lunedì 21 settembre 2015

Tsipras e l'Europa alla prova!

Tsipras e le sue tesi hanno prevalso.
1.888.808 greci hanno scelto Syriza per Governare ancora il loro paese.
A gennaio erano 2.245.978 e nel referendum di luglio il "No" alle pretese delle Autorità europee era stato espresso da ben 3.558.450 persone.
Difficile negare una profonda "disillusione" ed una critica diffusa per la sconfitta subita con il 3° Memorandum imposto da Juncker, Merkel, Draghi ed amici.
Tsipras ha riconosciuto il colpo, la battuta d'arresto imposta alla sua politica ed alle sue convinzioni.

A luglio ("questo Memorandum non è ciò che avremmo voluto"), in campagna elettorale ("riapriremo le trattative, vogliamo un'Altra Europa"), ieri sera commentando il voto ("la lotta continua").
E la scelta immediata (sorprendente?) di continuare nella alleanza con il piccolo (ridimensionato, quasi 100 mila voti in meno) partito degli Indipendenti (di destra) dell'ANEL pare una conferma.

Contraddice in modo preciso l'opzione sostenuta nelle capitali europee di una ennesima Grande Coalizione con la destra di Nuova Democrazia ed i socialisti del PASOK, od anche con i centristi di To Potami. Tutte forze screditate per le responsabilità storiche nel malGoverno della Grecia e dell'Europa o per il sostegno acritico e subalterno rispetto alle politiche di austerità della Troika e, per questo, ancora una volta punite dal voto di domenica, nonostante il cambio dei loro leader: ND perde altri 222.857 voti, i socialisti greci arretrano ancora di oltre 100 mila voti (se si considera che questa volta non era presente la lista Movimento dei Socialisti Democratici), i centristi "europeisti" del Fiume perdono oltre 150 mila consensi in nove mesi.

D'altra parte, la sinistra critica di Syriza, quella che ha rifiutato di sottoscrivere l'accordo e di accettare il ritorno della Troika non ha saputo esprimere fin qui una comprensibile strategia alternativa e si è divisa tra la nuova formazione Unità Popolare (152.282 voti, 2,86%, nessun parlamentare), numerosi piccoli partiti comunisti ed una diffusa astensione che evidenzia, insieme, la presa di distanze dalle ultime decisioni di Tsipras e la volontà di non favorire i vecchi partiti. Lo stesso Yanis Varoufakis, dimessosi da Ministro delle Finanze, dopo il referendum di luglio e prima dell'accordo, ha preferito in queste settimane lavorare con altri interlocutori della sinistra europea (il francese Jean-Luc Melenchon, il tedesco Oscar Lafontaine e Stefano Fassina) ad un progetto alternativo per l'Europa e ad un "Piano B", che non esclude l'uscita concordata di paesi dall'euro, ma comunque entro una scelta decisamente europeista e non unilaterale e nazionalista.

Ora, per la Grecia ed il suo nuovo Governo Tsipras, si apre una fase nuova quanto estremamente difficile.
Perché il 3° Memorandum è stato sottoscritto e "carta canta", come dicono gli altri firmatari.
Perché la sinistra e le forze democratiche che vogliono un'Altra Europa sono divise. In Grecia e in Europa.
Perché i prossimi appuntamenti politici ed elettorali non saranno semplici. In Portogallo, in Catalogna, in Spagna, in Inghilterra ed in Italia.

Tuttavia altri problemi e contraddizioni scuotono la Grecia, il Vecchio Continente, il Mediterraneo ed il mondo intero (a partire dai processi migratori e dalle loro cause profonde).
Ed è sempre più evidente che vanno affrontati in modo nuovo e diverso da quanto propongono le classi dominanti e dirigenti occidentali.
Non saranno le politiche liberiste, di austerità a senso unico (di classe) contro la grande maggioranza dei popoli e dei cittadini a darci soluzioni accettabili e durature. Né nuove guerre, politiche di riarmo e di chiusure nazionalistiche (che molti praticano e/o vorrebbero).

Occorre progettare e praticare nuove politiche: di pace, di cooperazione internazionale, di solidarietà, di conversione ecologica delle produzioni, di liberazione dallo sfruttamento delle persone e della natura, di liberazione, di diritti - doveri e di partecipazione democratica degli individui e dei popoli.
L'impegno e la lotta continuano.
Una dura prova.
Per i greci e per tutti noi!

