martedì 14 gennaio 2014

La Lione - Torino, vista da Parigi (e da Bologna)

"La Francia e l'Italia si preparano a spendere più di 26 miliardi di euro per una linea ferroviaria ad alta velocità che collega Lione e Torino, con un tunnel lungo 50 km. Si stenta a crederlo. Tutti gli studi indipendenti hanno dimostrato che questo progetto faraonico è una follia.
È facile capirlo se si pensa al tunnel sotto la Manica. Il costo della linea Lione - Torino è più alto di quello della linea Parigi - Londra. Ma il traffico, e dunque i potenziali ricavi, è molto inferiore (di 14 volte per i passeggeri e di 3 volte per le merci).
Inizia così, un articolo di Remy Prud'homme pubblicato dal giornale francese di attualità economica, finanziaria e borsistica, Les Echos, http://www.lesechos.fr/, proposto questa settimana da Internazionale, la rivista con "il meglio dei giornali di tutto il mondo".

L'analisi del giornalista aggiunge argomenti solidi ed essenziali a quelli già proposti in Val di Susa e in Italia e conferma che la scelta di procedere nella costruzione della grande opera si dimostra, col passare del tempo e delle verifiche, sempre più irrazionale.
"Già i ricavi del tunnel sotto la Manica non coprono le sue spese di investimento e di manutenzione, come sanno fin troppo bene i risparmiatori e le banche che l'hanno finanziato. I ricavi del tunnel alpino non copriranno nemmeno il 10% dei costi.
Era già evidente negli anni '90, all'epoca in cui il progetto fu concepito.
Lo è ancora di più oggi e per tre fattori.
1. Il costo del progetto è aumentato in modo considerevole, passando da 16 a 26 miliardi di euro. E tutti sanno che il costo preventivato è notevolmente inferiore a quello che sarà il costo effettivo.
2. Le previsioni di crescita del traffico, all'epoca molto generose (si pensava ad un raddoppio e addirittura un quadruplicamento per il trasporto ferroviario), non si sono avverate. Dopo vent'anni, il traffico ferroviario tra Lione e Torino è fermo o addirittura in declino. Le ragioni sono tante: la de-industrializzazione dei due paesi, la fine della crescita, la costosa apertura dei tunnel ferroviari svizzeri e una maggiore efficienza della linea stradale. Motivi che non sono destinati a scomparire nei prossimi anni.
3. La situazione dei conti pubblici di Francia ed Italia  è peggiorata. L'aumento dei costi del progetto più la sua diminuita utilità danno come risultato un aggravio delle possibili perdite. I 26 miliardi di investimento saranno a totale carico dello Stato tramite un aumento delle tasse o un aumento del debito. In Francia non si potrà contare sui risparmiatori o sulle banche, già scottati dall'affare del tunnel sotto la Manica. Le forme di partenariato tra pubblico e privati, evocate di quando in quando, non saranno altro che prestiti camuffati.
Sembra che l'Unione Europea parteciperà con una quota che potrà variare dal 10 al 15% a questo enorme sperpero. E saranno soldi nostri. Siamo di fronte ad una istituzione bizzarra, schizofrenica, che istiga a sforare con il bilancio: da un lato esige che Francia e Italia riducano il debito pubblico e il carico fiscale, dall'altro le incita a fare ingenti spese inutili.
Questo progetto viene difeso solo dalle potenti lobby francesi ed italiane nel settore dei lavori pubblici e dagli eletti delle zone interessate, come il dipartimento Rodano - Alpi o la Regione Piemonte. In fondo ricevere una sovvenzione statale è sempre un grosso vantaggio, anche se si è una regione ricca."
Le considerazioni di Remy Prud'homme non entrano nel merito degli ultimi fatti della Regione Piemonte: le inchieste della Magistratura sullo spreco di risorse pubbliche e le spese indecenti della maggioranza dei consiglieri e dei gruppi politici e l'annullamento delle elezioni regionali del 2010 per irregolarità (firme false!) nella presentazione di una lista a sostegno del vincente Roberto Cota, sulla Presidente uscente Mercedes Bresso. Fatti che confermano il livello scarso ed indecente della politica regionale e nazionale, delle classi dirigenti locali e comunitarie. Oramai drammaticamente prive di visione, di pratiche e di progetti sobri e lungimiranti.
L'articolo conclude: "Nell'agosto del 2012 un parere sul progetto espresso dalla Corte dei Conti francese raccomandava "di non escludere troppo presto l'alternativa del miglioramento della linea esistente", un modo per dire: abbandonate il progetto. Nel giugno del 2013 la Commissione Mobilitè 21 presieduta da Philippe Duron, ha presentato un rapporto lucido e coraggioso sugli investimenti da fare nei trasporti fino al 2030, in cui si mette l'accento sulla priorità assoluta da dare alla manutenzione della rete e si scartava qualsiasi nuovo progetto di alta velocità. Anche la Societ è Nationale des Chemins de Fer (SNCF), le ferrovie francesi, sostiene il progetto con poca convinzione perché è consapevole che contribuirà a un deficit che poi le sarà rimproverato. Ci si chiede in che mondo vivano i nostri politici."
La domanda del giornalista francese di Les Echos ha un valore particolare anche per noi italiani.
In questi mesi il nuovo giovane e dinamico segretario del PD, Matteo Renzi, si è adagiato sulle vecchie scelte progettuali della classe dirigente che ha annunciato di volere rottamare, salvaguardando la sostanza delle loro irresponsabili politiche (qui, come detto, il problema non è di passare dalle parole ai fatti!).
Poi, negli ultimi giorni, ha anche annunciato il suo sostegno alla candidatura a Presidente dalla Regione Piemonte dello storico (ora 66enne!) sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, e attuale Presidente della Fondazione San Paolo, che controlla il più grande Gruppo bancario italiano (Intesa - San Paolo).
Il tempo del rinnovamento è finito?

