venerdì 1 febbraio 2019

Salvini, Di Maio, Zingaretti, Calenda (2)

Cittadini manifestano a Bologna contro il Passante di Mezzo (16 gennaio 2019) 

















Salvini e la sua Lega in 9 mesi di Governo sono riusciti a marcare la loro impronta.
Aiutati in questo non solo da "fatti" ("Quota 100", decreto sicurezza, blocco dei porti per i migranti) e "capacità comunicativa" di un Leader iper attivo e spregiudicato (dalla denuncia delle ONG alla gestione del rientro di Cesare Battisti, dal sostegno alle piazze pro nuova linea TAV Torino - Lione ai pronunciamenti pro Trivelle, pro Autostrade e superstrade). Ma anche da interlocutori ed avversari che hanno vari interessi per coltivare rapporti politici o d'affari con il Partito che fu del Nord e che si propone come nazionale e nazionalista.
Non può sfuggire che anche tra le forze di "opposizione": Berlusconi e Forza Italia governano con la Lega in Lombardia, Veneto, Sicilia ... e nella Liguria di Ponte Morandi e del Terzo Valico; il PD si batte per procedere nella realizzazione di tutte le "Grandi opere" progettate dai Governi Letta, Renzi e Gentiloni che riguardano direttamente Piemonte, Puglia, Campagna ed Emilia Romagna (tutte Regioni governate dal Centrosinistra), con la Giunta Bonaccini che di concerto con le maggioranze di Centrodestra a guida Lega di Lombardia e Veneto tratta più potere e risorse in nome della "autonomia"; la Sinistra, ridotta e divisa, ha elettoralmente qualcosa da guadagnare da una immagine del Governo Conte ad egemonia della sua componente di destra.
Nè si può negare le attenzioni crescenti che mostrano tutti i centri del potere economico e mediatico verso Matteo 2, da tempo delusi per la rapida parabola declinante intrapresa del Matteo precedente.

Come rispondono a queste evoluzioni  gli altri contraenti del Contratto per il Governo del Cambiamento?
Di Maio e il M5S, fin qui, hanno provato a capire la complessa realtà delle Istituzioni. Il salto di qualità e di esercizio di egemonia culturale e politica necessario per passare dai "Vaffa" (dell'origine) ad una efficace opposizione politica (esercitata nei primi 5 anni di attività parlamentare del MoVimento, dal 2013 al 2017) al Potere Esecutivo. Che consiste nella capacità di indirizzare e dirigere verso il "Cambiamento" Ministeri, Enti di secondo (o terzo) grado, apparati e alti funzionari di Stato addestrati e formati in decenni di potere dei tradizionali partiti e delle vecchie classi dirigenti.
Uno studio ed una comprensione non certo semplici per giovani eletti. Che devono procedere tra regole, scadenze, nomine ... Con il rischio di inciampi, errori, scelte contraddittorie, vere e proprie figuracce. La mancanza di esperienza, di pratica politica - istituzionale e di adeguati percorsi di formazione pesa inevitabilmente e si presenta impietosa.
Due elementi richiamano l'attenzione.
Intanto, la selezione approssimativa di candidati ed eletti; giustificabile in fase di decollo, non più quando crescono le ambizioni di governo e le aspettative di Cambiamento. La qualità della rappresentanza e l'esercizio del confronto e della democrazia sono questione decisiva.
Poi, una cura parossistica dell'immagine rispetto alla consistenza di fatti, prodotti e decisioni. Prudenza, trasparenza e sincerità hanno fatto difetto, anche ai massimi livelli.
L'enfasi con cui Di Maio ha annunciato "la fine della povertà" o l'inizio si una "nuova epoca dello Stato sociale" o i Ministri a 5 Stelle hanno festeggiato il varo del primo Documento Economico e Finanziario può essere forse un modo per motivare e compattare eletti e militanti, ma può allontanare elettori e cittadini che vivono un Paese ancora sostanzialmente fermo alle contraddizioni di un anno fa, con le dure condizioni quotidiane di lavoro, di vita nelle periferie, di inquinamento e dissesto dei territori, di ingiustizie ... che hanno determinato "lo tsunami" del 4 marzo 2018.
E a molti risultano incomprensibili le ragioni per cui si enfatizzano studi ed analisi "costi - benefici" per poi tenerli per settimane o mesi "top secret". E' successo per i nodi irrisolti dell'ILVA e del TAP, sta succedendo per la Torino - Lione e per il Passante di Bologna.

