martedì 4 settembre 2018

Per cambiare il Governo


Le tesi di Gad Lerner sul PD dopo Genova (intervista a il Fatto Quotidiano)

















A molti cittadini ed elettori, anche tra quelli che hanno votato M5S o Lega, questo Governo non piace.
Per ragioni diverse. A volte, opposte. Intendiamoci, pochi rimpianti per il passato più o meno recente (fosse di Berlusconi e Tremonti, di Monti e Fornero, di Letta ed Alfano, di Renzi o di Gentiloni).
Ma il Conte - Di Maio - Salvini si può cambiare?
Pare difficile in questa Legislatura. Intanto per i rapporti di forza usciti dal voto del 4 marzo 2018. Poi, per le posizioni delle principali forze politiche. In particolare, del PD.
Tuttavia, le insoddisfazioni e i conflitti che emergono e che potrebbero accrescere ulteriormente di fronte ai problemi aperti a livello nazionale ed internazionale, le prossime scadenze di bilancio, le elezioni della primavera 2019 o i suoi risultati potrebbero anche sfociare in una crisi politica irrisolvibile e in uno scioglimento anticipato delle Camere. Per un accordo tra i contraenti del Contratto per il cambiamento sottoscritto tra Di Maio e Salvini o, anche, per iniziativa di una sola delle sue due (o tre?) componenti.
Dunque, attenzione! Non tutto è scontato. E gli eventi straordinari (imprevisti) sono sempre dietro l'angolo.

Dovrebbero tenerlo ben presente, innanzitutto, Luigi Di Maio, i Ministri ed i parlamentari del Gruppo politico di maggioranza relativa.
Fin qui, il M5S è risultato molto, troppo, schiacciato sull'esperienza di Governo.
Un fatto in parte comprensibile, considerando le risorse umane che esprime e la sua rapida ascesa elettorale e politica. Ma un tratto sicuramente pericoloso e sbagliato. Soprattutto se porta a difendere e "coprire" ogni scelta dell'Esecutivo: anche scelte di gestione non contemplate nel Contratto sottoscritto e/o in evidente aperta contraddizione con precedenti posizioni (che avevano contribuito a raggiungere ampi consensi).
Ovvero con evoluzioni alquanto discutibili nello scenario nazionale ed internazionale: si pensi alle relazioni strette con Trump, con governi della destra europea o con regimi illiberali, come quello egiziano (con la vicenda enorme degli "scomparsi" e dell'assassinio di Giulio Regeni).
Infine, alla difficoltà di portare avanti annunci condivisibili ed importanti come quelli relativi ad alcuni stop per grandi opere inutili o non prioritarie, oppure alla sospensione e alla critica a trattati e convenzioni con grandi gruppi imprenditoriali privati più intenti ai propri profitti (e ai dividenti tra i soci) che alla gestione ed alla sicurezza delle infrastrutture e dei servizi loro concessi dallo Stato, come nel caso di Atlantia e di Autostrade per l'Italia.

Ma anche il PD deve riflettere sulle proprie scelte di opposizione.
Numerosi fatti di questa estate confermano che non è sufficiente muoversi in una prospettiva di continuità con le scelte del passato. La sconfitta storica del 4 marzo 2018 non evidenzia tanto un limite di comunicazione, quanto un indirizzo non condiviso ed apprezzato da tanta parte del Paese: politiche distanti dalle priorità delle periferie sociali e territoriali (altro che i modesti fondi pubblici messi in discussione recentemente da un ramo del Parlamento) o incapaci di ottenere i risultati annunciati; che, di fatto, hanno peggiorato le condizioni ambientali, di vita e di lavoro per tanta parte dei cittadini, nelle piccole e nelle grandi città, che hanno lasciato un pesante, non casuale, segno di classe a vantaggio di pochi ricchi o privilegiati e a scapito di un generale impoverimento tra i  lavoratori e i ceti medi (altro che la società dei "sentimenti" evocata da Oscar Farinetti, vedi sotto).
Come hanno detto di recente anche autorevoli fondatori del PD, per dare nuova speranza e passione a sinistra ed alle risorse democratiche del Paese sono necessari nuovi orizzonti, diverse politiche, altri dirigenti in discontinuità con la sostanziale "subalternità ai grandi capitalisti" (vedi intervista a Gad Lerner).
Il discorso naturalmente riguarda non solo il partito del neo segretario (di transizione) Maurizio Martina. Altre formazioni e coalizioni elettorali del Centrosinistra e della sinistra - sinistra mostrano tratti di conservazione, di riproposizione di dirigenti privi di credibilità ed una sostanziale incapacità di rappresentare un vasto popolo che chiede e ricerca un radicale cambiamento culturale e di condizione sociale.

