lunedì 7 marzo 2022

Il Popolo della Pace e lo stato di guerra

Ancora tante persone nelle piazze d'Italia: sabato a Roma sicuramente la più partecipata ...   










Continua la mobilitazione del Popolo della Pace con mille voci e iniziative. Sabato a Roma "Europe for Peace", una forte manifestazione promossa dalla Rete italiana Pace e Disarmo. Partecipata da lavoratori, studenti, disoccupati; tante donne, giovani e giovanissimi, intere famiglie con bambini. Non c'erano i partiti più rappresentativi, né gli oligarchi di casa nostra, i fautori della economia di guerra e del PIL come primo ed unico parametro di valutazione dello stato di una società. Mancavano le principali firme della comunicazione ...

E colpisce lo spazio dedicato dai grandi quotidiani nazionali e dai principali canali della comunicazione radio televisiva: quasi sempre nascosti i volti determinati delle persone, distorte le voci dei protagonisti, tagliati e banalizzati i loro argomenti. 

Sul Corriere della Sera, il giornale più diffuso, per trovare la "notizia" bisogna raggiungere pagina 18 (pari), divisa tra l'articolo di Fabrizio Caccia "No Putin, no Nato: migliaia al corteo" ed una intervista di Fiorenza Sarzanini a Fabrizio Curcio sulle attività della Protezione Civile italiana, "il piano profughi e i permessi a chiunque arrivi in Italia" dall'Ucraina. Mentre sulla più pregiata pagina 19 (dispari) si può leggere una intervista al coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani: "Serve una mediazione Onu. L'Europa si dimostri solidale e crei un fondo per la crisi". Su la Repubblica di Maurizio Molinari (e della famiglia Agnelli) bisogna andare a pagina 16 per leggere l'articolo di Alessandra Ziniti "Migliaia in corteo per chiedere la pace. Landini: serve l'ONU". Pagina divisa con l'articolo di Giovanna Casadio "Sinistra, big assenti". E, a fianco, l'intervista a tutta pagina 17 a Matteo Renzi: "Giuste le armi agli ucraini, ma ora c'è bisogno di più politica". Sul Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, si deve raggiungere pagina 12 per leggere Ettore Maria Colombo "Pacifisti in piazza, la sinistra si divide sulle armi". La pagina è equamente divisa con la notizia dell'addio ad Antonio Martino (fotografato con l'amico Silvio Berlusconi). Mentre nella pagina accanto "Emilia Romagna Marche" campeggia una intervista a Vincenzo Colla, Assessore regionale ed ex sindacalista: "Aiutiamo i talenti a trovare lavoro. E presto Amazzon investirà ancora". 

Per tutti questi giornali (e per altri) la prima pagina propone la stessa foto da Kiev: "la calca si persone sotto il ponte distrutto che cercano di attraversare il fiume Irpin" (vedi sotto).

Qual è lo scopo di questa "comunicazione di guerra"? Di questo "campo largo" che vorrebbe presentare il movimento internazionale per la pace e per il disarmo come "equidistante" tra aggrediti ed aggressori, come "quelli che non scelgono"? 


Una pagina di sabato del Corriere della Sera: Antonio Polito anziché confrontarsi con gli argomenti di chi si oppone alla guerra sostenendo la resistenza attiva non violenta, la via della Politica e del disarmo preferisce rispondere "alla guerra con la guerra" ... (5 marzo 2022)























Brutta cosa "il pensiero unico": il rifiuto dell'approfondimento, della riflessione, della comprensione, della critica. Il rifiuto di cogliere nelle parole e nelle azioni del Popolo della Pace e del Disarmo, della scienza e del governo del cambiamento, le idee, le passioni, le risorse fondanti per un Progetto, sicuramente ambizioso quanto possibile, di mondo nuovo, più giusto, sostenibile e vivibile di quello in essere. 

Brutta cosa il plauso diffuso per le scelte poliennali di riarmo, per la quasi unanimità di consensi raggiunta in Parlamento a favore delle scelte di Draghi e del suo Governo: da Giorgia Meloni e Matteo Salvini ad Enrico Letta e Matteo Renzi, passando per Berlusconi e Mulè, per D'Alema e Minniti (di Leonardo). 

E quasi nessuna parola nei confronti di chi sospende le lezioni su Dostoevskij, le Mostre di fotografi moscoviti, le esibizioni di artisti o di atleti russi. A cosa si mira? Dove si vuole arrivare? 

Quando si nega la cultura, si rinuncia alla ricerca di vie per la cooperazione internazionale e per la conversione pacifica ed ecologica di una economia globale in grave crisi per ragioni oggettive, strutturali, sociali, ambientali e si lavora per rilanciare nei decenni a venire l'economia più tradizionale e conservatrice (come fossimo nel secolo passato) significa avere perso i fondamentali. 

