martedì 10 marzo 2020

Da casa, pensiamo ...

Il manifesto della Associazione Anestesisti, Rianimatori Ospedalieri Italiani

























Si deve cooperare, tutti, senza eccezione alcuna, per fermare il CoronaVirus. Per evitare di fare scoppiare di ricoveri il Servizio Sanitario Nazionale e, in particolare, i reparti di terapia intensiva. Per scongiurare che la epidemia produca pandemia.
"Io resto a casa" ripetono Conte, Speranza, ministri, politici, artisti, sportivi.
"Tutti in casa" titolano diversi quotidiani.

Ovviamente, a casa, si mangia, si beve, si fanno lavoretti vari che da tempo venivano rimandati, si legge, si ascoltano musica o radio, si vedono programmi TV.
Poi ... si pensa.
Si prova a mettere in fila fatti, immagini, esperienze, idee.
Per definire indirizzi, progetti, pratiche.
Perché questi brutti giorni, di costrizione forzata e motivata, non debbano ripetersi.
Perché le nostre comunità siano più attrezzate ad affrontare le troppe "emergenze" che ci troviamo a fronteggiare, contemporaneamente.

Si, pensiamo!
Partiamo dal calcio e dall'Europa.
In Italia il Governo ha, infine, sospeso tutti i campionati. Da quelli dei ragazzi alla serie A. Uno dei grandi business nazionali.
Eppure in Europa (un continente ogni giorno più contaminato dal virus) si continua a giocare.
E l'Atalanta di Bergamo, una città tra le più colpite, con molte centinaia di vittime, è scesa in campo a Valencia per gli ottavi di finale. Una partita giocata (e, per la cronaca, meritatamente vinta) senza pubblico.
Contemporaneamente, per un altro ottavo di finale della Champions League, in Germania, Lipsia - Tottenham si è giocata con decine di migliaia di spettatori, stretti - stretti, uno a fianco all'altro. I tedeschi e gli inglesi sono vaccinati?
E per giovedì prossimo, un'altra squadra spagnola, il Getafe, ha comunicato questa sera che non intende venire in Italia per gli ottavi di finale di Europa League. Non giocherà a Milano la sfida con l'Inter.
Presto capiremo che succederà per Juve - Lione e Barcellona - Napoli in programma la prossima settimana.

Dunque, ancora una volta l'Europa procede in ordine sparso. Alla giornata, senza una linea unificante e condivisa. Qui non si tratta solo di calcio e/o di business, ma di salute e sicurezza delle persone. Come quando si affrontano altre grandi priorità: le migrazioni, il clima, l'ambiente.
Di fronte ad una epidemia che mette a rischio l'intero Continente e il mondo, in Italia non si gioca. In altri Paesi si va in campo, ma a porte chiuse. Altrove normalmente. Ma si potrebbe giocare anche in campo neutro, con pubblico e tifo o no. Forse, presto, si potrebbero anche punire formazioni che rifiutano, per ragioni di cautela e sicurezza, di stare alle decisioni dell'UEFA. E' già successo in altri sport, come il basket.

E' questa l'Europa che vogliamo? Che ci rappresenta?
Per sentirci tutti davvero europei è ora di cambiare. Dandosi regole condivise e in grado di costruire un futuro in cui tutti possano sentirsi uguali, liberi, rispettati, protagonisti.


In primo piano su la Repubblica i dati dei contagi registrati e dichiarati nel mondo (10 marzo)
















I titoli di la Repubblica sull'Europa: tra realtà e politica dei governi (10 marzo)

10 commenti:

  1. Non seguo il calcio. Però ho sentito dire che la nazionale femminile ha rinunciato alla finale di un torneo in Portogallo perché attendendo avrebbe perso l'ultimo aereo disponibile per il rientro a Milano. Verso l'Italia voli sospesi.
    Ben più interessante che la produzione di macchine per le terapie intensive prodotte da aziende tedesche e francesi sono bloccate per esigenze nazionali. Così noi abbiamo dovuto rivolgerci alla Cina.
    Possibile?

