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A Bologna la mobilitazione di donne e uomini, giovani e anziani, di ogni cultura ed origine ... |
Viviamo in un mondo sempre più insicuro e malato. La recente storia del genere umano ha evidenziato possibilità di dominio e fragilità impensabili fino a qualche tempo fa. A tutti noi, insieme, compete ora la responsabilità di mobilitarci per preservare la pace e la biodiversità del Pianeta Terra, entrambe essenziali per la vita del genere umano. I nodi da affrontare sono: crescita demografica e dei bisogni, risorse naturali limitate, sfruttamento incontrollato di materie, sistemi economici insostenibili, disuguaglianze inaccettabili, produzioni nocive, crisi ambientale, riscaldamento climatico, processi migratori, pandemie.
Problemi enormi e intrecciati, che evidenziano l'
interdipendenza delle persone e delle comunità.
La sicurezza è per tutti o non c'è per nessuno. Non si risolvono le grandi questioni "gli uni contro gli altri", da "vincitori" e "vinti", come tantissime volte è successo in passato.
L'ultima conferma viene da Covid-19. Questo virus continua a mietere vittime e crisi. Nel ricco Occidente, dopo la terza dose, si sperimenta e si annuncia la quarta. Ma gli scienziati dicono che se i primi vaccini non arriveranno presto anche là dove nessuno è nelle condizioni di pagarli siamo tutti esposti a nuove varianti, pericolose e mortali. E, poi, dovremmo cominciare finalmente a occuparci di prevenzione primaria: qualità globale dello sviluppo, conversione ecologica, habitat naturali da garantire e ripristinare.
Queste complessità non possono essere delegate a nuovi Monarchi, Zar o Sultani, più o meno illuminati. Né a regimi dispotici o democrazie autoritarie e "zoppe". Il vecchio gioco del Risiko, con i "carri armati" disposti sapientemente, con le invasioni improvvise, i consolidamenti strategici, gli assedi dei nemici ... è bello se organizzato al tavolo, tra amici. Nel mondo reale solo un nuovo protagonismo delle persone e dei popoli, una progressiva generale maggiore conoscenza, consapevolezza, responsabilità collettiva e di ogni singolo soggetto può costruire un futuro più apprezzabile per tutti. Dunque la priorità è investire in cultura, istruzione, ricerca di tecnologie pulite e capaci di migliorare la qualità della vita e la felicità.
In questo millennio i diritti e i doveri fondamentali delle persone e dei popoli non possono più essere negati e vanno riconosciuti e considerati ad Oriente come ad Occidente, nell'emisfero Sud e Nord del mondo. Come si può pensare di vendere computer e "social" che collegano direttamente New York e Dacca, Berlino e Lagos, Parigi e Donetsk, Londra e Il Cairo, Stoccolma e Rio de Janeiro ... e sostenere diseguaglianze insopportabili e contraddizioni stridenti? Un esempio tra molti: che l'indipendenza del Kossovo dalla ex Repubblica Yugoslavia vale 78 giorni di bombardamenti NATO su Belgrado e sulla Serbia, mentre l'integrità dell'Ucraina è intangibile e l'intervento Russo a "protezione" delle autoproclamate Repubbliche di Lugansk e di Donetsk è la fonte di una possibile guerra nel cuore dell'Europa. Ovvero che in altre parti del mondo gli eserciti e gli aerei USA, Francesi, Turchi, Russi, Sauditi o Israeliani possono compiere raid e interventi fuori da ogni mandato ONU e senza alcuna conseguenza politica o sanzione economica.
No. E' arrivato il tempo, per tutti, di anteporre "la ragione all'uso della forza". E' necessario andare oltre la propaganda, le bugie e gli atti di forza unilaterali. Oltre ogni impostazione nazionalistica ed imperiale. Russa o Americana. Cinese, Turca, Britannica o Francese.
Questo mondo, multipolare e "sottosopra", nessuno può pensare di governarlo da solo o con "quattro amici al bar". Schierando e potenziando truppe, giocando d'astuzia, soffiando sul fuoco, alimentando contrapposizioni razziali e religiose, "contro" popoli e loro rappresentanze istituzionali, soprattutto quando elette in base a procedure riconosciute e rispettate. Ancorché discutibili. E, magari, commerciando armi in ogni direzione e con chiunque, intrattenendo rapporti con dittature sanguinarie, foraggiando milizie militari irregolari.
La priorità - per l'Ucraina, per il Medio Oriente, per molti altri conflitti in Africa - è quella del dialogo, della attenta considerazione delle reciproche sincere preoccupazioni e di possibili soluzioni concordate, del recupero di fiducia verso Istituzioni comuni e non di parte, di pratiche effettive e sostanziali di cooperazione allo sviluppo civile e di disarmo.
Queste non sono le politiche dei "nostri" Governi. Perseguire la crescita del PIL senza selezionare i settori e le politiche su cui si investe è irresponsabile. Come continuare ad aumentare le spese militari anziché quelle sociali, sanitarie e di conversione ecologica.
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L’Italia è nella top 10 dei produttori di armi. La classifica, presente nell’ultimo rapporto del SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute), vede il nostro Paese al nono posto per quantità di armi esportate
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L'elenco dei primi 20 paesi produttori ed esportatori di armi al mondo (raffronto tra quinquennio 2008-2012 e 2013-2017) e principali clienti ...