In Piazza Maggiore "per la salute" e per l'ambiente (16 gennaio 2019)

















Così il "Cambiamento" risulta impercettibile, lento, incerto. O, peggio, in direzione inattesa e non condivisa da almeno una parte degli originali sostenitori.
Solo qualche primo indirizzo e provvedimento (che ancora deve sostanziarsi e andrà verificato) pare muovere in verso giusto: un reddito minimo di base che sarà riconosciuto ai cittadini che ne sono sprovvisti; norme di pensionamento che portano a 62 anni l'età necessaria, che riconoscono un possibile riposo dopo 38 anni di versamenti contributivi e che potrebbero favorire un importante rinnovamento della forza lavoro; norme a tutela della dignità del lavoro; norme anticorruzione e contro la prescrizione di reati gravi; blocco temporaneo delle trivellazioni.
Primi decreti e leggi. Frutto di comprensibili complesse trattative all'interno del Governo e con le Autorità della Unione Europea che sempre in assenza di politiche comunitarie lungimiranti, forti e coerenti sul piano economico, sociale ed ambientale (e nonostante le recenti autocritiche di J.C. Juncker sulla Grecia) continuano a richiedere discrezionali scelte di austerità per i singoli Paesi.
Ma proprio in presenza di questa impegnativa, estenuante interlocuzione che frena qualsiasi progetto netto e percepibile di innovazione culturale e di "Cambiamento" della società e dello sviluppo, andrebbero scongiurate trattative tutte e solo interne alle Istituzioni (tra Ministri o Capi politici di Lega e M5S, tra Stati ed Autorità UE) e il confronto pubblico deve essere più aperto, coinvolgente, partecipato, arricchito da studi, idee, critiche e progetti sostenuti dai tanti interessati protagonisti.
Non si possono certo praticare le vecchie teorie del "non disturbare il manovratore".
Proprio il M5S, per sua origine e storia, dovrebbe respingere ogni decisione ristretta, verticistica, auto-referenziale.
Il "Cambiamento", per essere sostanziale, richiede protagonismo ed impegno di tanti, milioni di persone.
Diversamente il processo atteso si arresterà e così le speranze di chi si è mobilitato e battuto.
E infatti: il nuovo accordo con la proprietà Arcelor Mittal sul risanamento dell'ILVA di Taranto (seppur migliore rispetto a quello già sottoscritto dal Ministro Calenda) non ha neppure interrotto le procedure europee di infrazione "per i danni ambientali causati dall'inquinamento delle produzioni" di acciaio; la conferma degli impegni presi dai precedenti Governi sul TAP continua a sollevare la protesta delle comunità locali e di tanti cittadini che auspicano una svolta radicale nelle politiche energetiche ed ambientali; l'accettazione di altre scelte discutibili e contestate ai Governi di Centrodestra, "tecnici" o del PD, tra cui il MUOS, gli F25, il Terzo Valico tra Liguria e Piemonte, la Pedemontana Lombarda e quella Veneta sono in contrasto con le richieste di comunità e comitati locali, con diffuse sensibilità ambientali.
E altre opere attendono parole più chiare e definitive: dalla nuova linea TAV Torino - Lione al Passante di Mezzo di Bologna (per cui ancora oggi si leggono dichiarazioni ambigue e deludenti del Ministro Toninelli).

La libera interpretazione delle parole del Ministro proposta dal Carlino Bologna (3 febbraio 2019)









Non è solo e tanto un problema di coerenza e di credibilità per un soggetto politico e per il gruppo parlamentare di maggioranza relativa.
Il ripetersi ed il sommarsi di esperienze di rinuncia al "Cambiamento" e/o di presa d'atto della impossibilità di interrompere quanto avviato da Ministri ed Amministratori precedenti si intreccia ad una "Manovra" Economica e Finanziaria (per il 2019 e per gli anni successivi) ancora irresponsabilmente priva di adeguate risorse per grandi investimenti che da tempo sono maturi.
E' il caso di riproporli! Anche di fronte ai fatti di questi giorni.

