domenica 29 settembre 2013

Oggi, 29 settembre ...

Mi son svegliato e ...
Sull'aria della canzone di Lucio Battisti, ho pensato al triste compleanno di due più o meno grandi leader politici italiani che hanno occupato la scena politica negli ultimi anni o decenni.
Ma soprattutto, agli ultimi passaggi politici ed istituzionali della più autorevole carica della Repubblica, a cui mi sento di augurare, sinceramente, "100 di questi giorni" e lunga vita, ma vissuti, prima possibile (per lui e per noi), libero da ruoli troppo impegnativi e stressanti per un ottantottenne, che pure vive un invidiabile stato di forma.

Aggiungo che, dipendesse da me, il primo provvedimento che dovrebbe concordare un auspicabile nuovo Governo per mettere al primo posto il lavoro (innanzitutto, ai giovani) ed il comune futuro, sarebbe il diritto - dovere al riposo degli ultra settantenni e di coloro che hanno raggiunto quaranta anni di attività lavorativa. Intendiamoci, credo che maturata questa nobile età e questa importante esperienza, si possono ancora proficuamente fare moltissime cose utili per la società e per se stessi: pratiche di vita familiare, volontariato sociale, viaggi, trasmissione di conoscenze ed esperienze ai più giovani ... Diversamente, continuando come nulla fosse le attività di una ormai lunga vita lavorativa, si rischia di frenare il progresso, l'innovazione e la costruzione di un futuro migliore per tutti, nuove e      vecchie generazioni.
Torniamo al punto di approfondimento e discussione.
1. Perché dopo molti anni (decenni) di enfasi sulla necessità di fare decidere ai cittadini il governo delle istituzioni, il Presidente della Repubblica, di fronte alle dimissioni di un Presidente del Consiglio (autunno 2011) in crisi ed oramai isolato, a livello nazionale ed internazionale, invece di scegliere e programmare la via maestra e più trasparente, di nuove, rapide e naturali elezioni (come avvenuto in altri paesi europei) si è avventurato nella pratica di alleanze impresentabili (coalizione di Centrosinistra con coalizione di Centrodestra) ed estranee alla storia nazionale? Presentando, prima, il Governo Monti come improbabile soluzione di "tecnici" (smentito dagli stessi protagonisti: Monti nominato Senatore a vita, Monti capo partito nelle elezioni politiche), poi dopo il voto di febbraio (fortememte critico nei confronti di sclte conservatrici), con il Governo LettAlfano, come strategia politica e prospettiva di legislatura (non Governo di scopo, finalizzato e a tempo).
2. Perché dopo ripetute e motivate indisponibilità a interessate (casuali?) sollecitazioni, Giorgio Napolitano, accetta una innaturale rielezione (unica, nella storia dell'Italia repubblicana), tra l'altro, condizionata ad una soluzione di presunta "responsabilità" dei due partiti - perno delle maggioranze e dell'alternanza (non alternativa!) dell'ultimo disastroso ventennio? "Responsabilità" nella riproposizione della indigeribile alleanza politica PD - PdL - Scelta Civica, a difesa delle logiche di palazzo contro la presunta "anti politica" che preme e si organizza per partecipare ad un radicale cambiamento delle scelte istituzionali e di governo.
3. Perché negli ultimi mesi il Presidente della Repubblica a fronte degli espliciti attacchi di Berlusconi e del PdL alla Magistratura ed alla Costituzione non interviene e mostra un "equilibrio" inusuale, anche rispetto a molti enfatici moniti contro altri "pericoli"?
4. Perché, la scorsa settimana, il Capo dello Stato ha partecipato silente (e "vicino") al discorso "agitatorio" (parola di Emanuele Macaluso) tenuto da Stefania Craxi contro i Giudici che hanno indagato il padre (proposti, ancora una volta, come uno strumento dei comunisti) in occasione del trentennale della costituzione del Goveno Craxi?
5. Perché proprio nelle ultime ore, il Presidente della Repubblica è intervenuto per sostenere l'opportunità di assumere provvedimenti di indulto e di amnistia per fronteggiare il dramma delle carceri e dei carcerati? Una opzione "a prescindere" dalle preoccupazioni preminenti in questa precisa fase di vita politica ed istituzionale, segnata dall'offensiva del PdL per assicurare "l'agibilità politica" al proprio leader unico e padrone assoluto, condannato con sentenza definitiva?
Credo che sarebbe davvero utile per la politica nazionale, per le Istituzioni democratiche, per la credibilità delle più alte cariche rappresentative, ripartire da una adeguata riflessione (mai fatta, in questi mesi) sul voto politico di febbraio e sulle reali aspettative degli italiani.
Anche l'evoluzione di questi mesi pare possa aiutare a vedere i limiti delle soluzioni adottate fin qui e capire quanto potrebbe essere utile resettare la situazione di stallo con nuove coraggiose soluzioni per una Politica partecipata, al servizio dei cittadini ed impegnata ad attuare i principi e gli indirizzi della nostra Costituzione.
Prendiamo La via Maestra.
A Roma, il 12 ottobre, con Sandra Bonsanti, Luigi Ciotti, Maurizio Landini e Stefano Rodota'.
Io ci sarò e tu?






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