzandole con senso e secondo finalità che non seguano vecchi schemi.
In tanti è cresciuta la consapevolezza che la salute è il bene più prezioso e che, per non ripetere errori imperdonabili del passato, la cura degli ecosistemi naturali e degli habitat che ci consentono di vivere e rigenerare sono essenziali. Abbiamo avuto ripetute conferme che prevenire è meglio che curare. Sappiamo che presìdi di sanità pubblica diffusi nei territori non sono un lusso ma uno strumento decisivo per il benessere delle persone e per la sicurezza di tutti. Sappiamo che le nuove tecnologie ci offrono opportunità di conoscenza e di comunicazione essenziale, ma non possono sostituirsi alla vicinanza fisica, al dialogo in presenza, alla socialità diffusa ... Abbiamo apprezzato l'aria pulita e i silenzi durante i lockdown e non abbiamo nostalgia di ripiombare nella congestione del traffico quotidiano, magari peggiorato dalle preoccupazioni di viaggiare su mezzi pubblici antiquati e sovraffollati.
La vita organizzata delle comunità deve dunque cambiare, essere ripensata e ricostruita. Con un protagonismo diffuso, con una responsabilità frutto di maturazione, di confronto e di condivisione.

Non sono, dunque, ragioni ideologiche o di pregiudizio a motivare le riserve e le critiche che fioccano in questi giorni nei confronti delle principali scelte delle Giunte Lepore e Bonaccini. Che, certo, hanno ottenuto i consensi elettorali necessari per sedere legittimamente a Palazzo d'Accursio e nella Torre di viale Aldo Moro al posto dei concorrenti (perdenti) in campo nel gennaio 2020 (prima dello scoppio della pandemia) e nell'ottobre del 2021 (prima del diffondersi della "quarta" ondata). Ma è altrettanto difficile sostenere che i consensi ottenuti (soprattutto in Comune, dove ha partecipato al voto un modestissimo 51% degli aventi diritto) sono interpretabili come una condivisione delle vecchie politiche della Amministrazioni Merola e, in particolare, come un avvallo alle decisioni prese su Passante di Mezzo, su infrastrutture stradali, su progetti urbanistici e di "crescita" costante e progressiva "del PIL" e del "modello emiliano" e/o "italiano".

Tutt'altro. Un bel numero di cittadini che hanno sostenuto storicamente e/o recentemente il "buon governo" locale, la sinistra popolare e acculturata che ha governato la ricostruzione post Liberazione e pianificato per decenni lo sviluppo di Bologna vede, oggi, la crisi e le contraddizioni in essere e non vuole delegare il governo dei processi a élite politiche ristrette ed autoreferenziali, arroccate nei Palazzi e nei "salotti che contano".

I professori Nicola Armaroli e Vincenzo Balzani, ... i Wu Ming o Stefano Zamagni non sono avversari politici dichiarati e strumentali. E non lo sono gli ambientalisti e i comitati auto organizzati che si mobilitano nelle periferie urbane o che chiedono Assemblee Cittadine o altri strumenti di Democrazia Partecipativa per ragionare sul Progetto complessivo di Città e/o su quelle che sono ritenute singole scelte sbagliate. Si fossero colte per tempo le richieste di confronto pubblico sul People Mover o su nuovi grandi spazi commerciali, come F.I.CO ... Certi disastri e fallimenti si sarebbero evitati. E, invece, da anni Merola e C. ripetono "si discute il come, non il se" ... Per poi ricadere nelle crisi vissute, presenti e tutte a carico della collettività. 

Ma Lepore e Bonaccini si interrogano sui dissensi che emergono nelle stesse Coalizioni che li hanno sostenuti? Sul No dei Verdi e di Silvia Zamboni, sulla presenza nelle piazze dei giovani europeisti di Volt e di Marcello Saltarelli? Sullo svuotamento politico ed elettorale del M5S di Max Bugani che rinunciando a punti qualificanti della propria caratterizzazione ecologista e anti "sistema" (che lo aveva portato al 16% nel 2016 e ancora più su nel 2018 per una svolta nazionale mai verificatasi) lo ha visto precipitare al 3% nell'alleanza subalterna con il PD bolognese? E non colgono, da settimane, l'imbarazzo delle compagne e dei compagni della Sinistra di Elly Schlein e di Emily Clancy a sostenere le politiche imposte dal (o concordate con il) vertice del Partito Democratico e dalle ultime ipotesi prospettate da Autostrade con le fasi 1 e 2 del Passante?

Non si continui a negare la verità. L'opposizione democratica, ecologista e di sinistra ha da tempo un diverso Progetto per Bologna e l'Emilia Romagna, per l'Italia e l'Europa. Certo, nulla di organico e di "già scritto". Ci mancherebbe. Eppure obiettivi e progetti che si indirizzano su precise priorità ed investimenti e su chiari risparmi e rinunce. Si e No che già accomunano (tanti e diversi) e che esigono - qui ed ora - "conversione ecologica", "giustizia sociale", un confronto pubblico, aperto, argomentato, profondo, onesto. La documentazione al riguardo è ricca, storica e recente. Unisce personalità di cultura e di fede, di più generazioni e culture. A proposito di Bologna un riferimento concreto che si aggiunge ad altri, più volte evidenziati, sta nel recente scritto di Emanuele Caprara su Cantiere Bologna: a proposito di una infrastruttura urbana, il Servizio Ferroviario Metropolitano, nei "fatti" mancante e che è rimosso dalle "priorità del momento" o, secondo le occasioni e gli interlocutori, semplicemente sommato a "strade, autostrade e tram" per cui si chiedono cantieri immediati, senza alcuna logica e tempi di realizzazione. E nelle mobilitazioni che contestano i continui abbattimenti di alberi ed arbusti con la promessa (quasi mai rispettata) di piantare migliaia di nuove piantine (che cresceranno nel tempo ...) ed ettari di verde urbano a condizione e come mitigazione di infrastrutture inquinanti.

