giovedì 5 marzo 2020

Bonaccini, Conte, Ursula, Greta e ... tutti Noi


Repubblica Bologna di oggi. Tra contagi, emergenza sanitaria ed economia ...

















Stefano Bonaccini deve misurarsi con una Regione al secondo posto per contagi da CoronaVirus ed ha due Assessori risultati positivi. Il più noto, Raffaele Donini,  è il nuovo responsabile delle politiche sanitarie e nella passata legislatura Vicepresidente ed attivissimo protagonista delle politiche dei trasporti e delle infrastrutture. Per lui si apre una esperienza di tele-lavoro, mentre l'operatività sarà garantita dal predecessore, Sergio Venturi.
Oggi, il Presidente, intervistato da il Resto del Carlino conferma il suo tradizionale approccio (purtroppo non isolato). Doti manageriali ed efficienza nell'affrontare l'emergenza sanitaria ed economica. Totale mancanza di riflessioni strategiche, di analisi critica ed autocritica, di proposte strutturali innovative ed oltre la vecchia "cultura" del PIL.

Per lui "al momento, il sistema sta reggendo bene" e la questione sanitaria si traduce in "un raddoppio dei posti di terapia intensiva", in particolare tra Piacenza e Parma "portandoli ad oltre 30". Si, "trenta".
Poi, serve uno shock "economico nazionale", "uno sforzo titanico per accelerare i progetti", per "sbloccare opere, concessioni", per "adottare procedure più veloci". Come nel caso di Ponte Morandi. Anche sulle "infrastrutture in discussione in questi giorni (esempio il Passante di Bologna)".

L'intervista a Bonaccini, su il Resto del Carlino: "serve uno choc ..." Ma quale shock?!  


















Giuseppe Conte parla al Paese e all'Europa. Motiva misure straordinarie (chiusura nazionale di scuole e Università, manifestazioni culturali e sportive senza presenza di pubblico) per "contenere" la diffusione del Virus e consentire il "potenziamento delle strutture sanitarie" di terapia intensiva necessarie per fronteggiare la crescente domanda.
Quindi, promette una "terapia d'urto" diretta a "famiglie ed imprese" per realizzare "piccole e grandi opere necessarie ed utili al Paese". Ovviamente, nell'occasione, non entra nel merito.
Bene. I "sacrifici" richiesti dal Presidente del Consiglio dei Ministri sono comprensibili ed accettabili, sicuramente quelli per fronteggiare e sconfiggere l'epidemia a rischio pandemia.
Al contrario, si deve discutere e ragionare ancora sui cambiamenti necessari affinché "atteggiamenti (oggi) responsabili" non si traducano (domani) in corresponsabilità irresponsabili nel proseguire con investimenti economici e produttivi totalmente subalterni ad un sistema insostenibile e causa di contraddizioni planetarie, insicurezza generale e malattie diffuse.

Il faccia a faccia di ieri a Bruxelles tra Ursula Von der Leyen e Greta Thunberg ha reso palese il conflitto sociale ed ambientale irrisolto in Europa, nei singoli Paesi e nel mondo.

Il Corriere della Sera sul duro confronto di Bruxelles tra Ursula Von der Leyen e Greta  Thunberg
















Sostiene il manifesto ... (5 marzo 2020)


























I mutamenti climatici, le emergenze ecologiche e sanitarie che sono davanti ai nostri occhi e che minacciano i nostri polmoni e gli ecosistemi naturali non ci consentono di procedere con vecchi progetti, con un riformismo lentissimo e impercettibile, con misure rinviate nei decenni. Nè con un neoliberismo aggressivo e autoritario.
Scienziati, giovani e giovanissimi, lavoratori e cittadini liberi e pensanti sostengono da tempo un cambiamento profondo nei tradizionali indirizzi delle risorse umane e materiali di cui disponiamo.

E' tempo di saldare giustizia sociale ed ambientale, interessi personali e di comunità, facendo convergere iniziative pubbliche e private, responsabilità dei singoli, delle Istituzioni e delle imprese pubbliche, sociali e private.

