lunedì 10 gennaio 2022

Bologna, Italia. Basta il "riformismo"? O è tempo di "trasformare" la società?

Il conflitto sul Passante di Mezzo resta più aperto che mai dopo le risposte di ASPI e CNR ... 










In questi giorni sulle pagine locali del Corriere della Sera si è aperto un dibattito sul "riformismo" che ha visto partecipi l'Assessore regionale Mauro Felicori, la Sindaca di San Lazzaro di Savena Isabella Conti, il Sindaco di Bologna Matteo Lepore. Poi Marco Lombardo di Azione e Luigi Marattin di Italia Viva. A tutti loro, donne e uomini del Centrosinistra, Stefano Zamagni ha ricordato che "riformare vuole dire ridare forma a un contenuto che rimane immutato. E' una strategia dei partiti conservatori ...

un vero rappresentante della sinistra dovrebbe inorridire". 

Per l'autorevole professore di UniBo. "l'alternativa reale è tra chi vuole una strategia trasformazionale oppure una riformista". E specifica: "riguarda Bologna come il resto d'Italia". E al giornalista che chiede esplicitamente se in "in Italia c'è più bisogno di trasformare che di riformare?" l'economista e accademico cattolico risponde senza incertezze: "assolutamente, oggi quello che non va sono interi pezzi della macchina". E propone esempi: "il sistema scolastico-universitario, il sistema fiscale, il welfare". Ultima domanda di Francesco Rosano: "Il PD a guida Letta può essere il soggetto promotore della trasformazione di cui lei parla"? Risposta: "può, ma per ora non ho visto nulla. Si parla di tattiche, come di campo aperto, ma sono scatole vuote. A me interessano i contenuti. Finora non ho sentito un leader del PD, qui o a Roma, parlare di strategia trasformazionale. L'unico che ne parla è Papa Francesco. Per questo dicono che è comunista. Invece lui ha capito il vero nodo: le riforme sono pannicelli caldi, dobbiamo trasformare invece quei meccanismi che producono diseguaglianze crescenti".   

A supporto delle tesi di Stefano Zamagni ci sono anche le grandi scelte infrastrutturali per Bologna e per l'Italia. 

Ancora il Corriere di questo parla, con tre pagine sul Passante di Mezzo. "Gallerie e filtraggio, tutti i dubbi sulle migliorie green. Scarsa efficacia" è il titolo. Il sottotitolo: "Autostrade e la relazione del CNR che boccia gli interventi per rendere meno inquinante l'opera. Analoghi sistemi dismessi ovunque". Insomma i cittadini e le associazioni ambientaliste che contestano la possibilità di migliorare la qualità della vita urbana con i due miliardi che le vecchie e le nuove Amministrazioni che guidano il Comune di Bologna e la Regione Emilia Romagna vorrebbero "portare a casa" con il potenziamento fino a 18 corsie del già grande Asse viario A14-Tangenziale, hanno ulteriori argomenti e motivazioni da fare valere. Gli studi ed i progetti condotti da chi dovrebbe gestire e realizzare l'opera non confermano i propositi di chi ha presentato "questo intervento" considerato "di ultima generazione" come risposta ai bisogni delle comunità che vivono le periferie dalla Città. 

E' solo tattica per condurre in porto, al meglio, la trattativa con chi (ora anche al Governo delle Istituzioni) è sempre stato scettico e "chiede di più"? Ovvero per ridurre i costi dell'infrastruttura ed accrescere i profitti? 

Difficile crederlo, anche perché i maggiori costi non sarebbero (a differenza di quanto spesso si lascia intendere) a carico dei costruttori, bensì verrebbero (come sempre) scaricati - nel breve, medio e lungo periodo - su tutti i cittadini e gli utenti di Autostrade per l'Italia (che attraverso i pedaggi ed una proroga della gestione agli attuali concessionari che contrattano un prestito, rientrerebbero dei costi di investimento con abbondanti interessi). Forse ai progettisti, ai consulenti ed ai gestori risulta chiaro che qualche politico presentando l'operazione "Passante verde" come simbolo della "transizione ecologica" ha gettato decisamente il cuore oltre l'ostacolo. E questa vera e propria "ideologia" delle magnifiche opportunità offerte dall'avanzamento tecnologico, va riportata a più giusta dimensione ... Onde evitare eccessive illusioni che potrebbero infine, al momento delle verifiche, essere scaricate su progettisti, tecnici e costruttori. 