La pagina de la Repubblica denuncia "il caos" sull'Autostrada del Brennero (3 febbraio 2019)

















La pagina de il Corriere della Sera sulla alluvione nel bolognese (3 febbraio 2019)

Quelli per la messa in sicurezza del territorio e delle città italiane dai rischi sismici ed idrogeologici; quelli per nuove infrastrutture e mezzi ferroviari e di trasporto collettivo e/o individuale in grado di spostare quote significative della mobilità nazionale e locale "dalla gomma" e dai motori inquinanti ad una società sostenibile e meno inquinata; quelli per politiche di risparmio energetico e di energie rinnovabili in grado di migliorare la qualità dei consumi, dell'aria e dell'acqua.

Insomma, la grande sfida della conversione delle produzioni e dell'organizzazione della società non lascia ancora intravvedere risposte all'altezza degli obiettivi internazionali sul contenimento dei cambiamenti climatici che sono al contempo effetto e causa di uno sviluppo insostenibile.

Per il M5S è dunque tempo di unire riflessioni ed iniziative.
L'esperienza del Governo Conte e la leadership di Di Maio, Capo politico e Vice presidente del Consiglio dei Ministri, si stanno dimostrando in grado di produrre i risultati voluti?
Oppure l'esperienza suggerisce aggiustamenti e correzioni che vanno oltre quelli già introdotti nella vita interna e nel confronto pubblico? E fanno intravvedere l'esigenza di ricercare rapporti nuovi e più strutturati con forze vive, attive e creative della società, organizzata e no? E forse anche l'incontro, il dialogo, l'intesa con altri soggetti culturali, politici e sociali che si muovono in direzione ostinata e contraria rispetto alla Lega di Salvini ed alle Destre nazionaliste?

(2, continua)

I bolognesi discutono:
le "18 corsie" del Passante di Mezzo esposte in scala 1:3,50m. hanno un grande impatto

















Un volantino dei Comitati auto - organizzati alimenta il confronto e invita ad una firma  ... 
















Una partecipante "mima" in Piazza Maggiore gli effetti temuti ... (16 gennaio 2019)

Al Comune, alla Regione ed al Governo viene ribadito No al Passante di Mezzo e No al "Passantino"!
(sabato 16 gennaio 2019)

26 commenti:

  1. Valuto la politica italiana anche per quello che i diversi attori fanno nei confronti delle scelte di solidarietà con gli altri popoli del mondo.
    Salvini è bocciato per le posizioni espresse contro i migranti, a favore delle destre europee e mondiali.
    Dire degli altri non è facile. Alternano le posizioni in risposta agli eventi ed è difficile cogliere strategie chiare.
    Dei 5 stelle non mi piace la subalternità alle posizioni di Salvini sui migranti. Apprezzo la voglia di ritirare i militari dall'Afganistan e la prudenza sulla situazione in Venezuela.
    Del PD non si possono che condividere le critiche al Governo per il blocco delle navi delle ONG, ricordando che ai tempi di Minniti la sensibilità era diversa ..... Come contraddittorie sono le pratiche dei partiti fratelli del PSE verso tutta l'Africa. Sempre schierati con la NATO e la potenza militare USA. Vedi le ottime relazioni con i regimi arabi (compreso l'Egitto dei militari che hanno assassinato Giulio Regeni) o il pronto sostegno al presidente auto-nominato di Caracas, Guaido.
    Raffa

