lunedì 26 maggio 2025

Vivere da cittadini, lavorare con dignità

Per la pace e per 5 SI ai referendum dell'8 e 9 giugno in Piazza Santo Stefano a Bologna ...









Siamo in un mondo segnato da instabilità e conflitti, siamo in un’Italia in declino, tra crisi economiche e fragilità sociale. L’incertezza sul futuro condiziona la nostra vita e colpisce in particolare le generazioni più giovani. Le regole che ci diamo, tuttavia, sono lo strumento che abbiamo per ridurre quest’insicurezza.

Negli ultimi anni le condizioni di incertezza e precarietà sono state aggravate anche da alcune politiche che regolano la nostra vita e il nostro lavoro. Diventare cittadini italiani è diventato più difficile per chi è di origine straniera. Le tutele del lavoro sono state ridotte, con effetti negativi sulla qualità dell’occupazione, sui salari, sulle disparità tra uomini e donne, sulla sicurezza sul lavoro. Politiche di questo tipo hanno alimentato la sfiducia, allontanato le persone dalla politica, aggravato la crisi della democrazia. Non è una deriva inevitabile. Le regole e le politiche possono essere cambiate per dare più protezione a chi vive e lavora in Italia.

L’8 e 9 giugno 2025 si potrà votare per 5 referendum che chiedono di cancellare alcune misure che hanno peggiorato le condizioni di vita e di lavoro in Italia.

1. Vivere da cittadini. Riduciamo da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia richiesto per ottenere la cittadinanza italiana ai maggiorenni stranieri. Chi la ottiene potrà poi trasmetterla a figli e figlie minorenni. Circa due milioni e mezzo di persone potrebbero così vivere da cittadini.

Abroghiamo la legge che nel 1992 ha raddoppiato il periodo di soggiorno richiesto.

2. Vite meno precarie. Riduciamo la possibilità di usare contratti di lavoro a tempo determinato, limitandone l’utilizzo a esigenze specifiche. Oltre due milioni e mezzo di persone, soprattutto giovani, lavorano oggi con contratti a termine e vivono una condizione di precarietà, insicurezza e bassi salari.

Abroghiamo le norme che hanno liberalizzato l'utilizzo del lavoro a termine.

3. Lavorare senza licenziamenti illegittimi. Riduciamo le possibilità di licenziamenti senza giusta causa. Tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori a tempo indeterminato sono stati assunti dopo il 2015 in imprese con oltre 15 dipendenti. Per loro le imprese possono effettuare licenziamenti senza giusta causa e non è possibile per loro ottenere dal giudice il reintegro nel posto di lavoro.

Abroghiamo le norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi.

4. Lavorare senza discriminazioni. Riduciamo le possibilità di licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese. Tre milioni e mezzo di persone lavorano in imprese con meno di 16 dipendenti. Per loro le imprese possono effettuare licenziamenti senza giusta causa e offrire un indennizzo limitato a sei mensilità.

Abroghiamo le norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese, lasciando al giudice del lavoro la possibilità di definire l’indennizzo.

5. Lavorare senza infortuni. Riduciamo i rischi di incidenti e morti sul lavoro. Ogni anno ci sono in Italia quasi 600 mila denunce di infortuni e oltre mille morti sul lavoro. Gran parte di questi avviene in imprese che operano in subappalto, spesso piccole aziende senza procedure di sicurezza adeguate.

Abroghiamo le norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante.

Si tratta di questioni importanti, che possono indirizzare il nostro Paese verso una traiettoria di sviluppo civile e sociale più avanzata, vicina ai maggiori paesi europei. Oggi due milioni e mezzo di persone di origine straniera vivono da anni in Italia e non hanno il pieno riconoscimento dei diritti di cittadinanza. Oggi cinque milioni e mezzo di persone lavorano con contratti a tempo determinato o a tempo parziale, quasi il 30% dei lavoratori dipendenti; sono in gran maggioranza donne e giovani, con salari più bassi e più esposti a condizioni di povertà.

Un cambiamento delle politiche può rovesciare le misure che hanno aggravato insicurezza e precarietà. I 5 referendum sono l’occasione per fare in modo che le politiche tornino a proteggere le persone, e che la politica sia fatta di partecipazione e democrazia.

In un mondo segnato da derive autoritarie, lo strumento che abbiamo per fermarle è proprio la pratica della democrazia, a cominciare dalla partecipazione al voto per i referendum.

Per queste ragioni, sui 5 referendum – come persone impegnate nel mondo dell’università e della ricerca – vogliamo contribuire a una discussione sul futuro del Paese – sulla qualità della vita, del lavoro e della democrazia.

