giovedì 31 dicembre 2020

Alberi e boschi urbani? Per ora solo mattoni, cemento e asfalto. Eppure ...

A Bologna si continua a costruire in zone verdi, terreni agricoli ed aree dismesse ... 


"Nei prossimi anni ci giochiamo la partita su ambiente e inquinamento. L'agenda della campagna elettorale non potrà non comprendere, tra le priorità, temi come l'ecologia nelle città, la rigenerazione e la riforestazione urbana" ha sostenuto in una recente intervista al Resto del Carlino l'architetto Mario Cucinella. "Sarebbe bello che Bologna fosse la prima città a lanciare al mondo un forte messaggio su sostenibilità ed ecologia".

Due considerazioni sono d'obbligo.

La prima. Deve fare riflettere che per "provocare" l'attenzione del Quotidiano Nazionale e di tanti interlocutori, più o meno autorevoli, che sono intervenuti sul giornale e sui social, il quotato Architetto abbia dovuto condire queste affermazioni con una "idea balzana" (parole di Cesare Sughi, il Resto del Carlino, domenica 27 dicembre): alberi ed arbusti sulla facciata e sui tetti di San Petronio, in Piazza Maggiore. 

L'intervista dell'Architetto che ha aperto un confronto pubblico in Città (18 dicembre 2020)


In una "lettera aperta" Cucinella si difende e attacca: "Emerge la tendenza al conservatorismo,
mentre bisogna cambiare passo" ... (Carlino Bologna, 20 dicembre 2020)
Si, ma come? Parliamone ...




















La seconda. La diffusa rimozione di un impegno pubblico assunto oltre 30 anni fa dagli Enti Locali e dalla Regione con i bolognesi e i cittadini del mondo attraverso l'ultimo Piano Regolatore Generale della Città. Un Progetto largamente discusso, contrastato (provocò anche crisi nella maggioranza di sinistra - Comunisti, Indipendenti di Sinistra e Socialisti - che all'epoca amministrava Bologna) ed infine assunto da Giunte ed Assemblee elettive: la "Fascia Boscata" di 211 ettari lungo tutto il tratto urbano del grande Asse A14-Tangenziale, allora definito CVT. 

A onor del vero c'è da dire che all'epoca il noto accademico e designer siciliano non aveva ancora fondato il proprio Studio internazionale MCA e che alcuni degli attuali amministratori e candidati a sindaco per Bologna 2021 non erano ancora nati. Tuttavia il Sindaco di Bologna e diversi altri Assessori, consiglieri e politici che da decenni ricoprono cariche pubbliche di responsabilità erano già giovani in formazione o in carriera e dunque dovrebbero ricordare bene. Se non altro perché più volte sollecitati nel corso dei decenni dai movimenti e dai comitati ambientalisti cittadini. 



Proprio in questi giorni Rudi Ghedini, consigliere comunale "Due Torri" e poi promotore di un "Gruppo Rosso - Verde" in Comune, ha ritrovato e rimesso in circolazione un bel documento.

Si tratta di un invito del Comune di Bologna per una iniziativa che, il 4 dicembre 1989, riempì di cittadini, amministratori, donne e uomini di cultura la sala Europa del Palazzo dei Congressi. Titolo "un bosco amico per Bologna". Occasione l'inaugurazione "del primo intervento" per 2,6 ettari nel Quartiere Navile, tra l'omonimo canale e via dell'Arcoveggio. All'iniziativa lavorarono gli assessori competenti, tecnici e personale di Comune, Regione e Università e vide la partecipazione di importanti personalità: da Umberto Bagnaresi a Gabriele Goidanich, da Roberto Roversi a Luca Carboni e Lucio Dalla. Nonché di una delegazione brasiliana, il paese di Chico Mendes a cui la Giunta Imbeni - Riccomini volle intitolare il primo tratto del "bosco amico". Lui sindacalista ed ambientalista ucciso l'anno prima perché in Amazzonia difendeva la sua terra dalla deforestazione operata da grandi proprietari terrieri e gruppi multinazionali. 