Per questo piuttosto che ripartire da piazze, mobilitazioni o accordi elettorali volti a ricostruire l'incontro tra sconfitti o, peggio, momentanee tregue e inconsistenti progetti tra personale politico più o meno noto e impegnato in improbabili rivincite è necessario pronunciarsi con chiarezza sulle grandi questioni che segnano il presente ed il futuro e su nuove alleanze sociali e politiche che potrebbero costruirsi a sostegno di progetto di trasformazione profonda e di innovazione strutturale.

1. Le prime Grandi Opere su cui investire ed orientare lo sviluppo sono:
A. una rete di infrastrutture, di mezzi e di servizi di trasporto ferroviari e collettivi per persone - pendolari e per merci (da più parti già progettati e in attesa di realizzazione, in altri territori da definire mobilitando risorse umane e tecnico - progettuali disponibili e fin qui sempre mortificate) capaci di ridurre la congestione del traffico su gomma e l'inquinamento atmosferico ed acustico di grandi aree urbane e intere regioni;
B. la messa in sicurezza dei territori e delle comunità più esposte ai rischi sismici e naturali (frane, alluvioni, fuochi ...) determinati da decenni di edificazioni contro natura e di consumo irrazionale del suolo;
C. l'avvio di progetti partecipati per il risanamento ambientale, economico e morale del Paese che offra anche nuove opportunità di lavoro socialmente utile per disoccupati e per giovani diplomati o laureati inoccupati e per migranti (verso cui ancora si alternano vuoti proclami al respingimento e pratiche puramente assistenziali).

2. Una conversione ecologica e civile delle produzioni industriali ed agricole che rendano i territori il più possibile autosufficienti e in grado di autodeterminare le scelte per il futuro in base a interessi generali e di qualità della vita:
A. tutte le attività umane e lavorative che vedono impegnate le Istituzioni pubbliche debbono essere indirizzate ai Beni Comuni, alla salute ed alla sicurezza delle persone e delle comunità;
B. le innovazioni tecnologiche debbono essere innanzitutto finalizzate a soddisfare qualità sociali riconosciute, anziché l'arricchimento di singoli individui, famiglie e gruppi privilegiati.
C. le armi debbono essere rigorosamente controllate e ridotte agli usi atti ad assicurare la sicurezza comune, i diritti e i doveri che la Costituzione riconosce e richiede;
D. il lavoro disponibile e necessario per le attività presenti in comunità territoriali organizzate e dotate di rappresentanza istituzionale va ri-suddiviso in modo da perseguire la piena occupazione dei cittadini e da assicurare il più ampio coinvolgimento delle persone.

3. Riforme dei sistemi comunicativi, delle conoscenze e formativi orientati ad accrescere la cultura generale e le capacità critiche, propositive, costruttive e cooperative dei cittadini:
A. radio e televisione pubbliche vanno affidate a donne e uomini che hanno dimostrato indipendenza, autonomia, competenze professionali e sottratte a logiche ed interessi di partito, di parte o al potere dei grandi gruppi economici e finanziari;
B. scuola, università e centri di ricerca e di prevenzione pubblica debbono essere finanziate/i secondo necessità e quote di bilancio in linea con i Paesi più impegnati nella crescita civile e dei diritti - doveri dei cittadini.

