mercoledì 14 ottobre 2020

Una esperienza significativa, una proposta coraggiosa

Il Carlino "scopre" e informa sui danni ambientali, sanitari ed economici del Passante














Una pagina di lunedì scorso del Quotidiano Nazionale e locale (più letto dai bolognesi) impone a tutti noi alcune riflessioni.

1. Nella società dove "tutti sanno tutto" e nel cuore di una Città ancora proposta da molti per l'alto livello di partecipazione, ci sono persone benestanti che sono all'oscuro del "più importante investimento del mandato amministrativo 2016-2021" (Virginio Merola, Sindaco di Bologna, alla presentazione del Passante di Mezzo, estate 2016) e che impegnano risorse significative (forse, per alcuni, di tutta una vita) in immobili almeno parzialmente sottoposti a procedura di esproprio e, in ogni caso, a serio immediato rischio svalutazione.

2. Ci sono giornali, ai vertici per lettura, che si mantengono vendendo intere pagine a società immobiliari (nel caso concreto l'IPI) che fanno pubblicità ingannevole. In altri termini: "affari lauti" per costruttori spregiudicati ed "affari a perdere" per lettori distratti e male informati. Non serve insistere: il carattere maldestro della iniziativa è stato denunciato in un post su questo blog nel maggio del 2018 (vedi qui). Occorre anche rilevare che lo stesso Quotidiano Nazionale che propone la protesta delle famiglie di via Scandellara, sabato scorso nella rubrica "il colloquio", sostiene il Passante di Mezzo come "male minore" (Cesare Sughi).

3. Ci sono Istituzioni ed Amministrazioni presentate come simbolo perdurante di "buongoverno" che continuano ad ignorare problemi e contraddizioni dei loro territori ed anziché scegliere di rappresentare le istanze e le domande fondamentali dei propri cittadini (ambiente, salute, sicurezza, servizi e lavori socialmente utili) sostengono oltre ogni logica proprietà ed imprese unicamente interessate ai profitti privati e totalmente prive di responsabilità sociale, di etica del lavoro e della informazione. Come altro leggere le autorizzazioni e le concessioni pubbliche a costruire case su terreni adiacenti a così importanti assi viari, perlopiù in predicato di ulteriori ipotesi di allargamento? 

Dalle riflessioni alle proposte.

C'è una parte importante e crescente della Città che non accetta per ragioni culturali, politiche, sociali, di interessi e di metodo una prossima "apertura dei cantieri" del Passante di Mezzo, edizione 2020. Che pensa e vuole altro.

E' il caso di ricordare che gli Accordi dell'aprile 2016 vennero sottoscritti tra Renzi, Merola, Bonaccini e Castellucci? Esponenti, almeno in 2 casi su 4, di un "mondo passato", giacché entrambi i referenti nazionali (l'allora Presidente del Consiglio dei Ministri e l'allora Amministratore Delegato di ASPI) sono stati travolti da ingordigia, eventi e movimenti. Mentre il Sindaco "Metropolitano" sta per giungere stancamente al capolinea, senza essere riuscito nei principali intenti (oltre al controverso Passante si pensi alla crisi di F.I.CO., al mancato decollo del People Mover, al rinvio nella ristrutturazione dello Stadio Dall'Ara, con annessi e connessi urbanistici, allo stallo ed ai conflitti aperti sui progetti di pianificazione delle aree demaniali). E il confermato Presidente della Regione per vincere si è alleato con la sinistra critica ed ecologista di Elly Schlein e con Europa Verde, che sull'onda dei successi elettorali in Germania, Francia e Gran Bretagna, dei movimenti ecologisti e di Fridays for Future è rientrata nell'Assemblea di viale Aldo Moro.

Dunque, piuttosto che scrivere nuovi accordi a quattro o otto mani che passano sulla testa dei bolognesi effettivamente interessati a vivere meglio e in sicurezza, è bene costruire e condividere i tempi certi e le modalità riconoscibili per una occasione reale e partecipata di confronto progettuale, democratico e, infine, di pronunciamento popolare

Un referendum consuntivo sul Passante di Mezzo? Perché escluderlo, di fronte alla pervicace volontà (della parte residua dei contraenti) di procedere lungo il percorso tracciato nel 2016.