Ultima ora.
Leggo di pesanti, anonimi ed inaccettabili atti contro Magistrati torinesi e il senatore PD Stefano Esposito, "Si TAV".
Ho sentito deliranti affermazioni del senatore Stefano Esposito contro il magistrato Livio Pepino e gli artisti Fiorella Mannoia e Caparezza accusati di essere "mandanti morali delle molotov".
Rivalutiamo tutti il confronto, la critica e la lotta Politica!

5 commenti:

  1. Ha ragione Les Echos.
    In Italia a favore del nuovo tunnel sotto le Alpi sono le lobby degli appalti e delle grandi costruzioni. Oltreché i banchieri. Loro hanno convinto e oliato partiti tradizionali.
    Che tristezza anche questo parlamentare PD che se la prende con i cattivi maestri ...
    L.

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  2. Si, interessi generali o particolari. Europa dei popoli o degli interessi delle ristrette e potenti burocrazie e lobby.
    Perché non si vuole rivedere la scelta del nuovo tunnel sulla linea Torino - Lione?
    Questo blog ha la coop nella sua ragione sociale e in molti post e commenti.
    Ma è la stessa coop di CMC (capofila dei costruttori impegnati nella Val di Susa) o della Coop sociale impegnata al CIE di Lampedusa (nel maltrattamento dei migranti)?
    Cooperazione e/o affari e interessi privati? Magari di "gruppi" privati?
    Fiorella

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  3. Grazie!
    Per gli argomenti ...
    Altri sul sito:
    http://www.notav.info

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  4. Chissà se la scadenza delle elezioni europee di maggio ci consentirà di discutere meglio della moderna comunicazione.
    Da Internet ai trasporti, dal sistema stradale a quello ferroviario, da quello aereo a quello navale.
    Potremmo capire meglio se e come procede il corridoio ferroviario est - ovest di cui si dice farebbe parte il nuovo tunnel di 50 km.
    Potremmo capire le scelte di sviluppo economico , sociale, civile dell'Europa ... secondo PSE, PPE, Sinistra, Destre.
    Carlo

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  5. Ieri un treno è deragliato sulla linea da Genova a Ventimiglia.
    Causa il cedimento del terreno su cui era stata edificata una villetta, seconda casa, nel Comune di Andorra.
    Il traffico ferroviario sarà bloccato per una decina di giorni.
    Se questo è lo stato del territorio e della manutenzione ferroviaria si può investire somme spropositate per nuove infrastrutture?
    g.

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