giovedì 17 marzo 2022

Quel coraggio di Marina Ovsyannikova che manca a Massimo Gramellini e C.


Foto e titolo di apertura de la Repubblica di ieri: il fascino indiscreto dei nazionalismi ...  










Dispiace davvero che uno dei giornalisti più brillanti d'Italia e, da tempo, anche "conduttore" di una seguita trasmissione della TV pubblica (Le Parole, Rai3) mostri di non avere capito o di non voler capire la sostanza del confronto culturale e politico aperto anche nel nostro Paese sulla guerra Ucraina e sulla situazione internazionale.

Secondo Massimo Gramellini "tutti i fautori della Pax Putiniana, dal professor Orsini al cantante Povia, concordano nel farci sapere che la situazione è più complessa" ... (Corriere della Sera, martedì 15 marzo) 


















"Però che donna, che giornalista, e che fegato" Marina Ovsyannikova, sostiene Massimo Gramellini ... (16 marzo)
Vero. In Italia ci mancano giornaliste/i così ...





















Eppure la sostanza è semplice (per nulla "più complessa") e una persona colta ed informata, come sicuramente è Massimo Gramellini, non può non averla intesa. 
I "pacifisti" italiani hanno fortemente apprezzato e condiviso la coraggiosa denuncia di Marina Ovsyannikova contro la guerra e le bugie del regime di Putin e degli oligarchi russi che hanno aggredito un popolo "fratello" e che bombardano villaggi e città d'Europa. Nessun dubbio. A Lei e ai pacifisti russi che manifestano a Mosca e in altre città del Paese più vasto del mondo, va la piena e incondizionata solidarietà delle piazze italiane che alzano le bandiere arcobaleno della pace e che si mobilitano per un immediato "cessate il fuoco"; per trattative internazionali orientate al disarmo e alla comune sicurezza; per un ruolo attivo, autonomo e di cooperazione della Unione Europea, tanto verso i popoli d'Occidente quanto verso quelli ad Oriente, dell'Africa o dell'America Latina.

Il mondo intero ha bisogno di verità e informazione, di libertà e cultura, di più democrazia e giustizia. Non solo ad Est.

Ciò che purtroppo non emerge nelle "nostre" redazioni (nazionali e locali) e nei principali canali della comunicazione italiana (soprattutto quando pubblica) è un analogo coraggio (o anche solo la "metà") di quello mostrato dalla Ovsyannikova (pur considerando il diverso contesto Costituzionale e di libertà). 

Si, anche da "questa parte" del mondo (complessivamente più ricco e benestante, ma ugualmente ingiusto e diviso in classi sociali distinte e in conflitto), anche nella Alleanza politica e militare di cui siamo parte, la NATO, sono troppo pochi i giornalisti e i "commentatori quotidiani della guerra" e dei fatti sociali e politici che antepongono una corretta informazione alla propaganda; con il rispetto dovuto verso tesi ed interlocutori, verso posizioni diverse che si confrontano. 

Si, perché essere "contro il riarmo" ed ogni scelta di "escalation" militare o delle tensioni tra Stati e popoli non vuole dire affatto "intendersi con il nemico", con l'aggressore specifico (Putin) o di turno (Erdogan, Bush o altri) ; non significa per nulla scegliere "l'equidistanza" tra predefiniti e presunti opposti (che, tra l'altro, nel caso in questione del regime e degli oligarchi russi fino a poco tempo fa erano considerati compari di avventure o alleati di affari e di armi contro "terzi" proprio da molti di coloro che oggi li considerano "il male assoluto" e chiedono di "armare i loro avversari"). 

Essere eco-pacifisti (ieri, oggi e domani) significa sostenere altre priorità, ad Ovest come ad Est, nella NATO come in Russia o Cina, in Iran, India o Pakistan ... Avere obiettivi strategici di riduzione delle spese militari, di disarmo bilanciato e di de-nuclearizzazione, di aumento degli investimenti in spese sociali ed ambientali: per la sanità e la ricerca scientifica, per la salute del Pianeta Terra e delle comunità colpite da pandemie e malattie, da una crescita incontrollata e diseguale delle produzioni e dei consumi, causa principale del progressivo riscaldamento globale, di nuove povertà e di inarrestabili flussi migratori.

Ed essere giornalisti professionisti "coraggiosi" significa non stravolgere le idee e le azioni in campo, non costruire "mostri" e "streghe", non alimentare false e ingiustificate paure e priorità. Anche perché a volte, in assenza di obiettività, di sostanza scientifica e di fatti accertati, ovvero in presenza di un eccesso di semplificazioni, di interessi o di concentrazioni proprietarie (autocrati o "illuminati capitalisti" ma amici di autocrati) si finisce che con i "nemici costruiti" ieri (per pura opportunità e propaganda) si gestisce, oggi (e forse anche domani), il potere residuo nonché sistemi economici e sociali in crisi e colmi di irrisolte contraddizioni. In Europa, ad esempio, quei fondi promessi per la Next Generation EU e per la "transizione ecologica" che, invece, ora sembrano sempre più selezionati e rivisti verso la conservazione delle vecchie fonti energetiche a carbone, gas, petrolio e nucleare ovvero a "puntello" di un modello di crescita insostenibile e di riarmo che promette solo sacrifici e nuovi disastri. Però, con il sostegno dei cosiddetti "populisti" o dei "sovranisti": il blocco delle destre conservatrici e nazionaliste, del "Gruppo di Visegràd" e, in Italia, la Lega di Salvini e, magari, i "Fratelli" di Giorgia Meloni. 