Meglio sarebbe però, una consultazione propositiva che metta a confronto visioni, progetti e prospettive diverse. Realisticamente tre o più soluzioni (A. il Passante di Mezzo; B. il Tunnel a Sud sotto la Collina; C. priorità ad investimenti nelle ferrovie e nel trasporto pubblico con l'ottimizzazione e la messa in sicurezza delle attuali corsie stradali ed autostradali), presentate con ricchezza di analisi, tendenze ed argomenti dai rispettivi sostenitori.

Il futuro democratico ed eco-compatibile di Bologna e dell'Italia passa anche di qui.


Il volantino - manifesto di 13 associazioni bolognesi impegnate a dare un volto nuovo e vivibile alla Città


12 commenti:

  1. "Lauti affari" e "affari a perdere", vero.
    Anche per questo è giusto ribellarsi!
    Bene la manifestazione di sabato.
    Alla consultazione popolare o al referendum pensiamoci: in effetti può essere un modo per arrivare anche a chi resta ai margini delle contese. almeno fino a quando non viene investito direttamente da un esproprio piuttosto che da uno scoppio, come successo due anni fa a Borgo Panigale.
    Anche dii questo vivacchiano i furbetti della politica senza anima come li definisce un vecchio amico.
    DG

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    1. Si, penso che solo una partecipazione larga e diretta di cittadine e cittadini possa consentire il prevalere di interessi generali e di tutela di beni comuni su interessi economici particolari e privati.
      Il Passante di Mezzo alimenta grandi gruppi imprenditoriali e multinazionali: prima nella progettazione e realizzazione, poi nella gestione e nei caratteri della crescita e degli affari. In assoluta continuità con il passato e le abitudini ancora prevalenti nel presente. In aperta contraddizione con la qualità della vita delle comunità e delle generazioni che verranno.
      Un conflitto culturale, sociale e politico aspro che mobilita a difesa dell'esistente moltissime posizioni di comando e corporative.
      Al contrario gran parte delle "periferie" che vivono la crisi e le emergenze che si aggrovigliano ogni giorno di più chiedono diversi e possibili orizzonti di eco-compatibilità, come dimostra anche la esemplare vicenda di via Scandellara.
      Il punto è dunque quello di fare scendere in campo questo "popolo" dipendente, emarginato, inquinato.
      Si può, si deve favorire un grande processo di liberazione ed emancipazione. Decisivi saranno il dialogo, la conoscenza, la cultura, la creatività.
      Gianni

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  2. Per opportuna conoscenza, dai promotori della iniziativa di sabato 17 ottobre 2020.
    M.

    5 punti di partenza per affermare una reale svolta ecologica:

    1. BASTA SPECULAZIONE E CONSUMO DI SUOLO: VOGLIAMO UN P.U.G. ADEGUATO
    Dal bosco urbano ai Prati di Caprara, passando per le ex caserme di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti fino alla costruzione di nuovi distributori di carburante (su suolo agricolo coltivato nonché di pregio paesaggistico) sono troppi i progetti che provano a sottrarre, privatizzare e sfruttare i beni comuni. Il P.U.G. che sarà discusso prossimamente in Consiglio Comunale, nonostante le sbandierate premesse green, prosegue invece una logica estrattivista e speculativa, assumendo e incorporando le previsioni dei vecchi e inadeguati strumenti urbanistici come il P.O.C. del 2016. No al taglio di centinaia di alberi, no a nuove colate di cemento, no alla costruzione di migliaia di appartamenti e altri inutili centri commerciali: sì alla tutela del verde esistente e ad un percorso che porti finalmente restituire alla città le aree dismesse!
    2. NO AL PASSANTE E ALL’ALLARGAMENTO DELLA TANGENZIALE

