lunedì 23 novembre 2015

Chi combatte il terrorismo?


Queste foto, scattate sabato mattina (1) e pomeriggio (2) nelle due piazze di Roma che hanno ospitato le manifestazioni contro il terrorismo dell'ISIS, non vogliono segnalare i vuoti e le assenze (come altri hanno fatto). Sono, entrambe, antecedenti l'ora fissata per gli interventi dai palchi di piazza del Popolo e Santi Apostoli. E le immagini successive (3, 4. 5), scattate lungo il corteo FIOM, testimoniano una partecipazione importante e multicolore.
Tuttavia, la sensazione è che il livello della risposta non sia assolutamente all'altezza degli eventi in corso.

In troppi sembriamo ancora paralizzati, privi di reazione.
Molti intenti a rimuovere i fatti (sicuramente assai complessi e di difficile interpretazione).
"Così non gli si da importanza" si dice, con assurda illusione.
Altri, sintonizzati sulle interminabili e modeste dirette televisive (quelle "maratone" così efficacemente descritte da Maurizio Crozza, il "politico" italiano che sondaggi - sempre interessati - dimenticano di considerare e quotare).
Quasi si trattasse di un interminabile e virtuale telefilm. Dove, prima o poi, i "nostri" agenti speciali risolveranno l'attacco nemico.
Ma questa è realtà.
Le stragi di Parigi hanno portato la Francia dei socialisti Hollande e Valls a dichiararsi "in guerra", a sollecitare "l'Europa a intervenire", a "prorogare per tre mesi lo Stato d'emergenza su tutto il territorio nazionale", a modificare la Costituzione.
Bruxelles, la capitale d'Europa, è in stato d'assedio da giorni. Si inseguono i terroristi. Le autorità belghe hanno sospeso le normali attività lavorative, commerciali, sportive, di comunicazione.
Altri allarmi, fatti, arresti si susseguono. In Germania, in Olanda, in Italia.
Anche se, qui, Matteo Renzi pare avere adottato un approccio di prudenza.
Salvo rifinanziare (con il voto di PD, Area Popolare, Nuovo e Vecchio Centrodestra, l'astensione della Lega di Salvini e il no di Sinistra Italiana e M5S) le fallimentari missioni militari internazionali.
Salvo lasciare nelle mani di Alfano la sicurezza nazionale e la incomprensibile rassicurazione a "restare tranquilli".
No!
Il terrore può essere sconfitto solo con una grande mobilitazione di cittadini, di popolo/i, di coscienze e di cultura/e.
La via non è quella intrapresa fin qui dai più: della delega nelle decisioni politiche a presunti tecnici e professionisti; della militarizzazione delle nostre città; della rinuncia progressiva alla vita normale, a diritti fondamentali e universali dei cittadini, alla corretta informazione sui fatti; dei bombardamenti e delle "guerre infinite" o rapide "per l'annientamento dello Stato Islamico e degli uomini del Daesh".
Questa strada è quella già sperimentata e che ha prodotto ulteriori disastri e vittime.
Occorre altro: dialogo, confronto e democrazia partecipata; rispetto, considerazione e cooperazione tra diversi; istituzioni nazionali ed internazionali legittime, riconosciute ed autorevoli; superamento di organizzazioni militari vecchie e inadeguate; disarmo e conversione delle industrie belliche verso produzioni socialmente utili; investimenti contro la fame e la povertà per uno sviluppo sostenibile ed eco-compatibile.











3.












4.












5.



Protagonisti dobbiamo essere tutti. Quotidianamente, sui luoghi di lavoro e di studio, nei centri sociali e nelle famiglie.
Donne e uomini, giovani e no, sindacati, cooperative, associazioni.
Per incidere sulle istituzioni rappresentative ed orientarle verso interessi comuni e generali.

Il 30 novembre a Parigi inizierà il vertice ONU che dovrebbe e potrebbe condurre a un Nuovo Protocollo internazionale contro le emissioni che alterano il clima e per affermare un diverso sviluppo economico e sociale.
Una tappa di un percorso più volte discusso, indicato, progettato, ostacolato, interrotto.
Cop21 deve e può essere l'inizio di una fase nuova.
Mettiamoci tutti in marcia, da Roma a Rimini!