Per queste ragioni, l’8 e 9 giugno 2025 invitiamo a partecipare ai 5 referendum e a votare SI.

Alessandra Algostino, giurista, Università di Torino, Roberto Artoni, economista, Università Bocconi, Gaetano Azzariti, giurista, Sapienza Università di Roma, Filippo Barbera, sociologo, Università di Torino, Claudio De Fiores, giurista, Università della Campania Luigi Vanvitelli, Juan Carlos De Martin, ingegnere informatico, Politecnico di Torino, Donatella Della Porta, politologa, Scuola Normale Superiore, Accademia dei Lincei, Marco Doria, storico, Università di Genova, già sindaco di Genova, Giovanni Dosi, economista, Scuola Superiore Sant'Anna, Accademia dei Lincei, Emanuele Felice, economista, Università IULM Milano, Luigi Ferrajoli, giurista, Università Roma Tre, Marianna Filandri, sociologa, Università di Torino, Maurizio Franzini, economista, Sapienza Università di Roma, Fabio Gadducci, informatico, Università di Pisa, Silvio Garattini, medico farmacologo, Presidente Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Marco Geddes da Filicaia, medico epidemiologo, esperto di sanità pubblica, Chiara Giorgi, storica, Sapienza Università di Roma, Maria Cecilia Guerra, economista, Università di Modena e Reggio Emilia, Parlamentare, Paola Inverardi, informatica, Rettrice del Gran Sasso Science Institute, Nicola Labanca, storico, Università di Siena, Guglielmo Meardi, sociologo, Scuola Normale Superiore, Tomaso Montanari, storico dell’arte, Rettore dell’Università per stranieri di Siena, Enrica Morlicchio, sociologa, Università di Napoli Federico II, Lia Pacelli, economista, Università di Torino, Francesco Pallante, giurista, Università di Torino, Giorgio Parisi, fisico, Accademia dei Lincei, Premio Nobel per la fisica, Valentina Pazé, filosofa, Università di Torino, Gabriele Pedullà, storico della letteratura, Università Roma Tre, Mario Pianta, economista, Scuola Normale Superiore, Alessandro Portelli, storico, Sapienza Università di Roma, Michele Raitano, economista, Sapienza Università di Roma, Franca Roncarolo, politologa, Università di Torino, Andrea Roventini, economista, Scuola Superiore Sant’Anna, Rodolfo Saracci, epidemiologo, già International Agency for Research on Cancer, Lione, Giorgia Serughetti, filosofa, Università di Milano-Bicocca, Salvatore Settis, archeologo e storico dell'arte, Scuola Normale Superiore, Accademia dei Lincei, Pasquale Tridico, economista, Università Roma Tre, Europarlamentare, Nadia Urbinati, politologa, Columbia University, New York, Gianfranco Viesti, economista, Università di Bari Aldo Moro, Marco Vivarelli, economista, Università Cattolica del Sacro Cuore

15 maggio 2025, ore 18, Bologna, Piazza Santo Stefano. L'attesa ...





Sotto il Portico di Palazzo Isolani, la determinazione di quelli del SI ...








La Piazza di anima ...








Sul palco rappresentanze dei comitati locali per il SI ...




Per lavoratori immigrati, una doppia motivazione ...








Tutti per la pace e il disarmo ...










Sventolano bandiere rosse, verdi e arcobaleno ...








Coinvolta una coppia di turisti ...








Tra i tavolini di un bar ...








Davanti a Corte Isolani ...








Sul palco si alternano attivist3 ed argomenti ...








Maurizio Landini sostiene le ragioni di una sfida specifica e per cambiare le politiche del Paese e del sistema economico, produttivo e sociale ...
(vedi qui, un servizio della Tgr dell'Emilia Romagnahttps://www.rainews.it/tgr/emiliaromagna/video/2025/05/le-ragioni-del-si-2988e9e1-748d-4ec6-8756-1b8520b39a46.html
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5 commenti:

  1. Concordo. Ma raggiungeremo il 50,01%
    Se manco a Ravenna.... (per il Sindaco e il Consiglio comunale)
    s.

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  2. Sarà dura. Epperò non si lotta solo quando v'è certezza di vittoria.
    L.

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  3. Davide Vs Golia? Merita!
    m.m.

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  4. Non mi pare una mobilitazione all'altezza della sfida nella quale ci si è buttati. Si parla di altro e non solo a destra o tra i padroni e i padroncini.
    DG

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  5. Ora 5 si, senza dubbi.
    Poi si ragionera sui risultati e sul come ci si è arrivati.
    M.

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