L'invito del Comune di Bologna per la inaugurazione del "bosco amico per Bologna" che si svolse
il 4 dicembre 1989 nella Sala Europa del Palazzo dei Congressi
alla presenza di oltre mille cittadini, amministratori, personalità della cultura locale e internazionale










 






Il "bosco amico, per Bologna" (in verde chiaro e scuro) sulla cartografia della Città
come previsto dal PRG degli anni '80
in una foto parziale dell'opuscolo edito nel 1989 dal Comune di Bologna.
In alto al centro, cerchiato, il comparto in cui (su suolo pubblico) è stato effettuato il primo intervento.









Dallo stesso opuscolo, la presentazione degli Assessori competenti:
"questa prima realizzazione interessa un'area di 2,6 ettari" ... "dei 211 ettari complessivi vincolati a CVT" ...
  

La Fascia Boscata 30 anni dopo ... Alberi e arbusti autoctoni che costeggiano il grande Asse viario
A14-Tangenziale all'altezza di via dell'Arcoveggio (estate 2019)









Dentro la Fascia Boscata, 30 anni dopo la piantumazione ... un lobo di quello che voleva essere e potrebbe ancora diventare un polmone verde a difesa della salute dei cittadini ... (estate 2019)


Un Legambiente News, del gennaio 1998, sollecita Istituzioni e privati:
"Fascia Boscata. Un impegno da mantenere"!
Un serrato confronto pubblico tra ambientalisti, tecnici pubblici, operatori ed imprenditori del settore,
Amministratori tra cui l'allora Assessora comunale Silvia Zamboni  ...




Al Parco di San Donnino uno striscione ricorda le battaglie dei cittadini auto organizzati nella 
Associazione Fascia Boscata (estate 2019)


Una foto scattata nel tratto della Fascia Boscata di San Donnino ... (estate 2019) 





























Oggi quegli interventi hanno prodotto un patrimonio arboreo importante e prezioso, fruibile da grandi e piccini. E viene da chiedersi come sarebbe potuta cambiare la Città se anziché fermare quel Progetto urbanistico, sociale e culturale, a quel primo intervento e agli altri due, uno in zona Lame e l'altro a San Donnino (sotto la pressione di comitati locali di cittadini e dei rispettivi Consigli di Quartiere) per un complessivo 5% delle aree vincolate in PRG, le Amministrazioni Vitali, Guazzaloca, Cofferrati, Delbono e Merola che si sono succedute a Palazzo d'Accursio e Boselli, Bersani, La Forgia, Errani, Bonaccini in viale Aldo Moro, avessero continuato ad operare con tenacia e determinazione impiegando, anno dopo anno, personale, norme di legge e quote dei Bilanci e dei Piani di Investimento alla realizzazione completa di quel Bene Comune ... che oggi ci manca e continua ad essere di stringente attualità

Il "simbolo potente" che sollecita Cucinella? Nonostante i ritardi accumulati ancora oggi più realistico del "bosco su San Petronio", da molti considerato "immaginario".

Sarebbe assai interessante passare dalla "provocazione" alla verifica ed al recupero di quel Progetto: quante di quelle aree sono ancora disponibili allo scopo per cui erano state vincolate sul finire degli anni '80? In che modo possono essere messe rapidamente a disposizione di un "interesse generale"? Perché non inserire questo Progetto tra quelli che qualificano Next Generation EU? 

Sarebbe un bel segnale di recupero di memoria storica (in nome di Renzo Imbeni, di Giuseppe Campos Venuti, di Giancarlo Mattioli e di tutti coloro che lavorarono a quella importante elaborazione) ed, insieme, una concreta proiezione nel futuro verso gli obiettivi al 2030 e 2050 che giustamente rivendicano le ragazze ed i giovani impegnati al fianco di Greta Thunberg, con Fridays for Future, con Extinction Rebellion ed i vari movimenti ambientalisti e le "reti" che continuano a mobilitarsi. 