Ma c'è di più! Se, ancora una volta, negli anni della grande crisi (pandemica e sanitaria, ecologica e climatica, produttiva e finanziaria) anziché concentrare il grosso delle risorse pubbliche e private per recuperare i ritardi storici accumulati nel potenziare le infrastrutture ferroviarie e i mezzi di trasporto pubblici efficienti e competitivi per pendolari e merci si continuano a privilegiare - a Bologna, in Emilia Romagna e in Italia - nuove strade ed autostrade "il contenuto - per dirla con il professor Zamagni - rimane immutato". Ai cittadini che vivranno gli anni '30-'50 non si prospetta alcuna "nuova società eco-compatibile" caratterizzata da giustizia sociale e un ambiente sano. No! Con il Passante di Mezzo ed il potenziamento delle corsie in A1, A13 e A14, con la nuova Cispadana e la Bretella Campogalliano - Sassuolo (che vogliono Bonaccini e Corsini) "rimarrebbe immutato" il modello di mobilità fondato sulla dipendenza delle nostre comunità dai mezzi di trasporto su gomma: auto ed autocarri. Dunque, vincerebbe la conservazione. Ed è del tutto evidente che l'impegno a finanziare e realizzare in un futuro come sempre prossimo ma indefinito stazioni e frequenze previste nel SFM degli anni '90 con (anche sovrapposte) nuove linee di tram, non invertirebbe la realtà (insostenibile!) di oggi e la tendenza ad un uso crescente di veicoli privati, TIR ed autocarri per il traporto delle merci (sempre più personalizzato anche dalla pratica degli acquisti on line) e può trasformarsi in sprechi e fallimenti (ancora a carico della collettività). Come del resto il triste caso del People Mover conferma.

Ecco una ulteriore ragione di riflessione. Forse chiunque pensa che è arrivato il tempo - qui ed ora - per una "strategia trasformazionale" e ritiene che di questa strategia debba essere parte integrante una sostanziale conversione ecologica della vita e della organizzazione delle nostre comunità e vuole una Rivoluzione ambientale deve prendere posizione ed agire di conseguenza. Per unire le forze del cambiamento e battere le logiche e la cultura della conservazione. 

La Rete bolognese che associa comitati, movimenti, cittadini per l'ambiente e la salute si mobilita e manifesterà domenica prossima a due giorni dalla Conferenza dei servizi sul Passante di Mezzo.

Chi vuole riempire di contenuti e sostanza l'obiettivo di fare di Bologna la Città più progressista d'Italia ascolti le tante voci locali e nazionali che rivendicano "trasformazioni" e non si accontentano di vuote promesse, di "pannicelli caldi" o di "scatole vuote".


Donne e uomini di Bologna trovano chiuso il Portone di Palazzo d'Accursio dove è in programma il Consiglio Comunale sul Passante di Mezzo (27 dicembre 2022)
Consegnano ugualmente agli Amministratori il sacco di "carbone"... Tra loro Alice, Beatrice, Chiara ...








... e danno appuntamento a domenica prossima, 16 gennaio, due giorni prima della Conferenza del servizi sul Passante ...
























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In archivio di una settimana di confronto culturale e politico che, in assenza di contenuti forti, rischia di essere la conferma del bla, bla, bla denunciato da Greta Thunberg verso le classi dominanti e i Governi.

L'Assessore alla Cultura della Regione Emilia Romagna scrive una lettera sulle pagine bolognesi del Corriere della Sera ... (4 gennaio 2022)


Lui, al Governo con Stefano Bonaccini, sostiene: "questo PD non sa cambiare, serve una casa dei riformisti" ...


Dopo la lettera di Mauro Felicori, interviene la Sindaca di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti ...
(5 gennaio 2022)


Per Lei, esponente di Italia Viva e candidata alle Primarie di Bologna del 2021 in alternativa a Matteo Lepore "basta scontri sterili, lavoriamo per un centrosinistra largo" ...


Sulle lettere di Felicori e Conti viene intervistato il Sindaco di Bologna, Matteo Lepore: "felice che la Conti entri nelle Agorà del PD, qui progressisti e riformisti" ... (6 gennaio 2022)
  

Lui in piena pandemia e crisi sanitaria, di fronte alla emergenza ecologica e climatica sostiene: "se questo Governo non esce dallo stallo l'economia rischia di fermarsi" ... 


