giovedì 6 giugno 2019

Il voto del 26 maggio e il Governo dell'Italia

Il nuovo Parlamento Europeo proposto dal Corriere della Sera

















Forse è il caso di ricordare a politici e commentatori di ogni ordine e grado che domenica 26 maggio si è votato per rinnovare le rappresentanze al Parlamento Europeo e per la guida di molti Comuni.
E' vero, in Italia come in molti altri paesi il confronto elettorale ha lasciato ai margini i temi cruciali per il futuro del Vecchio Continente e delle Autonomie Locali e si è incentrato prevalentemente su argomenti di gestione del potere politico nazionale.
Un segno preoccupante di crisi della UE, di inadeguatezza delle classi dirigenti dei maggiori partiti (Popolari, Socialisti e Conservatori) di governare un processo di innovazione e di riforme in grado di fronteggiare le contraddizioni strutturali profonde del presente: insieme ambientali, sociali, economiche, finanziarie, istituzionali.
Lo si è visto nella gestione della vicenda Greca e della Brexit. Non di meno, nella mancata cooperazione sui flussi migratori; nella assurda concorrenza fiscale al ribasso; nella sfrenata competizione a controllare risorse ed esportare produzioni; nel progressivo arretramento sugli obiettivi di de-carbonizzazione concordati a livello internazionale.
Così si sono alimentate e gonfiate, più o meno consapevolmente, le culture e le forze politiche nazionaliste, che in diversi paesi hanno raccolto consensi sicuramente oltre la loro intrinseca forza.

Tuttavia proprio il voto in contemporanea per l'Europa e per il rinnovo di molte Amministrazioni locali suggerisce prudenza e riflessioni, prima di trasporre meccanicamente, da una Istituzione ad un'altra, i consensi raccolti dalle forze politiche.
Già sono stati proposti in Consigli (per chi vuole capire) esempi significativi: dal voto di Bari a quello di San Lazzaro di Savena, dal voto di Bergamo a quelli di Livorno.
In questi giorni, una interessante intervista (pubblicata su il Fatto Quotidiano) al rieletto Sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, ci porta nel capoluogo del Salento.
Qui, per l'Europa, la Lega è risultata primo partito (con il 23%). La somma dei voti ai partiti di Destra-Centro è risultata complessivamente superiore al 45%, con il PD al 22%, le altre liste di centro e di sinistra al 10%; il M5S al 20%.
Gli stessi elettori nello stesso giorno, però, hanno votato assai diversamente per il loro Comune. E l'autorevole (originale?) candidato di Centrosinistra, sostenuto da ben 8 (si, otto!) liste, ha vinto al primo turno (con il 51%). Battuti il candidato di Destra-centro sostenuto da una coalizione di 13 (tredici!) liste (al 33%) e la ex Ministra di Berlusconi (già Sindaca di Lecce) Adriana Poli Bortone sostenuta da 4 (quattro) liste di Destra e civiche (sotto il 10%). Solo testimonianza per i candidati della lista (una!) del M5S (al 5%) e di quella (un'altra!) di Sinistra in Comune (1,4%).
Appena rieletto, il Sindaco pronuncia parole dure, che meritano di essere valutate e discusse.

"Zingaretti come puoi pensare di essere creduto se ti affidi a quelli di sempre"?







































Appare, dunque, azzardato sostenere che il Paese, a poco più di un anno dal voto politico del 2018, deve adeguare le politiche di Governo ai mutati rapporti di forza espressi domenica 26 maggio.
Come se fosse scontato, appunto, un eventuale esito elettorale per la Camera e il Senato della Repubblica (dove, tra l'altro, la partecipazione al voto potrebbe risultare superiore di 20 punti alle ultime percentuali registrate).
Sicuramente necessario è, invece, prestare la dovuta attenzione ai voti espressi, valutare le tendenze, interpretare le astensioni (abbondantemente oltre il 40%), ascoltare le critiche (come quelle dei Carlo Salvemini, presenti in ogni latitudine e forza politica degna di considerazione), riflettere e valutare le esperienze, correggere scelte e politiche bocciate dall'elettorato (assai meno sprovveduto di quanto a volte si tende a rappresentare).

