martedì 25 agosto 2020

Progetto per città più vivibili o spartizione di potere?

Il titolo de il Fatto Quotidiano sintetizza il Di Maio pensiero (23 agosto 2020)

















"Per le Comunali del prossimo anno serve un tavolo nazionale con il PD" e "un ragionamento complessivo sulle città, partendo da Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna" sostiene Luigi Di Maio in una intervista pubblicata a pochi giorni di distanza dal voto con cui gli attivisti del M5S si sono espressi a favore di "alleanze con altre forze politiche per le elezioni amministrative" (Si 29.196, il 59,9%, e No 19.514, il 40,1%).
Per chi vive la politica fuori dai partiti appare un ulteriore passaggio.
Ovviamente legittimo. Probabilmente logico. Forse auspicabile. Sicuramente impegnativo. Comunque destinato a modificare orientamenti e rapporti di forza.
Potrebbe essere una buona notizia.
Ad esempio per chi da lungo tempo auspica una svolta netta nella pratica di alternanza tra le amministrazioni di Centrosinistra a guida DS e PD e quelle di Centrodestra a guida Forza Italia e PDL. Coalizioni che quasi sempre, al di là del cambio di un personale politico di modesta qualità, hanno manifestato subalternità e/o impotenza verso logiche di crescita urbanistica ed economica che sono la causa principale delle contraddizioni e delle emergenze che viviamo.
Ma il potrebbe è d'obbligo.
Perché il processo di forte innovazione politica e culturale è tutt'altro che scontato.
Tanto nell'intervista del Ministro degli Esteri del Conte 2 (e già Capo politico del M5S), dove non vengono indicati contenuti forti, di prospettiva e di alternativa al sistema economico e sociale dominante.

"Il modello di Governo nazionale va replicato dove è possibile a livello locale" ...
sostiene Di Maio (23 agosto 2020)


















Quanto nel PD.
Dove il "riformismo debole" di stampo socialdemocratico di D'Alema e Bersani "congiunto" con la componente democratica e "liberal" di Veltroni e Rutelli e quella democristiana di Prodi e Franceschini ha prodotto, prima, il "turbo liberismo" di Renzi, poi, una segreteria Zingaretti di difficilissima definizione e di indefinito orizzonte strategico ... Non solo e tanto per il doppio incarico che ancora impegna il Segretario, contemporaneamente Presidente della Regione Lazio, ma soprattutto perché condizionato nel Partito da spinte centrifughe di ogni tipo e origine. Dove la gestione di quote anche minime di potere personale o di gruppo appare comunque preponderante su ogni seria riflessione, analisi, elaborazione culturale e politica. Con De Luca capace di imporre la sua ricandidatura in Campania (interessante al riguardo l'analisi di Isaia Salas, professore universitario, storico dirigente comunista e della sinistra, parlamentare ed esponente del Governo Prodi), con Emiliano che si auto-conferma in Puglia, con Bonaccini che dall'Emilia Romagna punta Roma, insegue Confindustria in ogni sua sollecitazione, getta ponti verso istanze della Lega di Zaia e Fontana, intrattiene ottimi rapporti con Italia Viva di Renzi e Boschi nonché con Azione di Calenda, edita i racconti dei suoi successi (contro "la destra" e "il virus") con una casa editrice di Berlusconi.

"Il feudo e il partito" secondo Isaia Sales
(il Fatto Quotidiano, 25 agosto 2020)


























Non sarà facile muovere "questo" PD dalle sue "certezze assolute" e dalle battaglie nazionali o locali in cui da anni è impegnato e portarlo a dialogare su argomenti solidi e sensibili come le politiche ambientali ("credo sia naturale un incontro con il M5S sulla svolta green" sostiene onorevolmente l'eurodeputato PD milanese Pierfrancesco Majorino) o del lavoro, "contro la povertà, a partire da un nuovo reddito di cittadinanza" (ancora Majorino) e per il "rilancio della sanità pubblica" (sempre Majorino).

Pierfrancesco Majorino: "Va bene un patto stabile con i grillini" ...
(il Fatto Quotidiano, 25 agosto 2020)


























Del resto il M5S lo ha già abbondantemente verificato.
Forse capito. E in diversi casi anche accettato. Addirittura "a gratis", agli occhi di molti: come per le priorità di investimento - tutte autostradali e stradali - in Emilia Romagna, con la indecorosa ritirata del fu Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Toninelli su Passante di Bologna, Cispadada e Bretella Campogalliano - Sassuolo.
Un pessimo segnale di neo trasformismo.
Classico nella politica nazionale di tutti i tempi. Ma per questo non meno deprimente e, ovviamente, da respingere.
Come giustamente hanno fatto anche consiglieri, attivisti ed elettori locali del M5S che non possono di certo rinunciare a capisaldi di un impegno culturale, sociale e politico che vanno oltre la vita e l'operato di qualsiasi Gruppo parlamentare, Ministro o capo politico.

