domenica 6 dicembre 2020

Le Presidenziali USA ci riguardano

Anche Bologna manifesta per i diritti civili nei giorni del movimento Black Lives Matter










Aveva proprio ragione Paul Krugman: ci sono idee, cattive idee, che sono come gli zombie, non muoiono mai, e per quanto le sopprimi, dimostrandone l’erroneità, tornano sempre. Una di queste è che «si vince al centro». Ora che ha vinto Biden, subito, come un riflesso pavloviano, ecco gli zombie della (nostra) sinistra a gridare che «si vince al centro». Se c’è una cosa che il voto americano ha mostrato è quanto quel paese sia diviso. Ragionare in termini di «si vince al centro» è totalmente fuorviante.

E non a caso, riappaiono i Veltroni, i Renzi, i Giddens (quale ritorno! Un vero zombie). Con, naturalmente, gli alfieri di Repubblica a dar loro voce.

Se Biden ha preso 80 milioni di voti (un record) è perché con quell’anatra zoppa di Trump – un vero pericolo per tutti quelli che, quanto meno, vogliono difendere la democrazia – l’affluenza è stata formidabile. Ma Trump stesso ha chiamato a raccolta i suoi e molti di più (mai un perdente aveva preso tanti voti, anche questo un record). Due elettorati, però, molto lontani. E se qualcosa appare evidente è che il malcontento, il disagio, quel voto bianco dei lavoratori non istruiti e dei «penultimi» non è stato catturato dai Dem. Sarà perché, appunto, si presentavano con un Biden molto «di centro» piuttosto che con quel «socialista» di Sanders? La mappa del voto evidenzia quali contee sono andate blu e quali rosse. E, trasversalmente, ci dicono già i sondaggi post-voto, vediamo che la divisione tra l’America di chi è rimasto indietro e degli altri si è fatta, se possibile, ancora più netta di quattro anni fa.

Certo, c’è il voto degli afro-americani che è tornato a premiare i Democratici, sull’onda del Black Lives Matter, più quello di giovani e donne, mobilitatisi en masse, per dire no al trumpismo razzista e machista. Ma c’è il voto degli sconfitti della globalizzazione che si è ingrossato e mai come ora sperava di averla vinta (con le sue frange estreme e le minoranze iper-conservatrici ben mobilitate) con The Donald.

L’alternativa, ahi noi, non è stata tra vincere al centro e il socialismo. L’alternativa, messa in questi termini, è mal posta, perché non è questo il punto. Il punto è che i Dem non riescono ad uscire da quel modello di società e di sviluppo che hanno avuto e ancora hanno in mente: un liberismo moderato, controllato, con un tantino di social welfare e molta libertà per il grande capitale di far crescere l’economia. Facciamola crescere, sì, ma chi ci guadagna? Non quelle classi medio-basse, ma solo le alte, urbane ed istruite. I dati ci dicono che nel 2020 della pandemia, negli Usa, l’1% più ricco della popolazione ha visto aumentare rendite, redditi e capitalizzazioni, mentre il resto è «sopravvissuto», in parte grazie allo «stimolo», in parte grazie alla resilienza del lavoro dipendente. E, in molti, stanno andando ad ingrossare le file di quelli che chiedono un sussidio. E quelli che Trump aveva sedotto quattro anni fa – già disillusi e persi dai Dem di centro e di sinistra – sono, possibilmente, aumentati, stavolta andando en masse a votare. Perché, dunque, Biden non ha vinto «a valanga»? Forse perché non è riuscito a catturare le masse penalizzate da quel modello.

E lo stesso vale da noi, dannazione. Se non la smettiamo di credere nella «crescita» (liberista), che è disuguale e lascia indietro tanti, anche da noi quel ventre molle dei tanti delle classi medio-basse si rivolgerà – come ha già fatto – contro la sinistra che a loro non pensa (perché pensa solo alla crescita, illudendoci che sia equa, ma la crescita liberista non è equa). La disuguaglianza, se persistente, inacidisce e a tradire le attese di un popolo bloccato sui gradini bassi della scala sociale porta solo al suo allontanamento.

Certo, Biden ha vinto perché ha ri-attirato quelli delle classi medie che Trump ha spaventato troppo (per il suo suprematismo, razzismo, machismo, fascismo), che alla fine hanno fatto la differenza. Ha ricompattato la sua base nera, coloured, asiatica magari, ma non la pancia oscura dei sobborghi.

I nostri sobborghi sono i comuni peri-urbani, le periferie delle metropoli del centro-sud, ma anche il nord-est, le valli lombarde (questi sono «ricchi», è vero, ma questi vogliono solo chiudere le porte al mondo, perché la globalizzazione liberista non piace neanche a loro e fa loro paura). Non è solo l’economia, sì: è l’anti-globalismo dei culturally displaced, di chi ha perso ogni riferimento e si sente abbandonato. Decine, milioni di forgotten men delle pianure e dei sobborghi.

Decine, migliaia di forgotten people delle nostre periferie, delle nostre aree interne.

Prima di dire che «si vince al centro», prima di ridare voce agli zombie, ora, pensiamoci due volte, perché la prossima volta potrebbe andare peggio, altro che governo «giallo-rosso». La pandemia frantumerà la scala sociale, perché questa lunga angosciosa apnea aumenterà disagio e bisogno di sostegno e a uscirne peggio saranno i meno protetti. Che non avranno la pazienza di credere alla profetica crescita che arricchisce gli altri senza tutelare i deboli.

