venerdì 29 marzo 2019

Occhio alla Basilicata!

Matera, Città Europea della Cultura 2019. Si fa notte ... (agosto 2016)

















Come per le altre elezioni regionali del 2019 ha votato un elettore su due (poco più, il 53%).
Come in Abruzzo e in Sardegna ha vinto il Centrodestra (con meno della metà dei consensi dei votanti: il 42%), trainato dalla Lega di Salvini (che vola al 19%).
Anche in questa realtà i due partiti attorno a cui si è retta a lungo la vita politica nazionale e locale sono sotto quota dieci: Forza Italia al 9% e il PD addirittura sotto l'8%.
Come va interpretato questo voto?

Dopo alcuni decenni il Centrosinistra perde Presidente e maggioranza, pagando care le pratiche clientelari e subalterne ai grandi gruppi economici privati interessati soprattutto ad estrarre materie dal sottosuolo; si mantiene sopra il 30% grazie a ben 7 liste civiche, solo due delle quali, però, eleggono propri consiglieri nella nuova Assemblea legislativa.
Interessante valutare, in particolare, l'evoluzione del PD (in voti assoluti, naturalmente).
Nel 2013: a febbraio per le politiche (Camera) il partito di Bersani conta 80 mila consensi (il 26%); a novembre per le regionali 59 mila (il 25%).
Nel 2014, per le Europee sull'onda di Matteo Primo supera i 102 mila voti (il 42%).
Nel 2018, per la Camera, sperimentato Renzi, scende a 50 mila (il 16%).
Domenica scorsa per la Regione, ottiene 22.423 voti (il 7.8%).
Altrettanto indicativi i consensi rispetto al potenziale elettorato lucano: il Partito di Bersani raccolse il 17% (2013); quello di Matteo prima il 19% (europee 2014) poi l'11% (Camera 2018); quello attuale il 4% (si, quattro per cento). Ma anche considerando la lista della famiglia Pittella, Avanti, non si raggiunge la doppia cifra.
Quali sono, dunque, le ragioni per cui i dirigenti locali e nazionali possono manifestare soddisfazione?
Più che oscure sono forse programmatiche ed allarmanti: "il risultato è molto positivo, io sono veramente contento, i consensi ricevuti mi dicono che posso e devo andare avanti" ha affermato il Presidente uscente Marcello Pittella (fratello dell'ex Presidente del Gruppo Socialista Europeo al Parlamento di Strasburgo) arrestato per appalti e concorsi truccati, in attesa di giudizio e rieletto con il massimo delle preferenze; "la Basilicata conferma che l'alternativa a Salvini ed al Centrodestra siamo noi" sostiene il neo segretario nazionale Nicola Zingaretti.
Ma davvero i Democratici e gli elettori delle primarie pensano che con questi dirigenti e con questo approccio politico possono riacquistare credibilità come forza lungimirante, popolare e di alternativa?

Su altro fronte, il Centrodestra con il generale Vito Bardi conquista la maggioranza in una Regione dove non aveva mai vinto.
Dal 1995 in poi, infatti, la forza politica ed elettorale detenuta storicamente dalla DC di Emilio Colombo e notabili dello scudo crociato si è riversata nel Partito Popolare, nei Democratici di Sinistra, nella Margherita e, infine, nel PD.
Questa volta una parte di questo mondo si è riciclato a Destra. Sicuramente le disavventure giudiziarie del Presidente uscente e l'arroccamento a difesa del potere acquisito, li hanno indotti ad abbandonare la vecchia alleanza e a scegliere di emergere con la costituenda Destra di Matteo Secondo, Ministro degli Interni.
Così la Lega (ancora Nord) ha conquistato notabili e voti (nel profondo Sud): dai 300 (0,1%) del 2013, ai 20 mila (6%) dello scorso anno, agli oltre 55 mila voti (il 19%) di domenica.
Che insieme alla crescita di Fratelli d'Italia (+ 8 mila voti) e di due liste civiche compensano bene la flessione di Forza Italia.
Impossibile, tuttavia, prescindere dal fatto che l'intera Coalizione di centrodestra rappresenta in Basilicata meno del 22% dell'intero corpo elettorale.
Dunque, indubbiamente legittimi vincitori ma pur sempre espressione di un coinvolgimento assai modesto e che dovrà essere verificato alla prova delle sfide aperte.

Il M5S si conferma terzo significativo polo. La lista più votata (con 60 mila voti, il 20%), in crescita rispetto alle precedenti regionali (ne aveva 33 mila, 13%, contro i 75 mila, il 24%, delle politiche dello stesso 2013).
Certo è che rispetto al tetto raggiunto il 4 marzo 2018, quando aveva sfiorato i 140 mila voti, ha perso (almeno) un 57% di chi lo aveva sostenuto solo un anno fa.
Conta sicuramente il debole radicamento sociale. Che rappresenta un bel problema per un soggetto politico che vuole cambiare il sistema e lo sviluppo economico e sociale.
Ma evidentemente su Di Maio e C. pesano negativamente le esperienze dei primi 10 mesi di Governo del Paese. Con una gestione del Contratto e delle Istituzioni che ha registrato importanti rinunce programmatiche e progettuali, che evidenzia rilevanti inadeguatezze culturali del personale politico impegnato in Ministeri decisivi, che registra un perdurante isolamento politico e sociale del M5S, nonché una stentata vita democratica con forme di autoritarismo e di accentramento delle scelte che sono motivo di ripetute divisioni, rotture e distacchi.
Ed è palpabile il riequilibrio che si va determinando tra le due principali componenti del Governo, con la crescita politica prima ancora che elettorale della Lega e l'isolamento sociale prima ancora che politico del M5S.