4. Assicurare risorse finanziarie, umane ed organizzative necessarie a promuovere innanzitutto i Beni Comuni, la vita democratica ed istituzionale prevista dalla Costituzione, i controlli pubblici per il funzionamento corretto e per la responsabilità sociale delle imprese private, cooperative e del terzo settore:
A. il sistema nazionale (ed europeo?) di tassazione sui redditi da lavoro, impresa e proprietà (finanziaria ed immobiliare) deve essere conseguente e non preminente sulle esigenze pubbliche e sociali;
B. la lotta alla evasione ed alla elusione fiscale sono una priorità assoluta che si afferma attraverso scelte coerenti della Comunità Europea ed un rigoroso aggiornamento degli strumenti e delle tecnologie necessari e possibili per aggiornare l'ammontare effettivo dei redditi e delle risorse di cui dispongono tutti i cittadini;
C. prioritaria è la lotta a sprechi, illegalità, corruzione, mafie, lavoro nero e irregolare. Gli strumenti legislativi vanno verificati ma, soprattutto, è urgente assicurare i dovuti controlli, il coordinamento e l'adeguatezza del personale preposto. Analogamente l'efficienza della Magistratura e delle pratiche della Giustizia. La politica deve acquisire pratiche etiche e morali che prevengano il malaffare.

Su quanti e quali di questi obiettivi possono ritrovarsi cittadini ed elettori di M5S, di una nuova sinistra sociale e libertaria e, perché no, anche di una destra che antepone i destini della patria e dell'individuo a quelli mercantili e delle grandi lobby di potere?
E' possibile ricercare in ogni territorio esperienze che privilegino iniziative ed azioni positive comuni anziché polemiche sterili e propaganda di parte?
Ragionando innanzitutto sui territori in cui si opera.
Che (solo ad esempio) per Bologna o l'Emilia Romagna potrebbero significare:
Priorità al Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile e al Servizio Ferroviario Metropolitano (c'è tanto da investire per renderli effettivi e competitivi), razionalizzazione e limitazioni del traffico cittadino e sull'attuale grande Asse A14-Tangenziale (per cui restano indispensabili ed urgenti le azioni di difesa dall'inquinamento acustico ed atmosferico promesse - e non realizzate - da decenni).
Poi, investimenti poliennali per il risanamento, il verde e il rimboschimento (con eventuali servizi sociali e culturali) di aree urbane e demaniali strategiche (dell'INVIM), come i Prati di Caprara Est ed Ovest. Escludendo inaccettabili "compensazioni" a grandi imprenditori privati per investimenti in campo sportivo, che nella situazione del Paese e degli Enti Locali non sono di certo la priorità!
Quindi, la messa in sicurezza di infrastrutture, edifici e scuole pubbliche non ancora adeguati alle norme antisismiche; la sistemazione idrogeologica dei bacini fluviali, il ripristino delle centinaia di frane che colpiscono il territorio provinciale e, soprattutto, il rilancio di imprese agricole biologiche e il ripopolamento dell'Appennino bolognese che potrebbero essere fonte di nuovo lavoro per disoccupati, giovani e migranti.
E tanto altro ancora ...

E' possibile dichiarare esplicitamente di pensare e di volere perseguire alleanze politiche locali e nazionali conseguenti e coerenti a questa nuova visione e a queste (ed altre) priorità condivise?
Alcuni piccoli segnali di attenzione e di reciproco rispetto e riconoscimento (oltre le invettive) si registrano (ad esempio con gli applausi a Roberto Fico ospite della Festa nazionale de l'Unità di Ravenna).

