lunedì 12 marzo 2018

Oltre le dimissioni di Renzi

Il Corriere della Sera (7 marzo 2018). Bonaccini pare indicare la strada a Renzi ... 

















Oggi il PD riunisce il suo gruppo dirigente nazionale. Per prendere atto delle dimissioni di Matteo Renzi. 
Comprensibile. Dopo i ripetuti rovesci nelle elezioni locali (da Roma a Torino, dalla Sicilia alla Lombardia), al referendum (sulle modifiche alla Costituzione) e infine alle politiche di domenica scorsa.
Ma la domanda che esprime il Paese va molto al di la della individuazione di un capro espiatorio su cui riversare ogni responsabilità.
La richiesta è di procedere ad un deciso cambiamento di politiche e di classi dirigenti.
Gli italiani non sopportano più l'alternarsi al governo di leader, partiti, coalizioni, alleanze anomale o "tecnici" che difendono e conservano un modello di sviluppo da tempo in crisi irreversibile e sistematicamente incapace di riconoscere ai cittadini bisogni e diritti fondamentali.
La sfida che abbiamo davanti è percorrere strade diverse e coraggiose. Si può, si deve.

Ciò che, purtroppo, mostrano di non avere capito ancora in troppi.
Giornalisti e uomini di cultura che continuano ad occupare giornali e programmi TV.
Valga per tutti il decano Eugenio Scalfari, che dopo numerose ed azzardate giravolte, pre e post elettorali, ieri ha suggerito di rispondere all'onda alta del 4 marzo con un "nuovo" assetto politico ed istituzionale che porti Emma Bonino alla presidenza del Senato, Laura Bordini alla presidenza della Camera e Paolo Gentiloni alla Presidenza del Consiglio.
Imprenditori, manager e dirigenti sindacali di prima responsabilità.
Come i presidenti di Confindustria, di Legacoop e della CGIL che dopo avere male gestito (per anni) il rispettivo potere ed operato (negli ultimi mesi) per tutt'alto esito elettorale cercano ora, senza accennare ad alcuna opportuna autocritica, di accreditarsi verso i "vincitori" e di piegarne a proprio tornaconto le intenzioni e le scelte.
Politici ed eletti che ancora governano ed amministrano importanti Regioni e Comuni.
Molti dei quali pare si ritengano estranei alla debacle del loro Partito. Non capendo che, al contrario, sono loro stessi al centro delle critiche. Per scelte fatte, condivise, non contrastate nel corso del tempo.

Il titolo post voto del Corriere (della Sera) di Bologna (mercoledì 7 marzo)






















In Emilia Romagna fa impressione leggere che il Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, (eletto nel 2014 con il 62% di non partecipanti al voto) si candida per il “dopo Renzi" e, contemporaneamente, con ampio anticipo, per un secondo mandato in viale Aldo Moro. 
Come se, ora, il suo compito principale non fosse quello di riflettere sulle contraddizioni profonde emerse nella Sua stessa realtà: le profonde, irrisolte crisi industriali e la precarietà delle produzioni e del lavoro; l’arrivo massiccio e problematico di capitali “stranieri” e il radicamento di gruppi mafiosi; l'impoverimento delle Periferie e la crescita continua di centri commerciali; il moltiplicarsi di aree dismesse e il continuo consumo di suolo vergine (a cui la recente legge Donini non ha assolutamente posto rimedio); l’abbandono della montagna ed il dissesto idrogeologico; lo smog a livelli insopportabili e le previsioni di incremento della mobilità più inquinante; gli investimenti in nuove strade ed autostrade ed i ritardi decennali nell'ammodernamento delle ferrovie regionali e del trasporto pubblico locale; le narrazioni su cibo o alimentazione ed una agricoltura prevalentemente intensiva e in sofferenza; una ricerca scientifica priva di risorse ed una sanità che si privatizza, perde di qualità e non cura adeguatamente un numero crescente di persone. 