Non è sufficiente amministrare, illudersi nel "buon"governo locale.
Occorre governare con la Politica e con la partecipazione democratica dei cittadini i grandi e i piccoli processi, le scelte e gli investimenti, i comportamenti individuali e collettivi.
Ad esempio, non è saggio continuare a produrre armi da guerra e manufatti usa e getta che inquinano la Terra, l'aria e l'acqua; né si può procedere impunemente ad alimentare conflitti infiniti per controllare materie prime limitate e pericolose; è controproducente perseguire l'uso intensivo ed innaturale del suolo e di beni comuni per speculazioni private o affari di gruppi ristretti.
Chiunque pensa che "la salute va posta in cima" alle priorità, deve operare - qui ed ora - per costruire un sistema di relazioni e di rapporti sociali che ridisegni lo sviluppo civile e universale dei popoli e delle persone.
Non è tempo di "uomini soli al comando" e di "pieni poteri" a singoli soggetti. Qualunque "colore" abbiano e a qualunque "partito" appartengano.

E' ora di cooperare a livello locale e globale per una conversione ecologica delle produzioni e della organizzazione della vita delle persone e delle comunità in funzione della sicurezza reciproca e del soddisfacimento dei bisogni primari ed essenziali definiti anche nella Carta dei diritti e dei doveri delle Nazioni Unite.
Per questo occorre destinare più risorse alla ricerca scientifica (pubblica e indipendente dai grandi gruppi economici - finanziari) finalizzata alla prevenzione dei rischi (del nostro tempo e delle innovazioni tecnologiche); al risanamento di aree inquinate; alle industrie sane e pulite; alle infrastrutture ferroviarie e per una mobilità "dolce"; alla rigenerazione urbana fondata sul recupero edile e sulla ri-naturalizzazione del suolo, per liberare terreni da asfalto e cemento; ad un Servizio Sanitario Nazionale (sottratto a logiche regionalistiche esasperate) impegnato a ridurre fonti di malanni, a curare al meglio le malattie, predisposto ad intervenire di fronte a possibili nuove "emergenze", oltre la gestione in economia del consueto e dell'ordinario.

C'è da confrontarsi e battersi perché a tutti i livelli crescano le ambizioni di essere, insieme, protagonisti di una stagione davvero nuova della vita democratica, politica e culturale dell'Italia e dell'Europa.

L'Emilia Romagna di fronte alla crisi sanitaria ... (5 marzo 2020)
Tra servizi inadeguati (e irresponsabilmente tagliati dalle politiche neo-liberiste) ...
















... ed investimenti sovradimensionati che ora esplodono e tenteranno di rientrare
tra le attività da sostenere con risorse pubbliche (Repubblica Bologna, 5 marzo 2020)  
















Lo sviluppo aeroportuale senza programmazione e sostenibilità (regionale e nazionale)
è emblema delle contraddizioni del "sistema" e dello sviluppo senza qualità
(la Repubblica, 5 marzo 2020)






















Barbara Spinelli, su il Fatto Quotidiano di oggi (5 marzo),
propone le ragioni per cui "prevenzione e vaccini sono sempre de-finanziati" ... 

14 commenti:

  1. Ancora una volta vale la pena ripetere un concetto. Le "perdite" umane e finanziarie per le emergenze sono molto maggiori dei "costi" necessari per una prevenzione sistematica ed un esercizio puntuale del principio di cautela sanitaria ed ambientale.
    BiBi
    NB. Tanti avvoltoi volteggiano già nel cielo ...
    BiBi

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    1. Per allontanare gli "avvoltoi" assicuriamo ora la massima partecipazione alle indicazioni delle autorità competenti ed un pensiero critico, propositivo e costruttivo alle decisioni per il futuro.
      Gianni

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  2. Ma siamo sicuri di essere in mani responsabili con questi "uomini soli" al comando?
    Credo ci sia più di un motivo per preoccuparsi seriamente.
    Ryan

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    1. Penso che gli "uomini soli al comando" non portino mai risultati apprezzabili. Anche nelle fasi di "emergenza" le azioni coordinate e convergenti è bene si incontrino con il pensiero critico e propositivo.
      Gianni

