giovedì 13 giugno 2019

Perché si deve ricominciare dal clima

In tanti al Bike Pride di Bologna domenica 9 giugno. Per una Città sostenibile

















Greta Thunberg non è una scienziata. È (diventata) una figura mediatica che dà voce a pensieri, timori (anzi terrori, come lei stessa suggerisce) e convinzioni che molti di noi coltivano sulla base di studi sempre più precisi e incontestabili. Studi sempre più drammaticamente allarmanti, prodotti da un Comitato dell’Onu sui cambiamenti climatici (l’IPPC). Che ci avverte che siamo vicini a un punto di non ritorno, oltre il quale non potranno più essere ristabilite sul nostro pianeta le condizioni che rendono possibile la vita e la convivenza di miliardi di esseri umani.

Ora, il quadro che ciascuno di noi ha di fronte è sconcertante. Greta viene accolta da (quasi) tutti con grandi onori; dice cose semplici e terribili; tutti (o quasi) la applaudono e lei se ne va verso un prossimo appuntamento di valenza mondiale. 
Ma tutto continua come prima. 
Ci sono, sì, anche quelli che la chiamano «gretina» e trattano noi che le diamo retta come cretini. Sono quasi tutti giornali, media e politici di estrema destra, perché il negazionismo climatico è di estrema destra. 
Il perché lo ha spiegato bene – tra gli altri – Naomi Klein nel libro Una rivoluzione ci salverà: affrontare seriamente la transizione energetica necessaria ad attenuare le conseguenze – in parte già irreversibili – dei cambiamenti climatici richiede una rivoluzione di tutto il sistema economico e di tutti gli assetti sociali in direzione di una loro democratizzazione radicale, cioè di un sistema di relazioni che si regga sulla partecipazione e sull’iniziativa dei più. Ovunque.

Per questo, tra noi che ci sentiamo compagni di strada di Greta – ormai siamo in molti – e quelli che ci danno dei cretini c’è una grande «zona grigia»; una maggioranza smisurata di indifferenti. Che sono tali in parte perché non sanno: stampa, media, scuola e politici hanno fatto ben poco per informarli (e papa Francesco, che lo fa da quattro anni, è davvero una voce nel deserto). Ma anche quelli che un po’ ne hanno sentito parlare preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia: sentono che i problemi da affrontare sono troppo grandi per loro. A questa categoria sembra appartenere la totalità (o quasi) di politici, sindacalisti, giornalisti non di destra, docenti, preti. Continuano a parlare delle cose di sempre – soprattutto «la crescita» e, in subordine, i partiti, gli equilibri tra loro in Italia e in Europa, l’occupazione, il reddito, la salute, i migranti, «i giovani», e poi il cinema, la Tv, la moda, le vacanze, il gossip, ecc. , come se non ci fosse una immane spada di Damocle che penzola sulle teste di tutti, le loro comprese.
La figura più sciocca l’ha fatta Zingaretti, che ha dedicato a Greta la sua vittoria (congressuale, non elettorale), per poi complimentarsi subito per il finto stato di avanzamento del TAV (un progetto che genererà 12 milioni di tonnellate di CO2 in una decina d’anni, ma che non entrerà mai in funzione perché da un lato e dall’altro del «Grande buco» continuerà a non trovare dei binari adeguati per iniziare o concludere la sua stupida corsa). Le elezioni sono passate senza che il problema dell’imminente apocalisse climatica venisse richiamata, se non come un tema tra gli altri, nel capitolo «ambiente» a cui ogni partito è ormai in obbligo di dedicare uno spazio, senza peraltro trarne alcuna conseguenza concreta. 
Per festeggiarsi il quotidiano Repubblica raduna 130mila persone, dove tutti parlano di tutto tranne che del clima, relegato in un angolo a un incontro con quattro esponenti del movimento Fridays for future. 
I sindacati minacciano uno sciopero generale nazionale alla ripresa autunnale contro le politiche del governo perché non fa niente, in Italia e in Europa, per affrontare la minaccia climatica? E perché ha rifiutato di firmare un documento di conferma dell’impegno, assunto al vertice di Parigi, di azzerare le emissioni carboniche entro il 2050?. Neanche per sogno! Il problema non è all’ordine del giorno.
Come non lo è nella piattaforma dello sciopero nazionale indetto dalla FIOM per il 14 giugno, al cui centro c’è l’occupazione senza un solo cenno al problema dei problemi: che per fare fronte agli impegni assunti al vertice di Parigi bisogna chiudere molti impianti e molte fabbriche e immettere i relativi lavoratori – più molti altri da assumere ex novo, creando così molta nuova occupazione – nelle attività ad alta intensità di lavoro richieste dalla transizione energetica e dalla conversione ecologica. Intanto gli studenti di Fridays for future sono scesi in piazza in tutto il mondo (e a centinaia di migliaia in Italia) il 15 marzo e il 24 maggio (e lo faranno di nuovo il 27 settembre) per esigere un cambio immediato di passo ai Governi nazionali, sovranazionali e locali. 
Quale occasione migliore per mettere a punto insieme una piattaforma politica ed economica che cominci ad affrontare il problema in termini operativi? E quale occasione migliore, anche, per costruire insieme, movimento, sindacati e altre associazioni, quella Coalizione sociale – cambiandole magari nome, ormai screditato – che Landini si era impegnato a costituire quattro anni fa e che poi ha lasciato per strada, ma che resta un passaggio obbligato per qualsiasi prospettiva di trasformazione sociale e di cambio di rotta economica e politica in Italia e in Europa?
Occorre cominciare a dire (Tell the truth, dicono quelli di Extinction Rebellion) – e poi prendere subito l’iniziativa (Act now) e poi ancora coinvolgere il maggior numero di persone (Call assemblies) – sul fatto che tutti i grandi temi all’ordine del giorno, occupazione, migranti, reddito, salute, diritti, ecc., dipendono dalla capacità di affrontare a fondo un’unica grande e improcrastinabile questione; che li ricomprende tutti: come impegnarsi a fondo, e su tutti i fronti, nella lotta contro i cambiamenti climatici.