    Portare 180.000 auto al giorno alle porte di Bologna, in una città fortemente inquinata che sfora fino a 5 volte i livelli guardia dei PM10, è un’idea anacronistica e devastante. Inoltre, farlo senza nemmeno aver fatto una seria valutazione di impatto ambientale (non essendoci sulla tangenziale centraline adeguate per l’analisi dell’aria) è un vero e proprio crimine. Abbiamo bisogno di ridurre le emissioni e il traffico veicolare, favorire la mobilità sostenibile, non di consumare (espropriando), decine di ettari di terreni. Vogliamo l’immediato stop a questa grande e dannosa opera per poter investire il miliardo di euro stimato per la realizzazione del Passante in una direzione etica e sostenibile, riducendo le emissioni di CO2.
    3. RIDUCIAMO L’AEROPORTO MARCONI E STOP AL PEOPLE MOVER PER UNA MOBILITÀ PUBBLICA GRATUITA E SOSTENIBILE

    La diffusione del Covid-19 ha messo in ginocchio un modello di turismo mordi e fuggi che ha radicalmente cambiato il volto nella città negli ultimi anni. Nel dicembre 2019 il Marconi aveva superato il traguardo dei 9 milioni di passeggeri annui, dato in crescita del 9% rispetto all’anno precedente e in costante aumento dal 2009, raggiungendo la media di 213 voli giornalieri. Oggi queste cifre sono un "lontano ricordo" di un sistema insostenibile che ha centrificato la città a scapito della vivibilità urbana, del diritto alla casa e della salute dei cittadini che abitano nei quartieri presso l’aeroporto costretti per anni ad un’escalation di emissioni di sostanze inquinanti e di rumori insopportabili. Occorre ripensare il ruolo di un aeroporto che si trova a pochi km dal centro cittadino, per tutelare maggiormente la salute di chi vive e va a scuola in zone definite dal Comune come residenziali, incaricare un ente terzo di monitorare le emissioni acustiche e di CO2, sanzionando le compagnie che non rispettano le procedure per ridurre il rumore e destinando quelle risorse per l'ambiente. Vogliamo investimenti per la gratuità del trasporto pubblico locale e il completamento del Sistema Ferroviario Metropolitano, anziché continuare nella pantomima del People Mover, un’opera da 125 milioni, già vecchia e inutile dal punto di vista progettuale e che rappresenta una delle peggiori voragini di danaro mal investito dagli enti pubblici.
    (continua)

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  3. ...
    4. RIVENDICHIAMO LA SOVRANITÀ ALIMENTARE

    La ‘city of food’ è stata duramente colpita dalla pandemia, la “disneyland del cibo” FICO si è rivelata una fallimentare cattedrale nel deserto e lo scontro tra un modello di filiera corta e la grande distribuzione organizzata si è rivelato impari nel periodo del lockdown. Mentre i supermercati sembravano l’unico luogo “sociale” accessibile, nonostante gli scaffali dei beni di prima necessità fossero vuoti, tantissimi piccoli produttori locali che ogni settimana animano i mercati rionali e le piazze della nostra città hanno dovuto attendere mesi prima di poter tornare a svolgere il proprio ruolo di garanti della sovranità alimentare. Quando parliamo di salute, parliamo di alimentazione sana, quando parliamo di ambiente, parliamo di un modello di produzione e di distribuzione etica che rispetta il pianeta terra, la terra, il suolo, l’aria e l’acqua come beni comuni. Ne abbiamo abbastanza dell’inutile proliferazione dei supermercati, vogliamo spazi solidali di scambio, chiediamo più mercati rionali.
    5. IL RECOVERY FUND COME OPPORTUNITÀ DI INVESTIRE IN UN CAMBIO DI ROTTA
    
La pioggia di miliardi che arriverà dall’Unione Europea per far fronte alla crisi non può essere utilizzata per accelerare il ritorno al mondo pre-pandemico. Il Pianeta e il nostro territorio non hanno bisogno di ulteriori annunci spot e progetti di green washing, ma di azioni concrete in netta discontinuità. Alle idee come quelle di stoccare la CO2 sotto il mare di Ravenna, vendute dalla Regione Emilia Romagna ed ENI come una grande innovazione, dobbiamo contrapporre un reale percorso partecipato per decidere dal basso e democraticamente come utilizzare una parte del Recovery Fund per rendere la nostra città (e la nostra Regione) più vivibile e sostenibile, riducendo l’inquinamento e le emissioni senza nasconderle sotto il tappeto.