17 commenti:

  1. A me pare che Tsipras abbia preso atto che in Europa occorre essere di sinistra e realisti. Ora ha messo fuori i massimalisti. Governerà sulla base dell'ultimo memorndum per una intera legislatura. Avendo unica opposizione di centro e di destra forze che come qui si scrive sono "acritiche" nei confronti del potere europeo. Quindi si potranno discutere virgole, ma nulla più.
    Del resto anche i greci hanno lucrato e vissuto sull'assistenza troppo a lungo.
    O no?
    Antonio

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    1. Antonio, sei sicuro che la Grecia abbia lucrato e vissuto di assistenza più dell'Italia e di altri paesi europei?
      E poi, in Grecia, come in Italia e in Europa, ci sono sicuramente quelli che hanno vissuto sulle spalle di molti ed altri che hanno tirato la carretta e pagato alti costi per le scelte di altri.
      Insomma non sono e non siamo tutti uguali!
      Se vogliamo procedere dobbiamo riconoscere le responsabilità e le priorità.
      Resto convinto che in Grecia, come altrove, cambiando solo "le virgole" non si risolvono i problemi.
      Verificheremo presto le scelte di Tsipras.
      Intanto pensiamo a che facciamo Noi, italiani, in quanto europei.
      Noi, italiani che vogliono un'Altra Europa.
      Gianni

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  2. Tsipras è sicuramente più credibile degli altri leader e Syriza meglio dei vecchi partiti o di quelli non ancora sperimentati.
    Ma attenti.
    Alle porte c'è Alba Dorata.
    In gioco c'è la democrazia!
    L.

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    1. Domenica Alba Dorata ha confermato 371.955 voti, rispetto ai 388.387 che aveva conquistato a gennaio. Dunque, non è in espansione in numeri assoluti. Certo, regge meglio di tutti gli altri.
      Precisato questo, concordo con te: in gioco c'è la democrazia!
      Gianni

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  3. sicuramente è coraggioso, al limite della temerarietà.
    ma lo tsipras vincitore ieri, è molto lontano da quello di inizio 2015.
    e dopo aver accettato tutte le condizioni, presentarsi dicendo di voler riaprire le trattative mi dà l'idea di uno che ama fare i salti carpiati.
    ma o è confuso, o è furbo.
    troppi cambi di rotta, non mi convince.

    ciao

    MDC

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    1. Capisco.
      Le contraddizioni mi paiono evidenti.
      Presto capiremo se sono scelte tattiche o strategiche.
      La Politica (con la P maiuscola) le contempla.
      Intanto, vediamo noi, qui, "che fare".
      Non possiamo solo assistere e commentare.
      Gli sviluppi sono interdipendenti e comuni.
      Gianni

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    2. certo, la politica contempla tattiche e strategie. ma qui mi sembra che si dica A per prendere voti e poi si applichi Z.
      poi si dà un colpo al cerchio accettando tutte le condizioni della UE, poi uno alla botte col referendum e poi le elezioni.
      poi si torna in sella stando in equilibrio tra le due scelte, ma facendo fuori i dissidenti.
      si fosse un pò irrenzito?

      noi siamo qui a commentare perchè in italia non c'è un soggetto politico credibile, tanto che la "sinistra" si ritrova a rincorrere gli tsipras (facendo anche una lista col suo nome) o i corbyn.
      siamo esterofili.... che tristezza