Nel dibattito intervengono l'ex Assessore Marco Lombardo e l'on. Luigi Marattin. Entrambi eletti nelle liste PD criticano il loro vecchio partito: per mancanza di "pluralismo" e per la politica del "campo largo" che include troppe differenze ... (7 gennaio 2022)


Un altro bolognese, l'autorevole Zamagni Stefano, porta agli amministratori "il suo carbone" ...
Intervistato dal Corriere di Bologna sostiene: "basta tatticismi, il PD accetti le sfide ... Il riformismo non può bastare, bisogna trasformare la società" (8 gennaio 2022) 















In primo piano sul Corriere di Bologna il Passante e "i dubbi sul green". Non sono gli ambientalisti critici, ma Autostrade e e la relazione del CNR (9 gennaio 2022)


Le pagine del Corriere di Bologna entrano nel merito e argomentano. "Analoghi sistemi dismessi ovunque" riassume il Quotidiano più diffuso d'Italia. Ora, che fare? Vince l'ideologia della conservazione e della tecnica che risolve tutti i problemi e le contraddizioni? Oppure si ragiona e si ripensa a tutto, fermando il percorso irresponsabile ad aprire comunque i cantieri?


Nelle pagine del Corriere sono pubblicate le tre ipotesi di gallerie ipotizzate per la Fase 2 (ancora da discutere e definire). Come in passato si distingue tra lavori urgenti e quelli che forse ... mai verranno realizzati. Ai rappresentanti dei cittadini il compito di assumersi le responsabilità del caso. Memori delle esperienze e liberi da illusorie "ideologie". 

4 commenti:

  1. Mah.... anche quella tra riformismo e trasformazionismo rischia di essere una discussione accademica.
    Ci sono riforme che possono andare molto oltre l'aggiustamento di qualche dettaglio dell'esistente (conservazione) e avviare un profondo cambiamento sociale (che incide sulle classi e sul loro ruolo politico).
    Quindi entrerei nel merito delle questioni.
    Due esempi.
    1- La riforma della sanità che pareva prospettarsi nei primi mesi della pandemia: più risorse per i territori, con unità locali di medicina di base, assunzione di medici ed infermieri specializzati, prevenzione sui luoghi di lavoro.... Sarebbe un bel cambiamento!
    2- Le politiche della mobilità che da decenni indicano il potenziamento del ferro e dei mezzi collettivi. Una riforma che qualora perseguita (vedi Sfm bolognese) cambierebbe non solo le opportunità per le persone, ma inciderebbe anche su condizione sociale, tempi di vita, libertà civili, autonomia sociale.
    È giusto ribellarsi al Passante che in quanto ulteriore consumo di suolo e gettata di asfalto a tutto vantaggio degli spostamenti in auto più inquinanti non predispone un duemilatrenta decarbonizzato.
    Dopo le risposte di Autostrade e CNR, Lepore&C. hanno una occasione per bloccare il percorso, studiare la situazione scientificamente (non è stato fatto) e organizzare una Istruttoria pubblica ovvero una Assemblea Cittadina e un Referendum popolare sulle soluzioni emerse.
    Vero, ora ci sono tutte le motivazioni.
    Ciao!

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  2. E il prof. Zamagni non è marxista. Semplicemente una persona di cultura e libera. Che analizza ciò che vede in questo mondo.
    Ciò che vedo pure io, con i miei strumenti di interpretazione.
    Esempio Quirinale.
    Il PD e l'ultimo alleato di complemento acquisito, il M5s, rispondono al Cavaliere che nei mesi scorsi hanno contribuito a rivalutare per contrapporlo al sovranismo di Salvini - Meloni, con la Conservazione: Draghi o Mattarella sono le carte giocate pubblicamente contro l'autocandidatura dell'Imprenditore più vecchio, ricco e corrotto d'Italia.
    Possibile?
    Vuole dire non parlare al proprio potenziale elettorato e lasciare alla destra uno spazio enorme per insediarsi nei ceti popolari colpiti dalla crisi.
    Zorro

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  3. Sarò essenziale: il Passante è conservazione. Mentre trasporti pubblici efficienti sarebbero trasformazione. Almeno in Italia. E Bologna potrebbe indicare la via, con la tradizionale concretezza emiliana.
    L.

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  4. L'ideologia piddina,soprattutto quella emiliana, parte sempre dal presupposto che non si muove foglia senza ritorno economico ed ....elettorale.
    Detto ciò, difficile pensare che parta da questa forza politica un'idea di trasformazione culturale della società, che per restare in tema, possa prevedere una mobilità pubblica e collettiva, penalizzante per il partito della cementificazione, dell'auto e dell'energia fossile.
    Se qualcuno nutre dubbi su queste considerazioni, ci rendiamo disponibili a fare da ciceroni su strade e territori dell'area metropolitana bolognese.

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