lunedì 25 marzo 2019

Mobilitazione e riflessioni. L'esperienza del Passante di Bologna

Roma, 23 marzo, uno dei tanti cartelli alla Marcia per il clima e contro le grandi opere inutili

















Un'altra grande manifestazione. A Roma decine di migliaia di persone provenienti da molte parti d'Italia hanno rivendicato grandi opere utili, una conversione ecologica delle produzioni e della società, investimenti per la salvaguardia dei beni comuni.
Queste foto provano a fornire, a chi non c'era, una sintesi (inevitabilmente sommaria e personale). Negata da molti giornali e TV, probabilmente condizionati da editori, imprenditori, partiti e politici che continuano a procedere in direzione ostinata e contraria: a sostegno di un sistema produttivo, economico e sociale sempre più insostenibile.
Ma è tempo di unire alla necessaria mobilitazione giovanile e popolare anche una seria riflessione.
Per evitare che le necessarie critiche nei confronti di una politica cieca e rinunciataria, becera o opportunista, sfocino in una deriva inconcludente, illusoria ed autoritaria che, anziché "cambiare il sistema", impone una ulteriore crescita priva di qualità, con conseguenti sempre più gravi contraddizioni sociali ed ambientali.

Valga per tutte la vicenda del Passante di Bologna.
Per molti versi simbolo delle storia di una Città, di una Regione e dell'intero Paese.
Qui, prima che altrove, la comunità e le Istituzioni locali hanno mostrato consapevolezza circa i problemi di congestione del traffico urbano e i seri danni alla salute delle persone provocati dall'inquinamento: nel 1984 un referendum popolare (svoltosi in concomitanza con le elezioni europee di quell'anno) si pronunciò (a stragrande maggioranza!) per limitare e regolamentare l'uso dei mezzi di trasporto privati (a partire dal centro storico monumentale).
Qui, come altrove, quel progetto è rimasto inattuato per le pressioni ed il potere crescente esercitato da interessi economici e di lobby ramificate su Istituzioni pubbliche sempre più deboli e subalterne (quasi sempre di Centrosinistra ma anche di Centrodestra).
Così, col passare degli anni, sono rimasti lettera morta i Progetti (regionali e comunali) per una Mobilità Sostenibile promessi negli anni '90 e Duemila: la cosiddetta "cura del ferro", quando si trattava di sostenere e finanziare il TAV Milano - Roma. Progetti presto sostituiti da ipotesi urbanistiche ed infrastrutturali chiaramente sovradimensionate e fuori portata: sviluppo a Nord con il relativo Passante. Infine, il ritorno alla vecchia tesi di Autostrade SpA e del grumo di interessi imprenditoriali ed affaristici che la sostiene: il potenziamento in sede di A14-Tangenziale (avvenuto a cavallo tra il 2015 e il 2016, in previsione del secondo mandato Merola).

Tuttora in casa PD pare non si voglia riflettere su quanto abbiano inciso sulle sconfitte elettorali subite negli ultimi tempi queste politiche prive di lungimiranza e pesantemente subalterne agli interessi del potere economico e finanziario costituito e "pro PIL".
Tanto che la "discontinuità" annunciata da Nicola Zingaretti è rapidamente naufragata nelle piazze torinesi delle "madamine" e nelle sale bolognesi riempite da amministratori, dirigenti delle organizzazioni economiche e sindacali, senza "zdoure" ed oggetto della pubblica contestazione di ambientalisti e comitati di cittadini.
Del resto, ce ne fosse bisogno, a piombare le ali del neo Segretario Presidente della Regione Lazio ci sono esimi esponenti del trasformismo locale e regionale.
Ma, ora, sorprenderebbe non avessero nulla da obiettare i diversi militanti e dirigenti che hanno prima partecipato alle primarie democratiche della annunciata "svolta" e poi seguito con interesse e simpatia le iniziative di Greta e di Frideys for future.