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    1. Nessuno può disinteressarsi dei problemi del Mondo. L'idea di chiudersi nei propri confini è illusoria. Del resto, lo ha riconosciuto lo stesso Salvini, trasformando la Lega Nord in Partito nazionale e individuando alleati in Europa (Le Pen, Kaczynski, Orban, Kurtz ...) e nel Mondo (Bolsonaro, forse Netanyahu e Guaidò ... ).
      E' naturale: il Pianeta su cui viviamo è interconnesso.
      Può e deve essere governato solo con visioni lungimiranti capaci di assicurare uno sviluppo eco-compatibile e diritti - doveri universali alle persone.
      Il punto è che i nazionalisti con le loro politiche quotidiane, dal governo o dalla opposizione, contraddicono le priorità del nostro tempo: la conversione ecologica e pacifica dello sviluppo, la libertà e la dignità della persona, a prescindere dalla nazionalità, dalla religione, dalla condizione sociale.
      Il conflitto è aperto. Le contraddizioni vanno risolte attraverso il confronto politico e culturale, bandendo le guerre e rispettando / promuovendo il protagonismo di tutti.
      Gianni

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  2. Di Maio = Reddito di cittadinanza + Reddito di cittadinanza + Reddito di cittadinanza - TAP - F25 - TAV - Passante di Mezzo - PIL.
    Sic

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  3. Condivido le critiche al M5s. Mi pare si siano presto adeguati alle cattive abitudini dei partiti che criticavano. Quello che fanno è tutto ok. Le colpe sono sempre di quelli precedenti. L'esemplare Toninelli è sconcertante. Sul Ponte Morandi ha individuato ASPI come responsabile di curare interessi privati anziché la sicurezza pubblica. Ora con ASPI tratta una revisione del Passante di Bologna che esclude Regione Emilia Romagna e Città Metropolitana.
    Possibile?

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    1. Non so se Danilo Toninelli ed il M5S si siano già "adeguati alle cattive abitudini" ed alle pessime pratiche di un sistema di potere e di interessi privati da liquidare.
      Sono convinto che occorra continuare a battersi (a prescindere) per realizzare controlli pubblici puntuali e manutenzioni preventive efficaci, troppo a lungo negate.
      L'iniziativa di un Ministero e di un soggetto politico di Governo sono fondamentali. Verificheremo presto (oltre le chiacchiere e la propaganda che fioccano da ogni parte).
      Toninelli sbaglia a non convocare Regione Emilia Romagna e Comuni interessati al Passante di Mezzo.
      Il confronto e la chiarezza tra Istituzioni è sempre necessario.
      Altro è il merito.
      Per me, il Governo nazionale dovrebbe esplicitare un cambio di indirizzi e di priorità: ferrovie, trasporti pubblici e non inquinanti anziché ulteriori investimenti su autostrade e strade.
      In Emilia Romagna, come in tutta la Pianura Padana, la qualità dell'aria è pessima (si controllino ancora una volta i dati ARPAE di questi giorni). Dunque, Conte, Costa, Grillo, Di Maio e Salvini (oltre a Toninelli) dovrebbero annunciare impegni precisi e sostanziosi per la conversione ecologica della mobilità e dello sviluppo economico e sociale. Grandi opere infrastrutturali e di servizi alternativi infraregionali e locali, utili ai cittadini, alla loro salute ed alla loro vita e la rinuncia all'accordo dell'aprile 2016 per il Passante di Mezzo. Perché aspettare?
      Gianni

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  4. Ma chi se ne frega se Salvini è uomo di destra e Di Maio è né di destra, né di sinistra, né di centro.
    Piuttosto, che fa il governo Conte con i voti di Lega e Cinque Stelle?
    Manderà in pensione lavoratori di 62 anni che ci vogliono andare dopo 38 anni di contributi versati?
    Riconosce un reddito di 780 euro a persone che non lo raggiungono perché non hanno lavoro e sono disposti a impegnarsi?
    Bene, complimenti a loro e peggio per chi, avendo potuto, non ha fatto di meglio in passato.
    Quando si davano soldi pubblici ad imprese, banche o anche a lavoratori che già avevano un reddito decente penalizzando i ceti medio - bassi.
    Finalmente qualcosa per le persone che hanno sgobbato a lungo o che non hanno da vivere!
    Non sarà tutto perfetto? Quando mai lo è stato. E, volendo, si correggerà.
    Ci possono essere i furbi? Come sempre. Proviamo a individuarli, non facciamo solo qui "prevenzione": cioè freghiamo tanti per colpa di qualcuno. Sarebbe come se qualcuno volesse non riconoscere sussidi di invalidità perché sicuramente qualche sano fotte una collettività che ha adottato misure di civiltà. O no?
    Nik