11 commenti:

  1. Si, c'è paura. Comprensibile. Fanno di tutto per alimentarla.
    Poi, che serve?
    Chi ascolta? Manco i referendum vengono rispettati.
    Condivisibili gli obiettivi. Ma vanno perseguiti organizzandosi.
    Auto organizzandosi.
    Partiti? Oramai semplici comitati elettorali per cordate di amici e lobby.
    La Democrazia è da rifondare!
    BiBi

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    1. BiBi, se le tue analisi sono vere, è più viva che mai la necessità di fissare nuove fondamenta per una Democrazia più forte e partecipata.
      Dobbiamo provarci. Dipende da tutti noi. No?
      Gianni

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  2. Dal si al lavoro e no al terrorismo ed alle guerre, all'ambiente. Ci sta!
    Eccome. Molte delle moderne contraddizioni sono dovute ai super-consumi dei grandi paesi e all'iper-sfruttamento delle risorse naturali.
    Ma la Global March del 29 novembre è a Roma. Non si può organizzarne anche nelle città capoluogo?
    Anna

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    1. Era previsto un grande appuntamento internazionale a Parigi.
      Dopo l'attacco terroristico si è deciso per marce nelle diverse capitali.
      Poi si sono concordati appuntamenti regionali.
      Per l'Emilia a Rimini.
      Gianni

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  3. Alla domanda è difficile rispondere.
    I Governi italiani, incluso ma non solo Renzi, non pare proprio lo abbiano fatto, se è vero che abbiamo sempre mantenuto rapporti economici con i regimi che lo finanziano e abbiamo trattato e pagato per liberare ostaggi sequestrati dai vari gruppi irregolari armati.
    Gli Americani, i Russi, i Francesi, gli Inglesi, gli Israeliani, i Turchi nemmeno. Tutti loro li hanno prima foraggiati per utilizzarli contro gli avversari, poi alimentati con azioni di guerra e crimini contro le popolazioni civili.
    Il disarmo sarebbe giusto, ma chi produce armi vedrebbe calare il pil nazionale e l'occupazione della loro popolazione.
    Così nessuno ne parla più o quasi. Solo il Papa insiste.
    Per praticare pacifismo dovremmo diventare tutti preti o cattolici?
    P.s. Rimini?


    Il terrorismo lo combattono in pochi.

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    1. Naturalmente spero si possa praticare pacifismo anche da laici o da atei.
      Tuttavia apprezzo moltissimo le parole e le azioni di Papa Francesco e di molti altri cattolici e religiosi di altre fedi.
      Oggi, è importante esserci, prendere parola e parte.
      Non lasciare campo libero a chi predica e pratica terrorismo e guerre.
      A Rimini, domenica 29 novembre, nel pomeriggio, da piazza Ferrari, si svolgerà la "marcia per il Clima" promossa congiuntamente da Legambiente, WWF, Greenpeace, SOS Adriatico ed altri per promuovere energie rinnovabili e chiedere al vertice ONU di Parigi misure coerenti per la salvezza del Pianeta.
      Un appuntamento per tutti.
      Gianni

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  4. Ora il nuovo attentato a Tunisi e l'abbattimento dell'aereo russo.
    Il rischio pare davvero quello denunciato da Papa Francesco: la terza guerra mondiale.
    Ma cosa si può fare nell'immediato?
    s.

