domenica 16 maggio 2021

Boschi, Letta, Salvini, Tajani sullo stesso palco

 

Sotto la bandiera di Israele a Roma politici di Lega, PD, Forza Italia e Italia Viva










Otto le vittime israeliane dei razzi di Hamas. A Gaza, sotto le bombe di Netanyahu, è strage di civili palestinesi: 145 morti negli ultimi giorni, tra loro decine di donne, bambini e la giornalista Reema Saad, incinta di quattro mesi, con tutta la sua famiglia. Distrutto anche l'edificio che ospita AP e Al Jazeera. L'esercito di Tel Aviv non vuole testimoni e continua a violare i diritti - doveri universali degli individui, dei popoli e degli Stati; le Risoluzioni dell'ONU e gli Accordi di Oslo. "Le vite dei palestinesi contano" sostiene il leader democratico americano Bernie Sanders.

E' triste constatare che non per tutti è così. In Italia troppi parlamentari e partiti solidarizzano con le politiche illiberali, militariste ed aggressive del Capo del Governo di Israele.


Enrico Letta, Segretario del Partito Democratico, all'arrivo alla manifestazione al Portico di Ottavia ...
(13 maggio 2021)















L'intervento sul palco della manifestazione pro Governo Netanyahu del Segretario della Lega, Matteo Salvini
(13 maggio 2021)















Maria Elena Boschi, con Gennaro Migliore e Ivan Scalfarotto posano sotto la bandiera di Israele
(13 maggio 2021)















Il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani e la delegazione berlusconiana
(13 maggio 2021)















Carlo Calenda fondatore di Azione e candidato a Sindaco di Roma
(13 maggio 2021)











Ancora una volta sono migliaia di giovani da Roma a Milano, da Torino a Palermo, da Firenze a Napoli a chiedere il cessate il fuoco immediato, libertà e giustizia per tutti i popoli, il riconoscimento dei diritti dei palestinesi a Gerusalemme, Gaza e in Cisgiordania, atti concreti e lungimiranti dell'Italia e dell'Europa contro soluzioni militari, il riarmo degli eserciti e le guerre che alimentano l'insicurezza e minacciano tutte le comunità.

La foto-notizia della manifestazione di Bologna: duemila persone da Piazza de l'Unità a Piazza Maggiore ...
(15 maggio 2021)







4 commenti:

  1. Le vite dei palestinesi contano!
    Certamente, come quelle dei neri americani e degli ebrei di tutto il mondo.
    Stop razzismo e segregazione, ovunque si manifesta.
    s.

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  2. La lobby filo israeliana è da sempre molto radicata e potente. 10 vittime a Tel Aviv provocano in Europa e negli USA reazioni maggiori di 200 morti palestinesi.
    E' però importante distinguere. Liliana Segre o David Grossman non vanno confusi con Bibi N.
    Le differenze di genere, culturali e politiche sono una realtà. Vanno considerate stimolo e ricchezza per tutte e tutti.
    Quindi è ora di fermare il conflitto armato per intraprendere la via del dialogo e della coesistenza pacifica.
    Per farlo servirebbe un accordo ed una forza di garanzia internazionale delle Nazioni Unite. Altrimenti non ne usciremo.
    Anna

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  3. Della Palestina ci si ricorda solo in queste occasioni , purtroppo , ricordare che Israele è uno stato in cui si pratica quotidianamente la caccia al palestinese e l'aparthaid ,diventa sempre più difficile e le voci son sempre meno .
    Ad ogni minima critica si viene additati come antisemiti , non si riesce a distinguere una giusta condanna allo Stato Israeliano dall'antisemitismo .
    Paradossale è il continuare a definirla una Democrazia , paradossalmente secondo certe logiche pure la Turchia , che massacra Curdi ed oppositori dovrebbe essere definita Democrazia .
    Contraddizioni geopolitiche .

    Paradossale il palco in foto ,un triste consociativismo .
    Come sono lontani i tempi di Arafat e Berlinguer e di una Sinistra che sapeva da quale parte stare .

    Ciao
    G.

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  4. Per fortuna anche tra i Democratici qualcuno reagisce alle manifestazioni con le Destre: numerosi circoli del bolognese hanno scritto a Letta di esprimere posizioni più consone alla storia, alla realtà, alla attualità.
    Sveglia! Le periferie del mondo non possono restare preda dei nazionalismi.
    E' l'ora di un internazionalismo del terzo millennio.
    Possibile?

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