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lunedì ha pubblicamente esposto le difficoltà del suo Governo a procedere oltre nella attuale situazione di conflitto tra M5S e Lega.
Ma (considerazione critica verso le tesi dell'Avvocato del popolo che occupa Palazzo Chigi) il problema non pare davvero riconducibile alle tensioni ed al confronto elettorale.
Piuttosto alle diversità profonde tra i soggetti politici che hanno dato vita a questo Governo. Soprattutto alle differenti richieste ed aspettative dei rispettivi elettorati, che esprimono per grande parte valori, visioni, obiettivi, priorità di "cambiamento" alternative: dal modo di fronteggiare la questione morale e combattere i conflitti di interesse alle politiche urgenti per assicurare uno sviluppo civile e sostenibile del Paese; dalla giustizia fiscale ai diritti - doveri delle persone e delle comunità per convivere in pace, sicurezza ed armonia.
Oggi pare proprio che il generoso tentativo di condividere il Contratto sottoscritto un anno fa - in assenza di altre possibili maggioranze politiche - si dimostri inadeguato a portare avanti, contemporaneamente, misure economiche e sociali di segno opposto e difficilmente conciliabili per l'equilibrio dei bilanci pubblici. Così appaiono, ad esempio, la "tassa piatta" in versione autentica (una unica aliquota ridotta per tutti i redditi) a fronte della necessità di rafforzare la presenza pubblica in settori strategici della economia e dei servizi, a tutela di Beni comuni e del lavoro; ovvero, la cessione di Patrimoni immobiliari dello Stato "per fare Cassa" (come sostiene il neo Presidente INVIMIT, leghista e già deputato di Forza Italia) nel momento in cui risultano urgenti interventi di rigenerazione urbana per assicurare più salute e benessere alle persone che vivono le periferie delle città inquinate. E molto si è detto e scritto in merito alla priorità che va assicurata agli investimenti infrastrutturali e tecnologici per potenziare ferrovie e trasporti pubblici o messa in sicurezza dei territori e degli edifici anziché a nuove grandi opere autostradali o tunnel, ponti, gasdotti ed inceneritori pensati nel secolo scorso.

Su questo il Governo "giallo - verde" non ha prodotto i provvedimenti utili e positivi attesi.
Anzi, ha via via deluso le attese e le speranze di cambiamento.
Acconciandosi, in troppi casi, alle richieste di continuità, sostenute dalle "piazze del Si" animate dalle opposizioni politiche (PD e Forza Italia) e dalla Lega nazionale di Salvini, da organizzazioni imprenditoriali, professionali e sindacali (in cerca di affari o di lavoro anche a scapito di fini sociali).
Così, chi aveva premiato il cambiamento promesso dal M5S è risultato in buona parte deluso.
Mentre chi contava sulla forza d'urto della Lega, versione Salvini, per rimuovere procedure, vincoli e regole (spesso burocratiche e fonte di corruzione, ma a volte vitali per una democrazia partecipata) ha rafforzato motivazioni, energie, consenso.
Vale la pena tenerne conto. Tutti.

Il M5S, facendo pesare appieno in questo Parlamento (dove continua ad avere la maggioranza relativa dei deputati e dei senatori!) tutte le energie innovative (rivoluzionarie?) immesse nelle Assemblee legislative il 4 marzo 2018 in nome di un'Italia a 5 Stelle: Acqua, Ambiente, Trasporti, Connettività, Sviluppo. Nella consapevolezza che solo impegno, coerenza, lungimiranza, progetti di qualità possono garantire riconoscenza ed autorevolezza, consolidamento e radicamento.

La Lega, rinunciando alla tentazione di rappresentare il nuovo soggetto politico nazionale liberista e conservatore, garante della "crescita senza qualità" che molti vorrebbero rafforzare in antitesi al M5S, riportando il Partito nell'alveo tradizionale dell'alleanza con il piccolo - grande mondo di Silvio Berlusconi & C.

Il PD, qualificando l'opposizione politica in questa legislatura e le politiche di governo locale e regionale su contenuti nuovi di conversione ecologica, di sviluppo sostenibile e di giustizia sociale che ridiano vita e "cuore" ad una "sinistra" che abbandona la "voce metallica", la nostalgia "del bel tempo che fu" e la prospettiva di una Italia "che apre i cantieri" e "che riduce le tasse". In previsione di maggioranze politiche locali e nazionali capaci di essere alternative plurali e credibili alle Destre nazionaliste e liberiste.

