martedì 2 febbraio 2016

Verso il voto di primavera (2)

Chi si candida a governare grandi città o piccoli comuni deve dire cosa vuole fare per migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Oggi, la prima sfida locale e mondiale è quella della conversione ecologica delle città, delle produzioni e dei consumi.

Lo dimostrano i livelli diffusi di inquinamento che gravano, irrisolti da decenni, nei paesi sviluppati e quelli insostenibili raggiunti nei paesi in forte crescita nel nuovo millennio.
Lo testimonia il riconoscimento dei tanti Capi di Stato e di Governo riuniti a fine anno a Parigi per COP21, nonostante gli impegni ancora troppo indefiniti e privi di vincoli (che, al contrario, sono stati introdotti su bilanci statali e locali o in trattati internazionali).

Conversione ecologica significa progettare e sostenere priorità urbanistiche, per la mobilità delle persone, nella costruzione e manutenzione di edifici ed infrastrutture, nella organizzazione dei territori e della vita delle persone diverse ed alternative rispetto a quelle praticate fin qui.
Non si può continuare con investimenti insensati e neppure con annunci condivisibili ma privi di coerenti conseguenze.
Le risorse preziose e limitate vanno concentrate con urgenza per prevenire rischi ambientali ed alla salute e per determinare modifiche strutturali nella organizzazione delle città e del paese.

1. Anche Sindaci ed Amministratori annunciano "consumo zero" del territorio.
Ma si ripropongono e susseguono atti e fatti da politiche dei due tempi: inattuate piccole e grandi opere di realizzazione del verde, rinviati i recuperi di aree dismesse e le bonifiche ambientali mentre sono continui e rapidi i progetti e gli investimenti per edificare aree vergini, per trasformare la destinazione d'uso di suolo agricolo (o anche industriale) in commerciale, abitativo e di servizio.
Le lobby economiche e finanziarie premono, condizionano e ricattano (quando non corrompono) Amministrazioni locali sempre più deboli e prive di risorse adeguate a progettare in autonomia ed indipendenza.
A determinare gli interventi sono, quasi sempre, il Governo nazionale attraverso i Ministeri e gli Enti economici e finanziari (dal CIPE alla la Cassa Depositi e Prestiti, ai Fondi nazionali, europei ed internazionali) e Partiti fortemente centralizzati, che nominano e gestiscono le Istituzioni ai vari livelli con sempre minore concorso, pluralismo e trasparenza. Oppure le Fondazioni bancarie e politico-culturali che, anche a livello locale, raccolgono ed esprimono personalità di potere e di mediazione del mondo imprenditoriale, degli albi professionali e dell'alta burocrazia pubblica.
Invertire questa tendenza è opera ardua e costosa.
Sempre più si profilano, si temono o si scoprono minacciose organizzazioni illegali e criminali diffuse su tutto il territorio nazionale.
Occorre, dunque, promuovere precisi e concreti Progetti di de-materializzazione e di riequilibrio ecologico. Sapendo che per realizzarli sono essenziali pratiche di partecipazione e di protagonismo sociale, civico e politico.
Solo una precisa strategia che unisce contenuti ed obiettivi forti con mobilitazione popolare e di competenze attente agli interessi generali, può produrre risultati nella salvaguardia e nel ripristino di spazi pubblici naturali e di vita collettiva sottratti alla speculazione ed al profitto privato.
Vanno accesi i riflettori del confronto politico ed elettorale sul destino di aree agricole e di quelle già militari e demaniali, perché su di esse si giocherà presto la partita tra insostenibilità o sostenibilità ecologica e tra concentrazione o distribuzione di ricchezza.
Due esempi per Bologna: la realizzazione della Fascia Boscata prevista lungo l'asse tangenziale-autostrada prevista nel PRG del 1985 e la creazione di parchi pubblici e servizi sociali nelle caserme dismesse nei quartieri Savena e Porto.