Chi oggi ha individuato il regime di Putin come "nemico da abbattere con l'uso della forza militare" sono gli stessi che con gli oligarchi russi al potere, dopo il fallimento e la fine incruenta dell'Unione Sovietica, hanno diviso, organizzato e fatto grandi affari e accordi. Sono gli stessi che hanno invaso - come i sovietici - l'Afganistan, additando nei Talebani "i responsabili del terrore internazionale" per poi, dopo venti anni di guerra, lasciarglielo nuovamente ... Gli stessi che hanno costruito prove false per abbattere il regime di Saddam Hussein alimentando la stagione di tragiche guerre in tutto il Medio Oriente. Riducendo la Siria ad un Paese distrutto dalle bombe di Putin, di Erdogan, della NATO e governato sempre dallo stesso Presidente Assad. Con milioni di vittime e di migranti. 

No, l'Europa di cui abbiamo urgenza non è quella che sfida la Russia attraverso politiche di riarmo e di competizione economica fondata sul nucleare, sul carbone, sul gas e sul petrolio, sul consumismo alimentato dalle grandi multinazionali d'Occidente o dell'estremo Oriente, sulla dipendenza dalle industrie dell'auto e dagli autocarri, del cemento e dall'asfalto.

I grandi mali del mondo del terzo millennio, le pandemie, i tumori, l'inquinamento, il riscaldamento climatico si curano e si prevengono anteponendo gli investimenti sanitari, sociali, compatibili con la salvaguardia della biodiversità e degli ecosistemi. 

Ecco l'interesse dell'Europa, dall'Atlantico agli Urali. E dei popoli di tutto il mondo dal Nord al Sud: basta aggressioni, basta guerre, basta morte e distruzioni. 

E', questo, il tempo per affermare più Diritti e Doveri universali per i popoli e le persone. In Afganistan, Arabia Saudita, Birmania, Brasile, Cina, Corea, ... Egitto, Eritrea, Etiopia ... Libia, Mali, Messico, Nicaragua, ... Polonia, Russia, Spagna, Stati Uniti, ... Yemen, Turchia, Ungheria, Venezuela ... Italia.

Questo unisce (o può unire!) le piazze di Roma, Berlino, Londra, San Francisco, Mosca e di tutto il mondo libero o oppresso.


"Sono sconcertato dalla decisione del Governo e del nostro Parlamento" ... scrive il Presidente nazionale di Pax Christi e Vescovo di Altamura - Gravina - Acquaviva delle Fonti, Giovanni Ricchiuti, al manifesto (5 marzo 2022)




Il grande corteo romano è aperto da un lunghissimo striscione con i colori dell'arcobaleno ed al centro la scritta pace. Lo sostengono decine di partecipanti ... (5 marzo 2022)


... tanti giovani, ragazzi e ragazze 













Dietro la colomba della pace, il logo simbolo della iniziativa e la scritta Europe for Peace rappresentanti della Rete italiana per il Disarmo, di Emergency, ANPI, ACLI, ARCI, Legambiente, Greenpeace, Libera, CGIL, UIL ... decine di associazioni e circoli culturali 


Un popolo colorato e determinato ...


... plurale e combattivo












Unito nello "stop alla guerra in Ucraina" ...


E nello stop a tutte le guerre, per riconoscere Diritti e Doveri universali ai popoli ed alle persone ...


Tra i partecipanti, Maurizio Landini ...















... tanti lavoratori e sindacalisti dietro i loro striscioni e con centinaia di bandiere


Una coppia, con i colori dell'Ucraina ...


Un giovane con un piccolo grande cartello ...


"Salva la pace, salva animali" ...


Tanti genitori con bambini sulle spalle e nei marsupi ...


... o nelle carrozzine


Rappresentanze di categorie del commercio e dei servizi ...


... della conoscenza e della ricerca 




















Giovani ed adulti di Mediterranea, in prima linea nei salvataggi in mare dei migranti ...


"Stop alla guerra di Putin, io sto con l'Ucraina" ...


"Putin togli le mani dall'Ucraina" ed "Europa apri tutte le porte" ...


"No all'invio di armi in Ucraina" ...


"Pace" e voltiamo le spalle alle guerre e al riarmo


Tamburi di pace ...


"Studenti per la pace e il disarmo" ricordano l'art.11 della Costituzione Italiana a Governo e Parlamento ...


Con il cuore all'Ucraina: pace!


"Priorità alla vita" ...


Per la pace, anche da Bologna ...














Mamma e bambina ...


Donne dell'ANPI con una frase di Tina Anselmi ...


"Ucraini e russi popoli fratelli. No a Putin, no alla NATO" ...
 

"Tra uccidere e morire c'è una terza via: vivere" ricorda l'Associazione per la pace in Palestina 


"Ma perché continuiamo a produrre e vendere armi"?


Un cartello programmatico ... dalla associazione Non una di meno 


Lo striscione degli studenti di Link: ... "Disarmo e Cooperazione"


Un anziano attivista pacifista, con bastone ...


Ragazze "con l'Ucraina" ...


Da Firenze: "Cessate il fuoco subito, basta guerre"!


Cuore e mani con Emergency ...


Bandiere ucraine al vento ...


"Il delitto" è delle guerre, "il castigo" è dei popoli ...


"Nè con Putin, né con la NATO. Disertiamo la guerra. Nessun arma, nessun soldato".


Una marea di giovani e ragazze ...