Ma la vera e più rilevante novità dell'ultima settimana è la svolta del Ministro Danilo Toninelli.
Dopo anni di "noi non lo faremo" la scorsa settimana il MIT a direzione dell'esponente 5 Stelle ha detto Si ad un Passante a 4 corsie autostradali più 3 e mezzo per la Tangenziale (riscuotendo la comprensibile soddisfazione di Bonaccini e Merola) e la naturale opposizione di chi, da sempre, si oppone a questa scelta irresponsabile.
Difficile allo stato valutare le ragioni di una simile retromarcia, che evidenzia la fragilità e l'inaffidabilità di molti dirigenti di un MoVimento a cui, forse, troppi hanno riposto speranze per un processo di reale "cambiamento".

Titolo, articolo e disegno grafico de il Corriere di Bologna (giovedì 21 marzo)
























Il commento de la Repubblica Bologna (giovedì 21 marzo) 
























Il Resto del Carlino, edizione di Bologna (giovedì 21 marzo)


























La pagina de il Carlino Bologna con i commenti ai progetti del Ministero (21 marzo)


























La pagina de il Carlino Bologna con gli interventi di M5S e Lega (23 marzo)






Il Corriere di Bologna con le critiche al Ministro Toninelli (24 marzo)

Sta di fatto che a poche ore dall'improvvido accordo tra Toninelli e Bonaccini (con Merola e Donini solerti a chiedere l'apertura dei cantieri e gli eletti regionali e locali del M5S a difendersi da dure e motivate critiche) è partita una insidiosa iniziativa della Lega di Salvini e di altri esponenti del Centrodestra diretta a prendere tempo e ad annunciare ai bolognesi che la partita non è ancora chiusa; anzi potrebbe riaprirsi qualora, alle elezioni regionali di autunno, vincesse il Centrodestra (dopo 50 anni di maggioranze di Sinistra o Centrosinistra).
Si, proprio così: nel caso di un cambio della Presidenza e del Consiglio dell'Assemblea legislativa emiliano romagnola a favore di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia l'inviso "Gassante" in Mezzo alla Città potrebbe essere rivisto nella prospettiva di spostare a Sud il percorso della A14.
Insomma, un ritorno al Tunnel sotto le colline (da Casalecchio o Sasso Marconi a San Lazzaro o Ozzano dell'Emilia) già sostenuto dal Ministro berlusconiano Pietro Lunardi e dagli Assessori bolognesi della Giunta Guazzaloca, Giovanni Salizzoni e Gianluca Galletti. Un disegno sempre scartato per i maggiori costi dell'opera e per i pericoli insiti nella estrema fragilità del territorio bolognese.
Attenzione.
Per gran parte dei fan del Passante a Sud (Associazione Costruttori e settori di Confindustria in testa) ciò che conta è soprattutto la nuova "grande opera"; la crescita esponenziale degli affari e dei soldi impegnati; i business immediati e futuri per le industrie trainanti del vecchio modello di sviluppo basato sulla vendita di nuove auto e autocarri, di altro petrolio e gas, di materiali e lavori di costruzione; la successiva gestione delle infrastrutture e dei servizi connessi. Al traino, un complesso mondo di piccole e medie imprese; un sistema di relazioni che assicurano i profitti di Istituti finanziari e del credito, rapporti privilegiati e favori non sempre legali con alti e medi funzionari dello Stato e degli Enti Locali.

Altro che risorse verso un sistema alternativo e di maggiore qualità ambientale e sociale: moderne ferrovie, trasporti pubblici efficienti e non inquinanti (come nei Paesi più civili d'Europa).
Negli ultimi decenni nessun Governo nazionale di Centrodestra e di Centrosinistra ha operato per ridurre la dipendenza dei cittadini da auto ed autocarri e per favorire servizi collettivi per pendolari e trasporto merci su rotaie e in sicurezza. Come dimostra lo stato di profonda crisi ambientale che si registra in tutta Italia. Senza eccezione alcuna. Anzi, a partire dalle regioni della pianura padana da decenni governate dalla Lega di Bossi, Maroni, Salvini e dai suoi alleati tradizionali.