    Per questi motivi e altri che possiamo analizzare insieme a tutt@ coloro che vogliono prendere parte a questo percorso ci vediamo sabato 17 ottobre alle ore 16.00 in Piazza XX Settembre per una grande manifestazione ambientalista! 

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    1. Mi sembra una ottima sintesi. Una bella sfida per chi vuole governare la Città.
      Con i sempre ovvi margini di miglioramento.
      Ad esempio, sul People Mover lancerei la sfida: rapido avvio in sicurezza dell'opera (che in tanti non avremmo voluto) o adeguate pubbliche indagini sulle ragioni che lo impediscono (ben oltre le dimissioni e qualche secondario capro espiatorio).
      E poi: messa in sicurezza ed eco-compatibilità del territorio metropolitano (bonifiche, frane, corsi d'acqua, argini, impianti energetici ...) e delle grandi strutture pubbliche (scuole, ospedali, edifici pubblici ...).
      Ci sono progetti e lavori per migliaia e migliaia di persone:
      Rivoluzione ambientale e/o Conversione ecologica significano sviluppo di una nuova civiltà e di un protagonismo democratico di antica tradizione e cultura.
      Gianni

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  4. Strano il mondo.
    Si vorrebbero lavoratori in smart e studenti a casa per carenza di trasporti pubblici e si investono miliardi in autostrade.....
    Nik

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    1. E no, si investe pure nel People Mover, la navetta su rotaia in sopraelevata che collega stazione FS e aeroporto Guglielmo Marconi ...
      Gli affari procedono in ogni campo, ci mancherebbe!
      Sic

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    2. Tutto vero. Gli affari e le contraddizioni "procedono" in ogni campo.
      Si può e si deve cambiare registro contro ogni logica di conservazione o "affaristica" di un sistema produttivo e di potere che non regge le sfide dei prossimi decenni.
      Gianni

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  5. Sono comunque solidale con quelle donne. Vittime di una tenaglia tra imprenditori dediti agli affari e burocrazia pubblica autoreferenziale che stritola le persone deboli senza difese.
    Gli eletti nelle istituzioni dovrebbero vigilare con maggiore determinazione.
    Anna

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    1. Certo.
      Il procedere degli eventi accresce la consapevolezza che il Passante di Mezzo non è "il male minore", ma una scelta sbagliata, con ricadute per tutti e da evitare.
      Qui parliamo dei recentissimi insediamenti di via Scandellara, ma si stanno costruendo case in molti altri "interstizi" della Città ... (si faccia, sempre ad esempio, una passaggio da via Rivani, ex sede della federazione PD).
      Poi la pandemia con la drastica riduzione delle produzioni e di molte attività, con il lavoro a distanza, con la carenza di trasporti pubblici ...
      In questo contesto locale e nazionale "aprire i cantieri" per portare (nel 2027-2028) a 16-18 corsie l'Asse A14 - Tangenziale è solo nell'interesse privato di pochi gruppi economici e di multinazionali dell'auto e del petrolio.
      Forse lo stanno capendo anche alcuni dei tradizionali fautori della "grande" opera.
      Gianni

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  6. Bene la rivoluzione ambientale a Bologna. Come dice Benni queste "autorità sono chiuse nelle loro carriere" ed eludono sistematicamente le risposte sui problemi aperti. L'assessore Lepore ad esempio chiede al suo partito di dire cosa pensa del "suo" piano urbanistico. Buffo no? Da uno nato e vissuto di politica?
    Zorro

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    1. La manifestazione delle 13 associazioni che ieri hanno portato in piazza "un migliaio di persone" ha forse dato un ulteriore contributo ...
      Titola oggi il Corriere di Bologna: "Passante, FICO e aree dismesse. I nodi della base PD verso il 2021".
      Vale la pena insistere.
      Gianni

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