mercoledì 17 febbraio 2016

Cesenatico, torna operativa la piattaforma ENI

Schizofrenia da nuove trivelle al largo di Cesenatico? Se gli interrogativi non mancano, i sintomi sono chiari: panico tra cittadini e imprenditori e interventi a raffica di politici locali e non. Le cause sono da ricercare anche nella mancanza di informazioni su quelle strutture alte decine di metri spuntate tra sabato e domenica a 7 km dalla costa. Visti da terra quei «pennoni» fanno pensare a delle trivelle soprattutto se nelle menti è ancora fresca la campagna per la tutela dei fondali in Adriatico. 

In realtà si tratta della «Key Manhattan», una piattaforma mobile proveniente dal porto di Ancona agganciata al Morena1, la «collega» fissa più vicina a terra. Una novità però c’è: la piattaforma «storica», ferma dal 2008, tornerà operativa.
COSA SONO LE STRUTTURE IN MARE - Le strutture, ben visibili dalla costa, si trovano a quasi sette chilometri di distanza dal grattacielo (3,7 miglia nautiche) e l’ultima arrivata ha il compito di sondare la consistenza del giacimento di gas e di manutenere l’altra, in modo da renderla di nuovo operativa. «Sul pozzo Morena 1 sono in corso normali attività di manutenzione all’interno di un pozzo già esistente - fa sapere Eni - Morena 1, infatti, è stato perforato nel 1994 e ha prodotto gas metano fino a novembre 2008, quando è stato chiuso alla produzione a causa della risalita in superficie di sabbia dal giacimento. In considerazione della volontà di proseguire con le attività di produzione del giacimento, è stata avviata in questi giorni un’attività di manutenzione finalizzata all’adeguamento tecnologico necessario al miglioramento continuo della sicurezza degli impianti, attraverso l’inserimento nel pozzo di una tecnologia avanzata, denominata “Sand Control”. La tecnica di “Sand Control” limita il trasporto in superficie della sabbia, consentendo così la produzione selettiva del solo gas metano». 
LAVORI PER DUE MESI - La manutenzione, dicono sempre da Eni, durerà circa due mesi «e verrà effettuata tramite un impianto perfettamente adeguato alle caratteristiche dell’ambiente del Mare Adriatico». Al termine di questo lavoro, la «Key Manhattan» sarà portata via. «Tutte le operazioni - precisa ancora Eni - si svolgeranno nella completa osservanza delle norme di prevenzione infortuni e di sicurezza sul lavoro, garantendo la massima tutela dell’ambiente». Quanto all’impatto ambientale, Eni fa sapere che «in Emilia Romagna per il turismo è significativo l’esempio di Ravenna che conta circa 40 piattaforme gas in produzione davanti alla costa romagnola e allo stesso tempo può vantare 9 bandiere blu nel 2014 corrispondente a 27 località marine su altrettante spiagge della costa romagnola. Inoltre, esiste da molti anni un accordo tra Eni e i pescatori ravennati per dell’attività di raccolta delle cozze delle gambe delle piattaforme. Questo coinvolgimento ha portato alla creazione di cooperative che ancora oggi effettuano la raccolta e l’immissione al consumo dei molluschi prelevati dalle parti sommerse degli impianti marini».
L’ALLARME TRA ABITANTI E PESCATORI - Impossibile da non notare, la struttura vista in mare ha gettato allarme nei giorni scorsi tra quanti vivono a stretto contatto con il mare, primi tra tutti i mitilicoltori preoccupati per i propri vivai di cozze. Fonti bene informate avevano già escluso la creazione di un nuovo pozzo, infatti non sono state autorizzate nuove piattaforme di trivellazione e anche se ci fossero sarebbero nell’aria in concessione all’Eni da almeno un decennio. I nuovi insediamenti sono autorizzati dallo Stato con il benestare della Capitaneria di Porto. 