Terreni vergini ed alberi tagliati in via Scandellara, nel Quartiere San Donato - San Vitale, lasciano spazio a gru ed alte costruzioni ... (15 gennaio 2022)


Su un'area artigianale prospiciente il Villaggio INA delle Due Madonne, nel Quartiere Savena, sono attivi i cantieri per costruire 3 nuove torri di 37 metri e 11 piani ... (15 gennaio 2022)





Nel giardino delle case popolari comprese tra le vie Malvasia, Casarini, dello Scalo e Pier Crescenzi, nel Quartiere Porto fervono i lavori di cantieri per un progetto di "riqualificazione" urbana che include vari obiettivi, tra cui "il rifacimento dell'impianto fognario" e un "giardino resiliente". Intanto vengono abbattuti alberi pluri-decennali di alto fusto ... (19 gennaio 2022)


A chi Amministra la Città dovrebbe risultare chiaro che sostituire alberi di alto fusto con piante "giovani" comporta una inevitabile perdita di efficienza nelle funzioni ecologiche del verde ... Dunque, per essere credibili e creduti, ogni progetto di nuova piantumazione dovrebbe precedere di molti anni (e non seguire) gli abbattimenti necessari e non motivati da ragioni "contenibili ed urgenti" ...
Purtroppo non è la strada seguita negli ultimi decenni in Italia, in Emilia Romagna ed anche a Bologna ...
(come dimostra il disimpegno di impegni "storici" non rispettati dalle Autorità cittadine)   








































Una mancanza di "visione" e di "concretezza" non casuali. Che non sorprende. Qui ed ora si continuano a perseguire coalizioni pigliatutto e tutti, fondate sulla conservazione di un modello economico e produttivo in crisi. Nell'illusione di contenere le perdite. Prendiamo la Città Metropolitana. Su cui colpisce il silenzio (assordante!) di partiti e media. Perché Matteo Lepore, i vertici del PD e di questo Centrosinistra hanno sentito il bisogno di avvalersi contemporaneamente della delega a Simona Larghetti (con le idee che l'hanno contraddistinta e portata in Consiglio Comunale per Coalizione Civica) e di quella affidata a Barbara Mastacchi, Sindaca di Monghidoro, eletta da una Lista di Centrodestra (che ha sconfitto il Centrosinistra locale)? Che prospettiva politica, culturale e sociale si persegue? Ovvero che interessi si coltivano nel Governo di questa comunità (un milione di persone) e di una Istituzione (la Provincia) che ancora è contemplata dalla Costituzione con precise competenze in materia urbanistica, di ambiente, di servizi essenziali per la collettività? E che segnali si danno verso la scadenza per la Presidenza della Repubblica e le prossime elezioni politiche?

Si pensa davvero di perseguire così nuovi orizzonti di transizione ecologica e sociale basata sulla giustizia ed il dettato della Costituzione o si mettono pezze ad un sistema di potere sempre più escludente e disinteressato al futuro dell'umanità? 

Non ci si rende conto che in questo modo le tensioni sociali cresceranno e le iniziative per tenere aperta la prospettiva di una alternativa democratica assumeranno inevitabili percorsi di disobbedienza civile?


Se, come giusto e condiviso, "Bologna dichiara l'emergenza climatica ed ecologica" occorre coerenza nel governo della Città e del Paese: "conversione" significa privilegiare investimenti alternativi all'asfalto, al cemento, ai motori tradizionali, alla estrazione, alla distribuzione e all'uso di combustibili fossili ...
(18 dicembre 2021)
 







Investire per portare a sedici - diciotto corsie il Passante di Mezzo che attraversa Bologna anziché costruire in tempi certi il Servizio Ferroviario Metropolitano, promesso da 20 anni e mai realizzato, non è nell'interesse dei cittadini di oggi e delle generazioni di domani ... (16 gennaio 2022)


Solo con una mobilitazione consapevole, forte, combattiva, aperta ad ogni contributo libero e pensante può farci uscire dal tunnel dell'inquinamento, delle pandemie, della crisi economica, produttiva e sociale che viviamo ... (16 gennaio 2022)


4 commenti:

  1. Condivido l'opinione che preferire un sindaco espressione della sinistra ad un sindaco espressione della destra non significa condividere opere infrastrutturali "antistoriche". Anzi, rivendico il diritto dei cittadini di battersi per fermare il Passante, per impedire nuove speculazioni immobiliari o tagli immotivati di alberi. Di più, in nome della democrazia costituzionale e degli statuti delle assemblee elettive chiedo ora a questi nostri amministratori di sottoporre le scelte controverse a consultazioni popolari specifiche.
    Ciao!

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  2. Ma non sarà il Sindaco a doversi occupare di virus e di smog.... sono questioni nazionali e prescindono dai nostri bilanci.
    Sic

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  3. In effetti Bologna e tutte le altre Province fuori legge per le polveri!
    Con Modena e Ferrara 14 giorni su 14 oltre i limiti.
    E come si risponde?
    Senz'altro c'è un problema di inadeguatezza di politiche e di cultura. Ma spetta a noi occuparcene. Sindaco in testa!

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  4. Continuano un insopportabile bla, bla.
    s.

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