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    1. s., ti propongo le parole (per me condivisibili) di Gino Strada, fondatore di Emergency.
      “Ma allora quale è la soluzione? Che cosa fare per sconfiggere l’ISIS?”. Io non ho “la soluzione”, anzi credo che la soluzione oggi non ci sia, che non esista ancora. Va trovata, in un lungo e difficile processo di maturazione e di crescita che deve coinvolgere milioni di cittadini. Iniziando a capire il presente e il passato, per immaginare e disegnare un futuro possibile. Per ciò che ho letto e sentito, e per quello che ho visto in anni di lavoro in mezzo alle guerre, ogni guerra ha inflitto all’umanità enormi sofferenze e ha posto le basi per le violenze successive. Il vero problema, credo, è l’uso dello strumento guerra per risolvere le contese: non funziona, è illusorio. Io parto da qui, dal riconoscere che quello strumento non è adatto, che è stupido prima ancora che crudele e immorale. Lo sforzo a cui tutti siamo chiamati è immaginare soluzioni che non prevedano – anzi, che escludano – l’uso della violenza. Una enorme dose di violenza è stata usata negli ultimi 15 in molte parti del pianeta, per “portare pace” e “per difenderci”. Regna la pace, quindici anni dopo, in tutti quei Paesi? E noi, come ci sentiamo: ben protetti, più tranquilli? No, siamo onesti, dopo 15 anni di guerre ci sentiamo più in pericolo, più indifesi e impotenti in questa guerra che non riusciamo a fermare. E abbiamo ragione, perché è così, il pericolo c’è ed è crescente. Ancora una volta, purtroppo si sta scegliendo e praticando la guerra, la mortale altalena delle bombe e delle autobombe, dei droni e dei kamikaze, delle bombe buone e di quelle cattive. Chi vincerà? Io so soltanto che perderanno i cittadini. Quante volte è cambiato “il mostro” negli ultimi 15 anni di guerre? Eppure il mostro è ancora lì. Sono convinto che sia la guerra il vero mostro da eliminare, da bandire dalla storia degli umani in quanto dis-umana, distruttiva dell’umanità. Non sarà certo una impresa facile mettere al bando la guerra, farla diventare un tabù per le nostre coscienze e abolirla per legge, come si è fatto con la schiavitù. Certo, ci sono ancora tante diverse forme di schiavitù nel mondo, ma l’idea di rendere schiavi altri esseri umani è abolita, non ha più – speriamo per sempre – diritto di esistere nel nostro pianeta. Per costruire un percorso di pace è indispensabile prima di tutto rinunciare alla guerra, escluderla dalle opzioni possibili. E’ un impegno urgente: solo nell’ultima settimana sono oltre 1200 le vittime accertate per atti di guerra. La quasi totalità civili".
      Gianni

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  5. Secondo me il terrorismo lo combattiamo in tanti. Naturalmente con gli strumenti che ci appartengono e che ci competono.
    Qui si parla di cittadini in piazza. Non tanti, ma comunque determinati e attivi, anche tra i mussulmani.
    Poi la Chiesa cattolica e il papa, che coinvolgono milioni di praticanti e credenti.
    Quindi la famiglia della ragazza uccisa a Parigi che ha invitato alla vita e respinto l'odio e le guerre di religione e ideologiche. Con loro ai funerali tante persone diverse.
    Ed anche il Governo Renzi e la sua maggioranza antepongono la cultura e la diplomazia internazionale alle missioni militari ed ai bombardamenti.
    Io sarei fiduciosa.
    ClaudiaR.

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    1. Io non lo sono affatto cara Claudia.
      In molti?
      Prendiamo gli americani. Avanguardia nel mondo contro i terroristi: sono sbarcati in Afganistan, poi in Iraq ... In Pakistan hanno preso e ucciso Osama Bin Laden. Ora bombardano in Siria ...
      Ma nel loro paese? Le stragi di terroristi sono all'ordine del giorno: nelle scuole, nei campus, in ospedali, in ambulatori ... contro chi pratica aborto.
      Ora, ultimo, un attacco di un commando bianco ad un centro per disabili in California.
      Obama chiede una legge contro la libera vendita di armi.
      Il Senato a maggioranza repubblicana la nega.
      E allora?
      La Democrazia non si esporta.
      La Democrazia è da rifondare!
      BiBi

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  6. Chi combatte la guerra (combatte il terrorismo).
    Guerra e terrorismo sono sinonimi (come ricorda Vauro Senesi).
    Ciao!

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