2. Anche Sindaci e Amministratori promettono lo "stop" all'insediamento di super o ipermercati e di grandi centri commerciali.
Però regolari e puntuali sono le eccezioni e le smentite.
Avanzano piccole e grandi varianti urbanistiche motivate e giustificate con le più diverse ragioni, che consolidano ulteriormente la cultura e lo sviluppo dei mega-store.
Con l'effetto sostanziale di ridurre ulteriormente la competitività dei piccoli esercizi e delle attività artigianali, di concentrare ancora fette di mercato tra pochi grandi gruppi imprenditoriali e di consolidare sistemi di vita consumistici e di mobilità individuale ed inquinante.
Rimanendo agli esempi, su Bologna: è al via un altro centro commerciale, nel quartiere San Vitale, e si conferma un FICO quantomeno sovradimensionato e preconfezionato, nel quartiere San Donato.
Il contrario di ciò che serve e tutto con procedure forzate ed arroganti.
Andrebbero, invece, incentivati e diffusi mercati e negozi rionali di qualità, che semplifichino i processi e riducano le filiere; che rendano facili i collegamenti origine-uso, con attività di produzione e di consumo "a km. zero"; con naturali maggiori garanzie di programmazione, di cura e di controllo dei prodotti, agricoli ed industriali, alimentari e no; con un innalzamento generale e sperimentato delle conoscenze e della formazione per il vivere sano e biologico.

3. Anche Sindaci e Amministratori parlano (da decenni) di "cura del ferro" per una mobilità meno inquinante e più sicura.
Ma gli unici investimenti significativi e gonfi di insostenibilità sono stati realizzati per le grandi linee dell'Alta Velocità. Spesso presentata con una falsa vernice verde di Alta Capacità.
In effetti non risultano affatto treni merci che competono con gli autoarticolati che intasano strade ed autostrade. Nè si sono potenziati i treni regionali e locali per i milioni di pendolari e per quanti (tanti di più!) sono potenzialmente interessati ad una mobilità più razionale e logica per i quotidiani spostamenti casa-studio-lavoro-casa.
Per questo la priorità assoluta negli investimenti pubblici deve essere nel potenziamento e nella cura delle manutenzioni delle reti e delle stazioni ferroviarie, nell'ammodernamento dei treni, delle metropolitane e/o dei filobus elettrici. Nel recupero dei tratti non funzionanti di vecchi binari e nel loro uso razionale e collegato, rispetto a progetti e tecnologie prive di credibile sperimentazione.
Nelle città e nelle aree urbane vanno inoltre programmati investimenti, progetti ed iniziative per estendere l'uso dei mezzi non inquinanti: le bici, una grande risorsa individuale (per il fisico e per il risparmio) e collettiva (per l'aria pulita e contro il rumore, per imprese ed attività lavorative di supporto).
Ancora esempi, su Bologna e regione: la realizzazione del Servizio Ferroviario Metropolitano (tutt'altro che competitivo), la scelta della ferrovia per collegare Stazione Centrale FS ed Aeroporto Marconi (in alternativa al discusso ed indagato People Mover!), il recupero della linea Bologna-Budrio-Massalombarda, strade pedonalizzate e riservate alle bici, reti di percorsi ciclabili protetti di quartiere, un servizio cittadino di noleggio e custodia delle bici con varie stazioni.

4. Sindaci ed Amministratori abbozzano "moratorie" su inceneritori, discariche e grandi impianti energetici.
Però, avanzano vecchi indirizzi e soluzioni contraddittorie. In linea con la scelta di privatizzare le Aziende Municipalizzate e di utilizzare, per la gestione di Beni Comuni, capitali di investimento da remunerare con le leggi del mercato e del rendimento finanziario speculativo.
Ancora troppo forti ed organizzate sono le lobby, le aziende ed i manager che lucrano e traggono profitti dalla conservazione del sistema di consumi e sprechi in essere.
Per sconfiggerle (o quantomeno ridimensionarle entro confini accettabili) sono necessari progetti forti ed articolati, competenze culturali e professionali, alleanze sociali e politiche dirette a produrre l'essenziale, in modo pulito e sicuro, recuperando materie e risorse ovunque possibile.
Esempi su Bologna e sull'Emilia Romagna: da contrastare i progetti e gli investimenti, dalla mega discarica di Imola all'inceneritore di Parma, in continuità con il vecchio sistema di sviluppo e di smaltimento rifiuti; da sostenere progetti di riduzione degli imballaggi e degli scarti, di riuso delle materie, di manutenzione e qualificazione degli impianti idrici ed energetici, di sviluppo di fonti alternative, non o meno inquinanti, di messa in sicurezza dei territori, degli edifici e dei Beni Comuni. La presenza di importanti Aziende pubbliche e di grandi aziende leader nel settore delle macchine automatiche e del packaging può consentire di discutere, contrattare e ricercare produzioni più qualificate e di alto valore ecologico ambientale.