Piergiorgio Ardeni*, il manifesto, 29 novembre

* Professore ordinario di Economia politica e dello sviluppo, Università di Bologna


I commenti sulle prime pagine di Carlino, Corriere e Repubblica (novembre 2020) 
"L'antidoto al populismo" ... "un uomo tranquillo" ... "una vittoria conquistata al centro" ... 




Il Fatto Quotidiano scrive delle "ossessioni" di chi "elogia il profilo moderato" di Biden "nelle elezioni americane più polarizzate della storia" (novembre 2020)




















Tante ragazze e ragazzi in Piazza Maggiore in memoria di George Floyd, contro il razzismo e la violenza,
per affermare diritti e doveri universali ... (Bologna, sabato 6 giugno 2020)


5 commenti:

  1. Ok, il peso economico, politico e culturale degli Usa ha grande rilevanza per l'Europa e per noi. Penso anche che Biden e la sua amministrazione si faranno sentire di più da noi. Trump nei suoi 4 anni aveva mollato la presa sul vecchio continente e zone limitrofe lasciando spazio a chi ha avuto più intraprendenza (leggi Turchia, Israele, Russia, Francia, Gran Bretagna). Ora? che succederà? Io ho l'impressione che qualche conseguenza già ci sia. Ed anche il Conte, Giuseppi per Trump, forse vive non casualmente giornate delicate..... L'offensiva di diversi settori del mondo politico ed economico italiano muove dalla convinzione che in Italia è bene fare gestire i prossimi fondi del Recovery da personalità più disponibili a trattare e spartire le opportunità. Liberarsi dei "barbari" o dei "populisti" a 5 stelle o sovranisti ora è possibile ed auspicabile.... prima che si sgrezzino definitivamente e imparino anche loro l'arte della politica e del potere. E Biden non frapporrà ostacoli, anzi. Garantirà mutua assistenza.
    Ecco i conflitti elettorali non si vincono al centro (condivido anch'io) ma un centro tradizionale e conservatore in politica esiste eccome e iscriversi ad esso allunga la vita e la permanenza sulla scena nazionale ed internazionale. Gli esempi sono numerosissimi: dalle più alte cariche della Repubblica ai sindaci di diverse città. A Bologna la cordata Casini, Galletti, Tonelli. E quella Prodi con parenti, amici e conoscenti, maturi per le più alte cariche dello Stato, degli Enti locali e della sinistra.
    Insomma occhio agli zombi, che a volte possono riemergere anche ricevendo voti insperati, radicali ed estremi. E a volte fanno avanzare cavalli di Troia....
    Ciao!

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  2. "Si vince" parlando a tutto il paese (giovani, lavoratori, imprenditori.....) dei problemi degli italiani prospettando soluzioni adeguate ai problemi. Io penso che Trump in America abbia perso perché ha fallito su pandemia (oltre 200 mila morti e milioni di contagiati), diritti e sicurezza (violenze gratuite contro le minoranze) e altro ancora..... E molti che in passato non avevano votato Hillary Clinton questa volta lo hanno fatto per ragioni inerenti la loro vita ed il futuro dei loro figli. Ecco perché il presidente uscente, pur avendo preso più voti di 4 anni fa, ha perso ed ha prevalso il bisogno di una svolta.
    Ora sarebbe bene che chi vuole governare prossimamente l'Italia, l'Europa o Roma, Milano, Napoli e Bologna tenga conto che prima di tutto è bene misurarsi sui fatti. A differenza degli Stati Uniti qui il grosso della sinistra è al governo e allora non serve rincorrere "il centro" ma governare bene la pandemia, il diritto alla scuola e alla mobilità, alla casa ed alla assistenza. Lo si fa?
    L.

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  3. Vero, l'America divisa in due, come l'Italia.
    Ma in realtà molto più. Perché i Democratici sono a loro volta divisi, come i Repubblicani. Sanders e Hillary in cosa si assomigliano? Oppure i fan di Trump e gli eredi di Mc Cain. E qui? I Democratici hanno perso tutti gli ex segretari: da Veltroni a Epifani, da Bersani a Renzi. Sono rimasti Zingaretti e Bonaccini, De Luca ed Emiliano. Che hanno in comune? Nella Destra ci sono Berlusconi e Salvini, Meloni e Toti. Poi Tajani e Maroni, Cosetto e Formigoni. Cosa li unisce?
    Ultimi i "primi": tornato allo spettacolo Grillo e morto Casaleggio, i capi sono Di Maio, Crimi, Fico, Di Battista........
    Politica? Sinistra, Centro, Destra, Democratici, Repubblicani?
    Io vedo potere contrapposto alla Costituzione, nel disprezzo dei cittadini.
    Zorro

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  4. Concordo con il prof. Ardeni e aggiungo una considerazione.
    La sinistra non solo "non vince" spostandosi "al centro" (come dimostra il voto modesto ottenuto a Bologna da Casini nel 2018) ma si ricostruisce organizzando la presenza nelle periferie (da tempo abbandonate a vantaggio degli aperitivi nei grand hotel e da ultimo nei ritrovi su zoom, vedi D'alema - Renzi - Amato - Speranza.
    DG

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  5. Certo che ci riguardano le elezioni USA. E sono convinta che con Biden al posto di Trump (figlio permettendo) i condizionamenti saranno anche maggiori. L'atlantismo dei Democratici è sicuramente più marcato dell'isolazionismo del repubblicano. Tornerà prepotente la questione delle basi militari e degli armamenti nucleari. Un bel problema anche per la sinistra che non ha mai ascoltato adeguatamente una grande donna come Lidia Menapace, partigiana per sempre e pacifista per tutta la vita.
    Anna

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