LA POLEMICA POLITICA - Ma gli interventi di politici locali (e non) si sono sprecati. Il sindaco Roberto Buda ha spiegato che «sulla piattaforma (Morena 1) saranno eseguiti dei lavori al pozzo, regolarmente autorizzati dalla Direzione generale di sicurezza dell’ufficio nazionale minerario idrocarburi e georisorse che ha sede a Bologna. I lavori – conclude Buda – si concluderanno dopo 50 giorni». Ma al M5S, rappresentato da Alberto Papperini ha soffiato sul fuoco: «I pescatori, gli imprenditori turistici e i cittadini sono molto preoccupati per ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi, senza che le istituzioni diano risposte chiare e certe. Nei prossimi giorni presenterò una lettera al sindaco Buda e chiederò di convocare un’assemblea pubblica con la presenza dei responsabili Eni». Nelle ultime ore era intervenuto il consigliere regionale pentastellato Andrea Bertani: «Vogliamo sapere chi ha dato le necessarie autorizzazioni per la presenza della piattaforma e se sono state garantite e seguite tutte le procedure di sicurezza. Non stiamo parlando di una barca di poche decine di metri ma di un piattaforma alta circa 150 metri spuntata dal nulla e di cui nessuno oggi conosce lo scopo». «Da quando sono al Parlamento Europeo – ha aggiunto l’eurodeputato M5S Marco Affronte - sto portando avanti nelle istituzioni una battaglia che, già prima, conducevo come semplice cittadino e biologo marino. Sia il Governo Renzi che l’amministrazione Bonaccini evidentemente rispondono ad altri interessi che non sono certo quelli dei cittadini, degli operatori turistici, dei ristoratori e delle persone di buon senso che vivono lungo il nostro mare. Con un ridicolo ricatto occupazionale (parliamo di alcune centinaia di dipendenti che sarebbero senz’altro riassorbiti da altre industrie o dalla crescita turistica) viene tenuto sotto scacco un territorio, solo per favorire le multinazionali degli idrocarburi». Il candidato sindaco dei Dem Matteo Gozzoli ha reso noto che «sulla vicenda dal 27 gennaio c’è un’interrogazione depositata alla Camera da parte del deputato Pd Enzo Lattuca. In attesa della risposta, che dovrebbe arrivare la prossima settimana, ribadisco che vista la vicinanza alla nostra costa e la vicinanza agli impianti di mitilicoltura è bene che Eni chiarisca quali attività intende svolgere al pozzo “Morena I”. Ricordo che per nuove trivellazioni la legge impone il rispetto delle 12 miglia. Il nostro ecosistema, la nostra economia legata alla pesca e al turismo vengono prima delle loro esigenze. Ha ancora senso aprire pozzi così vicini alla costa?»

Il Corriere della Sera, 3 febbraio 2016

6 commenti:

  1. È lo Slocca Italia di renziana memoria bellezza!
    *****

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    1. Con le contraddizioni su cui lavorare, per affermare uno sviluppo eco-compatibile ed una migliore qualità della vita e del lavoro.
      Gianni

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  2. Due osservazioni:
    1. c'è il referendum ad aprile; possiamo cogliere l'occasione;
    2. la regione emilia romagna non è tra quelle che hanno promosso la consultazione.
    Ciao!

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    1. Due si.
      1. Si, organizziamo informazione e partecipazione per il referendum.
      2. Si, conferma le ragioni per cui Bonaccini ed il Centrosinistra emiliano romagnolo hanno registrato consensi al minimo storico (la metà di un modestissimo 38%) ed una astensione maggioritaria (oltre il 62%).
      Gianni

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  3. A Cesenatico amministra il centrodestra.
    Antonio

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    1. Si.
      Il Sindaco, di Centrodestra, balbetta e giustifica.
      Ma in primavera si vota.
      Potrebbe essere una occasione per cambiare.
      Gianni

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