Il Resto del Carlino intervista Virginio Merola (giovedì 8 marzo)




















A Bologna per il Sindaco (che solo poche settimane fa rivendicava il diritto ad aderire contemporaneamente a PD e Campo Progressista di Giuliano Pisapia) pare giunta l’ora del civismo e della critica "agli altri” compagni ed amici di Partito.
“E' ora che a Roma riconquistino il rapporto con la realtà” afferma. Poi suggerisce “di fare votare gli iscritti”, come fa in in Germania la SPD. Bene, applausi, se ha cambiato idea, dopo avere ripetutamente negato il valore di referendum istituzionali nazionali e locali. Lo capiremo presto nelle scelte che farà su acqua pubblica, finanziamenti comunali alle scuole private, mobilità sostenibile nel centro storico ... ovvero sulle posizioni che sosterrà in materia di riordino istituzionale e di concessioni pubbliche alle industrie petrolifere per le trivelle in Adriatico.

Sostiene, Merola, su il Resto del Carlino: “Bologna è cresciuta moltissimo in questi anni, ha una guida che ha saputo accompagnare la sua crescita turistica e la ripresa economica”. 
In effetti, in Città si sono aperti molti grossi cantieri e nuovi insediamenti commerciali. Ma si tratta di interventi senza servizi adeguati e al di fuori di una programmazione urbanistica sostenibile ed eco-compatibile: FICO, ad esempio, è attivo dall’autunno scorso e sarà ancora per anni privo di trasporto pubblico; stanno decollando 9 iper o supermercati in aree già ampiamente servite, mentre diversi centri commerciali chiudono e gli immobili restano in stato di abbandono; cresce il traffico all’Aeroporto Marconi senza le minime adeguate misure di prevenzione ambientale ... e resta in ballo la grande speculazione su aree ad Ovest della Città, legate alla ristrutturazione dello Stadio Dall'Ara e agli affari della potente cordata imprenditoriale Saputo-Maccaferri-ECE.


Bologna. Secondo il Sindaco sui dettagli del tram "decide la gente", sul Passante autostradale No! il RdC)





















Poi, un nuovo annuncio: “saranno i cittadini a scegliere il tracciato nel centro storico (!) del tram che collegherà in futuro (se arriveranno finanziamenti nazionali) FICO a Borgo Panigale”. E' l'ennesimo progetto di trasporto studiato, non fatto o completato (dopo il SFM, il Civis, il People Mover) ... Nel frattempo, però, arrivano i primi espropri per un’opera antistorica come il Passante di Mezzo, imposta a Bologna da un accordo di vertice tra Merola, Bonaccini, Renzi e Autostrade SpA, tra mille motivate contestazioni di residenti e cittadini e in assenza di dati ambientali, di possibili alternative e di consultazioni democratiche. 
Correzioni di rotta dopo il voto politico dei bolognesi? Così lucidamente analizzato (vedi immagini) su la Repubblica Bologna, dall'ex alto dirigente comunale Gianluigi Bolini. Nessuna!
Anzi, lunedì a urne chiuse il (pessimo) Ministro all'Ambiente, Gianluca Galletti (candidato Sindaco) mette una ulteriore firma al VIA. 


La pagina del Carlino con la denuncia dei cittadini e la replica dei Sindaci (giovedì 8 marzo 2018)



















A Ozzano, il Sindaco risponde ai suoi cittadini che protestano per altri espropri riferiti ai lavori per le quarte corsie sulla A14 ed al completamento della complanare Nord Ozzano - Bologna (sempre parte dell’accordo del 2016 per il Passante di Mezzo): “il progetto è stato annunciato un anno e mezzo fa: eravamo al corrente, così come i cittadini". Insomma, secondo Luca Lelli gli espropri sono “un segnale che le cose stanno procedendo nel verso giusto”.
Perfetto. Ma se "i cittadini sapevano" il primo cittadino, gli amministratori e il PD di Ozzano, come quello bolognese, non debbono interrogarsi? Perché anziché ribadire le scelte, non interrogarsi sulle ragioni che hanno potuto determinare, anche in quella realtà, uno spostamento tanto netto dei rapporti di forza politici? Nel "regno" dei Vacchi e dell'IMA, il primo partito risulta il M5S con oltre il 31% dei consensi, non raggiunti, al contrario, dal PD (che 5 anni fa raccoglieva pure il 42% e, prima ancora, una larghissima maggioranza assoluta). La Lega conquista il 15% dei voti (dal 1,5% nel 2013), FI è al 7%, FdI al 3% e la sinistra critica raccoglie, complessivamente, un altro 8%, mentre tutti gli alleati del PD (Bonino, Insieme e Civici Popolari) non arrivano al 4%.