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  3. Tre considerazioni.
    1. Ci troviamo di fronte ad un virus imprevisto ma non imprevedibile (lo dice anche la Spinelli). Semplicemente l'establishment ha coltivato altri interessi. Come succede da tempo per lo sforamento costante di polveri ed ozono (causa di decine di migliaia di vittime ogni anno).
    2. Quasi tutti i sistemi sanitari si sono dimostrati inadeguati. In Lombardia si cercano 500 medici e mille infermieri. In Emilia 200 medici. E parliamo dei punti considerati eccellenze. L'obiettivo nazionale è raddoppiare i posti di terapia intensiva. Perché si rischia ovunque il collasso. Scontiamo le imprevidenza del passato, i tagli, le privatizzazioni (non solo Fontana e Bonaccini, pure Formigoni ed Errani e i Governi Berlusconi e Prodi).
    3. Non si può ripartire con le fondamenta del passato. Le donne d'Europa l'hanno detto a modo loro. Ursula (e i suoi Commissari di vari partiti) ha proposto un Piano Verde. Greta (e i suoi supporter) l'hanno criticato per i limiti....
    Ma Conte e Bonaccini che contributo stanno dando alla costruzione della nuova Europa e di un mondo in cui vivere meglio? Ho appena letto quanto hanno scritto i gruppi e movimenti ambientalisti al presidente dell'Emilia e mi pare molto condivisibile: il PRIT va cambiato, il Passante va abbandonato. Non è tempo. Pensiamo al 2030 ed agli obiettivi COP.
    Perché i virus corona presenti e futuri non si sommino ai malanni ambientali causati da smog, rumore, etc. etc.
    Ciao!

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    1. Sottoscrivo.
      Rispetto al punto 2 il Governo pare avere capito e muoversi: 20mila nuovi operatori sanitari, tra medici ed infermieri. Un segnale. Comunque da verificare e consolidare.
      Gianni

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  4. Siamo messi male!!!
    Se per anni abbiamo decantato una sanità pubblica del Nord (bianco, rosso o verde) che è naufragata di fronte a meno di mille persone che necessitano contemporaneamente di terapie intensive, vuol dire che abbiamo sbagliato clamorosamente tutte le previsioni.
    Sono stati tagliati ospedali e posti letto, assicurando al pubblico sempre meno medici ed infermieri. Concentrando gli investimenti su cure di base sempre più scadenti e su punte di altissima qualità dove i privati faticano a ricavarne guadagni.... Ok per importanti trapianti o cure tumorali e di leucemie. Ma vediamo che nel mondo sottosopra di oggi (cambiamenti climatici, migrazioni e quant'altro) questo non è adeguato.
    Una occasione per cambiare indirizzi???? O la colpa è dei cinesi e delle singole vittime, che non si muovono con coerenza di fronte agli appelli quotidiani (spesso contraddittori....) delle autorità?
    Siamo messi male!!!!!
    Non solo perché abbiamo eletto o contribuito a fare eleggere Bonaccini, Conte e compagnia (per altro non sono meglio Fontana, Zaia ed amici di Salvini).... Ma perché da tutti gli uomini e le donne di governo accettiamo una amministrazione banale, piatta, subalterna alle esigenze di arricchimento di pochi: così per le concessioni di Autostrade nell'interesse dei Benetton, così per l'ILVA di Taranto nell'interesse dei Riva, così per gli aeroporti italiani nell'interesse di chi vive di viaggi, turismo, fiere, gastronomia, così per FICO per nell'interesse di Oscar Farinetti e Coop, così per Amazzon, Google, Foodora, Glovo, Uber......
    E a noi la soddisfazione di vivere in questo mondo frenetico, congestionato, costruito sul soldo........... e su Juve - Inter......
    Finalmente!!! Forse.

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    1. Si "siamo messi male". Ovvero, dobbiamo decisamente migliorare, con scelte ed investimenti mirati.
      Ad esempio: risulta che in Italia i posti letto in Ospedali (pubblici e privati) siano 3,2 ogni 1000 abitanti. Nella Unione Europa 5 ogni 1000, con la Germania a 8 ogni 1000.
      Quanto al calcio. Anche questo business può decisamente migliorare. E misurarsi maggiormente con i problemi e le priorità del Paese; con le legittime aspirazioni sociali e sportive di un popolo (oltre gli interessi e un tifo da vergogna).
      Gianni

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  5. L'unico dato positivo nel dramma collettivo che stiamo vivendo è quello della riduzione della congestione e del traffico delle città e, di conseguenza, dell'inquinamento. Basti guardare i dati relativi alle polveri in tutta la pianura padana.
    Una boccata di aria meno pesa.
    Ecco vorrei si approfondisse ogni possibile rapporto tra questa emergenza virus e l'emergenza climatica ed ambientale.
    Anche il post precedente lo propone e mi pare un tema non sufficientemente oggetto di attenzione.
    Anna