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    1. Se ne producono anche in provincia di Bologna. Un'azienda di Valsamoggia che lavorava prevalentemente per l'estero.
      Dall'emergenza CoronaVirus hanno preso l'impegno con il Governo italiano di fornire 500 macchine al mese (anche) per gli ospedali nazionali. In questo aiutata da personale militare.
      Si conferma che, a volte, volere è potere.
      Anche se prevenire è sempre meglio che curare ...
      Gianni

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  2. Finalmente!
    Non il virus. Ma i politici italiani che dicono: se c'è di mezzo la salute....
    Ecco, ricordiamolo. E' una bella svolta.
    Sappiamo bene delle tante porte chiuse verso chi da tempo parla di risanamento degli ambiente di vita e di adottare il principio di cautela dai veleni cancerogeni nella terra dei fuochi, in Puglia o in pianura padana.
    DG

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    1. A volte le crisi si trasformano in opportunità.
      Ma nulla è scontato.
      Vedremo presto se questa brutta esperienza suggerirà maggiore lungimiranza strategica ed una conversione ecologica negli investimenti.
      Gianni

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  3. Credo che l'Europa si muova in ordine sparso perché il contagio si muove in ordine sparso.

    Oggi in Italia abbiamo oltre 10.000 casi confermati. Francia, Spagna e Germania si fermano ciascuna a circa 1.500, ovvero i numeri che noi avevamo 10 giorni fa, quando c'erano ancora in giro volpini come i commercianti di Bologna che invitavano a "riprendersi la città" e a riempire bar e ristoranti, nonché geni come Lepore che creava code chilometriche per accaparrarsi una card cultura gratis.

    Italiani o europei che siamo, non impareremo mai che quando si tratta di precauzione sanitaria bisognerebbe sempre applicare il motto "melius abundare quam deficere".

    Luca

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    1. Si, "precauzione sanitaria" e compatibilità ambientale.
      Anche questa vicenda epocale del CoronaVirus dice che gli uomini non sono i padroni della Terra e possono vivere se rispettano natura e biodiversità che caratterizzano il Pianeta.
      La crescita delle attività umane ha prodotto contraddizioni enormi e insostenibili.
      Le attuali classi dirigenti e dominanti, in Europa e nel mondo, sono impreparate a fronteggiare le conseguenze e porre rimedi. Faticano a capire, a reagire, ad adeguare le politiche. C'è addirittura chi nega i problemi e chi li utilizza strumentalmente, a fini di potere. Pensiamo a Trump che interrompe unilateralmente i voli con il vecchio continente, salvo quelli con la Gran Bretagna dell'amico Boris Johnson (il Paese che ha la sottosegretaria alla salute contagiata e tuttavia evita strette e continua a riempire gli stadi di spettatori per il calcio nazionale ed internazionale, vedi Liverpool - Atletico Madrid).
      Gli interessi economici possono continuare a prevalere indisturbati? Fino a quando?
      Riteniamo davvero possibile riprendere il cammino di sempre, ora interrotto? Come se questa brutta esperienza non ci avesse insegnato nulla?
      Gianni

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  4. Ho letto una ULTIMORA.
    Sarebbe stato trovato l'untore che ha introdotto il corona virus in Europa. Si tratterebbe di un certo Andrea Lambs, coltivatore di Zebre.
    Secondo indiscrezioni, negli ultimi tempi era vieppiù angosciato per il rafforzarsi della concorrenza.
    Sic

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  5. Tutta Bergamo festeggia l'Atalanta (nera, azzurra e molto est europea) che si afferma tra le prime 8 squadre d'Europa!
    Complimenti. Alla faccia di Agnelli che ancora deve superare il turno (prima partita persa) e che avrebbe voluto al posto del gruppo Gasperini la più titolata Roma.
    Ma ora?
    Come si prosegue se tutte le attività (produttive e commerciali non essenziali) si devono fermare come vorrebbero in Regione Lombardia? E invece in Europa tutte le attività, calcio incluso, procedono?
    C.

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    1. Ora si prendano tutti un lungo periodo di riposo ed un sincero "in bocca al lupo" di buona salute!
      Resterà la voglia (anche di qualche vecchio juventino) di vedere giocare (prima possibile) l'Atalanta di Gasperini. Tanto in Campionato quanto in Champions League.
      Gianni

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