Oggi è sempre più chiaro che il solo modo per rispondere positivamente agli obiettivi internazionali di rapida riduzione dei consumi inquinanti che causano il riscaldamento globale del clima è rovesciare le priorità negli investimenti pubblici e in quelli privati: privilegiando una Mobilità sostenibile e dolce, risparmiando energia e scegliendo quelle rinnovabili.
Lo si può fare solo attraverso forti ed immediati investimenti pubblici in infrastrutture, mezzi e servizi alternativi; reperendo le risorse necessarie attraverso una ferma lotta alla evasione ed alla elusione fiscale, che segua il principio costituzionale della progressività delle imposte anziché un antistorico "meno tasse per tutti" destinato irrimediabilmente ad accrescere asfalto & cemento, smog e decibel, ingiustizie sociali e crisi ambientale del Pianeta.

All'appuntamento in piazza della Repubblica arrivano i manifestanti (23 marzo) 
















Mamme e papà, impegno ed ironia 


























Nonni, esperti e saggi






















Ragazze, critiche e combattive
















Il Sindaco di Napoli legge e discute con altri partecipanti















La testa della marcia in viale delle Terme, sventolano le bandiere di associazioni e comitati 
















Dalla val di Susa, la lotta di una comunità mobilitata da anni
















Un impegno collettivo sostenuto da tante persone: "Siamo ancora in tempo" 
















Gli studenti di Fridays for future
























Tantissime ragazze, protagoniste con i loro cartelli (Roma, 23 marzo)






Cittadine del mondo












































Rispetto per la Casa comune




La marcia lungo via Cavour: giovani contro il tunnel di 57 km della nuova linea TAV Torino - Lione

















Donne "madri, per madre Terra" (Roma, 23 marzo)
















"La tua ignoranza è la nostra condanna a morte" e "Tempo scaduto"!
















Altri manifestanti da Torino e cintura (sabato, 23 marzo 2019)















Ambiente e salute non sono "merce di scambio"
























Italia Nostra c'è!

















"Cambia il tempo ma noi no" ...

















In piazza dell'Esquilino passa un gruppo di Genova
















Per i diritti delle giovani generazioni 




























Dalla Riviera del Brenta


















Da Napoli e dalla Campania
















Da Taranto per il diritto dei cittadini e dei lavoratori alla salute   
















Dall'Abruzzo per il diritto all'acqua 

















Da Bologna "la natura che resiste al cemento"

















Dalla Lombardia per la salvaguardia del territorio 

















Dall'Umbria per la Grande Opera della Ricostruzione post terremoto

Dal Molise per energie pulite e meno inquinanti
















Dalla Basilicata per la salute, le bonifiche e l'occupazione
Dalla Puglia una signora No TAP
















Per difendere gli ulivi secolari e l'agricoltura di qualità
















Dal Salento per uno sviluppo di qualità 
















Per l'acqua pubblica e i beni comuni
























Con padre Alex Zanotelli
















La rivendicazione del rispetto dell'esito del Referendum del 2011
















Da Napoli, con Greta e lo sciopero globale
























Tantissimi ragazzi e ragazze passano a fianco di Santa Maria Maggiore
















"Cambiamo il sistema, non il clima"
























La Segretaria nazionale della FIOM, Francesca Re David, tra i lavoratori metalmeccanici
















Cambiano i volti, restano gli impegni comuni
















Dalla Sardegna, per la conversione pacifica delle industrie belliche
















Contro l'inquinamento, più natura
























Medicina democratica c'è!
















Per una agricoltura di qualità, contro gli inquinanti
















Dalla Sicilia in difesa della Terra e contro il MUOS
















Per la difesa della storica città turca di Hasankeyf,
minacciata dalla costruzione di una grande diga che la dovrebbe allagare
















Ancora giovani e donne, determinati e combattivi 
















Qualità ambientale e giustizia sociale
























Un manifestante richiama alla "Sveglia, per i pericoli della CO2" 
















Unica Grande Opera, la difesa del territorio!
