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    1. Penso che, a spanne, l'incidenza del traffico veicolare sulle PM10 in Emilia Romagna la si possa valutare rapportando i dati rilevati da ARPAE negli ultimi 12 giorni a quelli registrati nei mesi precedenti. Da quando, cioè, sono entrate in vigore le misure straordinarie anti epidemia da CoronaVirus, che hanno limitato progressivamente la circolazione di mezzi a motore.
      Naturalmente sarebbe di grande interesse avere analisi e relazioni scientifiche di autorità pubbliche e di istituti di ricerca indipendenti.
      Ne trarrebbero sicuro vantaggio la pianificazione strategica ed il dibattito pubblico.
      Gianni

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  6. L' attenzione è stata "portata all' attenzione" da cittadini, associazioni, ordini sensibili all' argomento. A più riprese e in vari modi (petizioni cartacee e online, diffusione su social e media, incontri, flash mob, iniziative dal basso). A nulla sono servite. Si continua a non intervenire con monitoraggi in continuum su camere a gas come l' Asse Tangenziale- Autostrada, non c'è la minima intenzione di effettuare ricerche epidemiologiche sulla popolazione (portano via troppo tempo, disse una assessora), non si realizzano fasce boscate promesse e prescritte da 30 anni, si continuano a fare decollare ed atterrare sulle case decine e decine di aerei al giorno. Sotto la falsa egida di una svolta green, si continua a spacciare come panacea di ogni male l' incremento di asfalto e cemento in una città che implode.
    In poche parole, chi è deputato a tutelare interessi e salute pubblica se ne frega.
    Ryan

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    1. Può continuare così?
      Fino a quando?
      Io penso che la generazione di Greta ed i fatti che stiamo vivendo possano cambiare l'approccio e la cultura ancora oggi dominanti.
      Gianni

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  7. Ecco di cosa si preoccupa oggi Bonaccini: "è necessario e urgente fare chiarezza, a partire dal tema del lavoro e della conseguente mobilità delle persone e delle merci". E ancora: "non c'è nel decreto, a nostro avviso, né una previsione del fermo produttivo, né un blocco dell'attività commerciale e dei servizi che impediscano la possibilità di andare a lavorare e di movimentare merci".

    Il tutto sotto la premessa che "la salute viene prima di ogni cosa" buttata lì come si fa in qualunque chiacchiera da bar e subito dimenticata per concentrarsi sulle uniche cose che potrebbero far versare al Nostro una lacrimuccia di commozione: il PIL e la movimentazione delle merci.

    Attendiamo fiduciosi che verdi e coraggiosi trovino il coraggio di dire qualcosa di diverso, o almeno di dire qualcosa.

    Luca

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    1. Il Presidente della Regione Emilia Romagna si conferma. E condiziona.
      Ma non è il solo ad avere l'approccio secondo cui anche questa emergenza è un incidente da rimuovere al più presto per riprendere il vecchio percorso ...
      Una diversa cultura dello sviluppo civile, della vita sociale, della qualità ambientale, delle priorità negli investimenti fatica ad emergere tra amministratori, politici, imprenditori, vecchio establishment. Titola oggi significativamente il Corriere di Bologna di oggi "I sindaci dell'Emilia Romagna: Cambiate lo stile di vita". Ed ancora "Merola lancia un appello: raffreddate i contatti sociali".
      Intendiamoci. E' giusto e necessario isolare questo virus, salvare la vita delle persone, anziane e no. Quindi le indicazioni impartite per la sicurezza di tutti vanno garantite. Si, "restiamo a casa".
      E, tuttavia, anche questa emergenza (come quella climatica ed ecologica) ci dice che è urgente cambiare il modello di sviluppo, gli investimenti pubblici e privati che sono ancora al centro dei Bilanci locali e nazionali. Per il 2020 e per gli anni successivi.
      Servizi sanitari e per la ricerca, messa in sicurezza del territorio e delle città, mobilità sostenibile e non inquinante sono da potenziare. Con urgenza. Ora non domani. Riducendo contemporaneamente risorse destinate a perpetuare le contraddizioni del presente.
      E' tempo di cambiare, tutti e insieme, visione e prospettive.
      Ora non domani.
      Gianni

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