      ciao

      MDC

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    3. MDC, la partecipazione ed il voto non sono sempre un elemento distintivo.
      Tuttavia, Tsipras ha governato perché ha vinto elezioni politiche.
      Renzi, invece, governa avendo vinto semplicemente le primarie del suo malridotto partito.
      Tsipras ha fatto esprimere i greci sulle politiche dell'Europa e, dopo avere ceduto alla arroganza della Commissione e degli altri Governi nazionali e avere incassato il no di una parte di Syriza, è tornato al voto senza fare "patti" e larghe intese con destre e socialisti. Sulle politiche sociali, presto vedremo e valuteremo.
      Al contrario Renzi, senza passare da un voto politico, sta governando con il Nuovo ed il vecchio Centrodestra, trasformando quella che veniva giustificata come maggioranza di "necessità" in una vera alleanza politica per realizzare progetti di modifica della Costituzione, dello stato sociale e dei rapporti di potere che nessun voto popolare ha avvallato.
      Io colgo differenze sostanziali.
      Vedremo e valuteremo presto se restano o se "Troika docet".
      Ma veniamo a noi!
      Se così non ci va bene, dobbiamo discutere la direzione del cambiamento, le priorità dell'impegno, le forme della partecipazione.
      I si e i no alle proposte ed alle iniziative in campo (io, ad esempio, ho firmato gli 8 referendum di Civati e Possibile).
      Altrimenti resteremo sempre subalterni e marginali rispetto ai grandi processi.
      Inevitabilmente "tristi" e alla "rincorsa" di leader greci, inglesi, tedeschi o francesi a cui ispirare il nostro piccolo e povero impegno.
      Dunque, proviamo a tornare protagonisti.
      In fondo, da Antonio Gramsci a Enrico Berlinguer, abbiamo già espresso intellettuali, politici, movimenti e partiti conosciuti, studiati e rispettati in tutto il mondo.
      Gianni

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  4. Il capo greco dice cose critiche (di sinistra?) ed accetta politiche liberiste (di destra?).
    La sua credibilità è dimezzata (giusto, 3,5 milioni di No al referendum di luglio e 1,8 milioni di voti alle politiche di settembre).
    Il problema è che mancano altri progetti.
    In Grecia come in Europa.
    Tutta la sinistra è agonizzante o, se preferite, dorme.
    Presente il voto nella Emilia Rossa?
    L'Italia lo sarà!
    BiBi

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    1. Capisco.
      Tsipras ha perso centinaia di migliaia di sostenitori. Né vale sostenere, come pure fa qualche fan acritico, che è inevitabile (perdere) al terzo voto in un anno.
      La questione, invece, è di merito. il 3° Memorandum è un fatto e la sua sottoscrizione un problema reale per i greci. Lo sarà nei prossimi mesi. Bisogna rifletterci su, tutti. E Tsipras lo sa, per questo lui ha parlato di "sconfitta" e di "ri-contrattazione".
      Ma il problema non è Tsipras.
      E' questa Europa. Sono Juncker, la Merkel e Schultz (pure nella loro diversità).
      Noi, che contributo vogliamo dare?
      Per cambiare ciò che non va, là e qua?
      Vero, BiBi: i problemi nostri li ha evidenziati (ad esempio) il voto in Emilia (dove Schultz pare di casa).
      Ma le soluzioni (per la Grecia, per l'Italia e non solo ... vogliamo parlare della crisi di una potente marca automobilistica tedesca?) non sono, ovviamente, nel portare la maggioranza degli italiani ad astenersi.
      Ci mancherebbe! Finirebbe che continuerebbero a governare sempre gli stessi.
      Il problema è unire le idee, i progetti e le forze del cambiamento.
      Dunque, partecipare e scegliere con approccio propositivo e costruttivo.
      Per esempio, io ho scelto di firmare gli 8 referendum promossi da Civati e Possibile.
      Mi è parso uno strumento, un mezzo utile per discutere e pronunciarci democraticamente. No?
      Gianni

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  5. Giudicheremo presto il nuovo inizio di Tsipras.
    Intanto vorrei che ci concentrassimo su cosa deve fare l'Europa per essere una vera Comunità.
    Mi ricollego ad un post precedente.
    E' realistico di fronte ai ri-nascenti nazionalismi e regionalismi pensare ad un Esercito Europeo?
    Mi pare una bella provocazione.
    pl

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    1. pl, non so se sia definibile "provocazione".
      Capisco che è tutt'alto rispetto ai muri, ai fili spinati ed agli eserciti schierati sui confini nazionali.
      Capisco che implicherebbe altre classi dirigenti nazionali ed europee, che fanno parte degli stessi schieramenti (Popolari, Liberal-democratici o Socialisti) e si scaricano le responsabilità reciprocamente (Germania su Grecia, Francia su Italia, Italia su Germania).
      Capisco!
      Ma anche per questo, sostenere una Europa diversa, democratica, più unita nelle politiche, con meno armi ed eserciti, con una Forza Armata dell'UE mi pare maturo e giusto!
      Ambizioso, forse ma perché no?
      Gianni