La sfida è aperta.
L'inquinamento e gli impegni di COP21 non danno tregua. Occorrono idee e cooperazione, scelte nette e radicali.
Partiti, coalizioni e movimenti sono alla prova.




16 commenti:

  1. E' insopportabile sentire sempre ed ovunque scontri e contese su nomi di possibili candidati e mai, mai, mai confronto di idee e programmi sui problemi concreti della vita di chi lavora e produce.
    Come evitare il traffico mattutino e serale, come viaggiare sicuri, come arrivare puntuali, come respirare aria pulita, come liberarsi dell'amianto, come avere una visita medica in tempi rapidi e senza andare a pagamento, come mangiare e bere sano ...
    Un probabile astensionista

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    1. Insopportabile, si.
      Astensione, no.
      Gianni

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    2. C'è anche tanta gente che discute di cose concrete da fare per la citta. Partecipare per conoscere . Dai Quotidiani si impara poco .
      Poi sicuramente vi è un difetto di comunicazione , ma la colpa è bidirezionale.
      G.

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    3. Vero, G.
      Ci sono tante persone che ragionano sui problemi veri, di vita quotidiana. Spesso questo confronto non viene adeguatamente ripreso e considerato da giornali, radio e tv.
      Tuttavia, quante volte la nostra partecipazione è frustrata? I contributi e le proposte vengono rapidamente archiviati, gli impegni presi dimenticati o contraddetti?
      Ed anche il voto, i referendum, gli impegni politici vengono smentiti da pratiche opportuniste e interessi incomprensibili o particolari, personali o di parte e di partito?
      Gianni

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    4. Gianni hai perfettamente ragione ,viviamo un tempo in cui il volere dei cittadini viene ignorato o conculcato . Vedi referendum , gli ooportunismi dilagano , I Rottamatori fanno rimpiangere i " Rottamati " .
      Che fare allora , se la Democrazia ,gli Spazi di Partecipazione ,vengono sempre più preclusi ai cittadini ,torniamo alle antiche ( Perchè di nuovo in giro c'è poco o nulla ) pratiche del movimento Operaio Sindacale e Libertario .
      Ci precludono gli spazi ci tolgono la possibilità di decidere , bene allora attuiamo una illegalità diffusa, di massa ,una riappropriazione di Spazi di Democrazia Diretta, Autonoma e Reale .
      Riprendere la Città e ribaltare i concetti di Legalità e Partecipazione .
      E Legale tutto ciò che è o diventa bene comune attraverso una partecipazione Democratica di Uomini e Donne .
      Riprendiamoci il diritto di decidere.

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    5. Al tempo.
      Viviamo ancora in un paese dotato di una Costituzione democratica che offre a chi si batte per un cambiamento sociale profondo di operare nella legalità, mentre considera illegittimi e illegali molte pratiche di amministratori, dirigenti, funzionari pubblici che antepongono interessi privati, di parte o di partito all'interesse generale e alle leggi del Parlamento.
      Quindi il problema principale è quello di individuare obiettivi e progetti (qui parliamo, ad esempio, di scelte tese alla conversione ecologica dello sviluppo e della organizzazione della vita nelle città) che conquistino e mobilitino più vasti settori della società e della cultura e impongano politiche, misure, investimenti coerenti e (attraverso il voto, il protagonismo, la lotta e la partecipazione quotidiana ancora riconosciute o da conquistare) classi dirigenti, nella vita politica e nelle istituzioni, adeguate e rispettose delle volontà e delle aspirazioni popolari diffuse (maggiore moralità, sobrietà, giustizia sociale, prevenzione dei rischi, conoscenze e formazione, rispetto dei diritti umani fondamentali).
      In questo ambito il recupero di pratiche solidaristiche e di cooperazione del movimento operaio e popolare del passato è assolutamente valido: case del popolo, mense collettive, accoglienza familiare ... Tanto per fronteggiare i grandi processi migratori internazionali, quanto le nuove povertà o la mancanza di lavoro, reddito e alloggio per troppi connazionali.
      Così per pratiche di lotta, di valorizzazione del volontariato e di proposta che favoriscano il recupero e l'uso pubblico e sociale di aree ed immobili abbandonati (come, ad esempio, le caserme).
      Parliamone, organizziamoci.
      Gianni

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  2. Idee giuste. Fatte proprie anche da molti candidati, amministratori e sindaci. Ma poi?
    Per realizzare ci vogliono soldi e chi te li dà, li condiziona ad un ritorno.
    Così addio idee giuste e bei progetti. Ci becchiamo quel che produce ritorni economici e di potere per chi ha già tante ricchezze e possibilità.
    Le grandi strade a pagamento e no alimentano l'industria dell'auto e dell'indotto, a differenza dei treni per pendolari che necessitano di contributi pubblici per fare viaggiare a costi ragionevoli lavoratori e studenti che non possono permettersi di pagare gli ultimi modelli Fiat, Toyota o Volksvagen ...
    Possiamo ancora nutrire speranza di cambiare questo mondo?
    Dubito.

