lunedì 18 aprile 2016

Verità e bugie sul Referendum

Una larga maggioranza di cittadini non ha votato. Oltre 2 elettori su 3 non si è recata ai seggi.
Solo 13.334.764 persone hanno detto Si alla abrogazione della legge del Governo Renzi che consente alle società che estraggono gas o petrolio in mare di protrarre sino ad esaurimento lo sfruttamento dei giacimenti.
Solo 2.198.748 hanno votato No, contravvenendo alle indicazioni di Matteo Renzi e di Giorgio Napolitano che invitavano a non partecipare al Referendum per farlo fallire.

Le regole sono regole.
L'astensione è legittima e chi ha scommesso sui referendum (inizialmente 6 quesiti) ha ottenuto solo un risultato parziale, conquistando nella Legge di Stabilità la modifica della Legge chiamata Sblocca Italia su 5 punti che pure sarebbero stati oggetto di consultazione popolare. Perdendo la consultazione popolare.

Il Presidente del Consiglio ha immediatamente comunicato e commentato a reti unificate il risultato, sottolineando la sconfitta dei "referendari" e, in particolare, dei promotori, che lo "hanno fatto per motivi personali".
Una interpretazione unilaterale.
Lecita per un Segretario di partito. Irrispettosa e volgare se pronunciata da Palazzo Chigi.
Non riconosce e apostrofa, infatti, gli interlocutori che esprimono una diversa convinzione politica.
Attacca "i Presidenti ed i consiglieri di Regione che hanno voluto il Referendum", gli amici ed i compagni del suo stesso Partito che si sono impegnati sui referendum.
Ha sentenziato che "non paga essere demagogici".
La sua "narrazione" è chiaramente, ancora una volta, sopra le righe.
Magari semplice ma assai superficiale.
Bugiarda e pericolosa.
Per la democrazia.
Ma, forse, anche per Lui e per il Suo Partito.
Infatti, se è vero che la Costituzione e la Legge italiana non consentono di rendere valido un Referendum partecipato da oltre 15 milioni di cittadini sono altrettante verità alcuni dati che Matteo Renzi dovrebbe avere scolpiti nella memoria.
Primo.
Lui governa il Paese forte di una maggioranza di parlamentari che è stata conquistata, nel febbraio del 2013, da una Coalizione di Centrosinistra, "Italia Bene Comune", che ha conquistato 10.049.393 voti in tutto. Incluso oltre un milione di voti andati ad un partito che ora si colloca all'opposizione.
Dunque, molti meno sostenitori di quanti ieri hanno votato Si.
Secondo.
Il grande successo ottenuto dal Partito Democratico (unito) nelle elezioni europee della primavera del 2014, ha contato 11.172.861 voti.
Dunque, meno di quanti ieri hanno votato Si.
Terzo.
Uno dei suoi più stretti collaboratori e sostenitori, Stefano Bonaccini, governa la Regione Emilia Romagna avendo raccolto, nel voto del novembre 2014, 615.723 voti.
Mentre ieri, al Referendum i Si "emiliani" sono stati 901.088.
Dunque, i Si al Referendum superano di 1/3 quelli raccolti dal Presidente della Regione.
Quarto.
In Basilicata il Presidente Marcello Pittella, nel novembre 2013, è stato eletto Presidente da 148.696 elettori. Al Referendum di ieri i Si sono stati 224.228.
Dunque, i Si risultano ben oltre i consensi al Presidente lucano.

Conclusione.
Il Segretario del PD dica quel che vuole.
Il Presidente del Consiglio, invece, dovrebbe avere maggiore rispetto per la verità e per i cittadini che partecipano alla vita istituzionale del Paese.


17 commenti:

  1. Il Governo è più forte di gufi e polemiche. #avantitutta!
    MEB

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    1. Il governo è fortissimo.
      Ma i gufi si riproducono ad una velocità superiore ad ogni aspettativa.
      Urgono rapaci per riequilibrare i naturali rapporti ...
      Sic

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    2. Confermo.
      Il Governo "dell'astensione" è fortissimo.
      Soprattutto se non si vota.
      Imbattibile.
      I gufi crescono?
      Nessun problema.
      Basta non votare, Sic.
      Gianni

