lunedì 8 ottobre 2018

Chi (si) è fuso?

Ieri i cittadini di 4 comuni del bolognese sono stati chiamati al voto per un Referendum Consultivo che doveva portare a costituire due nuovi Comuni.
I Sindaci e gli Amministratori delle maggioranze politiche di Castenaso e Granarolo (tutti di Centrosinistra) hanno lavorato e concordato, con la Giunta Bonaccini - Gualmini, per dare vita a Terre Villanoviane, Villanuova dell'Emilia, Castegranaro, Villagrande oppure Castenaso Granarolo.
Quelli di Baricella e Malalbergo (anche loro tutti PD ed alleati) avevano proposto Altedo, Terre di Pianura, Valle dei Conti, Pianura Felsinea ovvero Baricella Malalbergo.
Il nome, tra questi, spettava agli elettori (con il secondo quesito proposto nella scheda referendaria).
Ma il No alla fusione ha prevalso nettamente in ogni singolo comune: a Castenaso con il 78% di chi ha votato (circa la metà degli aventi diritto), a Granarolo con il 71%, a Malalbergo con il 68% e a Baricella con il 62%.

Un dato che per omogeneità e dimensioni apre una questione politica ed istituzionale enorme.
Perché rende palese la caduta verticale di credibilità di amministratori e di partiti storici a lungo profondamente radicati nella società emiliana ed evidenzia l'isolamento impressionante delle classi dirigenti di governo (politiche ma anche sindacali ed associative).

E' bene riflettere su alcuni numeri.
Nel Comune di Castenaso nelle elezioni amministrative del maggio 2014 il Sindaco Stefano Sermenghi è stato eletto con 6.545 voti (il 77%). Ieri la sua proposta di fusione con Granarolo ha raccolto 1.384 Si.
A Granarolo la Sindaca Daniela Lo Conte, quattro anni fa, aveva ottenuto 4.459 suffragi (il 72%). Ieri la sua indicazione è stata seguita da 1.311 persone.
A Malalbergo Monia Giovannini era stata sostenuta da 2.890 cittadini (il 62%). Ieri, con Lei, hanno scelto il Si 976 persone.
A Baricella Andrea Bottazzi era stato eletto con 2.560 preferenze (il 72% dei voti validi). A favore della fusione si sono pronunciati in 904.

Il fatto è che si trattava (oltretutto) di una scelta Istituzionale di primaria rilevanza per le rispettive comunità.
Una scelta in cui avrebbero dovuto riconoscersi non solo gli elettori che hanno espresso "la maggioranza politica" amministrativa, bensì il complesso degli abitanti, di diverso orientamento culturale o condizione sociale.
Invece, No. A sostegno delle proposte dei nuovi Comuni di "Castenaso Granarolo" e di "Altedo", (queste sarebbero risultate, ieri, le parziali preferenze) non si sono espressi che una piccola parte degli elettori che avevano scelto maggioranze e Sindaci nel 2014 (a Castenaso hanno accolto l'indicazione del Sindaco non più di 1 su 5 dei "suoi" sostenitori nel 2014). Mentre i No alle fusioni sono andati ovunque ben oltre i consensi assoluti raccolti dai partiti e dalle coalizioni di opposizione (M5S, Lega e tutti gli altri, sempre a Castenaso, 4 anni fa avevano raccolto complessivamente la metà dei No di ieri).

C'è di peggio per i sostenitori del Si (e per il PD, checché ne dica oggi il segretario regionale Paolo Calvano).
L'arretramento di consensi va ovunque ben oltre (in percentuale e, soprattutto, in cifre assolute) a quanto ottenuto dai candidati del PD nel voto politico nazionale del 4 marzo scorso.
E' un segno evidente che non si è toccato ancora il fondo. Ovvero che una volta a terra, si può anche iniziare a scavare ...
E, oggi, l'impressione è che (anziché i Comuni) i "fusi" siano alcuni, ben individuabili, amministratori e politici.