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    1. Concordo pienamente con quello che hai scritto.
      MC

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    2. Si.
      Stiamo sempre e innanzitutto al merito delle cose.
      Su di esse ci si unisce, ci si divide e ci si misura, in democrazia.
      Gianni

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  5. Resta il fatto che Salvini e Di Maio sono entrambi vicepresidenti del Ministero Conte.... ed insieme destinano quote di risorse pubbliche a redditi e pensioni senza operare quegli investimenti su cui qui si insiste (manutenzioni, ferrovie, energie rinnovabili, salute, accoglienza......)
    Così si riducono le spese per migranti lasciandoli alla clandestinità..... mentre neve e piogge causano ancora allagamenti e danni per decine di milioni....
    Quale cambiamento????
    PD-mda

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    1. Il fatto che il Governo Conte "destini quote" importanti di "risorse pubbliche" per il pensionamento di lavoratori che hanno conseguito "Quota 100" e per chi non ha redditi significativi lo ritengo positivo. Avrebbero potuto e dovuto farlo anche i loro predecessori.
      Mancano ancora "gli investimenti pubblici su cui qui si insiste"? Vero e grave!
      Certamente non casuale: tra le due componenti (M5S e Lega) ci sono evidenti, vecchi e nuovi, contrasti. Che riguardano tanto il reperimento delle risorse, quanto la loro prioritaria destinazione.
      Sicuramente è un problema: perché non si imbocca ancora la strada maestra del cambiamento sociale ed ambientale che molti vorrebbero (ma che molti altri contrastano, per convinzione e/o per interesse).
      Dunque, molte questioni restano aperte, come molti conflitti (lo vediamo ogni giorno).
      Lo sbocco dipenderà dagli argomenti che sapremo mettere in campo, dal confronto che sapremo sviluppare e dal mutare dei rapporti di forza che sapremo determinare in Italia, in Europa e nel Mondo.
      Gianni

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  6. Su Di Maio e 5Stelle condivido diverse osservazioni fatte qui ma insisto su un punto su cui non ho avuto risposta.
    Ci vediamo a Roma sabato? Che pensi delle modifiche che chiedono i sindacati alle politiche sociali del governo giallo verde?
    Aggiungo un argomento. Possono dei Ministri italiani solidarizzare con i gilet gialli che marciano contro Macron mentre chiedono al governo francese di ritrattare gli impegni sottoscritti precedentemente per realizzare la linea TAV Torino - Lione? La crisi nei rapporti con Parigi non è un altro passo falso, che si aggiunge a quello aperto con l'isolamento dell'Italia sulla crisi venezuelana, che vede Salvini schierato con il fronte occidentale?
    Antonio