Il futuro è ora, è tempo di agire 
















L'orgoglio di una nuova generazione che vuole essere protagonista
















Per il diritto alla casa e ad un reddito 
















Per la difesa del Pianeta, non del sistema 
















Su via Carlo Alberto con Genuino Clandestino
















Via Emanuele Filiberto verso piazza San Giovanni tra ciclisti e bandiere della pace
















Da Roma Est parlano anche le bici: Si bonifica, No discarica (23 marzo)
















Ri-eccolo, il cartello di apertura ... Il futuro è nostro, difendiamolo!

























Verso il tramonto, tanti debbono ancora raggiungere piazza San Giovanni

















A Roma in "60 mila" titola la Repubblica (domenica 24 marzo)

















Una bella atmosfera, scrive il manifesto (24 marzo)
























L'articolo de il Fatto Quotidiano sui "50 mila" in marcia per il clima (24 marzo)

















20 commenti:

  1. Due dati incoraggianti.
    1. A Rimini il Comune ha messo al bando l'uso delle plastiche in spiaggia. Bravo Gnassi.
    2. A Bologna in assenza di zdaure Si Passante è arrivata una Madamina Si TAV a dare manforte ai Si Asfalto & Cemento. Povero Merola.
    Zorro

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    1. A Rimini una azione positiva.
      Naturalmente una goccia, in un mare di rifiuti da ridurre. Con politiche ed investimenti nazionali e locali orientati alla prevenzione ed alla conversione ecologica delle produzioni.
      L'Emilia può fare molto: qui ci sono, ad esempio, industrie leader nel settore del packaging.
      A Bologna l'appello del Sindaco alle "zdaure" non ha avuto fortuna, tuttavia ci ha pensato Toninelli ...
      Tuttavia, non credo che il nuovo progetto di Passante di Mezzo del MIT porterà bene al M5S e al PD.
      Gianni

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  2. Un vasto movimento per l'ambiente senza cappelli politici e di partito.
    È una forza.
    Mi chiedo però come possa incidere questa gente nell'oramai prossimo rinnovo del Parlamento Europeo?
    Dal momento che purtroppo o per fortuna non abbiamo in Italia partiti o liste verdi come in Germania o altri paesi del Nord.
    s.

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    1. Si, un bel problema.
      Non tanto quello relativo alla mancanza di un Partito Verde. Anche quando c'è stato, non abbiamo avuto grandi risultati.
      Penso piuttosto ad una cultura politica ambientalista; lungimirante e concreta, capace di avviare un processo di profonda trasformazione. Che maturi in più soggetti organizzati. Anche sindacali ed imprenditoriali.
      Gianni

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  3. Tu credi che con la contrapposizioni tra NO e SI alle grandi opere si possa costruire un paese migliore?
    Io nei contrapposti schieramenti vedo anche tanto gioco elettorale e sono convinto che bisognerebbe affrontare di più discussioni di merito sui singoli progetti. Il NO al Ponte sullo stretto di Messina non è paragonabile a quello contro la costruzione di una linea TAV, per esempio, essendo il primo sconsigliato per molte ragioni mentre il secondo potrebbe comunque essere parte di un potenziamento internazionale di un collegamento ferroviario Ovest - Est Europa.
    Piuttosto io dirimerei alcuni conflitti mettendo in campo progetti ed esperti per un confronto che si possa concludere con una consultazione democratica delle popolazioni coinvolte.
    Mi pare un modo accettabile per uscire da pregiudizi e riconoscere maggioranze elettorali qualificate e probabilmente trasversali ai partiti.
    Antonio

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    1. A me le pratiche di democrazia piacciono molto. Dunque ogni riferimento ad un confronto pubblico che si conclude con un referendum partecipato e popolare mi sembra un passo avanti da prendere in seria considerazione. Lo dico da tempo e se, ci avessimo pensato subito, forse ora parleremo d'altro.