Possibile che nessuno di questi amici e compagni (anche nella settimana dopo il voto) abbiano dubbi e manchino di ogni volontà e capacità di analisi, di lettura e di reazione: “le cose stanno - davvero - procedendo nel verso giusto”?!?
Verrebbe da rispondere semplicemente: contenti loro … 
Non fosse che il problema è “di noi tutti” e delle generazioni che verranno. 

Il voto ai raggi x. Il PD (LeU e + Europa) a Bologna (la Repubblica, 9 marzo 2018)




























Il voto ai raggi x. Il M5S (la Lega e FI) in Città (la Repubblica Bologna, 9 marzo 2018)

Bologna, ParteciPrati: la Città si ritrova ... (giovedì 8 marzo)



















Bologna, ParteciPrati: la Città discute ... (8 marzo 2018)
Bologna, ParteciPrati: la Città progetta e indica progetti (8 marzo 2018)



23 commenti:

  1. Più che dimissioni quelle di Renzi mi sembrano un ritiro tattico in attesa di una prossima offensiva.
    Una indicazione che nel PD trova molti sostenitori.
    L'elezione diretta di amministratori e capi partito ha disabituato al lavoro di gruppo. Sindaci e Presidenti si sono abituati a dettare decisioni senza pensare collettivamente e costruire insieme. Ma questo non è il tempo di uomini soli al comando. A meno che non si voglia rinunciare alla Democrazia.
    Ciao!

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    1. Condivido entrambe le considerazioni.
      1. Renzi è in campo (da Senatore e capo fazione) e vuole una rivincita. Legittimo. Utile per il Paese?
      2. Nel mondo moderno (del Finanz-capitalismo e del Capitalismo di Stato, dei Trattati internazionali per garantire i "liberi mercati", delle guerre commerciali e di quelle in armi, di Trump, Putin, Xi Jinping e Juncker ...) la elusione dei diritti e dei doveri universali dei cittadini e dei popoli è quotidiana e diffusa. Il tema della Democrazia e di come questa può essere vissuta è concreto e fondamentale.
      Gianni

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  2. Siamo allo stallo e mi pare ci resteremo per un po' di tempo.
    Leggendo Eugenio Scalfari ieri si potrebbe pensare che chi ha votato questo sistema elettorale era consapevole e cosciente che in assenza di una nuova maggioranza si sarebbe continuato a governare con un Gentiloni bis ... Non saprei dire se era tutto calcolato. Ma non si può escluderlo.
    Invece mi pare certa e conclamata la "vittoria mutilata" della destra e di Di Maio di cui parla oggi Ezio Mauro sempre su la Repubblica.
    Chi ha festeggiato pensando di avere strada libera per il governo deve fare i conti con il bisogno di nuovi sgraditi alleati.
    Chi non ha ancora elaborato il lutto deve accelerare, perché non è consentito a nessuno andare in vacanza da un parlamento che non esprime una maggioranza scontata.
    Insomma tutti dovranno fare scelte difficili se non si vuole presto ritornare al giudizio di un elettorato sempre meno ideologico e sempre più critico con chi antepone interessi privati a pubblici interessi.
    pl

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    1. Condivido molto.
      1. Una brutta legge elettorale. Chi l'ha imposta con voti di fiducia ha gravi responsabilità.
      2. Chi ha conquistato consensi e voti non ha vinto. Nessun "polo" è autosufficiente. La ricerca di una intesa istituzionale e politica non è scontata. Va perseguita con nuove proposte e progetti.
      3. In democrazia fino a quando non si forma una maggioranza non è possibile una opposizione.
      La sfida continua ...
      Gianni

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  3. In realtà tutti costoro (renzi, boschi, minniti, fedeli, poletti, orfini, bersani, d'alema, de luca, vincenzi, orsoni, marino, merola, bonaccini, ..........) non capiscono perché li votano sempre meno elettori. Non è affatto un problema di comunicazione come di tanto in tanto ripetono. No. La ragione sta nel fatto che loro non hanno dato bene prove di se stessi e di governo. Come dicono anche gli esempi proposti sopra.
    Ed oggi trovo insopportabile sentire dire da Renzi che ritornerà perché chi ha vinto il 4 marzo ha il dovere di governare (il centrodestra di salvini e i grillini di di maio) e siccome faranno male all'italia allora sarà la rivincita del pd.
    E no! Un partito serio e democratico non si autoesclude dal governo in questa situazione, se è convinto che gli altri porteranno il paese alla rovina.
    Da elettrice di sinistra sono indignata se salvini e brunetta con il 37% andranno al governo perché il pd si rifiuta di dialogare e accordarsi pregiudizialmente con leu e 5s.
    Questo è un comportamento totalmente irresponsabile.
    francy