Oppure si preferisce restare prigionieri di quelle che si potrebbero verificare ancora una volta visioni politiche false (come il superamento della società classista e l'avvento "di categorie di sentimenti", evocata dal proprietario di Eataly e comproprietario di F.I.CO.) o velleitarie (come la "vocazione maggioritaria") o futuribili (come "a lunga traversata" all'opposizione del Centrosinistra e della Sinistra) ... mentre tanta parte del futuro si decide nei prossimi mesi ed anni con Governi neoliberisti e di destra segnati da Salvini, Giorgetti, Toti, Zaia, Borgonzoni e un sempiterno Berlusconi?

Le tesi di Oscar Farinetti sulla "categorie dei sentimenti" (intervista a il Fatto Quotidiano)

























Lo Stadio, una priorità su cui investire? L'annuncio di Merola (il Corriere di Bologna, 1 settembre)





















Dopo i morti e i feriti di Borgo Panigale. Bonaccini, come se niente fosse accaduto (da il RdC) 

Postacchini, Confcommercio: avanti tutta!

























Una voce critica dalla cultura e da un "vecchio", saggio Amministratore 

18 commenti:

  1. Un testo impegnativo. Merita di pensarci su.
    A botta calda.
    Ora è difficile pensare si possa uscirne "da sinistra" come si sarebbe detto nel secolo scorso. Innanzitutto perché "la sinistra" dorme.
    Poi perché, contrariamente a quanto molti pensano, "il peggio" prepara, quasi sempre, soluzioni "ancora peggiori".
    Quanto alla speranza, sottesa nel post, di una alleanza 5S - Nuova Sinistra (o Nuovo Centrosinistra) credo di capire l'intento ma vedo tutte le distanze politiche e culturali: gli uni progettano nuove pubblicizzazioni (acqua, beni comuni, autostrade) mentre gli altri sono stati i protagonisti (al pari di FI) delle privatizzazioni (dell'acqua, dei servizi, delle infrastrutture; i primi sono per la stabilizzazione del lavoro mentre i secondi lo hanno reso flessibile; i grillini sono per una decrescita felice, al contrario Fassino, Renzi e Martina sono per lo sviluppo motore di lavoro e ricchezza.
    Lo si vede anche in Emilia su Passante, ipermercati, stadio, etc.
    La via mi pare più che accidentata.
    Ciao!

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    1. Tutto vero. Una via "più che accidentata", tutta da costruire. Davvero. Volendo.
      Il problema è che per affrontare alla radice i problemi strutturali in cui ci troviamo (responsabilità delle classi dirigenti passate) serve davvero una rivoluzione di pensiero e di pratiche di governo.
      Allo stato non mi pare che questo Governo la garantisca. La Lega di Salvini in particolare: difende "lo status" acquisito, illude ci si possa difendere praticando sovranità nazionale e perseguendo vecchie politiche (industriali, insostenibili, protezioniste), anziché promuovere e governare un cambiamento del sistema economico e sociale (italiano e internazionale).
      In qualche misura, si propone di ripercorrere indirizzi dei governi precedenti (semmai con un minor impatto sociale verso "gli italiani" o gli stranieri "utili"). Non a caso, su alcune grandi scelte le attuali opposizioni a Conte - Di Maio - Salvini (da Forza Italia di Berlusconi e Toti al PD di Renzi, Martina e Bonaccini) si appellano proprio alla Lega (per fermare la spinta a rivedere le "grandi opere" infrastrutturali inutili e/o sbagliate già progettate da Centrodestra e Centrosinistra in tutto il Nord con l'accordo di Confindustria e - in molti casi - sindacati confederali).
      Da qui la mia convinzione: una alternativa culturale, sociale e politica al Contratto di Governo in essere deve maturare (va costruita) ragionando e confrontandosi (senza pregiudizi) sui problemi, sulle contraddizioni e sugli obiettivi.
      Gianni

