giovedì 4 marzo 2021

La democrazia "dall'alto" (anziché quella "dal basso")

 

Da un "Super-manager" a un "Generale". Il cambio del Commissario ci rassicura?










Ancora una volta il saggio e pacato professor Gustavo Zagrebelsky, già Presidente della Corte Costituzionale, propone riflessioni e critiche utili per interpretare fatti e tendenze, per orientare iniziative e scelte politiche. "La democrazia dall'alto" - la Repubblica, 25 febbraio - ragiona su "nuovo Governo e Costituzione" e merita una lettura integrale e attenta. Ed un serio approfondimento su almeno due punti.

Le conclusioni: chi saluta con gioia i "governi del Presidente" o i "governi dei migliori "e chi vede con soddisfazione i partiti politici rallegrarsi insipientemente per essere stati messi "in buone mani" lavora a favore di un cambio di paradigma costituzionale: la sostituzione del "basso" con "un alto", il che non è buona cosa per la democrazia, ma è ottima per l'oligarchia". 

Inoltre, il passaggio delicato ed anche inquietante in cui afferma: non sarebbe corretto parlare di un "finalmente siamo tornati alla Costituzione". Non corretto e pericoloso, se vuol essere la citazione di quel "torniamo allo Statuto" invocato nel 1897 da Sidney Sonnino, che contribuì all'atmosfera politica delle cannonate e delle fucilate di Bava Beccaris nel 1898, e del regicidio del 1900. L'atmosfera politica è importante, è preparatoria". 


L'articolo di Gustavo Zagrebelsky sulla prima pagina di la Repubblica (25 febbraio) 













"Il compito del Presidente della Repubblica è di registrare la situazione politico-parlamentare ... egli è un regista, ma non è l'autore di un copione; l'indirizzo politico e il governo che ne deriva non spettano a lui" ...























Le considerazioni di Zagrebelsky sono riprese da Gad Lerner. Il giornalista e saggista di sicura fede democratica, a suo tempo tra i fondatori del PD, scrive - il Fatto Quotidiano, 27 febbraio - un articolo "Draghi, restaurazione sulle macerie dei partiti" dove, tra l'altro, si chiede "se Mattarella abbia valutato, soppesando i pro e i contro della soluzione Draghi, anche l'effetto nefasto prodotto tra i cittadini comuni dei clamorosi voltafaccia in cui si sono esibiti troppi protagonisti della nostra politica"; afferma che "l'incoerenza al potere è diventata la cifra prevalente della nostra democrazia malata, acuita al massimo grado nel governo dell'emergenza"; sostiene che questo Governo "non prefigura la formazione di una nuova classe dirigente democratica, bensì il ritrovato protagonismo di funzionari e notabili che nel passato recente pretesero ed ottennero, solo per fare un esempio, l'inserimento dell'obbligo di pareggio di bilancio nella nostra Costituzione".


L'articolo di Gad Lerner pubblicato da il Fatto Quotidiano (27 febbraio)







































E in effetti "Democrazia dall'alto" e "Restaurazione sulle macerie dei partiti" pare facciano passi avanti ogni giorno.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri procede rapido e silente (come nella migliore tradizione di quegli uomini di potere che hanno tanti propagandisti che parlano per loro) nelle nomine e negli avvicendamenti ai vertici di importanti cariche pubbliche.
Il Capo della Polizia, Franco Gabrielli già capo del SISDE e dell'AISI, viene chiamato a Palazzo Chigi come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per i Servizi Segreti.
L'ex Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, sostituisce il suo successore.
Poi il cambio del Commissario per l'emergenza Covid-19
Di sicuro Domenico Arcuri nell'ultimo anno ha irresponsabilmente accumulato troppe cariche e responsabilità. Dunque, chiunque ha rispetto per le capacità ed i limiti umani ha apprezzato la rimozione del Super-manager ed il suo rientro a tempo pieno alle alte funzioni pubbliche mai abbandonate in INVIMIT. 
Interrogativi e riserve sollecita, invece, la nuova nomina: con la scelta di Francesco Paolo Figliuolo, un Generale dell'Esercito italiano già ai vertici della Brigata Taurinense, della Task Force Cobra a Kabul e della Kfor, la forza NATO in Kosovo. Una esperienza, quest'ultima, contrassegnata da una brutta ed irrisolta vicenda di alto contenuto sanitario ed ambientale che vede direttamente coinvolti i vertici delle Forze Armate italiane e della NATO per le troppe vittime provocate dall'uranio impoverito usato disinvoltamente dalle truppe dall'Alleanza Atlantica nei Balcani: almeno 360 sono i nostri militari morti dopo aver partecipato a quella missione. 

Ora, vedere tutti questi "nuovi" uomini del Presidente seduti al fianco del Ministro (leghista) Giancarlo Giorgetti e del Presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi a discutere e pianificare produzioni, risorse, task force con cui fronteggiare una pandemia che si ripropone in tutta la sua aggressività e con varianti "fuori controllo", ci rassicura?