Per una comunicazione cortigiana e conservatrice urge, dunque, costruire ed alimentare nuove fantasiose "narrazioni". Le redazioni di Corriere della Sera - La7 e di Repubblica sono attivamente al lavoro: al contempo capifila e ostaggi. 

Fioccano dunque le interviste ai nuovi ed ai vecchi promotori di guerre, ai sempre attivi commercianti di armi, eserciti irregolari e "legioni straniere". Anche quando squalificati rappresentanti politici portatori di bugie che hanno avviato "guerre infinite", come l'ex Premier inglese Tony Blair. O oligarchi russi arricchiti dal colosso petrolifero Yukos in esilio a Londra e all'opposizione di Putin come Mikhail Khodorkovsky.

Tony Blair, colui che ha ammesso di aver costruito "prove" per fare la guerra all'Iraq scrive "l'analisi" su la Repubblica: "La capacità difensiva deve essere ripensata trovando modi per moltiplicare l'efficacia anche dal punto di vista delle capacità di combattimento. Questo richiede aumenti della spesa militare" (16 marzo 2022)
 



"Aveva 40anni e una fortuna di 15 miliardi di dollari" l'oligarca (ex petroliere) russo Mikhail Khodorkovsky, oggi a Londra, oppositore di Putin che sul Corriere sostiene "può essere fermato solo con la forza" (16 marzo 2022)









































E' lecito chiedere a Massimo Gramellini, a Concita De Gregorio, ad altre importanti firme del giornalismo italiano di mostrare almeno un pò del "fegato" e del "coraggio" della loro collega russa nell'affrontare i "padroni di casa nostra", i "potenti italici" che qui, specularmente a Putin là, puntano a conservare ricchezze, potere ed un sistema economico - sociale sempre più insostenibile?

Sarebbe interessante iniziare a leggere dati, analisi, commenti sui costi complessivi nei i paesi dell'UE per "Difesa e Sicurezza" nazionale (si dice siano, da tempo, diverse volte superiori a quelli della Russia), su quanto l'attuale Governo Draghi e questa maggioranza vorrebbero spendere in futuro per armamenti ed esercito; di quanto viene diretto effettivamente alla conversione ecologica ed energetica nel PNRR e nei Bilanci pubblici italiani; di quanto si conservi di incentivi pubblici per le fonti fossili tradizionali e più inquinanti; di quali sbocchi pacifici e di cooperazione si vorrebbero per l'Ucraina, il Medio Oriente e il Mediterraneo.  


La mobilitazione dei bolognesi in Piazza Maggiore con il Portico della Pace: per il cessate il fuoco e negoziati immediati, contro l'escalation della guerra e per politiche di disarmo ... (sabato 12 marzo 2022)



Dal palco la musica degli Inti Illimani contro tutte le guerre, le logiche imperiali e le dittature, da chiunque sostenute ...


Giovani bandiere verso Piazza del Nettuno ...


Tra gli interventi, quello di Giampiero Cofano, della Comunità Papa Giovanni XXIII che ricorda la missione di pace e l'esperienza in Ucraina ...
  

Il popolo della pace sotto le gigantografie di Pier Paolo Pasolini, Roberto Roversi e Lucio Dalla ... "i russi, i russi e gli americani" ... Arte e intelletto per la pace e il disarmo!


La pagina del Corriere di domenica sulla manifestazione di Firenze e sull'intervento del Presidente ucraino Zelensky ... (13 marzo 2022)


La pagina del Resto del Carlino: "Letta molla i pacifisti" ... e l'elenco di "chi non vuole schierarsi" ... (13 marzo 2022)
 

Le pagine nazionali di la Repubblica: con Zelensky che chiede la "No fly zone" e contro "i teorici del né - né" ... (13 marzo 2022)

 
Le pagine di Repubblica Bologna: "la piazza equidistante si riempie a metà" ... (13 marzo 2022)
 









 

2 commenti:

  1. Tony Blair chiama le guerre. Dall'Iraq all'Ucraina si potrebbe dire. Nel suo articolo su Rep conferma di operare con il suo Istituto da anni a Kiev è si pronuncia nuovamente per il potenziamento e la deterrenza armata.
    Nel frattempo il suo compatriota Johnson fa visita al Principe Saudita Bin Salman campione di umanità.
    Vedrai che domani Massimo Gramellini non si dimenticherà di ricordare i bombardamenti degli aerei di Riad sulle città yemenite.
    Ciao!

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  2. La mia impressione è che per fare pace bisogna predisporsi.
    Voglio dire che se una parte considera l'altra il male assoluto il discorso è alle armi. Vale per i Russi come per gli Ucraini che comandano a Mosca e a Kiev.
    La guerra si trascina dal 2014, non da 23 giorni. Allora lo scontro armato a Kiev per il governo, in piazza Maidan.... Poi a est nelle terre con più incidenza di Mosca e la contesa delle regioni di Donetsk e limitrofe.... Con il referendum in Crimea e una guerra civile ai confini..... Ed ora l'azione militare dell'esercito russo Vs tutta l'Ucraina.
    Un lunghissimo conflitto.
    Ma se gli uni combattono i nazisti e gli altri Hitler, cioè entrambi combattono criminali di guerra che pace può nascere?
    Io penso che tutti dobbiamo cambiare toni e posizioni.
    I capi se vogliono la pace debbono costruirla non affidarsi alle armi.
    La giornalista russa che chiede pace è un bel segnale e non averla incarcerata un secondo segnale.
    Mi piace l'idea che anche in Occidente si chieda più obiettività. E meno spazio per Tony Blair e per gli oligarchi del petrolio e delle armi.
    Insomma finiamola col tifo. E rivalutiamo la politica.

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