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    1. Argomenti impegnativi e non scontati. Proviamo a parlarne.
      Procediamo per ordine.
      1. Sabato a Roma non ci sarò. Ci ho riflettuto a lungo e mantengo dubbi. Sintetizzo così.
      Da un lato mi spiace non partecipare ad una manifestazione che rivendica il ruolo sociale e politico dei lavoratori. L'importanza di confrontarsi con bisogni ed istanze di cui sono portatori. Manca un adeguato confronto tra Istituzioni, organizzazioni rappresentative e cittadini. A tutti i livelli. Una cattiva pratica, che non velocizza le decisioni e i "fatti".
      Tra l'altro la CGIL ha eletto di recente Maurizio Landini segretario generale della CGIL, una persona che apprezzo e di cui condivido molte battaglie: per il "lavoro di qualità", con "uguali diritti: ferie, maternità, TFR, formazione". Condivido quando indica come priorità "investire nel sistema ferroviario specie al Sud, costruire scuole ed ospedali, sbloccare i cantieri a partire dai più piccoli e lanciare un piano straordinario di manutenzione del territorio"; quando sostiene che in Italia "sono i salari ad essere troppo bassi" e che "in molti casi si è poveri anche lavorando".
      Dall'altro mi pare che questa mobilitazione contenga contraddizioni ed ambiguità politiche e progettuali da affrontare e sciogliere quanto prima. Una critica forzata e pregiudiziale a Reddito di cittadinanza e Quota 100 ("non risolvono i problemi", "sono misure pasticciate") che si intrecciano a rivendicazioni di investimenti in Grandi opere e produzioni sbagliate e da convertire. I sindacati confederali hanno contribuito alle piazze "del Si" a Torino (pro linea TAV Torino - Lione) e alle "pressioni organizzate" pro Passante di Mezzo, Autostrada Cispadana, Bretella Sassuolo - Campogalliano e pro Trivelle, in Emilia Romagna. Non a caso hanno annunciato la presenza a piazza San Giovanni anche imprenditori romagnoli, Sindaci ed amministratori di Ravenna e Bologna.
      Parliamone!
      2. Italia - Francia. Sono sempre stato e resto convinto che occorra distinguere le responsabilità politiche istituzionali da quelle di partito. Non è quanto si pratica, oggi come ieri. Di Maio è Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e contemporaneamente Capo politico del M5S (come Salvini per la Lega, come ieri lo era Renzi per il PD o Berlusconi per Forza Italia). Come è in Francia per Macron, Presidente e Capo di En Marche.
      Tutti oggi sono al contempo rappresentanti dei rispettivi Stati (e popoli) e di soggetti politici impegnati nella campagna elettorale per il voto europeo di maggio ...
      Cambiare si può? Cambiare si deve.
      Per rispetto reciproco. Per responsabilità e valorizzazione dei ruoli (istituzionali e di partito o movimento) a cui ognuno è chiamato.
      Parliamone!
      3. Venezuela. Non mi piace Maduro e gli riconosco gravi responsabilità nella situazione drammatica del Paese che Presiede. Non conosco Guaidò, ma non si può prescindere dalla mobilitazione popolare che lo ha espresso. Le scelte di Trump, di Bolsonaro e della maggioranza dei Governi latino americani, di molti Paesi europei non mi convincono. Come lo schierarsi di Putin, Cina ed Erdogan. Apprezzo la prudenza del Governo Conte.
      Mi auguro una soluzione pacifica, civile e democratica della lunghissima crisi; che valorizzi la partecipazione dei cittadini, che ripristini giustizia ed Istituzioni riconosciute, che migliori le condizioni di vita di un popolo gravemente impoverito da decenni di corruzione e di sfruttamento privato delle principali risorse nazionali.
      Un ruolo spetta alla diplomazia internazionale e, forse, si può contare sull'incontro di Montevideo del Gruppo di contatto, sul ruolo del Vaticano e della Chiesa di Francesco.
      Parliamone!
      Gianni

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    2. E allora parliamone.
      1. Impressiona la partecipazione di lavoratori da tutta Italia. Non di meno quella di alcuni imprenditori di Confindustria e di parecchi parlamentari e sindaci PD (quelli che hanno votato il Jobs Act e la legge Fornero). Le ali dell'ottimo Landini appaiono appesantite da troppa opposizione politica pregiudiziale e senza credibilità.
      2. Impressiona la tenuta dei giubbotti gialli francesi. Nonostante le concessioni fatte dal governo di Parigi e le divisioni interne a quel movimento. Difficile dire se questa contestazione radicale si trasformerà in voto politico europeo e quale futuro possano avere i tentativi di Di Maio e Di Battista di stabilire un rapporto sovranazionale di chi vuole un'altra Europa. Dubito che l'asse Macron - Merkel possa essere una prospettiva interessante per giovani e lavoratori.
      3. Impressionano le piazze di Caracas e la partecipazione popolare contro ed anche a sostegno di Maduro. Sicuramente determinanti la crisi economica, una inflazione a livelli record e l'impoverimento delle classi medio - alte. Sull'altro fronte il blocco militare e dei settori avvantaggiati dal potere bolivariano. Una soluzione incruenta non pare alla portata. Anche perché soffiano forte i venti e le potenze internazionali contrapposte. Da Montevideo non arrivano buone notizie ed anche il giovane Presidente del Parlamento mette ormai in conto un possibile aiuto militare esterno.
      Il tratto che accomuna Roma, Parigi e Caracas?
      La crisi di assetti sociali e di istituzioni consolidate.
      Una democrazia da reinventare.
      pl

