mercoledì 12 settembre 2018

Una lettura assai utile

"L'UE mostri il suo lato pop" di Thomas Piketty
La Repubblica di ieri (pag.27) pubblica un articolo di Thomas Piketty, pubblicato giorni fa in Francia. L'economista offre alcuni spunti originali e non comuni nel dibattito corrente nel nostro Paese (anche per il quotidiano nazionale che lo ospita).
Le sue analisi e le sue tesi potrebbero aiutare molti italiani ad una lettura più attenta (e in diversi casi autocritica) dei fatti politici, sociali e culturali che riguardano il nostro Paese e l'Europa.
Consentirebbero al confronto pubblico di fare un serio passo avanti e di approfondire con maggiore serietà e rigore questioni dirimenti per il futuro comune, oltre una sempre più insopportabile propaganda di parte, per provare (tutti!) a misurarsi con maggiore autonomia di pensiero e con proposte nuove e creative la fase complessa e del tutto nuova che siamo chiamati ad affrontare.

1. Piketty propone categorie di lettura e di interpretazione dei principali soggetti politici nazionali tutt'altro che scontati.

Definisce:
a. il M5S un "partito antisistema ed antiestablishment, non classificabile nelle abituali tipologie destra-sinistra, ma che ha fra i suoi temi dominanti la creazione di un reddito di base" che, dice, "potrebbe assomigliare al reddito di solidarietà attiva alla francese";
b. la Lega un "movimento regionalista e anti-tasse ora riconvertito in partito nazionalista specializzato nella caccia allo straniero";
c. il PD un soggetto "collocato in un punto indefinito fra centrosinistra e centrodestra";
d. la "strana coalizione" al governo "social-nativista".

2. Piketty sostiene che i successi delle forze politiche emergenti stanno:
a. negli "effetti della lenta decomposizione politica italiana (in corso dal 1992)";
b. in "decenni di retorica anti-tasse e dumping fiscale (dal momento che i ricchi sfuggono alle tasse e nessuno ci può fare niente, allora perché non abbassare le tasse a tutti?)";
c. nelle "ipocrisie europee, che impongono all'Italia regole di bilancio rigide, impedendole di investire e risollevarsi dalla crisi e dall'austerità";
d. "nell'egoismo del governo francese, che da lezioni sui rifugiati ma chiude i suoi porti e le sue frontiere".

3. Piketty afferma che sarebbe "un errore" attribuire lo "sconcertante accoppiamento (M5S - Lega) all'esotismo italiano".
E indica almeno una parte delle "responsabilità":
a. nei "governi europei", incapaci di dimostrare "alle classi popolari che" l'Unione Europea "è lo strumento più appropriato per difenderle, mettendo in campo una politica di rilancio economico e giustizia fiscale";
b. nel PD che "ha rifiutato" l'ipotesi di una coalizione con il M5S "preferendo puntare sul fallimento dei populisti".

4. Piketty conclude: "ciò che rende Salvini così pericoloso è proprio la sua capacità di coniugare il discorso nativista e quello sociale, il discorso migratorio e quello sul debito, il tutto racchiuso nella denuncia della ipocrisia delle élite. La BCE ha stampato miliardi di euro per salvare le banche e non può aiutare l'Italia rinviando il rimborso del debito?" Fintanto che in Europa "i centristi praticheranno lo stesso liberismo antisociale, il social-nativismo avrà un futuro roseo".

Chi può dar torto a Thomas Piketty?
Semmai a rafforzare le sue tesi si possono integrare argomenti solidi ed attuali come la necessità planetaria e (assolutamente) italiana (patriottica) di conversione ecologica delle produzioni, delle infrastrutture e dell'organizzazione della vita delle persone. Ma chi passa di qui l'argomento lo conosce già.

5 commenti:

  1. Grazie. Interessante. Mi era sfuggito, relegato a pagina 27 ..... Altre volte gli articoli di Piketty erano in prima pagina. Evidentemente questa volta il Direttore e l'Ingegnere non gradivano.
    Ma non sono stato il solo a perderlo. Anche i mattinali radiofonici non mi pare ne abbiano dato conto.
    Due cose in particolare mi hanno colpito dell'articolo.
    Primo. La responsabilità delle autorità europee e di governi nazionali nella crescita dell'ambiente propizio affinché si coltivino la propaganda e i consensi della coalizione "social-nativista".
    Ci sta, ma tende a togliere responsabilità agli elettori, che non possono essere considerati solo "strumenti".
    Secondo. La preoccupazione che Piketty evidenzia per l'espandersi in Europa del "social-nativismo", particolarmente rilevante verso il rinnovo del Parlamento del 2019.
    Entro questa lettura mi interesserebbe capire come si interpreta il voto di oggi nell'assemblea di Strasburgo su Orban.
    m.m.

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    1. Nel merito delle 2 osservazioni.
      1. Le responsabilità politiche delle Autorità europee e dei Governi nazionali di diversi paesi (a partire dalla Commissione o dalla BCE, ovvero da Germania, Francia, Inghilterra ...) non mi pare tolgano quelle dei singoli elettorati (italiano come greco, ungherese o svedese ...) per le scelte fatte e da fare nei rispettivi paesi. La sottolineatura condivisibile mi pare semmai l'influenza e l'interdipendenza tra fatti, politiche, culture ...
      2. Il voto al Parlamento europeo evidenzia diverse contraddizioni: culturali, politiche, istituzionali. Su di esse occorre intervenire con visioni e progetti di respiro strategico e di pronta immediatezza. Consapevoli che Orban ad amici agiscono con posizioni e fatti. Chi li avversa può dire altrettanto?
      Gianni

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  2. La sintesi del ragionamento provo a tradurla cosi. Occorre cambiare le politiche europee per scongiurare neo-nazionalismi e ridare benessere e futuro ai nostri popoli.
    Bisogna evitare con l'Italia e con altri ciò che è successo con la Grecia.
    Purtroppo il suo discorso è ancora molto distante dalla realtà vissuta quotidianamente.
    s.

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    1. Piketty da un contributo di analisi e di tesi ... (da par suo)
      Ad altri (partiti, soggetti politici, ... in qualche misura, tutti noi) spettano compiti di confronto, riflessione, proposta e iniziativa ...
      Riusciamo? Procedendo oltre il tifo, i commenti troppo spesso ripetitivi e/o passivi? Per contribuire - anche tra posizioni diverse - ad una evoluzione culturale e politica adeguata ai problemi sociali ed ambientali preminenti ed ai convincimenti che maturiamo forti della nostra lungimiranza e capacità critica ed autocritica?
      Gianni

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  3. Ci si potrebbe fare bei congressi sulle tesi dell'economista francese.
    Purtroppo c'è chi pensa di risolvere i nodi con una cena e con nuove primarie.
    Auguri!

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