A Sinistra la vita è di stenti.
La Lista Tramutoli raccoglie 13 mila voti e resta sotto il 5%. Gli stessi voti raccolti alle precedenti regionali da Sinistra Ecologia Libertà (ma allora altri 2 mila voti li aveva raccolti il Partito Comunista del Lavoratori). Relativamente meglio era andata per LeU lo scorso anno: aveva superato quota 20 mila e il 6%.
Mancano ancora e sempre una strategia ed una pratica che motivino chi avverte le crescenti contraddizioni sociali ed ambientali del Pianeta e dei sistemi liberal-democratici.

Chi vuole capire il Paese reale e continuare l'impegno per dare speranza e nuove opportunità a giovani, donne, lavoratori, settori sani e lungimiranti dell'imprenditoria produttiva e del mondo intellettuale non può prescindere dalla "lezione" che viene dai lucani.

Via Riscatto, nel centro storico di Matera. Un invito e un impegno da coltivare ...
(in Città: Centrodestra 37.5%, M5S 31%, Centrosinistra 26.5%, Sinistra 5%)
















Una Città ed una Regione da conoscere, studiare e capire. Per l'Italia e per l'Europa

8 commenti:

  1. La tesi che nessuno può essere soddisfatto e festeggiare mi pare almeno un po' ardita, no?
    B.C.

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    1. Al tempo.
      Capisco che chi ha eletto il Presidente della Regione ed ha conquistato la maggioranza del Consiglio possa manifestare soddisfazione e festeggiare.
      Occhio però a non interpretare i dati ed i processi sociali, culturali e politici oltre il lecito e il comprensibile. Soprattutto tra i perdenti, ma anche tra i vincitori.
      Gianni

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  2. A mali estremi, estremi rimedi.
    Se io non vado a votare perché non mi riconosco in nessun partito, perché i seggi si riempiono ugualmente come se nulla fosse?
    Il mio non voto deve essere considerato. Se ad astenersi siamo il 47 o il 60% i seggi distribuiti dovrebbero corrispondere al 53% o al 40%.
    Perché nessuno ha diritto di parlare per me.
    Perché così si risparmiano soldi pubblici.
    Perché i partiti sarebbero stimolati a fare meglio e non deludere chi li ha votati.
    Carlo

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    1. Tesi indubbiamente interessante e da approfondire.
      Soprattutto a fronte dei processi sociali, culturali e politici in atto e delle prospettive per cui operare..
      Gianni

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  3. Dalla Basilicata all'Europa (prossima scadenza elettorale).
    Con una semplice osservazione.
    Da Potenza a Matera, da Pescara o L'Aquila a Cagliari e Sassari, la crisi dei partiti si estende anche ai nuovi soggetti politici che pensavano di poterli sostituire.
    Dopo il crollo di FI e PD ora anche l'M5s è in rapida caduta e neppure la Lega appare ricchissima di progetti per il futuro.
    Non è una peculiarità italiana.
    Oltre le Alpi, la Brexit è impantanata, la Spagna andrà al voto, la Francia è disillusa da Macron, la Germania vive un incerto dopo Merkel, la Grecia è contro Tsipras.....
    Siamo un continente frantumato e in declino.
    Incapace di esprimere una visione e un progetto.
    Proviamo a studiare come ricomporre un futuro che né gli americani, né i cinesi ci regaleranno!
    pl

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    1. Autorevoli poteri americani, cinesi, russi e multinazionali non solo non ci "regaleranno futuro" ma, per quanto possibile, lo condizioneranno ai loro interessi ...
      Analogamente in Europa. I conflitti tra Stati, classi e visioni del mondo e dei "diritti - doveri dei cittadini" e delle comunità è parte del confronto quotidiano.
      Penso occorra sempre tenere in giusto conto questioni locali e globali, contribuendo a costruire un mondo migliore e più sicuro per tutti.
      Gianni

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  4. Non saprei dire quale lezione abbia prodotto effetti. Ma qualche novità mi pare in atto. Segnali minimi, assai lontano dal necessario. Eppure il voto unanime per punire la pubblicazione non consensuale dei "filmini" ricattatori o punitivi sono un primo passo.
    ***

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    1. Nello specifico, un fatto positivo.
      Per il resto, nessuna illusione. Prevalgono nettamente i segnali di "continuità" rispetto a quelli di "cambiamento".
      E la direzione di marcia di questo Governo su vari temi non pare incoraggiante o adeguata. Penso a investimenti di conversione ecologica, a misure di giustizia sociale e fiscale, a diritti - doveri universali delle persone, a relazioni internazionali.
      Forse è il caso di discuterne apertamente. Oltre gli ambiti ristretti e riservati che ancora prevalgono.
      Gianni

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