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    1. In effetti non credo che il PD possa reggere a lungo questa posizione senza pagare ulteriori prezzi politici ed elettorali. Vedrai che prima o poi farà altre scelte. Del resto la sua storia (diversa da quella degli altri in competizione) non gli consente di ripetere, oggi, la posizione assunta dai "grillini" nel 2013: "voi non siete credibili" (per altro, al tempo, duramente criticata proprio dal PD).
      Gianni

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  4. Il popolo sovrano ha parlato con voce chiarissima. I suonati del 4 marzo vogliono rifletterci su? Bene. Non vogliono riflettere? Ce ne faremo una ragione, come dice Renzi. L'Italia andrà avanti con o senza PD.

    Sulla discussione interna dice bene Sofia Ventura sul QN:
    https://www.quotidiano.net/commento/direzione-pd-1.3784177

    articolo da cui cito un breve passo:

    "Nella sua relazione Martina ha indicato le tante cose che ora bisognerà fare per ridare slancio al partito, ma sarebbe stata interessante una riflessione sul perché non sono state fatte prima. Si ripropone quella tendenza alla rimozione della realtà che aveva caratterizzato la fase pre-Renzi (e poi anche la fase renziana dopo la presa del potere). E il rischio è che insieme ad essa si riproponga anche quella tendenza dei gruppi dirigenti, dei capi-bastone delle diverse componenti, a cercare accordi ‘unitari’ senza avere il coraggio di lasciare spazio a esplicite contrapposizioni tra visioni diverse. Perché di fatto quella ricerca di unità altro non è che la ricerca di accordi al vertice per la spartizione di quote di potere e soffoca il confronto e l’espressione di idee, la possibilità di innovazione. Il Pd ha bisogno di rigenerarsi e non saranno gli accordi tra stanche élite a ridargli vigore".

    Ciao

    Luca

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    1. Penso anch'io che il Paese procederà "con o senza il PD" e, in questo, molto dipende da loro.
      Ora, però, abbiamo tutti un problema: il PD rappresenta una forza politica e parlamentare attorno al 20%. Poco per governare, molto per collocarsi pregiudizialmente all'opposizione di una maggioranza che ancora non c'è. Se non nella loro narrazione: "il governo degli estremisti", cioè M5S e Lega. Ma oggi la Lega è alleata (ancorché in conflitto permanente) con Forza Italia. Quindi? La questione maggioranza / opposizione non è risolta. Nè di facile soluzione, per le diverse cose che si vogliono fare e per le classi dirigenti che possono essere in grado di farle.
      E' su questo innanzitutto che il PD deve cimentarsi per "rigenerarsi".
      Gianni

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    2. Gianni, sinceramente, l'eventuale rigenerazione del PD non dipende dalle maggioranze più o meno possibili dopo le elezioni. Servirebbe un salto culturale che non si vede manco in cartolina. Mi limito al locale. Il PD è un partito che quando io, umile cittadino preoccupato per la salute mia e dei miei figli, ho chiesto di ragionare sulle conseguenze sanitarie di un'opera assurda come il potenziamento del Passante, mi ha risposto che no, approfondire l'impatto sulla salute proprio non si poteva, perché ci voleva troppo tempo, e si rischiava di ritardare l'apertura dei cantieri. Traduzione: la tua salute, caro cittadino, viene dopo gli interessi di Autostrade per l'Italia SpA. Risposta arrivata a correnti PD riunite, senza distinzione alcuna fra renziani, cuperliani, orlandiani, emiliani, franceschiniani e chi più ne ha più ne metta. Io a personaggi del genere dico una cosa sola: andate dove volete, ma senza di me.

      Conclusione: chi se ne frega del PD. Farò volentieri a meno di loro, come loro hanno pensato di poter fare a meno di me. Io continuerò a battermi per la salute mia e dei miei figli. Loro continueranno a battersi per gli interessi di ASPI SpA. Sono due strade parallele che non si incontreranno mai. Vinca il migliore e buonanotte.