Si può invertire questa rotta?
Difficile dirlo.
E sicuramente, a patto che se ne traggano insegnamenti e lezioni: non aggiustamenti di forma e privi di sostanza.
Insomma, non si può procedere ancora come si è fatto quasi ovunque nel percorso di "semplificazione" istituzionale e di "accorpamento" dei Comuni: privilegiando convenienze ed argomentazioni economiche e di bilancio assolutamente parziali e di breve prospettiva (con incentivi regionali decennali, ad esempio) ed "abolendo" elezioni dirette (come nel caso delle Province, i cui organi sono oggi di secondo grado, contrariamente a quanto prevede la Costituzione).
E' significativo, al riguardo, il percorso con cui si è giunti al Referendum di ieri da parte degli Amministratori del Comune di Castenaso e quelli della Provincia / Città Metropolitana di Bologna e della Regione Emilia Romagna: prima di elaborare la soluzione della fusione con Granarolo e di conseguire l'umiliazione del referendum di ieri, hanno sperimentato prima l'Associazione con i Comuni di San Lazzaro ed Ozzano, poi quella con Budrio. Alla faccia di processi profondi, fondati, logici, basati su elementi storici, culturali, di governo del territorio, di sviluppo civile, di democrazia partecipativa, di confronto costruttivo.
Ma se non sono questi, a cosa altro dovrebbero rispondere rinnovate e credibili Istituzioni rappresentative delle comunità locali ed internazionali?
Per concludere, il tema di Grandi Riforme istituzionali esiste. I Comuni, un/due Ente/i intermedi rispetto allo Stato nazione, l'Unione Europea debbono sicuramente essere valorizzati, sostenuti, aggiornati nelle competenze, nelle funzioni, nella rappresentanza. E dotati ciascuno di risorse adeguate (anche maggiori di quelle di cui oggi dispongono).
Occorre discuterne con rinnovata volontà, con grande rigore ed apertura, con studi approfonditi; entro gli indirizzi fondamentali della Costituzione Italiana e della Carta delle Nazioni Unite.

10 commenti:

  1. Si potrebbe dire che con i referendum il PD non ha un buon rapporto. Ma c'è da rilevare che se i nostri governanti quando sfidano il voto vanno regolarmente in minoranza è la democrazia ad essere in discussione. E questo è un problema ben più serio. Anche perché le alternative non appaiono una certezza, al di sopra di ogni sospetto.
    L.

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    1. Mi pare impossibile negare la profondità della crisi che viviamo.
      Chi sostiene che il problema italiano sono Salvini o Di Maio si ferma alle conseguenze ultime della miseria politica espressa dalle classi dirigenti nazionali degli ultimi decenni.
      Non vede inoltre risorse umane e intellettuali fondamentali per risalire la china e risanare il Paese.
      Penso comunque anch'io che occorre scomporre e ricomporre soggetti politici e coalizioni di governo per costruire un futuro migliore.
      Non credo che il cambiamento profondo di cui abbiamo bisogno come singoli e come umanità si possa trovare all'interno di ambiti angusti: una singola comunità, uno Stato o un Continente.
      Occorre sicuramente agire localmente ma consapevoli che la nostra sicurezza è data da quella maturata da tutti i nostri interlocutori.
      Quindi pensare globalmente ai diritti ed ai doveri delle persone e di tutti noi verso l'ambiente di vita è la sola ipotesi che ci garantisce un futuro migliore di democrazia e di libertà.
      Gianni

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  2. "La fusione mancata è figlia di questi tempi, ma potrebbe essere collegata con la storia degli Euro 4. Il PD le sta cercando tutte pur di perdere consensi. La scelta di andare avanti e indietro su una storia così impattante per i cittadini la dice lunga. La decisione di Bonaccini è corretta, i tecnici della Regione avevano ecceduto in realismo, apprezzo l'aver riconosciuto un errore. Però politicamente una mossa del genere lascia strascichi, te la porti dietro" ... Parole di Sermenghi, sindaco di Castenaso, dal RdC di questa mattina, sotto il titolo "Smog, esultano i 3 Comuni ribelli".
    M.