A differenza di ciò che si continua a costruire, senza sosta, ininterrottamente da tre decenni in Città, in Emilia Romagna, in Italia. In spregio a parole e impegni, quale "consumo di suolo zero"

La realtà vissuta dai bolognesi anche in queste settimane è, infatti, tutt'altra. 

Anziché alberi e boschi (promessi da Bonaccini ma lasciati sostanzialmente alla libera iniziativa di singoli o associazioni di volontariato) crescono altri edifici, cemento e mattoni, poi asfalto e parcheggi,  nelle aree fino ad ora risparmiate o abbandonate da attività produttive e commerciali dismesse. Dopo tanti super ed ipermercati, ora palazzi residenziali a 6, 7, 8 piani.

E nuovi progetti costruttivi sono programmati su vasti terreni ex demaniali e militari di proprietà pubblica. Le Amministrazioni di Comune, Regione Cassa Depositi e Prestiti, INVIMIT insistono per fare "cassa" con la vendita di parti strategiche del patrimonio collettivo. 

Non è sano. Non è lecito compromettere ulteriormente la qualità della vita, la sicurezza delle persone e della natura. Ce lo ricorda questo terribile anno. 

Per la rinascita post Covid-19 non possiamo affidarci solo al vaccino. Poi alla ripresa ed al rilancio di PIL, business ed affari. I più autorevoli esponenti della scienza lo hanno detto e ripetuto. Sono gli uomini con le loro produzioni e le loro abitudini a compromettere gli habitat, il Pianeta, il comune futuro.

Per la rinascita delle nostre comunità dobbiamo cambiare "sistemi" economici e sociali insostenibili.

Assicurando politiche e rappresentanze di governo più lungimiranti e interessate alla salute pubblica, al benessere delle persone, alla biodiversità e agli equilibri naturali. L'economia e l'organizzazione delle comunità debbono e possono essere ripensate.

Buon 2021 a tutti!


In via Rivani, nella palazzina già sede del PD, sono partiti i lavori di ristrutturazione dell'immobile ... 
(26 dicembre 2020)









Ancora in via Rivani, a due passi dalle 12 corsie dell'Asse A14 - Tangenziale, gru e cantieri per nuovi
immobili ad uso residenziale ... (26 dicembre 2020) 


Le gru e i cantieri si specchiano anche in una pozza d'acqua ...
(26 dicembre 2020)


Ultimato un palazzo, procedono i lavori nel cantiere di via Bombicci, nel Quartiere Savena ...
(26 dicembre 2020) 







L'immobiliare costruttrice promuove la vendita degli appartamenti ... (26 dicembre 2020)









Altra gru, altro palazzo in costruzione in via Orlandi a 50 metri dalle residenze Colombo ...
(26 dicembre 2020)







Qui si costruisce su un terreno vergine di via Scandellara, nel Quartiere San Donato - San Vitale ...
(26 dicembre 2020)


Secondo il cartello del Comune di Bologna si tratta di "ambito di riqualificazione urbana in fase di progressiva trasformazione" ... (26 dicembre 2020). Aiuto!



Altro Quartiere (qui Navile, tra le vie Terracini e Manzi) altre gru e altre costruzioni ... 
(29 dicembre 2020)

Si lavora nei cantieri compresi tra via Basaglia e via Celibidache ... 
(29 dicembre 2020)
  

Oltre viale Sabena, cresce ancora il comparto Lazzaretto ...
(29 dicembre 2020)


Dopo i nuovi edifici, le nuove strade ...  A fianco (a sinistra) un box per la vendita appartamenti.
(29 dicembre 2020) 


All'incrocio delle nuove strade pizzerie, ristoranti, pasticcerie e bar (per il momento in sofferenza) ...
(29 dicembre 2020)



Su via Callas, tra le rampe dei parcheggi e sui terrazzi, spuntano piante d'importazione ...
(29 dicembre 2020)


Su balconi e attici altre piante e arbusti ... Sono i "boschi verticali" ...
(29 dicembre 2020) 