      Luca

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  5. Per capire lo tsunami penso anch'io sia utile considerare le forze politiche dal centro alle periferie, Renzi e Bersani, Boschi e Moretti come Merola e Priolo, Donini e Gualmini.
    Nel PD e nella sinistra di governo (come nel centrodestra a guida Berlusconi e Previti, Scajola e Galliani) ci sono seri problemi di credibilità e di affidabilità.
    Troppe cose si sono decise e di decidono fuori da ogni visione di prospettiva e di interesse generale: opere per arricchire imprenditori e professionisti vari e per fare lavorare persone, non perché sono utili alla società; produzioni che graveranno ora e sempre sulle comunità e sui cittadini per arricchire proprietari spregiudicati, manager e lobbisti vari.
    Esempi? Il Ponte sullo Stretto, il TAV Torino - Lione e il Passante di Bologna.
    Fin Meccanica - Leonardo, ENI, ILVA e Philips Morris.
    Di questo siamo stanchi.
    Siamo anti-sistema? O per un sistema diverso?
    Zorro

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    1. Io penso per un "sistema" produttivo, economico ed istituzionale diverso; per uno sviluppo civile, sociale e culturale eco-compatibile e partecipato.
      Gianni

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  6. Domanda: è nelle prerogative del Capo dello Stato non avallare una legge elettorale in plateale contrasto con il principio sempre enunciato dallo stesso Mattarella: la stabilità del Paese. Non posso pensare che il folto stuolo di giuristi del suo staff non abbia messo sull' avviso il Numero Uno: Presidente, con siffatta legge nessuno raggiungerà la maggioranza.....
    Nonostante questo si è proceduto.
    Cosa c'è sotto allora? Il sogno di un Gentiloni bis?

    Ryan

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    1. Credo che il problema sia al contempo istituzionale e politico, culturale e sociale.
      Voglio dire che ovviamente le leggi elettorali sono fatte da politici più o meno lungimiranti e di valore ... e anche che proprio le leggi elettorali in vigore possono condizionare il voto ...
      Vale in generale. Vale per l'Italia.
      Un Gentiloni bis?
      Forse qualcuno lo pensava o lo pensa. Dopo il 4 marzo mi pare una soluzione impossibile. Di più, nel caso venisse praticata in qualche modo "eversiva". Senza alcun giudizio sull'attuale Presidente del Consiglio, che mi pare persona molto meno arrogante di illustri predecessori.
      Gianni

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  7. Hai messo a fuoco bene perché non sono sufficienti le dimissioni di Renzi.
    Poi hai scritto alcune delle ragioni "locali" per cui il Pd ha ridotto drasticamente i propri consensi tra i cittadini.
    Io sintetizzo così: manca di lungimiranza (i giovani non lo votano perché con le politiche fatte non vedono un futuro decente) ed è insopportabilmente arrogante (abbiamo noi il governo e dunque noi decidiamo).
    Sottolineo un altro elemento che ritengo decisivo: ha contribuito a svuotare di autonomia e di rappresentanza sociale le organizzazioni dei cittadini (vedi sindacati o associazioni culturali). Il Pd pre Renzi interloquiva con Cigl, Cna, Coop, Arci, Uisp, eccetera. Dopo la fuoriuscita degli ex Pci, Pds tutti in ordine sparso. E rapporti di potere e di gruppo ........
    Va mo' la

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    1. C'è sicuramente del vero. Sono argomenti veri e da approfondire. Ci si è mossi con politiche e pratiche di centralizzazione del potere: a livello nazionale come internazionale e locale. L'esatto contrario di un mondo moderno che allarga le conoscenze e chiede protagonismo e responsabilità dei cittadini.
      Gianni

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  8. Parteciprati è come una boccata di ossigeno in una vita inquinata ...... Tuttavia è un'esperienza che resta fuori dai circuiti istituzionali. I quali, al contrario, procedono a tappe forzate per realizzare progetti "antistorici", come qui vengono definiti. Lo stesso Consiglio Comunale su Passante o altro è stato coinvolto a scelte fatte (da Renzi-Bonaccini-Merola). Questi "primi uomini" sono eletti e delegati a occuparsi e sapere di tutto, senza supporti autorevoli e senza controlli, delegati e verificati ogni 5 anni.
    No, così non va. Questa democrazia è morta.
    Titti