Siamo al dunque.
Il confronto pubblico è aperto ed utile.
Se la sfida politica dei prossimi mesi saprà muovere passi decisi verso il cambiamento di un sistema economico e sociale che ha generato le emergenze ambientali, sanitarie, produttive, occupazionali, democratiche che viviamo, molte comunità e l'intero Paese potranno vivere una nuova appassionante stagione di lotta politica e di costruzione della casa comune. Interessante - nel merito - uno scritto di Paolo Cacciari, intellettuale e politico di sinistra: "l'Antropocene è il campo della nuova politica".

Le tesi su politica e sinistra di Paolo Cacciari pubblicate su il manifesto
(25 agosto 2020)


















Al contrario, se si tratterà - come tante volte in passato - di una mera spartizione di poltrone o di "posti di lavoro" (ricordiamo le parole di Merola, il 15 agosto scorso, verso i candidati del suo stesso Partito alle primarie per il Sindaco di Bologna 2021-2026) nonché una non molto più dignitosa spartizione di zone di influenza e lasciti (Raggi a Roma, Sala a Milano, un giovane "bastardo" PD a Bologna ...) c'è la quasi certezza di una comune rovinosa caduta.
Naturalmente non solo di PD e M5S, a cui in fondo potremmo tutti sopravvivere, ma della fiducia dei cittadini nella democrazia, nella Politica e nelle Istituzioni pubbliche.

11 commenti:

  1. Alcune osservazioni.
    A. Il voto dei 5Stelle non è una semplice presa d'atto di quanto già avvenuto dopo il voto del 2018? Da lì sono partite le alleanze con gli avversari di un tempo.
    B. In quel 60% di "realisti" c'è la consapevolezza di un declino che non consentirà di scalare la vetta inizialmente pensata di raggiungere da soli 50% dei consensi.
    C. Majorino mi pare un comprimario nel PD ed è significativo che non ci siano molti altri a incamminarsi lungo questa strada. Inoltre nell'intervista al Fatto lui stesso dice no alla candidatura Raggi.
    D. Quella di Di Maio non sarà solo una mossa diplomatica in vista del voto sul referendum del 20 settembre e per scongiurare una possibile crisi di governo?
    Antonio

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    1. Confronto sulle osservazioni.
      A. No. A me pare qualcosa di più. Nel post voto politico del 2018 vi è stata la presa d'atto di un'Italia "tripolare" con M5S, Centrosinistra Centrodestra che non potevano governare da soli e dovevano ricercare inedite maggioranze in Parlamento.
      Qui si parla di andare al voto per elezioni amministrative o regionali convergendo su candidati concordati.
      Come è successo, ad esempio, in Umbria nel 2019.
      O come succederà il 20-21 settembre in Liguria per Ferruccio Sansa, che ha il sostegno di liste PD, M5S, di Sinistra e Civiche.
      Insomma alleanze pre voto, non post.
      B. Si. Per il M5S credo non sia più "realistico" puntare al 51%. E il nodo irrisolto sia come poter incidere nella società e nelle Istituzioni per realizzare gli obiettivi (originali e/o nuovi) del MoVimento. Per la verità, un problema non solo loro.
      C. L'eurodeputato Majorino (leggo uno dei possibili candidati a Sindaco di Milano qualora Sala decidesse di non ricandidarsi ...) a prescindere dal "peso specifico" nel PD e a differenza di altri ha posto questioni di merito (ambiente, lavoro, reddito di cittadinanza, sanità) per motivare un suo interesse alla alleanza con il M5S. Non mi pare cosa di poco conto e da sottovalutare nel confronto in atto. Naturalmente tutto da approfondire e da verificare puntualmente.
      D. Può anche essere. Anche in Di Maio colgo un approccio molto "tattico" della politica. Che personalmente non apprezzo affatto (in Lui come in molti altri).
      Gianni

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  2. E. Sarebbe bene ricordare anche a Di Maio e c. che la maggioranza che sostiene Conte non è solo tra 5Stelle e PD. E in molte città altre forze di sinistra hanno anche più consensi delle liste pentastellate.
    Antonio