Guido Viale, il manifesto, martedì 11 giugno


L'appuntamento sulla Montagnola con i colori del Circo. I ciclisti nel traffico non sono acrobati?

















Una Città per bambini valorizza le bici

























Bimbi e nonni, si parte! 

















Sfilano intere famiglie e gruppi di amici

















Papà e piccolissimi ... Oggi sicuri. Domani?

















Da via Indipendenza si vede la testa del serpentone già oltre il Ponte della Stazione FS 


















Percorsa via Matteotti, si svolta a destra ...

















Lungo via Casaralta

















Una sosta all'altezza del sotto passo della Tangenziale per chiedere investimenti utili 

















Fiancheggiando Parco Nord si corre verso la Dozza

















Dalla rotonda dei Vigili del Fuoco, passando sotto la A13 si va verso Corticella 

















In via Bentini, tra Casa del Popolo Tosarelli e Coop

















A Croce Coperta di nuovo sotto il ponte del grande Asse viario Tangenziale - A14

















All'Istituto Aldini Valeriani, con Antonio Gramsci maestro di vita

















In Bolognina, davanti all'Ippodromo dell'Arcoveggio

















Passata piazza dell'Unità, il ritorno verso il centro storico

















Sul ponte di via Matteotti, si può misurare la grande partecipazione ...

















... da una parte all'altra del ponte, tantissimi orgogliosi ciclisti

















Con più ciclisti e pedoni, meno inquinamento atmosferico ed acustico

















Si può, si deve ... per fermare i cambiamenti climatici

























Un rinnovato impegno per il comune futuro ... al ritmo di Marakatimba!


10 commenti:

  1. Vedo molte belle iniziative nella società. Senza però che il mondo politico ne tenga conto.
    Viale segnala un problema grande. Molti politici e imprenditori applaudono Greta e i nostri ragazzi, poi però tutto continua come prima.
    Al massimo si vieta di fumare in spiaggia e si tolgono i bicchieri di plastica nei bar. Ma le trivelle, le porcilaie, le auto non si discutono. Anzi, si vogliono proroghe e nuove concessioni, nessun controllo e monitoraggio, tempi rapidi per aprire tutti i cantieri progettati.
    Sarebbe l'ora della serietà.
    Anna

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    1. Si, sarebbe ora. Abbiamo già perso troppo tempo e occasioni.
      Gianni

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  2. A proposito di pensare globale e di agire locale, nei giorni scorsi alcune classi di studenti bolognesi hanno fatto proposte al Comune per ridurre lo smog in città e nelle loro scuole. Per saperne di più si può consultare https://www.legambiente.emiliaromagna.it/2019/05/29/gli-studenti-delle-scuole-di-bologna-presentano-alla-citta-le-proposte-per-migliorare-la-qualita-dellaria/.

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    1. Molte proposte sono in campo.
      E' necessario stabilire priorità, affermare volontà, selezionare interventi.
      Gianni

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  3. In effetti i sindacati non si mostrano particolarmente sensibili ai temi ambientali. Capisco il dovere di difendere l'occupazione, ma si possono contrapporre i diritti? Non vedo il lavoro prima della salute. Semmai il lavoro deve fare vivere meglio.
    s.

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    1. Si, lavorare (tutti) per vivere (tutti) meglio.
      Abbiamo (tutti) un mondo da cambiare.
      Gianni

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  4. Se posso permettermi una critica: avresti dovuto valorizzare maggiormente la foto del passaggio del Bike Pride davanti all'Istituto Aldini ed al ricordo di Antonio Gramsci.
    Istruitevi.... Agitatevi.... Organizzatevi.....
    E' indice della modernità del pensiero del grande intellettuale comunista ucciso nelle carceri fasciste negli anni '30 del secolo scorso.
    E' bello che proprio il più importante istituto scolastico professionale bolognese lo proponga a caratteri cubitali.
    E' un peccato che i politici del nostro tempo lo abbiano completamente rimosso.
    E' incoraggiante che ci siano ragazze come Greta, genitori e nonni come Viale che praticano quegli indirizzi.
    Ciao!

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    1. Buone considerazioni e suggerimenti.
      Si può recuperare ...
      Gianni

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  5. Si può dire alto e forte che ricominciare dal clima vuole dire anche dotare le città di trasporti pubblici elettrici? Nel caso, la decisione del Comune di Bologna di investire sul tram è una scelta positiva che mostra della Giunta Merola un volto apprezzabile anche da chi è no Passante autostradale?
    Antonio

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    1. Progetti di elettrificazione del trasporto pubblico sono sostenuti da decenni. Continuiamo a farlo. Vanno però coordinati ed affrontati con precise priorità. Non tutte le scelte sono buone ed utili allo stesso modo. Per gli effetti sulla realtà quotidiana.
      Se alcuni progetti concordati (SFM) sono incompiuti da oltre 20 anni, completarli e promuoverli è questione di credibilità oltreché di efficienza e coerenza. Mentre altri, come il People Mover sono contraddittori, quanto meno discutibili, forse meritevoli di accurate riflessioni (e indagini).
      Il tram? Parliamone entro un Progetto organico ed una pianificazione complessiva, locale e nazionale.
      Gianni

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