"La guerra è buona per pochi, è cattiva per i più" ...


Uno striscione del Laboratorio ecologista autogestito che continua le battaglie di Berta Caceres, una attivista ambientalista assassinata in Honduras nel 2015 ...














Volontari dell'ARCI ...


Con Vauro Senesi ...


Una rappresentanza della ONG ResQ ...


Contro la guerra ... "Insorgiamo"


"Contro i Draghi di guerra" ...


"Le donne hanno buona memoria, fuori la guerra dalla storia"!













Alex Zanotelli, con bandiera della pace e cartello ...


Legambiente ...


Per "il diritto alla pace"!


Donne del Movimento Nonviolento: "coerenza, continuità, convinzione" ...


In Piazza san Giovanni, con ragazze ucraine ...


Bandiere di Libera di don Ciotti ...


Uno storico pacifista ...


... ed una giovane attivista


Il grande palco ...















Dalla Piazza lo schermo sulla Piazza ...


L'intervento di Maurizio Landini ...


Applausi ...














L'intervento di una attivista di Legambiente ...


L'intervento di Luciana Castellina e le bandiere di Emergency ...


Dopo l'intervento di una "ragazza del secolo scorso", quello di una studentessa di Fridays for Future ... 






















Studentesse universitarie per la pace e il disarmo anche da Bologna ...


"Quando i ricchi si fanno la guerra sono i poveri che muoiono" 


Una ragazza alza la bandiera palestinese ... Una causa irrisolta da oltre 50 anni ...


"Noi non ci arruoliamo: No bombe russe, no NATO" ...


Al centro della Piazza si srotola un gigantesco "arcobaleno" ...
 

Quasi un "ombrello" sotto cui riparare ...


Pace e disarmo ... sono vita e futuro (5 marzo 2022)














Da Franco Arminio, poeta, scrittore e regista ...




(il Fatto Quotidiano, 6 marzo 2022)


La prima pagina del Corriere della Sera di ieri (6 marzo 2022)


... quella di la Repubblica (6 marzo)


... e de il Resto del Carlino ... (6 marzo 2022)


... il manifesto, con l'apertura sui 50mila di Roma (6 marzo 2022)


Le pagine 18 e 19 del Corriere della Sera ...


... le pagine 16 e 17 di la Repubblica


le pagine 12 e 13 del Resto del Carlino





































































































































































































































































































Le tesi del professor Alessandro Orsini, direttore dell'Osservatorio sulla Sicurezza internazionale della Luiss sono "censurate" dall'Università di Confindustria ... (il Fatto Quotidiano, 6 marzo 2022)


"L'analisi" di Domenico De Masi "sull'orlo del baratro". "Troppo facile. Non basta dire Putin è pazzo" scrive. Uno stimolo utile per districarsi nella difficile presente e per confrontarsi sul futuro che vogliamo,
(il Fatto Quotidiano, 7 marzo 2022) 



4 commenti:

  1. In effetti mi pare di capire che a Roma si sia trattato di una manifestazione ricca di voci e di contrasti, come forse inevitabile in democrazia.
    Ci sono le donne ucraine con le bandiere e il giusto orgoglio nazionale e quelli contro la NATO e l'invio di armamenti. C'erano la Uil di Bombardieri che vuole ridurre le spese militari ed esponenti del PD che sostengono gli aumenti per la Difesa voluti da Draghi e Guerrini. Poi la sinistra antagonista e di opposizione.
    È il bello del pluralismo e di una lotta politica che deve capire che non stiamo giocando a Risiko e che non siamo neppure ad uno scontro dei buoni contro i cattivi.
    Perché le bombe di Putin su Harkiv o Aleppo hanno gli stessi effetti devastanti di quelle made in Usa sull'Italia o sulla Serbia. E i morti a Gaza, in Libia o Yemen per tanta parte del mondo non valgono meno di quelli in Europa.
    Interessante De Masi.
    Ciao!

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    1. Ovviamente le bombe made in Usa erano riferite all' Iraq, non all'Italia.
      Ciao!

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  2. Mi chiedo anch'io come pensano di uscirne i nostri governi. Putin deve rispondere al suo popolo. Von der Leyen, Macron etc. a noi europei. Nelle ultime ore mi hanno colpito gli incontri al vertice di USA, GB, Fr. e Ger. Poi di Fr. e Ger. con Cina. Noi dove siamo? Noi U.E. Ursula mi pare scomparsa. E noi Italia. Super Mario? Mi pare ai margini. Irrilevante.
    Insomma smettiamo di raccontare balle.
    L'Europa è l'Italia subiranno volontà altrui. Non sono in campo. E ancora non siamo in guerra, dove conta la forza militare e sappiamo in questo non brilliamo. Mentre in diplomazia dovrebbero contare capacita politiche e spessore dei progetti. Contenti noi, contenti tutti.
    Carlo

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  3. Benissimo le manifestazioni di Roma o di Marzabotto. Ma Italia ed Europa hanno perso voce. E crescono le iniziative unilaterali. I polacci mettono aerei militari. Altri inviano contractor.
    Come dice De Masi Europa e USA hanno interessi diversi.
    mm

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