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  2. Si, Matteo Renzi, Gianluca Galletti e Chicco Testa sono contenti.
    Hanno sconfitto Michele Emiliano, Gianni Cuperlo, i grillini e gli ambientalisti.
    Hanno unito la loro astensione a quella di mia nonna ricoverata, di mia sorella fuori Italia per Erasmus, del mio amico che lavora in California, di mio zio in ferie, dei miei vicini di casa che "non abbiamo le idee chiare", dei miei colleghi che se ne sbattono.
    Si, hanno vinto.
    Ma capiranno presto che quando dovranno raccogliere voti motivando persone, una per una, per ... (una qualche causa o per un Sindaco) sarà molto (ma molto) più difficile del passato (anche recente).
    Auguri, Matteo!
    Stai sereno.
    BiBi

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    1. BiBi, quando dimettono tua nonna, quando rientrano in Italia tua sorella e il tuo amico, quando tuo zio finisce le ferie, quando i tuoi vicini hanno le idee chiare, quando i tuoi colleghi sono motivati ... avvisaci!
      Vedremo che fare ...
      Gianni

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  3. Quinto.
    Anche in Puglia i Si sono più dei voti che ha preso il governatore Emiliano.
    E sentire Renzi (ieri sera) che imputa alle regioni del sud, amministrate tutte dal suo partito, la mancanza della depurazione è un incredibile autogol.
    Come quello di Consigli, ieri in Fiore-Sassuolo.
    Tornasse a Firenze, il bullo di Rignano.
    Nik

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    1. Nik, pensi a Matteo Renzi come centravanti Viola o come portiere del Sassuolo?
      Gianni

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  4. Il problema è che Renzi e il PD non credono nella partecipazioe per Renzi ed i Renziboys meno gente vota più son contenti , più vincono, perchè il voto vien disperso , il refrain " Son tutti ladri " ha lasciato un solco profondo .
    La cosa che più mi preoccupa è la totale mancanza di organizzazioni,movimenti di massa capaci di organizzare e incanalare il malcontento in modo costruttivo e alternativo alle forme di potere attuali .
    Manca la " Lotta di Classe " o meglio manca la consapevolezza della necessità di riappropiarsene perchè la "Lotta di Classe " in questi anni di crisi c'è stata e l'hanno fatta e vinta i Padroni .
    Si, i Padroni, che ancora esistono .
    Ripartire dalle lotte per creare l'organizzazione questo dovrebbe essere il percorso corretto .
    Altrimenti non ne usciremo mai .
    Rimettere in gioco i dogmi di questo Sistema .
    Ricostruire grandi mobilitazioni su temi centrali e che riguardino una prospettiva al di fuori delle logiche imposte da chi ora gestisce il Potere.

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    1. La "lotta di classe" esiste. Come esistono i "padroni" e i "ladri".
      Anzi.
      Possiamo dire che in molti paesi le differenze sociali sono più marcate del passato.
      E "quelli che rubano" risorse e futuro sono più del passato.
      Guai negarlo. Guai accettare passivamente questa realtà che ha provocato e provoca contraddizioni esplosive e nuove, di natura ambientale ed esistenziale.
      Dunque, per essere davvero alternativi e credibili bisogna essere persone libere e coerenti, con idee, princìpi e progetti "lunghi" ...
      Disponibili ad interloquire soprattutto con chi pare non avere voce. Interessati ad unire tutti i soggetti e le risorse impegnati o potenzialmente interessati al cambiamento. Lontani dai "giochi di potere" e dalla amministrazione di potere a prescindere dai risultati o per conto terzi.
      Gianni




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  5. Il Pd non è solo Renzi e i Renziboys.
    A Bologna ad esempio hanno votato anche Romano Prodi e Virginio Merola, candidato sindaco per il centrosinistra.
    Molti Si provengono da elettori democratici che hanno condiviso l'impegno referendario e non le scelte del Governo su questo argomento.
    Qui altri democratici hanno partecipato al confronto votando No. Che infatti hanno sfiorato la percentuale max raggiunta in Italia, il 20%.
    Antonio

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    1. Antonio, nessun dubbio che nel PD ci siano pluralità di storie, culture e posizioni.
      Come del fatto che lo stesso PD abbia un Segretario, esprima politiche e un Governo, pratichi alleanze.
      Con tutto questo è giusto fare i conti.
      Gianni

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  6. Speravo di meglio.
    Se si va a referendum bisogna provare a vincerlo.
    Se si resta lontano dal quorum si è sbagliato qualcosa.
    O no?
    v.