      Credo inoltre che i conflitti siano naturali e attraverso i conflitti si possa, tutti, maturare e crescere.

      Ma il punto non è sostenere o avversare grandi opere. E' scegliere, democraticamente, le grandi opere prioritarie, qui ed ora.
      Sono convinto che in Emilia e in Italia, per stare sul punto, è tempo di investire grandi risorse (innanzitutto) su ferrovie, porti, trasporti pubblici e non inquinanti.
      Non solo le grandi città soffocano, ma intere regioni e pianure estese sono inquinate. Dunque è sbagliato continuare nei progetti e nella costruzione di strade ed autostrade come vogliono fare Bonaccini in Emilia, Fontana in Lombardia, Zaia in Venetoe Toti in Liguria, nondimeno Zingaretti, Salvini e Berlusconi. Se Toninelli, Di Maio e Conte si sono adeguati, contravvenendo agli impegni che li caratterizzavano, è di certo un bel problema. Per noi tutti e per loro, naturalmente.
      La lotta politica e culturale continua.
      Gianni

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  4. Frequentare cattive compagnie non aiuta.
    In questo paese non bisogna solo distruggere ma occorre anche costruire.
    Spesso nella competizione internazionale paghiamo l'arretratezza delle nostre infrastrutture. E questo pesa anche sul l'occupazione. O no?

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    1. Occorre costruire? Eccome!
      Di più. Occorre governare problemi complessi e processi sociali.
      Non credo che di fronte all'inquinamento che minaccia il Pianeta o alla congestione del traffico che colpisce non solo le città si possono continuare a progettare strade ed autostrade, case e supermercati nei territori ancora non edificati.
      Esistono altre possibilità.
      Servono altre infrastrutture: di che parlano i PUMS, ad esempio?
      Va garantita sicurezza ai cittadini: dai rischi sismici, dal dissesto idrogeologico, dal fenomeno della subsidenza, dagli effetti delle trivellazioni del sottosuolo. Chi è inadempiente rispetto a questi progetti? Perché si preferisce spendere soldi (molti di più) per fronteggiare i disastri e non per grandi opere preventive?
      Ecco lavori (socialmente) utili per le comunità!
      Il tempo per agire è ora.
      Gianni

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  5. Ciao Gianni, ciao a tutti. Sinceramente dal Ministro non abbiamo mai avuto altre proposte che non fossero legate ad un qualsivoglia allargamento/ino; diversi i proclami di Bugani almeno subito dopo l'esplosione di Borgo. C'è da chiedersi come Autostrade possa aver convinto Toninelli verso scelte che con la sicurezza di circolazione dei veicoli hanno poco a che vedere: si toglierebbe la corsia di emergenza alla tangenziale per darla all'autostrada e Merola Donini e Bonaccini sono contentissimi...tra l'altro, mi domando, se è possibile farlo, tutti gli insormontabili problemi di differenze di quota della piattaforma stradale per la poter realizzare la banalizzazione sono evaporati?
    Grazie a tutti coloro che a Roma ci sono stati

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    1. Ci pigliano tutti per quello di cui il Sommo Poeta "fece trombetta".
      Ryan

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    2. Resistere, resistere, resistere!
      E tenere alto il livello della critica: il conflitto non riguarda poche periferie e persone. L'impegno è diretto a ridurre il traffico privato e pericoloso, a investire su una mobilità sostenibile e meno inquinante.
      Si può, si deve. Qui ed ora. Per tutti noi e per le generazioni future.
      Gianni

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  6. Tanta bella e brava gente. Non possiamo continuare così, spendendo tanto in infrastrutture e sanità pubblica e con pochissima prevenzione.
    Quindi è giusto selezionare di più le grandi opere dello stato. Ho visto le foto di quelli che chiedevano case popolari e interventi di ricostruzione dopo i terremoti devastanti. Poi il padre combinano Alex Zanotelli per riportare l'acqua in mano pubblica e sottrarla alla speculazione privata o ai ricavi delle multi-utility. Anche su quello ci sarebbe tanto da investire per risparmiare le perdite e sostituire le tubature di cemento amianto, nel 2020 ancora tanto amianto!
    Titti

