martedì 10 giugno 2014

Ballottaggi e prospettive

Sarà il caso di approfondire meglio risultati che, a qualcuno, potranno apparire contraddittori.
Solo 15 giorni fa si è celebrata (quasi alla unanimità) la vittoria di Renzi e del suo PD ed ora si registrano "fatti storici" in alcune città di forte tradizione di sinistra e popolare: da Livorno a Perugia, governate dalla liberazione d'Italia da alleanze di cultura socialcomunista; da Padova a Potenza, capoluoghi di tradizione Democratica (nel senso di PD) e di provenienza, egemonia e potere democristiano (quello confluito nel Centrosinistra italiano).
Ma anche in centri di medie dimensioni: da Vignola (nel modenese) a Riccione (in Romagna), da Urbino (nelle Marche) a Spoleto (in Umbria), a Civitavecchia (nel Lazio) dove PD e centrosinistra hanno perso quote rilevanti di elettori e consolidate amministrazioni a vantaggio di M5S e Destra.
Attenzione!
"Ferite" (come le definisce l'Unita') brucianti e sconfitte significative si alternano a successi e avanzate clamorose: da Bergamo (con Gori) a Pavia (dove un ambientalista sconfigge il Sindaco Cattaneo, il "più amato d'Italia" secondo "i sondaggi"), da Biella a Cremona, da Vercelli a Pescara. O in comuni di lunga o recente tradizione del centrodestra: da Sanremo a Vittorio Veneto, da Verbania a Caltanissetta, da Sassuolo alla "socialdemocratica" Molinella. 
Che succede?
Forse è il caso di ragionare su più questioni, non sempre adeguatamente considerate.
1. Il progressivo distacco di molti cittadini da istituzioni e partiti. Complessivamente ora si è sotto il 50% di partecipazione; si consolida, dunque, una tendenza già registrata nelle regionali e nelle amministrative post politiche 2013; ai ballottaggi, poi, quasi sempre, vince chi riesce a confermare i voti conquistati al primo turno o chi ne perde meno. 
È, probabilmente, la presa d'atto (o la diffusa sensazione) che gli enti locali incidono e determinano sempre meno la qualità della vita delle persone nelle città. 
È la conferma che, per chi vuole affrontare la crisi istituzionale rafforzando la democrazia ed il protagonismo dei cittadini, non basta agitare confuse e pasticciate "riforme" o sostenere "un uomo solo al comando". 
Occorre, al contrario, mettere in campo, al più presto, un progetto serio, coerente, articolato di riforme e di modifiche istituzionali che tengano insieme fini sociali ed ambientali con funzioni di governo e di rappresentanza di valore locale, nazionale e sovranazionale. 
Ben altro, rispetto al Senato ed alle Provincie ridimensionati e "nominati".
2. Paga la critica e l'opposizione ai sistemi di potere (locali e nazionali) dominanti, ad amministrazioni pubbliche e classi dirigenti vissuti sempre più, a prescindere dagli schieramenti politici di appartenenza, come "caste" auto-referenziali e legate a gruppi economici e finanziari condizionanti, a "partiti" distanti dai cittadini e sempre più inadeguati ad affrontare i problemi sociali e territoriali posti dallo sviluppo insostenibile degli ultimi decenni e dalla crisi finanziaria internazionale; quasi sempre incapaci di saldare buona amministrazione e "visione" generale della società e del mondo, scelte concrete e politiche forti e simboliche di innovazione tecnologica, di riorganizzazione sociale e di riconversione produttiva.
È urgente uscire da vincoli di bilancio locali e nazionali assurdi, da logiche e priorità che antepongono grandi opere e "affari" (sostenuti a qualsiasi prezzo!) al quotidiano e costante valorizzare e promuovere risorse, natura, tecnologie, competenze, professionalità, persone.
3. Le modifiche profonde (e genetiche) dei soggetti politici in campo. La crisi verticale del Centrodestra di Berlusconi e, in particolare, l'evoluzione del PD: dalla "vocazione maggioritaria" di Veltroni, alla "ditta" di Bersani, alla leadership Renzi.
Una forza, quest'ultima, oramai oltre il tradizionale insediamento sociale e culturale dei partiti storici di sinistra (comunista e socialista) ed anche del cattolicesimo democratico, popolare e sociale; una forza interclassista e operativa (la cultura del "fare"), di impostazione liberal democratica, che raccoglie consensi soprattutto nei ceti produttivi e "garantiti"; una aggregazione  prevalentemente elettorale, che si fonda su una leadership forte e autoritaria.
Anche così si leggono la crisi ed i colpi subiti nelle "regioni rosse", del resto, fin qui, adeguatamente compensate con la conquista di consensi "moderati" e di centrodestra nelle regioni del nord. Basta analizzare dove sono finiti i voti intercettati solo un anno fa da Mario Monti e dalla sua Scelta Civica.
Si pone, allora, il problema di fondare e costruire un nuovo soggetto politico in grado di rappresentare una alternativa culturale, sociale e di governo alle forze attualmente in campo nel nostro paese.
L'esperienza compiuta da l'Altra Europa con Tsipras evidenzia sicuramente risorse, potenzialità e limiti (amplificati dal permanere e prevalere di visioni miopi, subalterne, opportunistiche e personalistiche). Verificheremo nei prossimi mesi se esiste un'Altra Italia capace di raccogliere, interloquire e unire (direttamente o in alleanza) tutte le persone che chiedono un cambiamento nel segno dell'onestà, della giustizia sociale, dei diritti fondamentali ed universali dei cittadini, della dignità e della qualità della vita delle persone, di uno sviluppo compatibile e solidale.
Pare questa, l'unica risposta possibile e duratura alla giusta "rabbia" del presente, capace davvero di promuovere motivata "speranza" a chi non ne ha e ne vorrebbe avere.