9 commenti:

  1. Forte il sindaco di Lecce. Te lo dico che uno così può vincere!
    Per altro anche il recordman delle preferenze nel PD ed ultimo degli iscritti, appena eletto ha proposto di fondare un nuovo partito moderato. Fantastico Calenda!
    Sic

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    1. Se si continuano ad eludere i problemi, i progetti e le priorità tutto è possibile.
      Un nuovo Centrosinistra largo?
      Con Zingaretti e Gentiloni + Boldrini e Pisapia a sinistra + Calenda e Renzi a destra nel "Gioco della politica" compriamo uno spazio potenzialmente ampio.
      Soprattutto se i giocatori si riducono.
      Però se torniamo alla realtà della Politica come partecipazione dei cittadini al Governo delle Comunità (piccole o grandi) il nodo sono gli obiettivi, la visione, i progetti, le alleanze, la capacità di confronto e di crescita, la credibilità nel realizzare gli impegni presi ...
      Gianni

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  2. Il voto per l'Europa non mi pare ci abbia consegnato un parlamento migliore. Né si sono chiariti gli obiettivi per i prossimi anni. Se così non va, in quale direzione andiamo? La confusione regna sovrana.
    Non so dire cosa sarebbe successo se avessimo votato per il governo dell'Italia. Probabilmente non molto d'altro.
    Intanto si fatica a vedere novità anche con il governo DiConSal.
    Ma in questa legislatura non vedo alternative e ri-votare può riprodurre la stessa situazione con un semplice spostamento dei rapporti di forza tra Sal e DiCon.
    A meno che dopo i ballottaggi di domenica ........... Zinga e Fico?
    Antonio

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    1. Con il voto europeo le contraddizioni già presenti non si sono certamente ridotte.
      La situazione è semmai più aperta di prima. L'accordo politico e di potere tra Popolari (che includono Merkel ed Orban) e Socialisti (che vanno da Costa a Muscat) che ha portato ad eleggere Juncker e le massime autorità UE non è più sufficiente.
      Le soluzioni, ora, possono essere di segno opposto. Sarebbe opportuno non restassero questione riservata a ristrette diplomazie di partito. In gioco sono i destini comuni. E l'Italia è quanto mai interessata ad un'altra Europa.
      Quanto al Governo Conte. Non vedo possa affrontare questioni strategiche all'altezza delle sfide e dei cambiamenti necessari (su tutti la conversione ecologica della società, il progressivo disarmo, il risanamento con giustizia dei conti dello Stato, la moralizzazione della vita pubblica, la lotta alla elusione - evasione fiscale ed alle grandi organizzazioni criminali).
      Il fatto è che, in questo Parlamento, non maturano alternative. E pare difficile, anche con nuove elezioni, intravvedere nuove maggioranze qualificate.
      Zingaretti e Fico? Onestamente, non mi pare.
      Non resta che continuare il confronto, il dialogo sulle grandi questioni.
      Il Movimento attivato da Greta e tante mobilitazioni sociali locali sono incoraggianti.
      Parliamone!
      Gianni

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  3. Salvini ha grossi problemi. Dopo Siri, viene Rixi e dopo Rixi c'è Garavaglia e dopo ...................................
    Ma di Maio è terrorizzato e prono perché non può ricandidarsi in caso di voto. E il PD è nel vortice dello scandalo Palamara-Lotti per concordare il Procuratore capo di Roma ............................
    Possibile?

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    1. Sai che c'è? Che noi, sudditi, informati o no valutiamo e votiamo in base alla visione che abbiamo. Ma l'iceberg del potere ci mostra solo una parte di se e solo di tanto in tanto si scoprono parti solitamente sommerse. Ora ci dicono degli incontri riservati per la Procura di Roma. Ma che ne sappiamo di quelli per molte altre?
      Titti

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    2. Sicuramente ne sappiamo poco. Pochissimo. Solo squarci di realtà, molto parziali. Spesso interessate.
      Resta il fatto che è bene restare alla sostanza dei problemi e delle soluzioni che valutiamo necessarie. Senza farci troppo distrarre dalle "armi" messe in campo, di volta in volta, per farci deragliare o distrarre.
      I problemi hanno la testa dura e la nostra intelligenza collettiva deve trovare il modo migliore per affrontarli.
      Gianni

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  4. Il post voto non mi pare migliore. Si torna al cliché precedente. Paro, paro.
    Auguri! Auguri a tutti. Ma innanzitutto a noi.
    Che dobbiamo scegliere tra Bonaccini e Borgonzoni?
    Come dire, dalla padella alla brace!

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    1. Non mi pare si possa scegliere tra la "padella" e la "brace".
      Ma forse si può ancora operare per una diversa soluzione. Forse, non ho certezze. Ma provarci è necessario ed urgente.
      Gianni

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