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    1. Parole forti.
      No, io non credo che "questa democrazia" sia morta. La vedo però molto, molto malata. E da curare, con scelte nette.
      Il voto (sorprendente?) degli italiani mi pare confermi una vitalità importante ed una volontà (ancora maggioritaria!) di partecipare e di incidere sulle scelte.
      Il voto va studiato, capito, considerato.
      L'arroganza va abbandonata e/o sconfitta. Ovunque si manifesti.
      Confrontiamoci, dunque, oltre i pregiudizi e nel merito delle cose urgenti da fare.
      Si, il lavoro di ParteciPrati deve divenire un patrimonio collettivo ed una esperienza da estendere e migliorare ...
      Sul Passante di Bologna (ed altre scelte amministrative come i progetti dei supermercati) è tempo di moratoria. Altre sono le priorità (come dicono in molti).
      Se necessario si faccia un referendum.
      Se vogliamo fare vivere la democrazia il confronto partecipato e il pronunciamento libero e popolare è uno strumento da promuovere e valorizzare.
      Gianni

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  9. Riflettere è un esercizio non abituale per i dirigenti PD.
    Non lo fanno da molti anni. Dopo l'exploit alle europee sono diventati inavvicinabili. Pensando di poter disporre di tutto e tutti.
    Non è necessario arrivare ai limiti di De Luca per suscitare reazioni.
    I voti pro 5 stelle e Lega sono la naturale conseguenza.
    VR

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    1. Considerazioni condivisibili. Aggiungo solo che la soluzione ora non è "l'opposizione" ad una presunta "maggioranza" che il voto non ha indicato. Piuttosto, una seria verifica di strategie e di politiche. E, forse, la individuazione di diverse priorità ed alleanze. A loro, naturalmente, una libera scelta.
      Gianni

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  10. Diciamo una cosa con nettezza: la tendenza a cambiare uomini o donne per preservare sistemi è intollerabile.
    Questo pagano Renzi, Bonaccini, Merola e compagni di avventura.
    Se era infatti auspicabile un rinnovamento politico e generazionale non è assolutamente comprensibile lasciare mano libera a FIAT - FCA ed Amazzon Italia, a Farinetti e Pianesi di svilupparsi ed arricchirsi sullo sfruttamento del lavoro e sul l'impoverimento dei territori con prodotti di mediocre qualità e di forte impatto ambientale e sociale.
    Negli ultimi anni abbiamo constatato che il personale politico del Pd è di una modestia imbarazzante. Quando non complice e partecipe di danni.
    A Bologna:
    dopo avere progettato e costruito Fico senza predisporre un sistema adeguato di trasporto pubblico, ora si vuole rinunciare anche al misero bus-navetta;
    dopo avere sottoscritto l'impegno a fare il Passante di Mezzo, ora ci si accorge che Autostrade opera senza occuparsi di vincoli e interessi dei cittadini.
    Eppure gli "incapaci" sono e restano solo i grillini.
    Ma fateci il piacere!
    Quanto ai novelli vincitori: attenti!
    Nessuno ha scelto voi perché ripetiate quanto fatto dai governi precedenti.
    Sareste trattati con la stessa moneta.
    BiBi

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  11. Diverso parere. Le dimissioni volontarie di Matteo Renzi (o di Bonaccini, di Merola o altri dirigenti pd) non sono certo il toccasana per un paese da molti anni in crisi.
    Servono piuttosto giuste analisi e proposte. Ciò che non è automaticamente garantito da una uscita di scena di questo o quello.
    Penso più utile mettere allo studio tutte le teste pensanti.
    Tutte le energie sane che rappresentano persone e idee.
    Solo con l'umilta' di capire i problemi male affrontati e la creativita' di indicare obiettivi più convincenti per un numero più largo di produttori e di lavoratori si può migliorare.
    Antonio

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    1. Diverso? Non saprei dire.
      Per me "oltre le dimissioni di Renzi" vuol dire che c'è non solo o non tanto da cambiare "il venditore" di turno di questo sistema insostenibile. Ma precisamente da cambiare questo sistema insostenibile e le sue politiche. Attraverso politiche eco-compatibili e di alta qualità sociale ed ambientale. Mi aspetto che tanti ne siano protagonisti. Anche tra le forze che si sono illuse troppo a lungo di soluzioni neo liberiste o di "riformismo debole" e subalterno all'establishment.
      Gianni

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