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    1. Vero e condivisibile. Il mondo democratico e di sinistra è molto più ricco di quanto esprimono i singoli partiti e il PD in particolare.
      Gianni

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  3. Perché no sindaci sostenuti da Democratici, 5 Stelle, Sinistre, Italia Viva e Civici vari?
    Donne e uomini tutti nuovi (via Raggi, Sala, Appendino, De Magistris e Merola) e decisi in base ad un accordo quadro nazionale che riconosca maggiori risorse (dirette o indirette, es. aree demaniali) ai Comuni, finanziamenti in infrastrutture sostenibili, servizi sanitari di base, case protette per anziani e case popolari per giovani e nullatenenti recuperando appartamenti da immobili abbandonati, "zone 30" km/h in aree centrali e periferiche.....
    Cosa osta?
    Possibile?

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    1. Nulla osta, se non l'interesse e le volontà dei protagonisti diretti e no.
      Sul merito (visione, priorità, scadenze) è un confronto assai interessante ...
      Gianni

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  4. Se penso a Bologna, nessuno ha fin qui messo a punto elementi di accordo e di disaccordo per verificare la possibilità di una nuova maggioranza che vada dal PD al M5s.
    E' il caso di procedere ora se si vuole rendere credibile qualsiasi tentativo di saldare una nuova coalizione. All'ultimo minuto risulterebbe inevitabilmente mutua assistenza e "spartizione di potere". Io ti lascio amministrare qui, tu li.......... Tregua, non progetto.
    Quel che è certo è che una discussione tra forze politiche alla luce del sole, ad esempio sul destino delle aree demaniali (Prati di Caprara, ex Caserma Mazzoni, Staveco, Perotti, Sani....) orienterebbe molti cittadini a compiere scelte elettorali sicuramente più ragionate e su materie essenziali.
    Viceversa ci baseremo sulle performance di Salvini (al Pilastro) o di Mazzanti (su Briatore)? O sulle vendette contro Bonaccini (contro la plastic tax e per la riapertura delle discoteche) e Toninelli (per il si al Passantino di Bologna).
    Ciao!

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    1. Si, mi pare concordiamo sulla sostanza.
      L'impressione è che a Bologna (dopo il voto per Bonaccini in Regione) il PD si senta molto (troppo?) sicuro.
      E procede in sostanziale solitudine, con massima auto-referenzialità. Tra l'altro con diversi rappresentanti del M5S pronti a riconoscere meriti amministrativi locali che sarebbe meglio discutere in modo decisamente più approfondito ...
      Insomma, viene da chiedere se la critica alle politiche delle Amministrazioni locali ed alla visione di Città perseguita può trovare una rappresentanza autorevole e qualificata anche a sinistra e/o tra soggetti saldamente democratici, impegnati a realizzare gli indirizzi progettuali della Costituzione.
      Forse, entro settembre capiremo tutti di più.
      Naturalmente senza risultare spettatori passivi.
      Gianni

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  5. Fin dall'anno scorso Stefano Bonaccini aprì in Regione al M5s come anche ha riconosciuto Max Bugani. Ciò nonostante in casa Grillo - Casaleggio si è preferito presentare una fallimentare lista.
    Forse ci vuole semplicemente maggiore capacità si scegliere da che parte stare!
    PD-mda

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    1. Ho una lettura diversa.
      Stefano Bonaccini ed il PD emiliano romagnolo si sono ri-candidati rivendicando in toto il governo della Regione e proponendo continuità.
      Le critiche diffuse e motivate (nel 2014 venne eletto con la maggioranza di consensi sul 38% dei votanti) sul fronte ambientale, sociale, economico sono state sostanzialmente respinte. Aperture? Formali: una sorta di "venite con noi".
      Il M5S (da anni diviso a livello locale e alle prese con la difficilissima sfida del Governo nazionale) non è stato all'altezza di avanzare un progetto alternativo, né di sostenere proposte adeguate di confronto politico.
      A destra la guida Salvini e la candidata Borgonzoni hanno avuto l'effetto di attivare Sardine, polarizzare il voto, rimuovere debbi e critiche diffuse.
      Infine: starei attento a riproporre ancora e sempre l'approccio "scegliere da che parte stare".
      Le "parti" non sono sempre e solo quelle prestabilite.
      Gianni

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  6. Ho letto sul Carlino che il Passante si farà, parola della Ministra emiliana ai trasporti. Ma questo non dovrebbe essere un bell'intralcio sulla via della alleanza tra pd e 5s in loco?
    Che ne pensano i diretti interessati?
    R.65

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