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  6. Si. I fatti e le persone hanno la testa dura.
    In Grecia è ancora il Governo Tsipras. Quasi tal quale. Per ragioni profonde, al di la delle chiacchiere.
    In Europa è ancora caos. Con i tedeschi al comando, forti, spregiudicati e fragili. Gli altri seguono, imbarazzanti.
    Gli americani prendono dossier, li pubblicano e mettono in crisi i concorrenti.
    Avanti così vedo incognite e rischi.
    Abbiamo bisogno di aria nuova.
    m.m.

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    1. Concordo, m.m.: "abbiamo bisogno di aria nuova"!
      In Grecia: per praticare una socialmente giusta austerità (anche Enrico Berlinguer parlava di austerità!), per fare pagare le eque tasse agli imprenditori ed agli armatori, per ridurre drasticamente le spese pubbliche per gli F16 ed altri armamenti, oppure per avere tutti un minimo di servizi sanitari e di sicurezza sociale. Ad esempio.
      In Europa.
      Per realizzare nuove politiche sociali, economiche e finanziarie.
      Per convertire davvero le produzioni nocive. Tanto al petrolchimico ILVA di Brindisi, quanto alla potente Volkswagen tedesca (!).
      Per avere progressivamente gli stessi diritti e doveri (in Italia, in Germania e in Romania o altrove), per fare pagare eque tasse ad ognuno ed impedire che le grandi multinazionali (FIAT, FCA o altri) producano in Italia o in Polonia (o altrove) e versino le tasse "concordate" in Luxemburgo, Olanda o altrove. Con l'avvallo (legale? dei rispettivi Capi di Governo e della Commissione Europea).
      Anch'io "avanti così vedo incognite e rischi". Molti. Per tutti.
      Gianni

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  7. Io dico che Tsipras e i greci pensino a risolvere al meglio i loro problemi (è anche colpa loro - o no? - la situazione greca).
    Noi pensiamo ai nostri (è anche colpa nostra se abbiamo al governo gente così - ora e per il passato - che ci ha portato tanta disoccupazione e degrado morale).
    I tedeschi pensino ai loro, che non sono pochi (vedi l'accoglienza degli 800 mila profughi o le auto iper tecnologiche truccate).
    Poi tutti insieme pensiamo a come essere Europei. Giusti con la comune famiglia e accoglienti con i nostri nipoti (che ne abbiamo tanti, in Africa, Asia ed America latina).
    Irma

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  8. Io sto con Tsipras , per un paio di ragioni che mi paiono non di poco conto .
    Siryza , Tsipras , il governo greco sono stati ,fino ad ora , gli unici a mettere veramente in discussione le politiche economiche Liberiste dei governi Europei ,hanno messo sul piatto una prospettiva di vero cambiamento politico e sociale ,hanno messo al centro le esigenze delle persone hanno parlato da forza di sinistra con politiche di sinistra .
    Bene , ne sono usciti sconfitti, ma hanno forse ridato fiato e speranza a tutti quelli che quello volevano Dignità e Lotta , poi puoi perdere ma provaci ,almeno . Ora aspettiamo le Elezioni Spagnole ,Portoghesi e le altre che verranno , se in questi paesi prevarranno le Sinistre allora la battaglia greca sarà servita altrimenti si prospetteranno altri lunghi anni di liberismo .
    Tsipras, Siryza e lo svolgimento della trattativa hanno ,finalmente,disvelato chi sta da una parte e chi dall'altra , hanno chiarito che il PSE attuale non rappresenta e non può più rappresentare la Sinistra Europea , se la Grecia avesse avuto il loro convinto appoggio forse le cose sarebbero andate in maniera diversa .
    Occorre rilanciare una alleanza della Sinistra Europea che faccia forza comune che abbia obbiettivi comuni che voglia Ribaltare l'Europa .
    Questo non lo fà il PSE .
    Vedremo ,spero , sono convinto, che l'esperienza Greca sia servita Un altra europa si può e si deve fare .
    Vediamo intanto che succede a Bologna ,sarà un piccolo ma significativo segnale per un possibile cambiamento o per una dura restaurazione .
    Ciao
    G.

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