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    1. Anch'io speravo in tanti più si.
      Ed anche in tanti no che accettassero la sfida democratica del voto referendario sulla questione trivelle ed energia. Alla Prodi.
      Ma non sottovaluto, né svaluto i tanti milioni di partecipanti che rappresentano una risorsa per cambiare il paese.
      Invece, sono colpita dall'atteggiamento sprezzante di chi governa.
      Di chi scarica sistematicamente sempre su altri i problemi.
      Di chi la prende con l'informazione, nonostante, un servizio pubblico partigiano (Crozza ha ridicolizzato il Greco di Agorà).
      Di chi imputa unicamente alla magistratura, le inadeguatezze e i ritardi della giustizia (negando le responsabilità di chi governa senza fornire mezzi e normative adeguate).
      Di chi attacca le giovani e inesperte opposizioni mentre si allea sistematicamente con i vecchi marpioni trasformisti della destra (da Berlusconi a Verdini).
      Possibile?
      Possibile!
      Possibile

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    2. A proposito, Berlusconi ha votato?
      Sic

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    3. v., capisco e condivido.
      Le iniziative si prendono per convinzione e per ottenere risultati positivi. Perdere è possibile ma non aiuta. E impone riflessioni.
      Qui, vedi risposte a commenti ad un post precedente, non a caso, ho scritto del referendum come di "un frullato di prodotti avariati e o.g.m. di difficile digestione". Perché?
      1. Lo hanno promosso, per la prima volta, 9 /10 Regioni. Non associazioni e comitati della società civile che hanno raccolto le firme di 300.000 cittadini, rendendoli partecipi e protagonisti.
      2. Regioni, 7 / 8 a maggioranza di Centrosinistra, insoddisfatte delle politiche del Governo di Centrosinistra. 6 i quesiti per abrogare altrettanti punti e scelte in materia di estrazione di idrocarburi.
      3. Il Governo torna indietro (e neutralizza i referendum) su 5 punti. La rinuncia più rilevante di Renzi è quella relativa alla possibilità di autorizzare nuove trivelle e impianti in prossimità delle coste italiane. Su uno solo, comunque rilevante, il Governo non cede. Quello su cui abbiamo votato domenica. Ma è evidente che la portata del confronto - scontro è ridimensionata. Il conflitto è de-potenziato, almeno per una parte dei promotori e dei possibili protagonisti. Sicuramente è risultato di minore impatto mediatico e sociale.
      4. Molti si defilano. Basti pensare che in alcune delle Regioni che avevano richiesto la consultazione (Campania e Calabria) pochissimi hanno poi fatto campagna di informazione e i votanti sono risultati sotto il 27%.
      5. La campagna referendaria non ha adeguatamente focalizzato alcuni argomenti di merito. Un esempio? Quello relativo alla subsidenza, cioè l'abbassamento del suolo effetto logico dei prelievi di materie dal sottosuolo. In Romagna registriamo da meno 1 metro a 70 cm. in 50 anni. Con gli effetti ed i costi conseguenti (si pensi all'annuale ripristino delle spiagge).
      Sono stati risultati invece amplificati argomenti sostanzialmente pretestuosi, quale la minaccia ai livelli occupazionali.
      Mi fermo qui.
      Degli argomenti di Possibile sottolineo la questione della informazione e della comunicazione. Da quella pubblica: dei telegiornali come di Agorà. A quella di grandi o di "autorevoli" firme del giornalismo: da Eugenio Scalfari (che scrive della irrilevanza del tema referendario per la maggioranza della popolazione italiana) a Paolo Mieli o Marcello Sorgi.
      A Sic una domanda: ma tu, tu hai votato?
      Gianni

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  7. Sono andata a votare. Ma non sono riuscita a convincere alcuni colleghi che avevano votato contro il finanziamento pubblico ai partiti, per l'acqua pubblica e contro il finanziamento alle scuole private. Dicono che i referendum valgono meno di un sondaggio. Non producono risultati.
    s.

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  8. Si dice che chi semina vento raccoglie tempesta.
    In democrazia ci si confronta lealmente.
    Si misurano le idee con i voti pro e per.
    Per il rispetto dei contratti e delle scadenze a suo tempo sottoscritti da istituzioni ed aziende per prelevare petrolio e gas.
    Oppure, pro sfruttamento delle trivelle fino ad esaurimento dei giacimenti.
    Per accelerare subito sulle energie rinnovabili.
    Oppure, mixare con equilibrio tra le varie fonti di energia. Senza strappi.
    I cittadini scelgano.
    Se invece una parte vince appoggiandosi a chi non vota o non ha idee in merito il confronto è falsato.
    La democrazia viene sottratta.
    Chi bara non vince. Mai!
    Anna

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