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    1. Concordo.
      A proposito di grandi opere utili: investire sull'acqua, salubre e pubblica. Da garantire per le comunità (non per i profitti privati).
      Gianni

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  7. Contesto deprimente.
    Bonaccini sul TGR: soluzione Passante con 3 + 1 corsia autostradale + 3 corsie per la Tange. Non solo: 3 + 1 corsie su A13, 4 + 1 per A14, completamento della Trasversale di Pianura, poi E41 Cesena - Orte.
    Giorgetti sempre su Tg3: garanzie per le Trivelle agli estrattori di Ravenna e dell'Adriatico.
    Solo Legambiente a protestare.
    10, 100 mobilitazioni basteranno?
    O dobbiamo aspettare i voti della Generazione Greta?
    Possibile?

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    1. Dobbiamo sicuramente pensare, discutere, progettare ed agire ora.
      Gianni

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  8. Risulta che il sindaco Merola chiama in causa le autorità ministeriali per la sicurezza stradale sulla tangenziale. Ma chi è il primo responsabile della tutela della salute pubblica cittadina?
    Non è ora che tutte le autorità competenti assolvano ai rispettivi compiti istituzionali?
    Come si fa a solidarizzare con Greta e C. per poi dimenticarsene nell'esercizio delle funzioni primarie a cui si è chiamati?
    L.

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    1. Si. Purtroppo ci sono molti irresponsabili.
      La partecipazione ha il compito di dare la sveglia e di richiamare tutti ai diritti ed ai doveri.
      Gianni

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  9. Molto bene. Ci vuole visione e concretezza. Ma quanto è difficile ritrovarle nel mondo d'oggi.
    Anna

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    1. Coraggio! Le contraddizioni sono sempre esistite.
      I conflitti, i confronti e gli incontri per soluzioni nuove sono il sale della vita. No?
      Gianni

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  10. Sul tema del Passante di Mezzo si è aperto uno scontro anche all'interno del M5s. Tra il sottosegretario del MIT Dell'Orco ed i consiglieri comunali e di quartiere bolognesi, Max Bugani in testa.
    Le affermazioni dell'esponente del Governo Conte hanno provocato la pronta reazione di Luca Tassinari, di AMO Bologna.
    Eccola.
    M.

    Secondo l’autorevole parere del sottosegretario ai trasporti Michele Dell’Orco il governo sarebbe “costretto” a realizzare il Passante di Bologna come “risposta emergenziale alla congestione del nodo bolognese”, ma dal momento che il Passante di Bologna non risolve la congestione del nodo di Bologna, il governo non è per niente costretto a farlo, quindi l’autorevole parere del sottosegretario può senz’altro essere derubricato ad autorevole sciocchezza.

    Non guasta mai ricordare che la stessa Regione Emilia-Romagna nel suo parere finale sul progetto, ammette che il potenziamento in sede “non risolve l’elevato livello di congestione dell’attuale sistema infrastrutturale del Nodo di Bologna”. Non risolve. Non solo, ma per un’opera dichiaratamente inutile (altro che “risposta emergenziale”), i bolognesi dovranno sopportare cinque o sei anni di cantieri che sconvolgeranno l’intera viabilità cittadina.

    Il governo non può essere costretto a fare alcunché, men che meno un’opera inutile. Se si farà, sarà perché il governo ha voluto farla, non perché ha dovuto. È una scelta esclusivamente politica di cui il governo dovrà assumersi la responsabilità. I cittadini bolognesi lo sanno, perché grazie al cielo non hanno l’anello al naso e hanno dimostrato in molte occasioni di avere anche buona memoria. Quando si troveranno ancora più imbottigliati di prima sia in tangenziale che fuori, ricorderanno benissimo chi ha deciso di non risolvere i loro problemi per mero calcolo politico.

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