Poco lontano (su via Freud) verso la Stazione Lazzaretto del People Mover, 
un contrasto che impone serie riflessioni: un vasto terreno picchettato ... Difficile pensare che si stiano predisponendo piantumazioni di "boschi orizzontali", come Madre Terra esigerebbe
(29 dicembre 2020)


Sulla ciclo-pedonale che fiancheggia via Alberto Manzi e porta in via Zanardi i piloni del People Mover
e la navetta (cogli l'attimo!) che sfiora le vecchie case del Quartiere ...
(29 dicembre 2020)


L'urbanizzazione continua comporta piccole "grandi opere", a carico della collettività ... 
Ecco il tunnel che passa sotto il nodo ferroviario di Bologna e che prossimamente collegherà i viali che delimitano il centro storico con la Bolognina: sullo sfondo il nuovo edificio del Comune, il grande parcheggio multi piani di via Carracci e - cogli l'attimo! - la navetta del People Mover.
(29 dicembre 2020)

NB. Il ritardo nell'apertura (fonte Repubblica Bologna) è dovuto ai contenziosi aperti tra Enti pubblici, Ferrovie e costruttori privati per porre rimedio ai guasti provocati alle fognature della Città dai lavori svolti per realizzare la Stazione TAV.

Studenti bolognesi manifestano per politiche capaci di fronteggiare l'emergenza climatica ed ambientale
(ottobre 2019)
 

"Chiediamo una rivoluzione verde per il futuro del Pianeta" sostiene una ragazza in bici 
(ottobre 2019)


Con gli studenti, in via dell'Indipendenza, una folta delegazione di soci del WWF ... (ottobre 2019)



E tanti adolescenti e maestri: "il futuro si cambia adesso !!" (ottobre 2019)
Lunga vita e buon 2021.



17 commenti:

  1. Riforestazione, no speculazioni.
    Auguri!
    s.

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    1. Contiamo sul nuovo anno: nulla è scontato e tutto da conquistare.
      Gianni

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  2. Auguri per il nuovo anno.
    Si, meno mattoni, cemento e asfalto e più alberi, boschi e natura vegetale.
    Direi meno concorrenza economica e ricchezza per pochi e più salute e lavoro dignitoso, redistribuito per tutti (con meno ore ciascuno).
    Programma ambizioso?
    Nel duemilaventuno si può almeno cominciare.
    BiBi
    In fondo, basta volerlo.

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    1. Si, più NATURA. Ma vegetale e ANIMALE.
      Il fatto è che l'uomo (avventuroso e poco sapiens) nel suo assillo di dominio del mondo sta distruggendo gli habitat in cui possiamo vivere bene.
      Dobbiamo recuperare saperi e conoscenze. Riaprendo le scuole e le università, finanziando centri di ricerca e di cultura; chiudendo fabbriche e commerci di morte.
      L.

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    2. Nel contesto locale e nazionale una giusta "conversione ecologica".
      Chi nel pieno della "seconda ondata" scommette tutto e solo sui vaccini mostra di non avere inteso la profondità della crisi e l'urgenza di un cambiamento radicale nella vita delle comunità che vivono il Pianeta. Per questo occorrono più cultura, più conoscenze, più protagonismo, più lungimiranza, più innovazione ...
      Gianni

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  3. Credi davvero che chi non ha fatto nulla per i decenni in cui ha governato città e regione possa improvvisamente rinsavire? Ho seri dubbi.
    Il problema è che contemporaneamente non si sono create alternative credibili.
    Comunque, buon anno!
    Titti

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    1. Penso solo che "rinsavire" è una esigenza comune e il prodotto di una lotta culturale e politica da ingaggiare ora.
      Le alternative si costruiscono con nuove sintesi e scelte di governo all'altezza delle sfide. Ogni mediazione o compromesso incapace di aggredire le contraddizioni del presente e di modificare i processi produttivi, sociali ed ambientali è causa di pesanti macigni da rimuovere in futuro.
      Gianni

