venerdì 20 giugno 2014

Una sfida ancora aperta

Un bel ricordo. Un impegno tradito. Una responsabilità storica. Una sfida ancora aperta.
Gli elettori bolognesi scelsero senza incertezze: la partecipazione, la qualità dell'ambiente, la salute, una mobilità sostenibile.

Insieme al voto europeo, il 17 giugno 1984, un referendum cittadino "per liberare progressivamente il centro storico dal traffico privato", ottene 223.267 voti, il 70,63% dei consensi sul 90% di votanti.
Protagonisti di quella battaglia una nascente Lega per l'Ambiente (oggi Legambiente) e, in prima fila, ARCI, PCI, sinistra, sindacati dei lavoratori, associazioni ambientaliste, medici, geologi, urbanisti, vigili urbani, autisti dei mezzi pubblici ...
Un tentativo di saldare un nuovo blocco sociale su un progetto di sviluppo alternativo.
Erano gli anni in cui la sinistra ricercava e proponeva, con Enrico Berlinguer, la questione morale come grande tema politico per la vita democratica del nostro paese; nuove produzioni e la pratica di nuovi diritti come obiettivi prioritari per costruire un mondo migliore e per dare un significato profondo ed alto alla partecipazione politica.
I protagonisti di quella iniziativa e di quella battaglia, tra cui il Sindaco di Bologna, Renzo Imbeni, nel giro di alcuni anni, furono sconfitti e si dispersero.
Prevalsero, anche nella sinistra (che in quei giorni di campagna elettorale perse il segretario generale del PCI, stroncato a Padova da un malore, a soli 62 anni), idee e classi dirigenti conservatrici, più interessate al potere e alla gestione dell'esistente che a sperimentare e costruire un'Altra Italia e un'Altra Europa.
Bologna ed il paese, oggi, sono profondamente cambiati, ma quell'impegno e quel progetto restano di grande attualità.
Come allora e più di allora: l'aria è inquinata, il rumore è alto, il traffico congestionato, lo stress diffuso, la qualità della vita da migliorare.
Qualcuno sostiene che è questo il tempo del "fare" e della "speranza".
Dai bei ricordi ad una felice realtà?

N.B. La pagina de l'Unità Bologna del 20 giugno 1984, giusto 30 anni fa, riporta il commento a quella consultazione di un 30enne segretario cittadino del PCI. Può risultare di qualche interesse per chi vuole approfondire e riflettere.










6 commenti:

  1. Vero!
    Si fosse proceduto allora ci avreste lasciato una città più vivibile e forse di Bologna si sarebbe continuato a parlare nel mondo.
    Invece ora siamo nella ca..a e temo ci rimarremo ancora un pezzo.
    Ciao!

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  2. Ho conosciuto e percepito Bologna come una città accomodante, di conflitti e contrasti sopiti e mediati, prevalentemente pragmatica.
    "Un patrimonio di idee per il futuro" può essere interessante, perché no ... Se la direzione è saggia, bene. Procediamo.
    Intanto assicuriamoci le condizioni migliori: comodità, commerci, affitti, profitti, speculazioni ...
    Nik

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  3. Dici che prevalsero anche a sinistra idee e classi dirigenti conservatrici, più interessate al potere.
    Quando, come, perché?
    Vorrei capire di più.
    C79

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  4. Di che in realtà conti su Matteo e sul suo spirito costruttivo e costituente.
    Vorresti che lui (noi) facesse (facessimo) ciò che tu (voi) non sei (siete) riuscito (i) a fare ...
    Antonio

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  5. Di Imbeni ho un ricordo parziale.
    Se capisco bene, tu dici che fu protagonista positivo di quella stagione.
    Di Merola ho una conoscenza diretta.
    Al referendum sulla priorità della scuola pubblica si è opposto e non ha tenuto conto del risultato.
    Forse anche qui stanno le ragioni di un declino della credibilità dei politici, dei partiti e delle istituzioni.
    L.

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  6. 1984 : 90% = 2013 : 29% .
    Ma tra le riforme costituzionali proposte da Renzi l'inserimento di una forma di democrazia diretta come i referendum perché non viene contemplata? Referendum propositivi oltreché abrogativi. Con regole per le firme necessarie, per la percentuale di partecipazione necessaria a renderli validi. Fin qui si parla di togliere voce ai cittadini: il Senato resta ma non viene eletto, le Provincie restano, ma non vengono eletti i consiglieri e i Presidenti.
    Non è il caso di restituire ai cittadini sovranità?
    Ale

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