Sulle pagine 2 e 3 di la Repubblica: il tavolo del "Patto sui vaccini" contro il virus; il "piano di Figliuolo"; "Salvini attacca l'UE e spinge lo Sputnik insieme a Bonaccini".
(4 marzo 2020)






























O va meglio quando sappiamo che Mario Draghi "sente telefonicamente Von der Leyen e preme per una rete industriale europea che acceleri per i vaccini"?
Ovvero quando il Presidente del Consiglio accentra su di se e sul (fido) Ministro dell'Economia Daniele Franco, già Direttore Generale di Banca d'Italia, la revisione e la messa a punto del Recovery Fund?

In "Cattive notizie. Gli extraparlamentari del bar di Guerre Stellari" è la sempre-giovane Luciana Castellina, storica dirigente comunista, a proporre una riflessione su tre notizie: il passaggio di Marco Minniti alla presidenza della neonata Fondazione Med-Or di Leonardo, l'azienda pubblica specializzata in armi sofisticate e cybersecurity (da dove proviene il neo Ministro alla Transizione Ecologica, Roberto Cingolani) il "regno di Alessandro Profumo, già Presidente di Unicredit, poi mandato ad occuparsi del disastro Monte dei Paschi di Siena"; il documento di ENI "in cui l'AD Claudio Descalzi traccia il Piano energetico realizzabile per fare capire agli azionisti che i manager fanno sul serio mentre gli ambientalisti solo chiacchiere". 
Per concludere: occorre "organizzare sul serio un movimento che esiga da tutti questi extraparlamentari - Minniti, Descalzi, Profumo - che vengano a spiegarci, nei dettagli, cosa intendono fare. (A che serve se no discutere del Recovery Plan, se poi ENI, ENEL, Leonardo fanno come gli pare, e noi non sapremo nemmeno dove andrà a sedersi Minniti"?


L'articolo di Luciana Castellina su il manifesto (28 febbraio)



Per Castellina qualcuno sostiene da tempo che "l'economia è una cosa troppo delicata per lasciarla nelle mani della politica, dei parlamenti. Serve affidarla agli esperti" ... "Questo Governo ne è un esempio".




































Si, Democrazia dall'alto e Restaurazione sulle macerie dei partiti.

Intanto Gruppi parlamentari ed esponenti politici (M5S, LeU e PD in testa) si dividono: a chi affidarsi? quale nuovo Capo può ottenere maggiori vantaggi per le rispettive cordate? quali alleati potrebbero essere meno inaffidabili? 

Ma questo discorso merita (presto) uno specifico approfondimento.

(continua)

La democrazia dall'alto (o dall'elevato) ... Il caso del M5S.















Il PD: da Nicola Zingaretti a Stefano Bonaccini? Per quale politica?

6 commenti:

  1. Tutto interessante. Soprattutto a sinistra si raccolgono macerie. Con le scissioni in LEU e le dimissioni di Zingaretti. Ed una democrazia dall'alto si possono leggere tanto nel Pd quanto nel M5s. Che altro sono le indicazioni di Conte da parte di Grillo e di Bonaccini da parte di amici confindustriali e sindaci?
    Ciao!

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  2. Secondo me si stanno verificando le mosse di assestamento del terremoto Draghi, la presa del potere anche a Palazzo Chigi e nei Palazzi delle Istituzioni di quelli che già lo hanno in economia, nella finanza e negli Apparati dello Stato (Esercito, Polizia, Enti economici come ENI o Leonardo). Ci saranno da gestire e da dividere alcune centinaia di miliardi e questo non poteva essere lasciato all'Avvocato del Popolo ancorché moderato e liberale, a "quelli del Vaffa" e alla Sinistra condizionata dai Sindacati dei lavoratori. Anche solo simbolicamente. Zingaretti si è sentito impotente sotto la pressione di molti Sindaci e dei Governatori più importanti.
    Ora la parola passa a chi ha qualcosa da dire e da proporre, zone arancio o rosse permettendo. Ci vuole coraggio e complicità.
    Zorro

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  3. Preveggente o bene informato? Questa pubblicazione pochi minuti prima delle dimissioni di Zingaretti mi incuriosisce.
    Il fatto è che le troppe contraddizioni lo pagano soprattutto la sinistra e i movimenti idealisti. Mentre chi si preoccupa essenzialmente di affari o interessi è sempre pronto a trattare e concordare le soluzioni più vantaggiose per le proprie tasche.
    Nik

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  4. L'Elevato mi ha dato una idea, a proposito di Democrazia dall'Alto e di Macerie dei Partiti.
    Perché non scambiare alla pari Grillo e Zinga?
    In fondo al PD manca un uomo di punta e al M5s un mediatore senza pretese.
    Sic

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  5. Se c'erano dubbi su quanto sta a cuore l'interesse pubblico a Draghi e tecnici ecco la consulenza al gruppo privato McKinsey per il Recovery Fund.
    Zorro

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  6. Per bilanciare il potere "dall'alto" riecco "dal basso" le sardine. Le definirei una riserva della democrazia.
    Spuntano quando il Pd è in difficoltà, dall'Emilia Romagna di Bonaccini al Nazzareno....
    Mario C.

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