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  4. Grazie per il bel servizio fotografico! (Purtroppo deprimente / preoccupante). Le palme tra i palazzi sono il top!
    Buon anno, anyway... Silvia

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    1. Grazie (e molti auguri) a te.
      In realtà solo piccoli spunti (e provocazioni) per comuni (e utili) riflessioni.
      Gianni

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  5. Buon anno Gianni, auguri a tutti, colgo spunto da una tua foto (che considero bella e triste al contempo)per domandarmi: se oggi le gru si specchiano nelle pozzangere (e Narciso, a proposito di boschi, insegna) chissà in cosa si specchieranno i nuovi edifici nella prossima metà del secolo? Nell'Adriatico?
    Aggiungo una considerazione. Il Piano Urbanistico generale fissa la norma che impedisce la costruzione di nuovi alloggi a meno di 150 metri da strade a grande scorrimento, come appunto la tangenziale-autostrada: è evidente che fatta la norma per via Rivani si è trovato l'inganno. Che ironia chiamarla fascia di "rispetto"!
    Ultimo pensierino lo dedico alla fascia boscata di cui tu conservi traccia nel tuo prezioso archivio storico: oggi l'Orioli l'ha di nuovo citata su un articolo del Carlino (equiparando bisogno di edifici a quello di verde (naturalmente a Calderara e Casalecchio il verde) e aggiungendo che se si amplierà il passante allora forse avremo anche quella, e io aggiungo, tralasciando il tema del ricatto, spero che Cuccinella questa volta venga in soccorso "verticale" perché di spazio proprio non ce n'è più.

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    1. Ho l'impressione che questa volta hai fatto centro.
      Non solo perché trovo anch'io questo post un ottimo reportage di un assessore del passato che ha mantenuto nel tempo la necessaria passione civile.
      Ma anche perché oggi pure Repubblica Bologna (io la preferisco al Carlino) intervista l'assessora Valentina Orioli e parte proprio dal tema del contrasto tra alberi e gru. Mi piace dunque pensare che qualcuno al giornale passi di qui.
      Aggiungo due constatazioni.
      1. Avete entrambi voglia di vedere realizzati i progetti in cui avete creduto. E' segno di onestà intellettuale.
      2. Tali progetti sono opposti. Quello di 30 anni fa era di realizzare un bosco urbano chiamato fascia boscata di pianura in una vasta area della città già considerata inquinata. Quello di oggi è di mitigare un Passante autostradale ulteriormente potenziato con un 600 piante in una cava di Borgo Panigale ed altri alberi a nord dell'Aeroporto nel comune di Calderara e in provincia. Pare incredibile! E' più attuale il vecchio assessore di quello in carica. Poveri noi.
      Ma vorrei esprimere un auspicio su una bella proposta contenuta nel post.
      Si faccia una verifica sulle aree già destinate a CVT e oggetto dei vincoli (presumo scaduti) nel PRG del 1988. Che fine hanno fatto? Si può pensare a tratti di bosco orizzontale intitolati al sindaco Imbeni, all'urbanista ed assessore Campos Venuti, ecc. ecc.
      Si, mi pare una idea costruttiva.
      Ciao!

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    2. Ritengo che "fare centro" significa realizzare un obiettivo importante (strategico). E qui a proposito di alberi e boschi urbani non portiamo a casa risultati apprezzabili e riconoscibili da lungo tempo. Dunque continuo a considerarmi un "perdente". Insieme a tanti altri, naturalmente. Forse una maggioranza. Se vuoi (anzi, sicuramente) non un "vinto", un silente, un passivo. Nè un "convinto" da promesse e impegni mai mantenuti da Amministratori non all'altezza delle sfide. Dunque un "combattente", un partigiano impegnato - ancora e sempre - in una lotta per la conversione ecologica della società.