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9 commenti:

  1. In effetti la lettura del voto europeo di Renzi era decisamente superficiale.
    Come hanno puntualmente dimostrato i ballottaggi.
    Da una parte, infatti, non c'è solo rabbia. Solo sordi e ciechi possono ridurre i consensi ai 5 Stelle a questo.
    Dall'altra non c'è solo speranza. Solo furbetti e disonesti possono illudersi sulle volontà di rottamazione e cambiamento del sostegno al PD ed a questo Governo.
    Era quindi inevitabile che prima o poi i nodi irrisolti venissero al pettine.
    Inutile eluderli.
    Entro il sistema di alleanze con cui Renzi opera, al massimo, si può sostituire un gruppo dirigente DS - PD già da tempo normalizzato e screditato. Non si potranno mai risolvere i problemi attuali e futuri del paese.
    Anna

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  2. Concordo in particolare su un punto.
    Occorre lavorare con rispetto e con modestia per unire forze diverse.
    Che oggi sono tanto sparse e divise in più soggetti, quanto ai margini della politica o si astengono.
    È il tempo della riflessione critica e della disponibilità ad aprirai ad altri. Non è il momento del l'orgoglio o della difesa di fortini vuoti e allo stremo di risorse.
    Certe discussioni sulle identità e sulle appartenenze fanno semplicemente ridere.
    Ciao!

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  3. I percorsi politici non sono mai lineari.
    Per grandi e per piccini.
    Più per i secondi che per i primi.
    C'è poi uno stuolo di imprenditori, banchieri, editori e direttori di organi di comunicazione impegnati, con decine di professionisti della comunicazione super pagati e centinaia di aspiranti giornalisti retribuiti a prestazione o a pezzo, a cogliere in fallo cittadini, movimenti, politici indipendenti a liberi che si oppongono al sistema ed al malaffare.
    Certi risultati sociali ed elettorali sono un miracolo.
    Ricordano Davide contro Golia.
    Qui si è parlato di naïf, si potrebbe chiamare in campo ingenuità, inesperienza, impreparazione ...
    Penso a Parma, Napoli o Messina.
    Ma subito questi protagonisti inattesi e, a volte, anche, loro malgrado, sono sottoposti a pressioni, controlli, stress insostenibili ...
    È arrivato il momento di Barbara Spinelli.
    Adelante companieros!
    Robby

