venerdì 27 giugno 2014

Fatti e misfatti (di Governo)

Un fatto è la "riforma" delle pensioni Monti - Fornero del 2011, votata in pochi giorni dalla maggioranza di "larghe intese" PD, PdL, UdC.
Un altro fatto è la presenza di diverse centinaia di migliaia di persone rimaste, improvvisamente, senza lavoro e senza pensione per quel provvedimento.

Sono passati quasi 3 anni e non si è mai saputo esattamente ed ufficialmente di quante donne e uomini si tratta.
Non ce lo hanno detto i 3 Presidenti del Consiglio (dopo Monti, Letta e Renzi) che si sono succeduti, né i loro Ministri, né i Presidenti dell'INPS.
Indecente, nell'Italia che "stima", compra (a caro prezzo da solerti professionisti e consulenti) e "vende" (a noi tutti!) ogni settimana, anche con risorse pubbliche, "sondaggi" elettorali (e non) inaffidabili e condizionanti.
Si è parlato (fonte INPS) di 392.000 persone. Ora un censimento li quantificherebbe in almeno 350.000. Alcuni gruppi parlamentari li stimano in un numero ancora maggiore.
Un fatto ulteriore è che, attraverso più interventi, i vari Governi che si sono succeduti e che si sono "impegnati" a risolvere i problemi aperti, hanno fin qui "salvaguardato" 162.000 "esodati".
E tutti gli altri?
La Commissione della Camera presieduta dal democratico Cesare Damiano, in un anno di attività, aveva messo a punto un testo unitario (in discussione, in aula, il prossimo 2 luglio). Un provvedimento in cui erano confluite le proposte del PD, di SEL, della Lega Nord, di Forza Italia, del Movimento 5 Stelle e il cui contenuto era una "soluzione definitiva", per tutti.
È intervenuto il Ministro Giuliano Poletti: congelato il testo unitario, "salvaguardati" altri 8.000 senza reddito e rinviata la "risposta strutturale". "Si affronterà" promettono Poletti e il Governo, "in occasione della prossima legge di stabilità",  in autunno.
Evidentemente, per Renzi, per il suo Governo e per il PD la questione dei restanti 200.000 "esodati" non è prioritaria.
Evidentemente, la nuova classe dirigente mantiene la "vecchia" cultura e la politica dei "rottamati".
Sono indicative (e sconcertanti) le indiscrezioni che circolano sui quotidiani.
I Ministeri (del Lavoro e dell'Economia) e l'INPS, con l'appoggio di Palazzo Chigi, pare stiano pensando ad un "prestito previdenziale" di "750 euro mensili" a questi senza reddito per il periodo che intercorre fino alla pensione.
Si. Prestito. Non oneroso. Ma da restituire! In rate, dalla pensione futura, quando arriverà.
No. Non è uno scherzo. Ne parla "il retroscena" di la Repubblica di oggi (pagina 26, a firma Roberto Mania).
Sorge spontanea una domanda: questa sarebbe la "soluzione strutturale" al problema?
La sensazione è che si continui a confondere "concessioni" e "diritti", "sudditi" e cittadini.
In assenza di altro, e nell'interesse di senza reddito, lavoratori e giovani, forse è davvero il caso di sostenere il referendum abrogativo della legge Monti Fornero, anche se a promuoverlo è la Lega Nord.
Non risolverà i problemi, certo, ma farà capire a tutti che occorre muoversi, cambiare e "fare" con maggiore coerenza.







8 commenti:

  1. Prestito previdenziale? Non scherziamo!
    L.

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  2. Ma sei davvero convinto che è opportuno firmare per il referendum della Lega? Non ci resta altro?
    Franca

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    1. Sono passati alcuni anni dal pianto della Fornero. Sono passati tre Governi. Ora, con Renzi e Poletti, per "risolvere" il problema "esodati" si parla di "prestito previdenziale", cioè, i senza reddito riceverebbero dallo Stato 750 euro al mese, come anticipo dalle loro future pensioni. Senza interessi, di grazia.
      Concessioni, non diritti e dignità!
      Penso che occorra altro.
      Una vera riforma. Ma nessuno la concederà ...
      Occorre battersi!
      Il referendum è solo una opportunità!
      Quali altre?
      Gianni

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  3. Penso, come Maurizio Landini, che Gli esodati non sono un errore ma il prodotto di un taglio secco del sistema pensionistico.
    Dunque è giusto muoversi, prendere iniziative. Sindacati e partiti.
    Di referendum vinti e inapplicati ce ne sono già troppi ...
    Antonio

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    1. Monti e Fornero, Alfano, Berlusconi, Bersani e Casini hanno fatto le loro scelte.
      Ora anche Renzi e Poletti.
      Il referendum non è sicuramente una soluzione, semmai una opportunità.
      Vero che molti referendum nazionali e locali non sono rispettati.
      Ma questo è un problema democratico e delle maggioranze di Governo.
      Ai cittadini quali altri strumenti democratici e di partecipazione sono dati per supportare o smentire sondaggi e convincimenti di politici? Per indirizzare nuove iniziative e Leggi?
      Gianni

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  4. Sono per proporre SOLUZIONE 100. Cioè sommando età e anni di contributi versati a quota cento si ha diritto alla pensione. Ad esempio 60 anni più 40. Oppure 65 più 35. O ancora, 70 più 30.
    Anna

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    1. Era ed è da tempo una proposta ed una possibile scelta.
      Decisamente diversa dalla Monti - Fornero e dai suoi effetti sociali.
      Credo sarebbe comunque opportuno discuterne all'interno di un progetto complessivo. Una strategia capace di affrontare il dramma della inoccupazione e della disoccupazione giovanile e della precarietà che contraddistingue la maggioranza dei nuovi contratti di lavoro.
      È decisivo governare entro un progetto sostenibile e capace di unire le generazioni (nuove e mature).
      Gianni

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  5. La soluzione quote, siano 100 o altro, può essere una buona iniziativa in generale per la questione pensioni ma non per gli esodati che, ovviamente, non lavorando non accumulano anzianità contributiva e si vedrebbero ancora una volta penalizzati;
    gli esodati vanno tutti salvaguardati e non trovate strane alchimie per escluderne una buona parte, ma quanto è questa parte?
    E' assolutamente necessario organizzare un censimento che fornisca il dato sul numero di esodati ancora fuori dalla salvaguardia e che smuova le poltrone di chi dovrebbe provvedere!

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