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  2. Lo status.
    Se i 5 Stelle di Di Maio sono portatori di un rinnovamento nazional-popolare di chi chiede opportunità negate e diritti - doveri auspicabili, la Lega di Salvini è la versione moderna di un egoismo di ceti produttivi arrivati che chiedono protezione. Senza sviluppo e con l'avversione dei potenti e dei privilegiati (oggi confluiti nel PD di Renzi o abbarbicati in Forza Italia) pare difficile che questo incontro possa reggere a lungo. Prima o poi lo strano incontro salterà.
    La vision.
    I contenuti del cambio qui indicati sono condivisibili. Credibili? Richiederebbero una più omogenea alleanza tra la generazione-cultura pentastellata, gli onesti pensionati di SPI e FNP CISL, gli operai determinati alla Landini, e intellettuali liberal e social alla Barca e Zagrebelsky ..... con la presa d'atto di chi ci ha provato ma si è perso ... nei salotti buoni.
    Metterli insieme non è facile.
    L.

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    1. Il "prima" o il "poi" con cui si va oltre "lo status" e si realizza e arricchisce (!) "la vision" potrebbe essere niente affatto secondario per i protagonisti indicati e per molti altri soggetti potenzialmente interessati.
      Gianni

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  3. Quella di Centrodestra è una alleanza sperimentata e spendibile sempre (anche se fin qui a prevalenza berlusconiana e non leghista salviniana, almeno in Italia).
    Diverso il discorso per le altre due forze.
    I 5S. se il contratto di potere non tiene, sono isolati.
    Il Centrosinistra è diviso e difficilmente ricomponibile.
    Difficilissimo ipotizzare oggi una alleanza 5s. - Centrosinistra per i prossimi 4/5 anni. Per programmi e per rapporti tra dirigenti/militanti.
    Antonio

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    1. Forse una valutazione - constatazione più realistica ...
      Non so, invece, quanto (più) utile ad un Paese e ad una Europa che necessitano di un cambiamento nel segno della riconversione ecologica, della giustizia sociale e del rinnovamento democratico delle Istituzioni pubbliche ...
      Gianni

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  4. Non sono per cambiare il Governo.
    Vogliamo tornare a Berlusconi e Renzi?
    Vediamo questi.
    Fra qualche anno valuteremo Conte e c. con maggiore cognizione di causa.
    Poi, molte cose di cui qui si parla non è che sarebbero più semplici da diverse alleanze o da nuovi Contratti!
    Lilli

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    1. Nessun rimpianto per chi è convinto che il passato ha prodotto il problematico e difficile presente.
      Il fatto è che non vedere le attuali contraddizioni e i conflitti potrebbe essere altrettanto irresponsabile.
      Gianni

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  5. Molte indicazioni contenute nel post darebbero una bella svolta.
    E può essere che un governo tra m5s e PD sarebbe stato meglio. Ma non c'è controprova.
    Ed anch'io eviterei di continuare nella propaganda. Soprattuto il PD.
    La legge per ridurre il precariato ha invertito la tendenza a considerate positiva la flessibilità del lavoro. L'accordo di ieri con Mittal vede il si dei sindacati, che non c'era ancora. Contro la corruzione le misure adottate sono un passo avanti riconosciuto anche da Di Pietro. Sulle autostrade Toninelli rappresenta gli interessi dei cittadini meglio di Delrio e dei suoi predecessori.
    Si può fare di più? Certo. Molto di più.
    Ma per farlo occorre uscire dai salotti e dalle abbuffate di pop-corn seduti davanti alla tv.
    E invece .........
    Titti

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    1. ... da Roma a Cernobbio, da Genova a Ravenna, da Firenze a Bologna nessuna seria analisi critica e riflessione. Prevalgono (sui vari fronti) sfide, tattiche e propaganda (di corto respiro) ...
      Gianni

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  6. Ma Salvini può continuare a fare il Ministro degli Interni?
    Da indagato e da capo partito che sostiene che la differenza tra lui e i magistrati è che lui è stato eletto e loro no?
    O non conosce la Costituzione oppure la avversa.
    Politicamente legittimo, ma non da Ministro che ha giurato sulla Costituzione.
    Anna