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    3. A Roma una bellissima piazza, con 200.000 lavoratori. Hai perso una occasione per .... parliamone!
      I 5Stelle non possono incontrare i gilet gialli francesi e non ricevere i sindacati italiani. E' una contraddizione inaccettabile.
      Ma Landini, Furlan e Barbagallo non propongono solo un metodo condivisibile, fanno anche proposte: investimenti sostenuti da una lotta all'evasione fiscale ed al lavoro nero. Su questo il Governo è silente. Quanto alla presenza di imprenditori, bene. Meglio così. Indica la consapevolezza che alcuni, ancora pochi di loro, hanno sul fatto che con i lavoratori organizzati ci si deve unire per costruire uno sviluppo migliore e programmare il futuro.
      Quanto alla partecipazione di ex Ministri, sindaci e candidati alla segreteria Pd, bene. Non potranno più prescindere dalle ragioni di questa manifestazione. Tante persone loro non sono di certo in grado di portarle e non è certo casuale. Insomma non sono quelli che dettano le soluzioni, come volevano fare fino a pochi mesi fa.
      Ma questo deve valere anche per i 5Stelle.
      Senza considerare questo popolo vanno a sbattere, come dice Landini.
      Antonio

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    4. Antonio, sicuramente ho perso una occasione. Spero non l'ultima.
      Penso anch'io che i sindacati rappresentativi debbano essere incontrati. Il confronto, le trattative e gli accordi fanno parte della democrazia partecipata di ogni comunità. Come il confronto tra i diversi livelli Istituzionali, troppo a lungo sacrificato anche in passato. Nella consapevolezza che il rispetto reciproco e la cooperazione sono essenziali nella crisi che viviamo.
      L'alternativa è l'incapacità di governare i problemi e i naturali conflitti, che sfociano in rivolte estreme, come in Francia con i Gilet Jaune o qui con i Pastori Sardi.
      Quindi la mobilitazione e il confronto politico sindacale mi pare un fatto positivo e da valorizzare, per produrre sintesi e misure di politica economica decisamente più avanzate e convincenti.
      Al riguardo, sabato mattina ho letto una bella intervista fatta all'economista Riccardo Realfonzo su il manifesto: "una manovra insufficiente per evitare una credibile recessione". Il prof. sostiene che "la manovra del Governo ha solo un timido impatto espansivo", che "le misure simbolo raccolgono alcune istanze provenienti dai ceti meno abbienti e dai lavoratori prossimi alla pensione" ... ma non affrontano "il problema drammatico di competitività dovuto al cronico sotto-finanziamento degli investimenti pubblici e privati; alle inadeguatezze dell'apparato produttivo; all'assenza di un programma di politiche industriali. Avrebbe dovuto prevedere un piano straordinario di lotta all'evasione fiscale ... un passo per aggredire il problema della precarietà" ...
      Realfonzo denuncia e teme il peso della Commissione europea e di "politiche" classiche della destra liberista "centrate su tagli alla spesa pubblica e privatizzazioni selvagge".
      E conclude "spero che le pressioni del mondo del lavoro servano a spostare l'agenda della politica economica verso le necessità dell'apparato produttivo e i diritti dei lavoratori".
      Mi pare un approccio equilibrato e condivisibile. Perché parla un linguaggio di verità e non si presta a interpretazioni ambigue o a contrapposizioni con mondi sociali, culturali e politici decisivi per costruire una alleanza riformatrice impegnata a progettare e conquistare uno sviluppo sostenibile su scala internazionale.
      Altri però pensano ad un Patto tra grandi gruppi imprenditoriali ed organizzazioni sindacali confederali per rilanciare una crescita senza qualità. Un "fronte del Si" che si è manifestato a Torino e che si vuole in piazza anche a Bologna.
      Parliamone.
      Gianni

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  7. Salvini 26-27%
    Di Maio 20-21%
    Zingaretti 9-10%
    Per gli abruzzesi.
    Centrodestra 49%
    Centrosinistra 30%
    M5s 21%
    Sic