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L'elenco delle prime 20 Company (e degli Stati di appartenenza) al mondo che producono armi ... |
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Chi ha guadagnato in Borsa dagli annunci americani di aggressione e di guerra in Ucraina nelle prime settimane del 2022 ... (fonte il Fatto Quotidiano) |
Una conversione industriale pacifica si impone. Anche per l'Italia. La "ripresa" post crisi e post pandemia non può essere conservatrice. Ecco una sfida per tutti. Aperta e irrisolta.
Le mobilitazioni pacifiste di questi giorni in tante città italiane e quelle eco-pacifiste che ci attendono nel prossimo fine settimana e successivamente dovrebbero articolarsi con iniziative politiche, sociali e sindacali promosse nelle sedi istituzionali, industriali e culturali. C'è tanto da cambiare e da fare per fermare l'escaletion politico - militare e la logica delle sanzioni, per invertire la rotta e incamminarsi sulla via maestra della "risoluzione pacifica delle controversie internazionali" e del sistematico "ripudio della guerra".
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Bologna. Giovani per la Pace in Piazza Santo Stefano ... (sabato 19 febbraio 2022)
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All'incontro, promosso dalla Comunità di Sant'Egidio, donne e uomini, famiglie con ragazzi, migranti africani e dell'Est ...
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Una occasione di incontro e di sensibilizzazione con i bolognesi ed i turisti che attraversano una delle più belle Piazze ed una delle più interessanti Chiese della Città ... |
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Uno degli organizzatori motiva dal microfono le ragioni della mobilitazione del mondo cattolico e di un movimento ampio di religioni e di culture ...
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In Piazza Santo Stefano cresce la presenza e la partecipazione attorno al "No war" e alle bandiere della pace ... (19 febbraio 2022)
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Ancora Bologna. Piazza San Francesco. Qui si ritrovano attivisti e cittadini di sinistra ... (sabato 19 febbraio 2022)
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Bandiere di Sinistra Unita per Bologna ...
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Militanti e volantini del Partito Comunista dei Lavoratori ...
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Si confrontano e si incontrano fedi millenarie, secolari ed attuali ...
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Cittadini del mondo, italiani, ucraini, russi, moldavi ...
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Uno striscione del Coordinamento Ucraina antifascista chiede lo "stop al massacro in Donbass", una guerra "dimenticata" in corso da 7 anni ...
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Da Sinistra Unita: No alla guerra e No alla NATO
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Le motivazioni della mobilitazione da uno dei promotori ... alle sue spalle un altro striscione "contro la guerra e contro la NATO" firmato Potere al Popolo ...
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Tra bandiere rosse e bandiere della pace, si susseguono gli interventi ...
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Voci e testimonianze di studenti, lavoratori e sindacalisti di base ...
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Da Piazza San Francesco prende forma e si muove un corteo lungo la caratteristica ed animata via del Pratello ...
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Una occasione per coinvolgere residenti e clienti dei tanti locali di ristoro aperti lungo la strada ...
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La manifestazione si conclude in fondo al Pratello, all'incrocio con via Calari ... (sabato 19 febbraio 2022) L'impegno per la pace, per il disarmo, per la conversione pacifica ed ecologica delle produzioni e delle infrastrutture della mobilità continua con i due appuntamenti bolognesi del prossimo fine settimana ...
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Mi piace "4 amici al bar". In effetti Putin e Biden, Macron e Xi pare giochino loro partite sulla nostra testa, di cittadini del mondo.
RispondiEliminas.
Un ottimo servizio di informazione e un apprezzabile e riuscito intervento a favore della lunga e difficile azione contro la guerra gli imperialismo, le sempre più insopportabili ingiustizie su vasta scala. RIEMPIAMO LE PIAZZE PER SALVARE LA PACE, GLI EQUILIBRI DEL CLIMA E DEGLI ECOSISTEMI: NON ABBIAMO UN PIANETA B.
RispondiEliminaTrovo giusto porsi come "cittadini del mondo", consapevoli delle sfide globali che l'umanità è chiamata ad affrontare. Ed è opportuno unire le comunità, anche le "piazze". Le due di sabato scorso potranno riunirsi nella marcia di sabato prossimo?
RispondiEliminaAggiungo due elementi.
1. In Parlamento il ministro degli esteri Di Maio non mi è apparso convincente, soprattutto quando ha declinato la disponibilità ad incontrarsi con la leadership russa. La fermezza critica verso l'azione militare di Putin non è data dall'indisponibilità del confronto.
2. Considero opportuno discutere apertamente come ricollocarci - come Italia, come ecopacifisti, come democratici europei - nel mondo in trasformazione. Putin ha lanciato quesa sfida: con l'asse con la Cina di Xi, con la sfida ad USA ed UE su una Europa autonoma politicamente dalla NATO. E' una questione strategica per i prossimi decenni, di cui la vicenda Ucraina è solo un tassello. Parliamone, se vogliamo avere visione.
Ciao!
Bene, tutti cittadini del mondo.
RispondiEliminaMa c'è chi determina e chi subisce.
Putin come Bush, gli interessi nazionali in testa a pensieri e azioni. Anche militari.
Noi,iracheni, ucraini, africani o italiani vittime sacrificali?
Possibile?