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    1. Sono certo che Salvini conosce la Costituzione (come Berlusconi e tanti altri a destra, al centro e a sinistra).
      Altro è onorarla e promuoverla.
      Gianni

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    2. Sei sicuro? Secondo me sbagli.
      Molti di questi, sono talmente presuntuosi e saputi che la considerano solo un retaggio del secolo scorso.
      Altri l'avranno letta di sfuggita, forse per dovere.
      Pochissimi tra i politici la considerano un indirizzo per il governo del paese. Basta vedere come si comportano e quel che dicono.
      Non solo Salvini, purtroppo.
      Anna

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  7. Salvini? No grazie. Per ciò che fa (stop ai migranti, alleanze Destre europee) e non fa (lotta alle mafie, alla corruzione). Senza pregiudizi.
    Di Maio? Ni. Mi pare molto impegnato (ILVA, decreto dignità, Autostrade.....) ma anche moderato su più scelte (ILVA, voucher, politica estera ......).
    Un governo per un diverso cambiamento? Con il PD pare impossibile, con la sinistra non ci sono i numeri. Con Forza Italia? Non esiste.
    Quindi, per cambiare il governo del cambiamento, e il contratto con Salvini ciccia e ...... alla prossima legislatura.
    Se qualcuno (partiti o elettori) opera i necessari aggiustamenti ......
    Va mo' la'!

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    1. Non so se bastano "aggiustamenti". Credo necessitino analisi e riflessioni profonde, progetti ed iniziative decisamente innovative.
      Gianni

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  8. "È in corso un'operazione seria per dare la spallata al nostro governo e spingere il Movimento 5 stelle a fare una maggioranza con PD sull'onda della emergenza per approvare la legge di stabilità e per tranquillizzare l'Europa".
    Il Corriere scrive che sono le parole dette da Luigi di Maio a Matteo Salvini venerdì notte.
    Mi pare verosimile.
    Fai anche tu parte di questa "operazione?
    Sic

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    1. Come no!
      Non so quanto ci sia di vero nel "retroscena" raccontato da Tommaso Labate, ieri sul Corriere della Sera.
      Insisto però su un punto: per "tranquillizzare l'Europa" (meglio sarebbe dire queste autorità della vecchia Europa!) e per continuare a coltivare "l'onda dell'emergenza" servono politiche di austerità e neo-liberiste coltivate in passato tanto da governi di Centrosinistra quanto da governi di Centrodestra.
      Restare in quell'ambito sarebbe letale per chiunque. Incluso Conte - Di Maio - Salvini. O un ipotetico altro Governo Fico - Martina ovvero Di Battista & Company ...
      Riprendo quanto sostenuto anche da Gad Lerner: è tempo di "coraggio" nel "combattere i vizi del capitalismo". Per farlo occorre interrompere "la subalternità" evidente dei politici "amici dei potenti".
      Ovunque collocati.
      Insomma, donne e uomini credibili per scelte diverse da quelle del passato recente, prossimo e remoto!
      Gianni

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  9. Lerner si conferma un acuto ed onesto protagonista. Ieri come conduttori di programmi TV, oggi come cittadino appassionato.
    Da un diverso angolo di visuale, non posso che confermare.
    A Bologna il Passante di Mezzo è un modo per consentire alle amministrazioni locali uno scambio interessato con Autostrade dei Benetton in cambio di risorse ed opere contrattate nel "pacchetto" degli 800-1000 milioni da investire. Tanto sarebbero rientrati ai Fratelli Veneti e alle Banche interessate con gli interessi attraverso un prolungamento delle concessioni e un "adeguamento" dei pedaggi degli automobilisti e dei camionisti.
    Ma il discorso di Lerner può andare oltre. Dalle Autostrade al Petrolio, agli Stadi ed alle nuove Costruzioni.
    Con i potenti si cena, ai residenti delle periferie si racconta.
    DG

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