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    1. Dubitare si deve. È utile per verificare le idee e migliorare i progetti.
      Sperare si può. In tanti pensiamo cose simili.
      Cambiare si deve. Per le generazioni future.
      Discutiamo come, in quale direzione.
      Gianni

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  3. Parliamo di Bologna? Ora tutti d'accordo sul "Passante di mezzo". Cioè più autostrada e più tangenziale in città. Almeno una corsia per ogni tratta. Quattro complessive. E questo sarebbe combattere le polveri che inquinano e provocano malanni? Poi parlano di emergenza smog.
    Titti

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    1. Tutti d'accordo chi?
      Forse Merola, Donini, Bonaccini e Delrio? Forse qualche Sindaco della Città Metropolitana? Forse.
      Vedremo il Progetto. Per ora solo annunciato. Ci diranno se due o quattro corsie in più.
      Comunque ancora e sempre investimenti per strade ed autostrade. Per automezzi. Per uno sviluppo sbagliato. Insostenibile.
      È ora di cambiare!
      Gianni

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  4. Su alcune cose si può convenire.
    Ma FICO mi pare un bel progetto. Che valorizza una alimentazione di qualità. Che dubbi ci sono?
    Antonio

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    1. Antonio, il progetto merita sicuramente considerazione ed attenzione. Più di quanto riservata fin qui, da tutti noi.
      Sono coinvolti indubbiamente imprenditori, esperti, professionisti di valore e con cui misurarsi in modo più informato ed approfondito. Con rispetto reciproco.
      Non può sfuggire a nessuno, infatti, l'impatto e la rilevanza di FICO per Bologna.
      Perché esso sana "un buco" pregresso: un progetto del passato, irresponsabilmente sovrastimato.
      Perché ha grandi dimensioni. Valutate correttamente da tutti i privati ed i poteri pubblici? Per le ricadute economiche, finanziarie, sociali, ambientali.
      Allo stato risultano ancora interrogativi: sulle soluzioni e gli effetti in campo agroalimentare e della sostenibilità ecologica; sull'impatto ambientale e sociale nel territorio; sui soggetti e sugli assetti proprietari in campo.
      La sensazione è che, come troppo spesso succede, si siano affrettate le fasi istruttorie, di conoscenza e di dibattito pubblico per poi allungare in misura incomprensibile i processi di avanzamento e di realizzazione.
      Meglio approfondire, senza dare nulla per scontato.
      Gianni

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  5. A tutti quelli che "le Grandi Riforme" di Renzi e del suo Governo: possiamo insistere con i limiti alla circolazione delle auto e con il tetto dei 19 gradi al riscaldamento domestico, per combattere lo smog?
    Oppure è ora di un bel decreto drastico e risolutivo. Che affronti alla radice il problema. Che tranquillizzi gli italiani. Che eviti lo stress continuo di tanti lavoratori: domani, posso usare l'auto o no?
    Insomma, alziamo una volta per tutte il numero dei giorni in cui è possibile superare la soglia massima dell'inquinamento e, per sicurezza, portiamo anche tale soglia a due volte il valore attuale.
    Mario Cinico

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    1. Sempre davvero cinico, Mario!
      Gianni

      PS. Mi è sorto un dubbio. Non è che vuoi cambiare lavoro e ti sei messo sul mercato?

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  6. Oggi l'annuncio congiunto di Comune di Bologna e Regione Emilia Romagna per le stop definitivo al Passante Nord. Un buon risultato nel "consumo zero di suolo".
    L'allargamento della tangenziale di una corsia sarà un sacrificio utile e sopportabile per tutti i bolognesi se si coglierà anche la proposta del bosco in città di cui al punto 1?
    Che ne dite?
    Antonio

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  7. Ma perché invece di primarie su nomi sconosciuti ai più ed a cui delegare tutto, non si fanno referendum per stabilire i progetti da realizzare?
    *****

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