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    1. Fantastico!
      Dopo la batosta del referendum esultano per il pasticcio combinato sui diesel euro 4?
      ... e poi rimproverano i 5 stelle di dilettantismo (che sicuramente non manca)
      Una risata li seppellirà!
      BiBi

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    2. BiBi, il dilettantismo non è mai apprezzabile. Chiunque lo manifesta governando una piccola o una grande città, una Regione o un Paese si espone a giuste critiche. La sfida non può essere a chi le combina più grosse.
      M., grazie per aver richiamato l'attenzione sulle parole di Sermenghi. Con le sue affermazioni il Sindaco di Castenaso ci aiuta a capire perché ha portato al voto per il suo progetto di nuovo Comune solo il 20% dei suoi sostenitori nelle elezioni amministrative del 2014:
      1. Un Sindaco che imputa la responsabilità delle politiche della Regione "ai tecnici" e non al Presidente Bonaccini, alla sua Giunta, ovvero ai Sindaci ed agli Amministratori comunali è credibile?
      2. Se il blocco dei diesel euro 4 "è un errore" in quanto "eccesso di realismo", Lui in quanto responsabile della salute pubblica dei suoi concittadini come pensa di rispettare i suoi doveri?
      Gianni

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  3. Loro hanno perso i rapporti con i piccoli mondi che li hanno eletti.
    Noi abbiamo perso la fiducia nei grandi partiti che per molto tempo ci hanno rappresentato.
    Loro troveranno aziende amiche disposti a riciclarli.
    Noi non siamo certi che quelli che verranno saranno meglio. Ma conosciamo questi a sufficienza per dire: no grazie, avanti i prossimi!
    m.m.

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    1. Ma questi argomenti non stanno ai contenuti del referendum.
      Ecco temo che da qualche tempo ci sia uno tsunami politico che travolge tutto e tutti a prescindere dal valore delle cose di cui parliamo.
      Unire il governo di alcuni territori è un intento sbagliato? Ci sono spesso strutture comunali montane o della pianura che sono ridotte ai minimi termini. Ci sono realtà urbanizzate contigue che rendono difficile e superati i confini. Perché opporsi?
      Si, a volte la sensazione è di ragionare troppo come se le istituzioni fossero aziende e i problemi fossero solo legati a risparmiare costi. Ma non sempre è così e poi anche la riduzione delle spese pubbliche è di interesse per chi paga le tasse e vuole servizi migliori.
      Antonio

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    2. Antonio, il tempo e lo sviluppo possono naturalmente introdurre anche modifiche nelle Istituzioni che ci governano. Ci mancherebbe che tutto può cambiare salvo una istituzione "strumentale" (come un Comune, una Provincia o una Regione).
      Il problema è quando nel realizzare questi processi si perdono di vista totalmente gli elementi storici, sociali, territoriali ed ambientali che possono motivare e sostenere il rinnovamento, oppure quando mancano proposte e progetti per consentire ai cittadini nuovi strumenti di democrazia e di partecipazione, di comunità e di identità. Se il tutto risponde a logiche di bilancio economico, di risparmio nei costi o di "maggiori risorse finanziarie" in arrivo dalla Regione (per "dieci anni") chi può interessarsi, mobilitarsi e contrastare "la conservazione" dell'esistente?
      Al riguardo, l'esempio sul percorso tortuoso fatto da Castenaso verso la fusione mi pare indicativo (non ripeto quanto scritto nel post).
      m.m., non dimenticare di selezionare bene e al meglio "i prossimi".
      Gianni

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  4. Avessero incluso tra le proposte del quesito 2 al referendum anche Inceneritore i cittadini di Granarolo e Castenaso forse avrebbero votato a favore. Perché quello è il principale elemento unificante ed identitario tra due territori che non ne hanno tanti altri.
    Si, dopo aver letto i commenti di molti politici PD "avanti tutta, ora e sempre" proporrei a Sermenghi e Lo Conte di ritornare alle urne: includendo INCENERITORE.
    Sic

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    1. Sic, lascia perdere ... Forse dimentichi che la quota di rifiuti destinata a bruciare deve progressivamente ridursi.
      Dunque questo impianto e questa eventuale "identità" non potranno avere vita lunga.
      Gianni

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