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  4. Condivido l'analisi sul mutamento " Genetico " del PD con ricadute sul voto e sul tipo di elettorato.
    L'astensione segna sempre più la distanza tra amministrati ed amminastratori , un Sindaco eletto con meno del 50% dei votanti e conseguentemente con l'appoggio del 25 % , scarso,dei cittadini , quale autorità , morale , non giuridica può avere ?
    Con le riforme che tanto piacciono ai Cittadini , o almeno a larga parte , e a quasi tutti i partiti / movimenti , vedi abolizione Province , non si segna forse un' ulteriore distacco tra eletti ed elettori? .
    Sono da sempre convinto che più si allontanano i centri decisionali dalle persone il " Potere " può agire sempre più tranquillamente ed in modo " Democratico " e Condiviso .
    Un dato che segnano alcuni risultati mi pare evidente , il M5S vince se ha , volente o nolente , apparentamenti con altri Partiti o liste ,da solo non vincerebbe mai .
    Livorno non ha tradito la sinistra ,ha votato a Sinistra ,è il PD ,che come detto alcune righe sopra ,non centra più nulla con la Sinistra.
    L'Altra Europa con Tsipras mi pare sia stata un'esperienza che ha avuto un ottimo successo , ma che siamo già riusciti se non a farla naufragare , almeno a farle arenare .
    Siamo fantastici .
    Ciao
    G.

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  5. La vedo così.
    Non mi sono mai fatto Spinelli, ma ho sempre apprezzato gli Spinelli.
    Non si fa nulla solo con Spinelli, ma neppure senza Spinelli.
    Carlo

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  6. Quale sinistra?
    Renzi (che non si definisce di sinistra) vuole riformare la Costituzione con un Condannato e governa con il nuovo Centrodestra del presunto (come dice l'Unita) Ministro Alfano.
    Grillo ( che non si definisce di sinistra) in Europa si allea con UKIP di Farage.
    L'Altra Europa con Tsipras si divide tra gli Spinelli e i partitini. Il più forte di questi, SEL, si spacca a metà. Fedeli al Centrosinistra ( che non c'è più) la maggioranza dei parlamentari (parte dei quali pensano già al prossimo voto) e critici, che vorrebbero una alternativa ...
    Io giovane, disoccupato e precario, speriamo che me la cavo!
    Ma nessuno aiuta, fa squadra.
    La sinistra evapora!

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  7. Purtroppo mancano i fondamentali.
    Non parlo di Renzi, Bersani, Veltroni, D'Alema, Fassino, Occhetto, Vendola, Napolitano, Bertinotti, Ferrero, ... Migliore o Fava.
    Sinistra, in generale e secondo tradizione, rappresenta le tendenze progressiste, le componenti politiche più aperte a innovazioni.
    In Italia la storia e la cultura della sinistra è stata rappresentata da comunisti e socialisti, partiti espressione del movimento operaio e dei lavoratori.
    Dunque con ben evidenti matrici di classe. Classi sociali sfruttate e dipendenti da quelle proprietarie e dominanti.
    Si oggi trovare qualche partito o movimento che si riconosca in questa storia e che la interpreti ed aggiorni è difficile.
    Mentre all'estero studiano Gramsci ...
    Forse è il caso di rimettersi a studiare e capire la storia, la società, il mondo reale ...
    Ciao!
    Eddi

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  8. È tempo di unire forze che si oppongono alla doppia maggioranza di governo e per le riforme istituzionali.
    Chi può partecipare ad un processo fondativo?
    Chi ha creduto in l'Altra Europa (non i Migliore-sti che cercano fortuna chez Renzi).
    Chi aveva scommesso su un Centrosinistra ed un PD alternativo al Centrodestra ed al Berlusconi-smo.
    Chi ha scommesso su Grillo e sul Suo Movimento e si ritrova alleati europei della destra razzista.
    Chi si è astenuto perché nessuno gli dava fiducia e ora vuole difendersi da ladri, corrotti, arroganti e prepotenti.
    Uniti, si può!
    BiBi

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  9. Parliamo di Altra Italia (con Tsipras)?
    Ha preso il 4,1% sul 58% degli elettori che hanno votato.
    Contrasti prima e dopo il voto.
    Intellettuali garanti contro partitini, poi intellettuali contro intellettuali, quindi comitati contro partiti, poi Spinelli si o no, SEL o RC, ... fino a Deputati SEL con Renzi contro SEL partito.
    Insomma se questa è la ri-partenza ... c'è da stare allegri!
    Antonio

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