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    1. Il 48% del 53% degli elettori abruzzesi hanno scelto il Presidente ed il Consiglio Regionale dell'Abruzzo.
      Il restante 51% di votanti e quel 47% di astenuti sarebbe bene avviassero nelle forme e modi che ritengono migliori una seria e profonda riflessione.
      Potrebbe produrre risultati utili in quella Regione e per il governo dell'intero Paese.
      Gianni

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  8. Né destra, né sinistra?
    Il fine settimana è servito per ristabilire almeno un po' di realtà.
    Sabato la sinistra in piazza.
    Domenica la destra al voto.
    I 5Stelle hanno subito la prima grossa sconfitta elettorale. E' iniziata la parabola discendente che si consoliderà in Sardegna fra 15 giorni.
    Antonio

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    1. Può essere Antonio. Dopo l'Abruzzo la Sardegna, poi l'Europa, il Piemonte, la Basilicata e l'Emilia Romagna.
      Ma proprio la manifestazione di Roma e l'esito del voto di domenica propongono a tutti coloro che vogliono cambiare una società che non piace, di unire la mobilitazione e la riflessione, di arricchire gli obiettivi strategici e le alleanze sociali politiche e culturali necessarie per fare passi concreti e coerenti nella direzione voluta.
      Gianni

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  9. Piu Salvini che Di Maio!
    Abolita la povertà e grazie al nuovo stato sociale, sarà un anno bellissimo!
    Il cambiamento non serve più.
    Mario C.

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    1. Si, anche per Di Maio e C. urge riflettere ed agire perché sia "un anno bellissimo"!
      Gianni

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  10. Il post contiene critiche al M5s che penso siano all'origine del loro crollo di consensi.
    Chi ha espresso nel 2013 e nel 2018 un voto per il cambiamento si è trovato un Governo sostanzialmente conservatore. Si, sostanzialmente conservatore. E che molti ritengono di destra.
    Le politiche di apparente chiusura ai processi migratori, di conferma delle infrastrutture progettate da centrodestra e centrosinistra, di de-tassazione e di ritiro del Pubblico dai compiti di promuovere i diritti-doveri costituzionali di cittadinanza non si risolvono con le maldestre mediazioni fatte fin qui, con "reddito" e "quota 62+38".
    Tutto questo favorisce il consolidamento di Salvini a destra, ma deprime chi si aspetta investimenti alternativi e nuovi diritti o doveri.
    Il resto lo fa la struttura leggera del M5s (stoltamente rivendicata) e la difesa ad oltranza e piatta dell'operato istituzionale dei Ministri e degli amministratori (tutti).
    Così le radicali visioni critiche (ma anche propositive!!!!) di Grillo sono evolute in una attività esclusivamente interna ai palazzi, schizofrenica, stressata e stressante che ha abbandonato la presenza sociale sui fronti di scontro.
    I movimenti No Tap e TAV, No Terzo Valico ligure e Passante bolognese, le associazioni laiche e cattoliche attive nella assistenza ai migranti o antirazziste e antimafia, i comitati territoriali per la difesa dei beni comuni, pro acqua pubblica o difesa del suolo e del bio ..... hanno perso fiducia nei meet up che per anni avevano meritoriamente accompagnato giuste battaglie.
    Ciao!

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    1. Sottoscrivo.
      Con l'auspicio che qualche esponente del M5S prenda nota ... per trovare risposte convincenti ed utili per tutti.
      Gianni

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    2. Se il M5s ha "preso nota" o meno lo verificheremo anche oggi con la decisione relativa all'autorizzazione o meno ai Magistrati di giudicare Salvini.
      Ciao!

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    3. Non hanno preso nota.
      E domenica c'è da scommettere che registreranno un tonfo, nel mare azzurro di Sardegna.
      Azzardo una previsione.
      Vincerà la destra trainata da Salvini (pronto a intervenire nella protesta dei pastori), ma Zedda sarà competitivo e surclasserà i 5Stelle. La versione Di Maio toglie loro ogni sostegno a sinistra. E si vedrà.
      Antonio

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