      Si, la Vicesindaca Valentina Orioli, in una intervista (se non ho perso qualcosa solo su Repubblica Bologna) ha ribadito tesi moderate e discutibili (come dice Taia22). Con due parziali novità, tutte da capire e da approfondire:
      1. a proposito di F.I.CO. dice "non è da escludere che si pensi anche a trasformazioni per poter riaprire" e conclude "dopo la pandemia molti spazi andranno ripensati";
      2. a proposito di "ecologia" afferma: "vogliamo costituire una Assemblea cittadina per il clima, sul modello di altre città europee"; e informa "il 13 e il 20 gennaio ce ne occuperemo in commissione".
      Sono primi timidi passi avanti? E' forse molto presto per dirlo.
      Servono interventi ben più consistenti e coerenti sui nodi del contendere: stop al Passante di Mezzo, salvaguardia del verde ai Prati di Caprara e nelle aree demaniali ex militari, investimenti forti su ferrovie regionali e SFM e sulla Fascia Boscata a fianco di A14-Tangenziale (magari intitolata a Imbeni, Campos, Mattioli ...). Recupero edilizio di immobili abbandonati per case popolari e servizi sociali indispensabili.
      Ora si può e si deve. Sarebbe un passo avanti sostenibile!
      Gianni

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  6. La memoria storica va proprio utilizzata come in questo interessante e ben documentato contributo per richiamare amministratori ed aspiranti amministratori a non dimenticarsi degli impegni verso la collettività molto parzialmente attuati in questi ultimi decenni a scapito della salute e del clima. Colpiscono le immagini dei tanti palazzoni in costruzione non certo ascrivibili all'edilizia popolare, preoccupano i piani edificativi progettati per alcune aree ex militari; in questi contesti per molti anni il verde che si prospetta di reimpiantare non sarà in grado di avere un'incidenza positiva rispetto all'assorbimento degli inquinanti e al beneficio climatico come quello esistente. Siamo stanchi di grandi obiettivi e di applicazioni incoerenti e contrastanti.

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  7. Alberi e piante al buon cuore dei cittadini..... chi vuole può piantarle e curarle. Le istituzioni le mettono a disposizione gratuitamente.
    Come l'uso delle auto più inquinanti nelle 4 regioni del nord in presenza di inquinamento..... chi non ha alternative per muoverle le usi pure dicono Bonaccini, Zaia e presidenti.
    Mentre per infrastrutture e palazzi scattano investimenti e funzionano contratti, espropri, mutui.......
    Zorro

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  8. Sostengo senza indugi il progetto di boschi verticali negli interventi edili tesi alla rigenerazione dei centri storici delle grandi città, cioè li dove mancano spazi verdi. Al contrario, penso che non si possono costruire nuovi quartieri in aree vergini abbattendo la vegetazione spontanea esistente e compensare il bene comune sottratto alle comunità con piante ed arbusti sistemati sui terrazzi... Le donne (e gli uomini, naturalmente) hanno bisogno di respirare aria più pulita e di vivere nella biodiversità di speci che caratterizza il patrimonio incalcolabile dell'unico pianeta che abbiamo.
    Apprezzo per questo il recupero del progetto di fascia boscata di pianura che era contenuto nell'ultimo PRG di Bologna e che qui viene riproposto. Anzi ritengo sia un diritto / dovere realizzarlo. Non tanto per vincoli vecchi e sicuramente scaduti quanto per esigenze poste dalle condizioni climatiche ed ambientali attuali e attente al futuro.
    Una risposta a Greta e a tutte le ragazze e i ragazzi che si impegnano per un mondo che premi una vita sana.
    Anna
    PS. Sarei ad applaudire se venisse colta l'occasione del Recovery Plan per finanziare questo progetto.

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  9. Tutto bene?
    Anno nuovo senza commenti? Eppure gli argomenti non mancano.
    Anna

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  10. La mia esperienza dice che sono più gli alberi tagliati che non quelli piantati. Ma aggiungo che mentre un albero esistente è di pronto effetto ed efficacia, quelli che vengono piantati debbono crescere ed eserciteranno loro molteplici funzioni dopo molti anni.
    Quasi l'opposto dei mattoni e del cemento.
    F. Marchi

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